I tormenti di nonna Marta (parte settima)

Scritto da , il 2017-12-22, genere incesti

Libera traduzione

Il giorno successivo mi sveglia prima di Sabina, mentre ancora dormiva la guardai con dolcezza, era veramente una bella donna. Mi chinai verso di lei e le diedi un leggero bacio sulle labbra. Nonostante fosse ancora addormentata vidi che apprezzò la il mio gesto, solo dopo, aprendo gli occhi, realizzò che avevamo dormito insieme nello stesso letto. No, non aveva sognato, la sera prima avevamo fatto l’amore tra di noi, tra sole donne e lei, poco prima, lo aveva fatto anche con suo figlio. Lei si strinse contro di me e mi abbracciò, i nostri corpi si incollarono l’uno all’altro godendo, in quella posizione, del calore e dell’odore di sesso che ancora emanava la nostra pelle. Restammo così per diversi minuti, poi decidemmo di alzarci e rivestirci. Non avendo previsto di rimanere a dormire lì, ovviamente, non avevo portato dei vestiti di ricambio quindi indossai quelli del giorno prima, però decisi di non indossare le mutandine. Pensai che erano troppo sporche, ancora umide e “profumate” dai miei umori della sera prima e poi, dopo tutto, ogni tanto è anche bello andare in giro con la micia all’aria fresca, mi dicevo tra me e me pensando che prima non avevo mai avuto il coraggio di farlo. Facemmo colazione guardandoci teneramente negli occhi, poi Sabina ruppe l’incantesimo dicendomi: “Sei ancora arrabbiata per quello che ti ho detto ieri sera a proposito di tuo marito?” “Niente affatto, amore.” “Io invece devo dirti che non mi riconosco, ho fatto cose orribili ieri sera.” “Al contrario, finalmente hai scoperto te stessa, ti sei aperta. Sai, ci sono passata anch’io, purtroppo troppo tardi.” “Ma con mio figlio che farò adesso? Non credi che sia andata troppo oltre?” “Non ti preoccupare, Leonardo ti vuole un mondo di bene e desidera solo te.” “Ma è molto imbarazzante! È comunque mio figlio e certe cose non si devono fare.” “Ascoltami, sii meno severa con te stessa e lasciati andare al piacere. Leonardo è un ottimo amante, bisogna solo che tu gli insegni ad essere meno impetuoso nel sesso. Lui ormai non ha più bisogno di me, io ho Davide. Comunque forse è il momento di dirti tutto a proposito di tuo figlio.” Così gli raccontai della sua reputazione di “verginello” nei confronti dei suoi amici, dei suoi primi sguardi tra le mie cosce, le sue carezze, il suo primo bacio, la sua prima penetrazione alla sua mamma immaginaria, il mio ruolo d’usurpazione della sua identità di madre e come questa cosa mi aveva molto intrigata. Sabina ascoltava sconvolta quello che le stavo raccontando e ad un certo punto mi disse: “Marta di devo confessare un’altra cosa. Io non ho mai avuto nessun uomo. Si, sono stata spesso corteggiata ma non ho mai fatto sesso con nessuno. Con Leonardo non saprei come fare, è stato il primo uomo dopo..” Capivo che esitava a finire la frase. “Dopo mio marito?” Dissi io concludendola, e lei annui con la testa. “Comunque da come hai goduto mi pare che ti è piaciuto un sacco fare l’amore con lui. Non è vero?” Arrossì ma lo ammise. Da parte mia le raccontati tutte le relazione incestuose avute nell’ultimo periodo con mia figlia ed i mie nipotini. Il mio tono e le mie parole avevano un taglio molto divertente perché non volevo si sentisse in colpa per quello che aveva fatto. Anzi spesso ridevamo quando lei sottolineava con un “oohh..” di stupore certi dettagli e particolari