Ammucchiata Senza Limiti

Scritto da , il 2018-09-29, genere orge

Durante la notte ripenso agli ultimi avvenimenti.
Franco mi ha scopata prima di addormentarsi: una cosa veloce, abbastanza squallida, ma non importa.
Mio marito non sarà un gran che a letto, ma almeno è di mentalità aperta; più di quanto pensassi, in effetti.
Quando avevo cominciato a capire le potenzialità di un posto come Cap, avevo temuto che Franco mi avrebbe limitata, impedendo qualsiasi vero gioco di coppia e constringendomi a divertirmi soltanto alle sue spalle. Ora invece sapevo di poter contare su di lui… Anche se mi aveva fatto intravedere di lui un altro aspetto di cui non ero assolutamente consapevole.
Certo, era un guardone… Ma la maggior parte degli uomini lo è, anche se molti reprimono questo aspetto della loro sessualità per paura di rendersi ridicoli. Ma il vero punto era un altro: quel sapore di sperma sulla bocca, la mezza ammissione di aver giocato con un altro guardone, quel suo strano modo di camminare sulla sabbia come se…
Mio marito era attratto anche dagli uomini?
Nessun dubbio che fosse gay: io glie lo facevo tirare senza troppa fatica, e gli piaceva guardare le altre. Il fatto stesso che si eccitasse come un porco a guardare le puttane che si facevano sbattere in giro (compresa la sottoscritta) lo dimostrava.
Però…
Non c’era dubbio che avesse bevuto dello sperma. Forse l’aveva anche preso nel culo in mezzo alle dune. Magari era per quello che aveva accettato così facilmente che io mi fassi fatta fottere da uno sconosciuto mentre lui non c’era? Perché lui aveva fatto lo stesso?
O magari era un intero mondo di sesso libero che si era improvvisamente aperto davanti a lui, così come anche a me?
La sessualità è davvero un aspetto complicato della nostra specie…

***

E’ successo tutto in modo naturale, quasi istintivo: Non l’ho pianificato: evidentemente era destino che le cose andassero così.
Primo pomeriggio: siamo tornati dalla spiaggia, naturalmente quella a luci rosse, dove abbiamo fatto un po’ di sano esibizionismo sia in acqua che sotto l’ombrellone.
Nel primo caso solo sesso orale, e oltre a Franco ho spompinato anche un tizio che si era avvicinato a guardare; nel secondo ho montato mio marito a spegnimoccolo guardandolo in faccia, e quando si è formato il solito capannello di guardoni curiosi li ho invitati a segarsi mentre guardavano e a venirmi addosso… Non ha funzionato proprio benissimo perché quasi tutti alla fine hanno sborrato sulla sabbia (che spreco!). Però Franco era arrapatissimo, e per una volta mi ha fatto godere come si deve.
Adesso però il mio maritino dalla pelle delicata è tutto scottato, così dopo aver mangiato un boccone a casa, invece di tornare in spiaggia ci teniamo in zona villaggio. Io ho messo il prendisole e la cintura di metallo e sono pronta per uscire sui miei sandali a zeppa alta che mi slanciano tanto le gambe; Franco oltre ai sandlai da spiaggia ha anche una maglietta e un cappello a falde larghe per ripararsi… Non molto sexy, ma è meglio che stia attento al sole, altrimenti stanotte non riuscirà a dormire, e soprattutto non lascerà dormire me.

