Amanti

Scritto da , il 2011-04-30, genere incesti

Da piu' di tre mesi ciondolavo per casa dopo aver lasciato quella puttana di mia moglie incinta di un amico bastardo. All'inizio la delusione mi aveva fatto dimernticare le donne ma da un po' il cazzo cominciava a dare segni di desiderio e di insofferenza per questa carenza. A volte origliavo il respiro regolare di mia madre che dormiva nella stanza accanto alla mia e mi chiedevo se anche lei ancora giovane bella e desiderabile facesse sogni bagnati o meno. Ero uscito da casa tre anni prima che ero poco piu' di un ragazzo e vi tornavo uomo trovando mia madre piu' bella e sensuale di quando ero partito. Per mia madre ero rimasto il piccolino da accudire e da proteggere e mi lasciava poggiare volentieri la testa sul petto e non si accorgeva di quanto fossi turbato e delle manovre che facevo per non farle sentire il desiderio gonfiato nella patta dei pantaloni. Spesso la sera veniva a rimboccarmi le coperte e quando mi baciava in fronte il seno tracimava dalla camicia da notte ed io afferravo deciso uno dei due globi e mentre ne strizzavo il capezzolo succhiavo l'altro con lei che divertita rideva e mi dava dello sciocco. Al mattino era solita portarmi la colazione a letto e seduta sul bordo mi guardava sorbire il caffe' colla mano poggiata sul mio inguine e la sollevava solo quando sentiva la mia erezione crescere. Non diceva nulla ne' era turbata ma che mi avesse eccitato non poteva non averlo notato. A volte capitava che rientravo con lei era intenta in cucina a preparare la cena, l'abbracciavo da dietro le baciavo la nuca facendole il solletico e le spingevo contro il culo sodo il cazzo e lo muovevo lentamente nel canale delle chiappe fino a che stava per scoppiare. Lei si limitava a darmi dello sciocco e mi pregava di lasciarla in pace. Non posso dire che le facessero piacere le mie attenzioni ma una certa luce nei suoi occhi marrone mi faceva credere che oltre al figlio sentiva il maschio che la desiderava. A quarantacinque anni la donna e' nel fiore, nel momento piu' bello della sua vita e non potevo credere che avesse rinunciato ai piaceri della carne dopo essere stata la regina dell'amore. Da piccolo avevo assistito a file interminabili di uomini arrapati che giravano per casa coi loro cazzi in tiro in attesa del loro turno. E non erano fantasia. L'altra sera ero in cucina a bere un po' di lemoncello fresco dal frigo quando lei mi chiede cosa stessi facendo. La raggiungo colla bottiglia in mano e gliene porgo mezzo bicchiere. C'e' da dire che nessuno di noi e' abituato a bere per cui basta un goccio di vino per farci girare la testa. Seduta colla schiena poggiata al capezzale una gamba tesa e l'altra piegata non si accorse cha da dove ero seduto potevo anmmirare agevolmente il suo inguine nudo coperto solo dal boschetto folto di pelo nero. La camicia copriva meta' coscia di una gamba ed il ginocchio dell'altra e dalla generosa scollatura i gonfiori dei seni mi attiravano come calamite il ferro. Ero turbato per cui bevvi un altro goccio e ne versai anche per lei. Sentivo il viso avvampare ed anche il suo era arrossato. - Ti vedo bellissima stasera. - Ah ah ah, anche tu sei bellissimo ah ah ah. Le metto una mano sulla coscia scoperta e sento la pelle liscia come la buccia di una pesca e ne sento il calore. - E ti vedo anche piu' sciocchino stasera ah ah ah. - Ti farei fare tanti di quei sciocchini....la guardo fissa negli occhi e non vedo piu' la mamma ma una puttana pronta a ricevere gli affondi del mio cazzo che spinge impazzito nelle mutande. - Ma cosa vuoi fare tu, ormai. - Cosa vuol dire ormai? - Che hai lasciata tua moglie ormai e per fare gli sciocchini come dici tu ti devi cercare un'altra donna. Fisso affascinato il suo seno e la mano risale la coscia, sento la piega dell'anca e muovo verso destra fino a sfiorare i peli della fica. - Sei proprio uno sciocchino. Piu' che parlare ha sospirato. - Dammi un altro goccio, mi fa sentire cosi bene!!!!! Le porgo la bottiglia e beve a canna una genorosa sorsata. Mi siedo accanto a lei e le prendo in mano la vagina. - Cosa fai, sciocchino? La sento bagnata e mentre poggio sul comodino il bicchiere vuoto e la bottiglia che le ho tolto di mano lascio scivolare un paio di dita in fica, ne sono risucchiato. Mia madre ha il viso in fiamme ma anche il mio lo sento caldo, accosto la mia bocca alla sua e cerco di infilarle la lingua. - Ma cosa vuoi fare, sciocchino. Le lingue s'intrecciano e non c'e' spazio per la risposta. Sento di amare questa donna di un amore diverso da quello filiale e da come si agita per sentire le mie dita ravanarle le viscere intuisco che anche lei mi considera un uomo oltre che figlio. - Sei un porcello, un adorabile porcello, con una