delle mie performance. Poco alla volta finì per farsene una ragione ed accettò la sua nuova situazione. Una relazione madre e figlio? Perché no? Le mie parole l’avevano convinta. Improvvisamente ci apparve Leonardo. Aveva ancora gli occhi tutti appiccicati ma l’alza bandiera mattutina era ben visibile sotto i suoi slip. Sabina sembrava affascinata dal gonfiore che si intravedeva sotto il sottile tessuto di cotone del suo intimo, come se fosse la prima volta che lo vedesse. Allora rivolgendomi a lui quasi con nonchalance gli chiesi: “E’ per noi che sei così eccitato?” Leonardo in un primo momento rimase sorpreso, poi scoppiò a ridere. Mi sembrava di vedere la fierezza di un gallo nel pollaio davanti alle sue pollastrelle. Venne a sedersi al mio fianco ma io, indicandogli il sotto del tavolo gli dissi: “Infilati li sotto e troverai qualcosa di divertente da fare.” Quindi rivolta a Sabina: “Tesoro, apri le gambe.” Il mio ometto non esitò a mettersi a quattro zampe davanti alle gambe appena dischiuse della madre. “Ma Leonardo, cosa stai facendo?” Sabina sembrava sorpresa. Mi avvicinai a lei e le sussurrai all’orecchio: “Amore, tuo figlio vuole solo fare colazione con la tua patatina. Avanza con il culo sul bordo della sedia, togliti le mutandine ed apri bene le gambe e vedrai come tuo figlio è bravo in questa cosa. Ti piacerà un sacco, ne sono sicura.” Lei eseguì i miei ordini senza battere ciglio mentre io le accarezzavo i seni e giocavo con i suoi capezzoli. Vedevo la testa del figlio lavorare tra le cosce della madre e, dai sospiri di Sabina, si capiva che cresceva il suo piacere. Il poverino ogni tanto picchiava qualche testata contro il tavolo ma subito riprendeva il suo lavoro di bocca senza fermarsi, lo si capiva dai gemiti sempre più intensi della madre. Lo spettacolo stava arrivando al culmine, allora sparecchiai velocemente la tavola, feci alzare Sabina dalla sedia e gli dissi di sdraiarsi su essa. Lei ubbidì docilmente, aveva capito quali erano le mie intenzioni, soprattutto quando le alzai e le aprì oscenamente le gambe. La sua vagina era un fiume di umori, sembrava attendesse la verga che da lì a poco l’avrebbe penetrata. Leonardo sbucò da sotto il tavolo, ad un mio cenno si posizionò tra le gambe della madre e, senza aspettare oltre, iniziò a penetrarla lentamente. Sabina ebbe un sussulto appena la verga dura del figlio la impalò poi, quasi vergognandosi, chiuse gli occhi e piegò la testa da un lato emettendo solo dei piccoli gemiti di piacere. Mi avvicinai a lei e gli sussurrai all’orecchio: “Apri gli occhi e guarda il tuo bel amante, questo stallone di darà il piacere che ti meriti e che ti sei negata per tutti questi anni.” Ascoltò il mio consiglio, aprì gli occhi e subito legò il suo sguardo a quello di Leonardo tanto che la loro unione divenne ancora più sensuale. Iniziò ad accompagnare con il bacino il ritmo dei colpi violenti del figlio e subito un forte gemito di piacere e desiderio uscì dalle sua bocca. Quando Leonardo si chinò su di lei per cercare la sua bocca, lei le andò incontro a sua volta. Inizialmente un po’ goffo, il loro bacio si trasformò in un qualcosa di molto appassionato e sensuale. A questo punto Leonardo, prendendo la madre per i glutei la rialzò, Sabina istintivamente chiuse le gambe attorno alla vita del figlio e questi, senza mai uscire da lei la portò e la distese sul divano. Qui Leonardo diede fondo a tutto il suo vigore giovanile scopando