Ciao zia

Scritto da , il 2018-08-16, genere incesti

Ieri è morta mia zia. La notizia mi ha raggiunto mentre me ne stavo sdraiato in camera cercando un po' di refrigerio dal caldo di agosto. Mia moglie, che aveva preso la telefonata, mi ha chiesto se intendo andare al funerale e ho risposto di no. Non perché non fossi legato a mia zia, anzi, ma perché sarei in imbarazzo a incontrare mio zio. quello stesso imbarazzo che provo da molti anni a questa parte e che mi ha spinto a evitare di andarli a trovare o ad ospitarli a casa mia.
Per spiegarmi meglio, devo fare un salto indietro di almeno vent'anni, allora ne avevo 18 appena compiuti e avevo chiesto ospitalità a mia zia e al marito che abitavano in una località di mare.
Era il mio unico modo di fare qualche giorno in spiaggia, soldi in casa ne giravano pochi. Loro lo sapevano e mi accolsero ben volentieri.
Passai così tre settimane ospite loro.
I figli erano già fuori casa, chi via per le vacanze, chi impegnato a lavorare e così i miei zii furono felici di avermi con loro.
Ma già il giorno successivo al mio arrivo, successe qualcosa che mi imbarazzò: ero stato in spiaggia tutto il giorno e non avevo badato molto a proteggermi la pelle, così la sera mi ritrovai rosso come un peperone.
Mio zio quando mi vide scoppiò a ridere, mia zia invece si preoccupò, soprattutto pensando a quello che mio padre, suo fratello le avrebbe potuto dire per non aver badato a me.
Per quanto la tranquillizzassi, effettivamente il bruciore era fastidioso e così, dopo cena, rigorosamente a dorso nudo avendo io la sensazione di essere incandescente, mia zia mi chiamò in camera sua.
Come sua abitudine lo zio era al bar con gli amici per il dopo cena e mia zia mi invitò a sdraiarmi a pancia in giù per mettermi una crema a suo dire miracolosa.
Non so cosa avvenne, non avevo particolari fantasie per mia zia, donna peraltro neppure bellissima, ma il morbido del letto, il fresco della crema, il sollievo alla pelle, mi provocò un'erezione violenta.
E quando mia zia mi disse di voltarmi, prima cominciai a nicchiare e poi di fronte alle sue insistenze lo feci tenendo le mani sull'inguine.
Vidi mia zia sorridere mentre mi ordinava di togliere le mani. Insomma, sprofondai di vergogna, mentre lei passava sul mio petto la crema e ancora più quando mi disse:" togli i pantaloni che faccio anche le gambe!".
Insomma per farla breve, passai la mezz'ora più terribile della mia vita, con il pene che premeva dilatando gli slip e mia zia che pareva divertirsi a imbarazzarmi passando e ripassando l'interno delle cosce.
Quando ebbe finito mi sorrise e mi strizzò l'occhio e se ne andò lasciandomi nel più profondo degli imbarazzi.
I giorni successivi non accadde più nulla, e finii per convincermi che ero l'unico responsabile di una vicenda che di vergognoso non aveva nulla.
Il lunedì successivo, mio zio riprese il lavoro e mia zia mi invitò a non fare tardi al mare per mangiare con lei.
Ma, verso le 11,30 me la vidi arrivare in spiaggia:" ho pensato di fare un bagno anch'io e poi di mangiare qualcosa qui con te. Che ne dici?", mi disse sedendomi accanto.
"Hai fatto benissimo zia! Allora andiamo in acqua?", le risposi prendendola per mano e trascinandola a forza verso le onde.
Fu un bagno bellissimo, nuotammo insieme e poi ci sdraiammo a prendere il sole.
"Come va la pelle?", mi chiese e non mi sfuggì un suo piccolo sorriso.
"Ottimamente, quella crema è un portento!", le risposi senza guardarla.
Lei si girò verso di me e stavolta rideva apertamente:"Ho notato!", disse, poi mise gli occhiali da sole e si addormentò.
O così mi parve. Fatto sta che io ne approfittai per guardarla. Se di volto non era bellissima, mia zia aveva però un bel fisico, tonico malgrado gli anni, un seno piacevole da guardare che ben gonfiava il costume. Il ventre ancora piatto malgrado le gravidanze.
Mentre la guardavo sentivo tornare l'erezione così decisi di alzarmi per andare a riva a guardare il mare. Ma, mi ero sbagliato, o mi ero sentito addosso gli occhi di zia mentre mi allontanavo?