Siamo appena fuori dalla nostra villetta e ci mescoliamo alla gente che passeggia lungo il vialetto adiacente al corpo principale di Port Ambonne, che è un grosso edificio con la pianta a Y e quattro piani terrazzati dove si strovano numerosi appartamentini a studio. All’incrocio della Y si trovano diversi negozi di articoli sexy (per lo più abbigliamento), bar, ristoranti, una piscina e anche diversi locali notturni e swinger clubs: in pratica è la zona più vivace di tutta Cap, piena di vita ventitré ore al giorno (fra le cinque e le sei del mattino è un po’ morta).
Mi diverte molto camminare con aria provocante e catturare gli sguardi degli uomini che ammirano la merce che esibisco ormai con una certa disinvoltura. La presenza di Franco serve ad evitare di essere importunata da ogni singolo che incontro, ma noto come la maggior parte di loro mi si farebbe senza pensarci due volte; la cosa mi piace alquanto. E’ rassicurante sapere di avere solo l’imbarazzo della scelta.
Poi però, inopinatamente, riconosco i miei due napoletani preferiti.
- Ciao ragazzi! – mi viene spontaneo salutarli allegramente, ignorando del tutto la reazione di mio marito.
In quel momento mi interessa solo acchiapparli: il resto verrà da sé.
Lui sono un po’ sorpresi, poi il morettone s’illumina riconoscendomi, e il compare ghigna apertamente. Li abbraccio in mezzo al vialetto e stampo un bel bacio in bocca a tutti e due strappando un sorriso ai passanti, poi mi giro verso Franco e gli strizzo un occhio.
- Loro sono due miei amici – gli spiego – Mi hanno gia avuta tutti e due un paio di volte… Ragazzi, lui è mio marito; non vi preoccupate, non è un tipo geloso.
Forse sarebbe stato divertente anche se fosse stato geloso e si fosse incazzato all’idea che mi ero già fatta scopare alle sue spalle da quei due, ma devo dire che lui dimostra di saper stare al gioco.
Si fa avanti e tende la mano amichevolmente: - Piacere, ragazzi: io sono Franco.
Mi rendo conto cha ancora non conosco il nome dei due, anche se mi sono accoppiata con loro in due diverse occasioni.
- Io sono Raffaele, ma chiamami Lele – fa il morettone, come al solito spigliato e sicuro di sé – Lui è Nicola, e tutti lo chiamano Nico.
Nico e Lele, suona bene…
- Ragazzi, fa un caldo tremendo – butto giù io su due piedi – Vi andrebbe di venire alla nostra villetta e bere qualcosa di fresco, così ci conosciamo un po’ meglio?
Loro si guardano in faccia: Nico scrolla le spalle come a dire, fai un po’ tu; Lele si gira verso di me, sogghigna a Franco e poi fa un bel sorriso a me: - Ma certo, ottima idea. Dove state?
- Proprio qui dietro, venite!