la madre con tutta la voglia e la forza di cui ne era capace. Sabina sottostava ai colpi del figlio con un piacere che non poteva dissimulare. Quando arrivò al culmine del godimento, la donna si lasciò completamente andare. Le sue urla di piacere rimbombarono in tutta la casa e forse anche fuori. Io rimasi sorpresa dalla violenza di quell’orgasmo, forse lo sfogo della frustrazione accumulata in tutti quegli anni esplose proprio in quel momento. Leonardo, anche lui impressionato dallo sfogo della madre, uscì da lei ed iniziò a masturbarsi lentamente nell’attesa che la madre riprendesse fiato. Sabina era ansimante e tutta sudata. Le spostai una ciocca di capelli incollata sul viso non senza avergli dato un bacio furtivo sulle labbra. Si sedette sul divano e guardandomi, prese in bocca il cazzo del figlio che poco prima avevo già assaggiato io, scusatemi ma non potevo resistere alla visione di tanto ben di dio. Mentre lo aveva in bocca mi guardava facendomi capire che non sapeva come fare. Mi avvicinai a lei e le suggerii qualche trucchetto all’orecchio quindi riprovò nuovamente. Il nostro uomo attendeva con impazienza che la madre si decidesse sul da farsi. Quando il momento arrivò, non sembrava più controllare se stesso. La sua fantasia segreta si stava realizzando, farselo succhiare da quella persona che, per tanto tempo, ha desiderato lo facesse, la sua cara mamma! Anche se Sabina era un po’ goffa ed inesperta nell’atto, l’effetto fu quasi istantaneo, il ragazzo si irrigidì ed un potente primo getto imbratto il viso della madre. Istintivamente Sabina indirizzò i successivi schizzi all’interno della sua bocca dove raccolse tutta l’abbondante eiaculazione del figlio. Trovandosi con la bocca piena Sabina cercò di sputare il prezioso liquido, subito incollai la mia bocca alla sua, accidenti, non si può buttare una merce così preziosa. Dopo aver gustato direttamente dalla sua bocca il seme di Leonardo mi applicai a leccargli ogni goccia che aveva schizzato il suo viso, capelli compresi. Dopo di che, quasi per fare ammenda dell’errore che stava commettendo, si protese verso il cazzo del figlio ancora duro ed iniziò a leccarglielo pulendo le ultime goccia di sperma che ancora gli uscivano dalla cappella. Quindi guardò suo figlio negli occhi e, quasi con aria di sfida, deglutì le ultime gocce che ancora aveva in bocca per poi sorridere d’orgoglio. Quando Leonardo le tese le braccia per rialzarla, lei si precipitò verso di lui per stringerlo in un abbraccio fortissimo pieno d’amore. La loro unione era così romantica che mi sentii di troppo, così mi congedai da loro. “Bene mie piccioncini, ora vi lascio soli. Non disturbatevi a mostrarmi la via per l’uscita, la troverò da sola.” Appena in auto sentii il trillo di WhatsApp, ferma al primo semaforo rosso lessi il messaggio. Era Leonardo, mi scriveva “Grazie, grazie, grazie” almeno cento volte, riempiva tutto lo schermo del telefonino. Subito dopo me ne arrivò un altro da un contatto sconosciuto, lo lessi: “Grazie Marta per avermi liberata dalle catene che mi legavano e opprimevano, Leonardo mi aspetta per un altro giro di giostra. Grazie ancora. Ti bacio. Sabina.” Ero fiera di me, il mio biondino alla fine era arrivato al suo obiettivo, e sua mamma, finalmente, aveva riscoperto la sua sessualità. Una cosa ancora turbava i miei pensieri, ovvero che Leonardo era figlio del mio defunto marito, e quando ci pensavo la cosa mi disturbava.