mano sulla testa spinge fino a che la mia bocca lambisce il seno e succhio un capezzolo duro come un chiodo. Sospira la vacca per la voglia di godere e geme mentre mi inonda le dita di una crema densa e profumata. Gliele faccio leccare perche' sugga il suo umore quindi la bacio per sentire il profumo del suo piacere. Le strappo via la camicia ed ammiro il bel corpo di una sirena innamorata e vogliosa. Dio se e' bella mia madre, getto via i vestiti ed una volta nudo le monto sopra mentre continua a chiedermi tra i sospiri cosa voglia da lei. La zittisco tappandole la bocca con un bacio che ci lascia senza fiato e mi metto a cavalcioni sul petto per infilarle in bocca il cazzo duro come un piolo di legno. Succhia, sei un porcello, ciuccia, sei uno sciocchino, titilla la capocchia colla punta della lingua, ma cosa vuoi fare, smanetta l'asta con vigore e coll'altra mano strizza le palle, ma che figlio ho allevato, appena mi infila un dito nel culo non riesco a controllarmi e le allago la bocca di seme caldo. La luce nei suoi occhi mi dice quanto sua felice ed il tremito del corpo mi dice quanto le sia piaciuto. - Non devi, sciocchino non devi farlo, ma intanto succhia il cazzo fino a pulirlo della sborra che lo impiastra e fa schioccare la lingua paga. Io continuo a fotterla in bocca col cazzo piu' duro e voglioso nel vederla cosi disposta ed accogliente. Nei tre anni che sono stato con mia moglie non l'ho mai desiderata coll'ardore di come desidero mia madre. Sara' il tabu' dell'incesto, sara' che l'ho desiderata per anni certo di non poterla mai possedere, sara' perche' la sento calda carnale sensuale e desiderosa di godere che mi eccito come un mandrilo o forse e' perche' sento le sue mani che carezzandomi mi spingono fino a che il cazzo le sfiori la fica e ne senta il calore. In effetti la vagina scotta e non ci vuole molto che ne sia risucchiato. Un sospiro profondo mi fa capire che e' quello che voleva e' la' che voleva essere penetrata e proprio da quel cazzo che la sta trapanando con giovanile vigore. Mi sento strano, sara' il benefico effetto del lemoncello, mi pare di avere un cazzo lungo un metro ma non abbastanza da vederlo uscire dalla bocca. Spingo con forza ed anche lei spinge il bacino perche' le entri fino in fondo. Anche le palle stanno per entrare, si i coglioni schiacciati mi fanno male e devo rinunciare quindi la penetro in bocca colla lingua fino a farle male tanta e' la voglia di sfondarla e farla mia completamente. Voglio annegarla in un mare di sborra, la prostata lavora a pieno regime e per la seconda volta apro il rubinetto e mischio il mio seme al suo. Per un attimo un pensiero bolzano: e se rimanesse incinta? Forse lo pensa anche lei perche' appena accenno ad uscire dal suo corpo mi afferra per i fianchi e solleva il bacino per congiungersi ancora di piu'. Cazzo, questa troia mi fa impazzire. La chiavo ancora fino ache mi mancano le forze e le cado addosso. Mi distendo accanto a lei sul piccolo letto e l'abbraccio e la bacio amorevolmente come solo un figlio puo' abbracciare e baciare la propria madre. Siamo esausti ma felici tutti e due anche se lei continua ripetere che sono uno sciocchino e che ho fatto una cosa che non dovevo fare. Si alza rovista nel como' ne trae un reggiseno ed una mutandina pulita e sculettando fa per recarsi in bagno quando la prego di avvicinarsi al letto. Vedere il bel culo tondo muoversi per la stanza vedere il triangolo peloso a guardia della fica vedere le sue cosce affusolate ed il seno prosperoso un vuoto al basso ventre mi fa desiderare di fotterla ancora, fino allo sfinimento. Voglio annientarmi in lei. Mamma ride e mi chiede ancora cosa voglio. Salto giu' dal letto la prendo alle spalle e spingo il cazzo simile ad un'alabarda nel canale delle chiappe e mentre ride e mi prega di lasciarla in pace si mette in ginocchio appoggia il petto sul bordo del letto e la prendo alla pecorina. E' un sogno che si realizza. Mille volte ho sognato da bambino di fotterla alla pecorina, mille volte e' stata mia nella fantasia e mille volte le allago la fica come in questo momento in cui lei strilla di quanto io sia maschio e di quanto la faccia godere. Le sto rovistando il buco del culo con un dito e le sue grida mi fanno capire quanto le piaccia. Il cazzo in fica il dito nel culo la poverina sborra e senza forze boccheggianti ci lasciamo cadere sul tappeto. Dio mio, questo e' amore, questa e' passione e ci parliamo cogli occhi e ci giuriamo eterno amore collo sguardo. Mi trova addormentato sul tappeto quando torna dal bagno e una volta che mi metto a letto e mi stringo a lei mi riaddormento pensando che il primo pensiero del mattino sara' di fotterla nel culo.

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