Sono tutta contenta quando apro il cancelletto del nostro minuscolo giardino; che bello, Lele ha chiaramente voglia di scoparmi un’altra volta. Siamo praticamente nudi, e non può nasconderlo… Il suo bellissimo uccellone è già bello tosto all’idea di farmi la festa di nuovo.
Franco richiude il cancelletto e siamo fra di noi, anche se oltre il muretto la vita di Cap continua a scorrere animata.
Li faccio accomodare al tavolinetto e sculetto verso il cucinino all’interno per tirare fuori dal frigo quattro birre gelate.
Quando torno fuori i maschi si sono seduti, e Lele sta chiedendo a Franco: - Così tu saresti un – come si dice? – un cuckold? Un cornuto contento?
Mio marito non si scompone e risponde con calma: - Roby e io abbiamo un rapporto aperto: lei può fare quello che vuole, e io non ho niente in contrario. Poi naturalmente anche a me piace giocare…
- Roby! – fa Nico, il compare – Te l’avevo detto che si chiamava Roberta… Qilla tiene ‘o culo de na Robberta!
Mi chiedo come sia esattamente un “culo da Roberta”, ma direi che sembra un complimento, quindi sorrido mentre stappo le bottiglie e le porgo ai miei amici.
- Sai caro? Lele mi ha scopata per la prima volta l’altra sera, mentre eravamo al ristorante di pesce… Ti ricordi che ero andata in bagno?
Franco inarca un sopracciglio: - Mi sembrava che ci fassi rimasta un po’ a lungo…
- Sì! Scusa se non te l’ho detto subito, tesoro… E’ stata una cosa così improvvisa, così coinvolgente… E poi il giorno dopo, quando sono andata al supermercato a prendere il caffè, mi hanno sbattuta in due nel garage dietro ai negozi. Sai, Nico me lo ha anche messo nel culo!
Questa volta Franco sembra colpito: non saprei se è risentito perché ho dato il culo (che lui credeva vergine) a un altro nel viaggio di nozze, oppure se è sorpreso dal livello della mia troiaggine.
- Vuoi dire che hai fatto un tramezzino?
- Sì caro… Ti piacerebbe vedere come abbiamo fatto?
Lui sorride beato, fugando ogni dubbio: - Hmmm… Mi piacerebbe molto! Però voglio divertirmi anch’io.
- Ma certo! – faccio io gioiosamente – Qui ce n’è per tutti… Vero, ragazzi?
I due se la ridono, sollevando le bottiglie in segno di approvazione.
Dai terrazzi di Port Ambonne si può vedere uno scorcio del giardino, ma chi se ne frega: se qualche passante vuole godersi lo spettacolo, che faccia pure.
Io bevo una lunga sorsata di birra, poi mi alzo in piedi e comincia a muovermi in modo provocante intorno al tavolo, permettendo ai maschi di allungare le mani a piacimento.
Non ho quasi niente addosso, quindi c’è molto da toccare, e la cosa mi eccita da pazzi. Il fatto che tutti mi abbiano già avuta non sembra limitare l’entusiasmo con cui approfittano della mia disponibilità.
Lele, l’Alfa del gruppo, finisce con l’afferrarmi e attirarmi a sé per un primo, saporito bacio di lingua. Io rispondo con entusiasmo, schiacciandogli le tette nude sui pettorali abbronzati e sfregando il pancino sulla sua erezione incipiente.
Sto per farmi sbattere non da due, ma da ben tre maschi!

Per ora Franco se ne resta seduto, ma Nico è già in piedi alle mie spalle e mi fa sentire il cazzo contro le terga esposte: lui è già perfettamente in tiro, duro come una roccia anche se meno dotato del suo amico.
Afferro i loro cazzi uno per mano e comincio a segarli lentamente, godendomi la tosta consistenza e il calore della loro carne pulsante.
Osservo mio marito, e lo vedo tutto sorridente che si tocca il pisello osservando la porcaggine della sua tenera sposina. Gli faccio l’occhiolino e gli tiro un bacio prima di rimettere la lingua in bocca a Lele.
Poi scivolo in ginocchio e gli prendo in bocca l’uccellone non ancora del tutto duro.
Ho una voglia che non capisco più niente…
Mi eccita da morire farlo davanti a Franco, e sapere che a lui va bene rende il tutto ancora più perverso: mi rendo conto di volergli più bene per questo, e la complicità che tutto questo sta creando fra noi me lo fa sentire più vicino. Non sarà un grande amante, ma è un buon compagno per me; se le corna gli stanno bene, il nostro matrimonio funzionerà!
Mi sento così bendisposta verso di lui che allungo una mano per tastargli il cazzo mentre spompino Lele.
Hmmm… Che buono il suo cazzo! E’ caldo, gonfio di voglia, tutto coperto di venature gonfie e virili, e ha un sapore squisito.
Ho Nico nell’altra mano: lui è il più duro di tutti; liscio, di dimensioni standard, ma duro come un olisbo di vetro.
Lele mi tiene per i capelli e mi scopa in gola: me lo sento giù per l’esofago, e mi esalto ad essere trattata come una baldracca. Sego gli altri due cazzi mentre l’alfa mi usa a suo capriccio, consapevole di essere il padrone.