Appena giunta a casa cercai di rilassarmi con un bel bagno caldo. Mentre la vasca si stava riempiendo, con gli occhi chiusi facevo scorrere il doccino con un getto d’acqua bollente su tutto il corpo, principalmente sui seni, sui capezzoli e soprattutto sul pube. Adoro sentire l’acqua calda massaggiarmi il clito. Ad un certo punto la porta si aprì improvvisamente e apparve il mio Davide. Un riflesso pudico incondizionato mi spinse a coprirmi il petto, questa cosa fa impazzire il mio nipotino. Mi si avvicinò e mi diede un bacio sulle labbra. “Nonna vuoi che ti insaponi la schiena?” Domanda retorica. “Se ti fa piacere..” Il porcellino non se lo fece ripetere due volte, subito iniziò a far scivolare le sue mani sui miei seni, sulle cosce, sui piedi e sulla schiena e, anche se ci passò molto vicino, evitò ogni volta di accarezzarmi la mia micia ormai impaziente di ricevere le sue carezze. Avevo voglia di muovermi e inarcarmi per offrirla al suo piacevole tocco, ma lui la evitava accuratamente, forse per farmi eccitare di più. Davide si chinò verso di me e mi diede un bacio profondo sulla bocca mentre, contemporaneamente, sentii le sue dita penetrarmi dolcemente. Allora una forte scarica elettrica percorse nel mio bassoventre ventre tanto da farmi tremare dal piacere. Ero al limite del godimento quando il suo va e vieni dentro di me cominciò ad essere sempre più profondo. La mia mano cercò e trovò il suo cazzo già duro. Il sentire questo pezzo di legno tra le sue gambe, aumentò in me la voglia. “È quello che stavi cercando vero?” “Ohh, si tesoro.” Lui si calò subito pantaloni e slip e la sua verga svetto davanti al mio viso. La contemplai e l’accarezzai estasiata come fosse la prima volta che la vedessi. Davide cerco di raggiungermi nella vasca da bagno ma lo dissuasi, alla mia età questo genere di numeri nella vasca sono poco convenienti. Allora mi aiutò ad alzarmi ed ad uscire dalla stessa. Mentre ero in piedi, con una gamba fuori ed una dentro la vasca, approfittando della mia posizione piuttosto invitante, iniziò di nuovo a penetrarmi con le dita. Io, senza parole, rimasi abbracciata a lui lasciandomi fare docilmente. Vedendo che il mio piacere stava aumentando, prendendomi per i glutei, mi alzò letteralmente e mi distese sul tappetino del bagno. Si posizionò tra le mie gambe e subito sentii il suo cazzo penetrarmi completamente. Una volta dentro di me stranamente rimase fermo. Io provai con qualche movimento del bacino a dargli il via, ad incitarlo ma lui non reagiva. Lui mi fissò con un sorriso quasi sadico, il porco capiva la mia voglia ma voleva farmi soffrire, allora mi decisi di supplicarlo: “Amore scopami, scopami forte e violentemente.” Lui diede un violento colpo di reni poi mi chiese: “Così?” “Si, così, anche più forte. Dai amore, continua.” Allora cominciò a scoparmi come mai la mia micia aveva provato. Il suo cazzo, duro come un sasso, scivolava nella mia fica con una forza come se volesse violentarmi. Ad ogni colpo che Davide mi assestava, il tappeto scivolava sulle piastrelle del bagno fino a raggiungere farmi battere la testa contro il muro dietro di me. Mi aggrappai con le mani alla sua schiena muscolosa per tirarlo verso di me e sentire il calore del suo petto. Cercai il suo culo sodo per stringerlo con entrambe le mani. Era una sensazione bellissima, un amante muscoloso e vigoroso mi stava scopando selvaggiamente. Adoravo quel modo molto virile di fare l’amore o meglio, di scoparmi, tanto che in breve tempo scoppiai in un eclatante orgasmo e lui, istantaneamente, si irrigidì e svuotò dentro di me tutto il suo piacere. Vi devo confidare che è decisamente eccitante ed appagante per una donna matura come me, essere scopata da un vigoroso giovane, anche se in questo caso era mio nipote. Appena rivestita raggiunsi