Il mattino dopo mio zio uscì presto, come suo solito.Io mi preparavo per il mare e chiesi a zia se sarebbe venuta anche lei.
Mi disse di no, perché, aggiunse, il sole del giorno prima le avevo fatto comparire un'eritema sul collo, che sembrava guarito e che invece...
"A proposito, mi disse,prima di uscire mi metti questa pomata?", e mi passò un piccolo tubetto.
"Certo, le dissi, fammi vedere, piega il collo".
E qui successe che mia zia, che avevo davanti, invece di piegare il collo, si piegò lei, in modo inatteso. Il suo culo finì per appoggiarsi al mio pube e per arrivare al collo e metterle la pomata dovetti spingermi contro di lei.
L'effetto fu ancora una volta devastante.
Le mani mi tremavano mentre procedevo a spalmare con inusitata lentezza il medicinale.
Ma oramai stavo terminando, tra poco non avrei avuto nessun'altra ragione per stare in quella posizione. Allora provai...
"Zia, le dissi, l'eritema è solo lì o da altre parti":
Zia non si mosse ma con una voce che mi parve debolissima, mi disse che sentiva un pizzicore sulla schiena, di controllare, per favore...
Così, le alzai il vestito scoprendole schiena e culo e...deglutii quando mi resi conto...che non aveva messo le mutande...
A quel punto non mi frenai più: con una mano presi ad accarezzarle il culo, mentre con l'altra liberavo il pene oramai allo spasmo. Lo indirizzai e la penetrai. Era inzuppata di umori e scivolai dentro senza nessuna fatica.
me la scopai lì, in corridoio, dove eravamo, aggrappato a lei con entrambi le mani, con la foga dei miei diciotto anni. Ce però non mi consentirono di resistere a lungo...
Venni quasi subito dentro di lei, e mi accascia sulla sua schiena.
Quando il pene uscì da lei, mia zia si scostò, e senza guardarmi se ne andò diritta in bagno.
A quel punto, mi sentii morire. Raccolsi le mie cose e me andai al mare.
Sulla spiaggia pensai a lungo se non era il caso di lasciare quella casa subito e tornare dai miei. Ma cosa avrei raccontato? Rischiavo in ogni caso di creare casino.
Alle due, affamato, decisi di andare a vedere zia come stava.
Trovai la tavola apparecchiata e zia in cucina.
Mi venne incontro, mi sfiorò le labbra con un bacio. "Scusami, mi disse, non avrei dovuto provocarti, ma oramai è andata. Hai fame? Io sì...".
Risi e l'abbracciai. La paura scomparve e mi venne da dirle solo una cosa:"zia, possiamo rifarlo?".
E lo rifacemmo, più e più volta, in tutti i modi e in tutte le posizioni.
Imparai con lei il sesso nelle sue forme più diverse, compreso il sesso anale che, mi confidò, le era sempre piaciuto.
Dormimmo anche insieme una notte che lo zio era via per lavoro.
Ma poi le settimane finirono e io dovetti tornare.
Zia volle accompagnarmi in macchina alla stazione e, sebbene in pubblico aveva sempre voluto evitare effusioni, davanti al treno che mi avrebbe portato via si lasciò andare a baciarmi e ad accarezzarmi incurante degli sguardi sorpresi degli altri viaggiatori.
Ecco, da allora io e zia non avemmo altre occasioni. Stando distanti capimmo anche l'assurdità della situazione e ci venne naturale rientrare nella normalità dei rapporti.
E preferii evitare di incontrarli ancora.
Mi riuscì per qualche anno. Poi capitò un matrimonio a cui non potevo mancare e neppure loro.
Mia zia quando mi vide mi abbracciò stretta e io ricambiai. Poi ci capitò di incrociaci nei bagni del ristorante. Fu più forte di me e malgrado al piano superiore ci fosse quella che da li a poco sarebbe diventata mia moglie, la trascinai in uno dei bagni e cominciammo a baciarci come forsennati. L'avrei presa lì, ero già arrivato ad accarezzarla, ma lei mi fermò. Con dolcezza ma con fermezza.
"Mi piacerebbe, mi disse, ma sono stata troppo male quando te ne sei andato. preferisco fermarmi a questo bacio bellissimo", e se ne andò lasciandomi in preda a una crisi emotiva profonda.
Ecco, per questo non andrò al funerale. Non potrei sedermi accanto a mio zio, guardarlo tranquillamente negli occhi. Ho amato mia zia, ora lo so. E un amore non si condivide con nessuno.

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