Infatti è lui che prende l’iniziativa.
- Avanti Nico – fa al suo compare con aria decisa - Prendila da dietro mentre mi spompina…
Nico obbedisce prontamente: mi fa sollevare mentre il morettone continua a scovolarmi l’esofago, mi fa appoggiare lo stomaco sul tavolo in modo da farmi assumere una posizione a squadra, e m’inforna da tergo come da istruzioni.
- Ugh – annaspo io, sentendomi trafiggere di colpo da quell’arnese durissimo mentre quasi non riesco più a respirare con il cazzone di Lele che mi stantuffa fra le orecchie.
Franco si è spostato anche lui, in modo da permettermi di riprendere a segarlo con una mano sola mentre gli altri due mi usano a loro piacimento.
Non che abbia molta forza nel polso, ma lo smanetto ugualmente perché in fondo se lo merita, poverino.
Nico mi chiava velocemente, roteando il cazzo nel mio ventre affamato e rovistandomi tutta la vagina alla ricerca dei punti più sensibili e mandandomi rapidamente in paradiso.
Mi contorco come una serpe quando vengo fulminata da un orgasmo breve e bruciante, e lui mi gratifica con un paio di sculaccioni per esprimere il suo apprezzamento.
- Ah, ben fatto, compare! – ridacchia Lele tirandomelo fuori dalla gola ormai durissimo – L’hai già fatta godere… Adesso però scambiamoci, che me la voglio ingroppare anch’io.

I due napoletani si scambiano di posto; mi ritrovo il cazzo di Nico davanti alla bocca, tutto grondante dei miei umori, e sono lesta a inghiottirlo mentre lele mi si piazza dietro e mi posiziona il posteriore per la monta…
- AAH! – strillo, quando mi squarta in due affondandomi la sua bega rovente nella figa – Cazzo, vacci piano…
Lui in effetti fa le cose con calma; dopo avermi penetrata comincia amuoversi lentamente dentro di me, con movimenti controllati e potenti al tempo stesso, che mi fanno sentire completamente posseduta.
Succhio Nico e subisco Lele; distrattamente, quasi senza impegno, smanetto mio marito che però non sembra affatto sentirsi trascurato… Probabilmente lo spattacolo cui sta assistendo lo gratifica quanto e più che non scoparmi in prima persona.
Mentre spompino Nico, gli accarezzo le palle: sono dure e piene come uova… Chissà quanta sborra contengono, quelle sacche gonfie e pelose!
Lele mi scopa con forze crescente, mandandomi a sbattere rumorosamente contro il tavolo; non ha accelerato, ha solo aumentato la violenza dei colpi che mi sferra nel ventre e mi sta già pestando di brutto contro la bocca dell’utero…
- Oh cazzo… - annaspo senza fiato sputando un momento Nico dalla bocca – Cazzo sto per godere di nuovo! Oh… OOHHH!!!
Lele è incredibile: mi ha fatto venire in meno di dieci minuti, non ostante avessi appena toccato il cielo con un dito poco prima, con Nico… Ora mi sembra di sfondare con la testa la volta celeste, e infatti la testa mi gira come se fossi ubriaca…
Nico si stacca, lasciandomi riposare un momento la bocca mentre l’alfa continua a svangarmi la figa mentre io sbrodolo tutta in preda a un orgasmo di potenza doppia del precedente.
Quando riesco a riprendermi almeno in parte, sempre aggrappata al tavolo e con lele che mi trivella la figa, sollevo un attimo lo sguardo verso la balconata di Port Ambonne, e mi rendo conto che abbiamo un pubblico: ci sono almeno due tipe bionde che ci guardano sorridenti appoggiate al muretto che domina il nostro piccolo cortile.
Chissà come saranno invidiose…
Lele mi sculaccia con una risata e si stacca da me quasi di colpo.
- Niente male, baldracca – mi fa con aria soddisfatta – Però adesso facciamo sul serio: scommetto che tuo marito non ti ha ancora vista prenderne due per volta, vero?
- Veramente no – ammette Franco, chiaramente a suo agio con tutto questo – Ma mi ha detto di averlo già fatto con voi: è vero?
- Certo che sì! Adesso ti facciamo vedere, amico…

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