Davide in salotto e, siccome ancora non ne avevo avuto l’occasione gli chiesi: “Sei venuto solo? Dove sono tua madre e tua sorella?” “Cristina mi ha chiesto se potevo lasciarla sola con mamma. Sicuramente volevano divertirsi un po’ insieme, dopo avevano intenzione di andare a fare dello shopping. Leonardo mi ha detto che era occupato allora mi sono detto: ” “Hai fatto bene, avevo proprio voglia di vederti.” “Si.. Si.. me ne sono accorto. Ma non ti ho fatto male? Ci ho dato dentro di brutto e anche violentemente.” “Oh no, a volte è bello variare, oggi avevo voglia di essere scopata in modo selvaggio e tu l’hai capito. Ti ringrazio.” “Nonna ti adoro! Tu sei così gentile nell’ospitarci a casa tua che io voglio solo darti piacere, chiedimi quello che vuoi che io lo farò:” “Ci penso un attimo, intanto baciami.” Ovviamente avrei voluto e vorrei fare l’amore con lui tutte le ore del giorno, ma non glielo dissi. La mia mente stava ancora pensando a Leonardo, suo migliore amico e, cosa che lui ignorava, suo zio allo stesso tempo. Proprio per questo non potei non fargli delle domande sul suo amico ma lui, incuriosito mi chiese: “Come mai tutte queste domande? Sei forse innamorata di lui?” A quella domanda mi sentii impreparata, gli risposi in modo evasivo e pretestuoso tanto che lui si insospettì ancora di più, allora per scacciare ogni dubbio gli dissi: “Potrei risponderti solo no, ma voglio essere più esaustiva nella mia risposta. Si, abbiamo fatto l’amore ma del resto non è quello che mi chiedevi? Per caso sei tu che sei geloso di lui?” “No.. nonna, no..” L’incidente fu chiuso, ma io sentivo in me una sorta di orgoglio femminile nel vedere che il mio piccolo Davide era geloso di me nonostante i suoi imbarazzati no. Questa volta lo abbraccia in modo veramente materno per confortarlo e consolarlo. Per tutta la giornata restammo molto casti. Ci dedicammo ognuno ai propri compiti, lui in giardino ed io in lavanderia. Ogni tanto ci si incrociava per i locali della casa, una carezza sulla schiena o una palpata al culetto o ai seni però non mancava di darmele e confesso che erano molto eccitanti anzi, ogni volta mi procurava brividi di piacere, le aspettavo con impazienza, peccato fossero così brevi. Ad un certo punto della giornata, mentre mi passava vicino, non potei più resistere. Abbracciai il suo petto muscoloso sporco di polvere e sudore, lui era titubante in quanto capiva che non emanava un odore gradevole, ma a me piace sentire questo odore animale, ed iniziai a leccargli i pettorali. Quando la mia lingua sfiorò i suoi capezzoli notai come era sensibile in quella parte del corpo tanto che ne approfittai mordicchiandoli e succhiandoli. Rimasi sorpresa dallo scoprire come gli uomini, quasi quanto le donne, sono sensibili e reattivi a quella parte del corpo. Con un mano tra le sue gambe sentii subito che si stava eccitando ma Davide in quel momento preferì continuare il lavoro in giardino promettendomi di essere pronto e disponibile per la serata. Aspettai con impazienza. All’inizio della serata, proprio mentre Davide stava uscendo dalla doccia, arrivarono le ragazze. Virginia si dimostrò tutta allegra e pimpante nei miei confronti, nonostante fossi ancora in collera con lei. Non potevo non notare come fosse comunque raggiante. Fare l’amore con i suoi figli l’aveva rigenerata. Mia nipote Cristina mi salto al collo, mi diede un bacio sulla bocca e mi disse: “Oggi abbiamo fatto shopping, siamo anche andate al sexy-shop, però questi giocattolini li lasceremo qui da te, non vorrei che papà vedesse questo genere di cose.” Aprì la borsa e mi mostrò un sacco di oggetti ancora nella loro scatola, io non capii immediatamente a cosa potessero servire, comunque la interruppi e dissi: “Vedremo il loro uso dopo, ora puoi lasciarmi sola con tua madre? Tanto tu e tuo fratello qualcosa da fare lo troverete sicuramente.” I ragazzi si allontanarono e subito Virginia mi guardo in modo interrogativo. Mi prese un nodo allo stomaco il dover ritornare su queste queste vecchie storie, ma la rivelazione di Sabina aveva molto disturbato, ora volevo sapere cosa era successo veramente. Ci chiudemmo in lavanderia e gli chiesi: “Virginia, tu mi hai detto proprio tutto della relazione con tuo padre?” “Si, non ti ho detto i dettagli ma l’essenziale lo sai. Di cosa vuoi parlare ancora adesso?” “Tu avevi l’abitudine di masturbarlo, vero?” “Si, quando me lo chiedeva lo facevo. L’ho fatto per diverso tempo e non solo quello..” Mia figlia abbassò lo sguardo ed arrossi. Io allora continuai mascherando la mia rabbia: “Ho conosciuto una ragazza più o meno della tua età che è stata vittima della perversità di tuo padre.” “Mi spiace mamma, ma non capisco di cosa tu stia parlando.” “Questa donna si ricorda come tu sia stata complice del suo stupro da parte di quel bastardo di tuo padre! Si è scopato una ragazzina ancora vergine che era passata a salutarmi. E tu che hai fatto? Lo hai lasciato fare, anzi rassicuravi la ragazzina mentre lui ne abusava!” Virginia sgranò gli occhi e rimase senza parole, riuscì solo a balbettare: “Ma mamma, io non capisco cosa mi stai dicendo. Io posso assicurarti che non esiste nessuna donna che abbia mai partecipato ad un incontro con me e con mio padre. Te lo giuro!” Ora era il mio turno ad essere stupita. Se non era Virginia la ragazza di cui Sabina mi aveva parlato, non poteva che essere Agnese, l’altra mia figlia. Dall’espressione di Virginia sembrò che lei l’avesse capito prima di me. Con gli occhi pieni di lacrime mi rifugiai tra le sue braccia aperte, pronte a consolarmi. Che bastardo quell’uomo! E come ho potuto essere così ingenua. Io mi occupavo e lo accudivo amorevolmente, mentre lui andava a letto e si scopava le nostre figlie a mia insaputa. Purtroppo ho paura che dovrò venire a conoscenza di ancora molte cose su questa torbida faccenda.
Avevamo ancora le lacrime agli occhi quando io e Virginia raggiungemmo i ragazzi. Essi notarono il mio dolore ma non fecero nessuna domanda. Con un moto spontaneo entrambi vennero ad abbracciarmi per confortarmi. I loro baci e le loro coccole riuscirono a rialzarmi il morale, Virginia in disparte ci osservava ma il suo cuore era li con noi. Presto le lacrime lasciarono spazio ai sorrisi soprattutto quando quel porcellino di Davide, mentre mi abbracciava, iniziò a sfregare il suo pube contro il mio fianco tanto che il suo pisello cominciò a indurirsi. Intrappolato tra le loro braccia mi lasciai cullate dalle loro tenerezze. Poco dopo risposi al gioco di Davide facendo scivolare la mia mano sulla patta dei suoi pantaloni massaggiando il gonfiore che si era creato. Incoraggiato dal mio palpeggiamento, il mio amato nipotino liberò il suo pisello dalla costrizione dei pantaloni affinché io glielo prendessi in mano. Il contatto con delle mie dita con la sua carne morbida e calda mi confortò. Del resto era merito mio se si trovava in quello stato di eccitazione. Dentro di me prendevo coscienza del desiderio e della voglia che stavo provando per Davide, desiderio accumulato per tutta la giornata e forse anche come una vendetta postuma covata nei confronti di quel porco del mio defunto marito. Mentre Cristina continuava ad accarezzarmi i seni e baciarmi sul collo vidi Virginia ad avvicinarsi a suo figlio e costatai con stupore la sua voglia di spogliarlo. La lascia fare e quando ripresi in mano il cazzo di Davide, Virginia era appiccicata alla schiena del suo giovane stallone intenta a massaggiargli le natiche. Il fatto di trovarsi schiacciato come un toast tra me e sua madre non fece altro che eccitare ulteriormente gli spiriti di Davide ed io, vedendo quella colonna di carne ben eretta non potei più resistere, mi inginocchiai e mentre con una mano la indirizzai alla mia bocca, con l’altra gli massaggiai i testicoli. Il mio adorato nipotino chiuse gli occhi e si lasciò fare docilmente quando improvvisamente esclamò: “Mamma cosa stai facendo?” “Amore lasciami fare.” In quel momento le dita della mano che impugnavano i suoi testicoli, sentirono la mano di mia figlia massaggiargli il perineo e subito dopo attivarsi sul suo buchino. Il fatto di farsi penetrare l’ano dalle dita della mamma provocò a Davide un’eccitazione ulteriore, si mise a gemere dal piacere tanto che sentii il suo cazzo crescere ancora di più tra le mie labbra. Cristina non rimase inattiva, con pochi movimenti mi spogliò degli abiti che ancora indossavo e si inginocchiò dietro di me incollando il suo corpo al mio. Prendendo da dietro a piene mani i miei seni, iniziò a mimare un rapporto sessuale sbattendo il suo pube contro le mie natiche con il caratteristico ritmo. Dopo poco lasciò i miei seni per scendere con le mani tra le mie cosce ed occuparsi del mio clitoride e, accidenti, come è brava nel farmi arrapare. Non riuscivo più a respirare tanto ero eccitata quando lei, abbandonando il mio bottoncino, mi infilò due dita nella mia vagina e, vedendo quanto ormai era bagnata, disse a mio nipote: “La nonna è pronta, ora tocca a te.” Cristina mi fece mettere a quattro zampe sul tappeto mentre Davide venne a posizionarsi dietro di me. A quel punto aspettavo solo di essere penetrata. Lo fece molto dolcemente anche se percepivo la sua voglia di farlo brutalmente. Apprezzai la delicatezza e la maestria con la quale controllò i suoi istinti mascolini. Virginia allora si sedette di fronte a me mentre Cristina, dietro di lei, le massaggiava a sua volta i seni. Tutte e due mi guardavano mentre mi facevo scopare da Davide ma, stranamente, non mi sentivo a disagio, anzi ero più eccitata dal fatto di essere osservata da queste due guardone. Virginia gemeva dal piacere sia per le carezze della figlia e forse anche dal vedermi scopata da suo figlio. Ad un certo punto Cristina gli chiese: “Mamma sei bagnata?” “Oh, si mia cara.” Mmmm.. fammi vedere” Virginia obbedì senza dire altro, si tolse le mutandine e aprì vergognosamente le gambe mostrando la sua fica madida di umori. Cristina si inginocchiò davanti alle cosce della madre e subito gli fece scivolare tre dita nella vagina. Virginia emise un rantolo e quando gli infilò il quarto dito esclamò: “No, Cristina, non così.” “Si, si mamma, lasciami fare, lo so che ti piace farti “fistare” non è forse vero?” “Ma mi fai male.” “Veramente? Vedrai che tra poco sarai tu a chiedermelo di fartelo ancora.” Cristina allora unì tutte le sue dita a cuneo e spinse con vigore cercando di infilare tutta la mano nella vagina della madre. Virginia seduta sul bordo della sedia si diede da fare per facilitare l’operazione. Con una smorfia ed un piccolo grido di dolore si lasciò penetrare tanto che restò visibile solo il polso di Cristina. Questi allora iniziò un lento va e vieni nella fica della madre che accompagnava con piccole grida e sussulti ogni movimento. Nel frattempo il mio giovane amante stava facendo di tutto per darmi piacere. Chiusi gli occhi per apprezzare al meglio il piacere che stava sempre più crescendo dentro di me, il suo ritmo accelerò ed io non potei che abbandonarmi totalmente fino ad essere la prima ad arrivare all’orgasmo. Proprio mentre Davide a sua volta stava per scaricare dentro di me tutto il frutto del suo piacere, Virginia emise un urlo incredibile segno che anche lei era arrivata all’apice del piacere. Cristina si fermò un attimo per lasciargli prendere respiro, poi riprese i suoi movimenti nella profonda intimità della madre non prima di avermi detto: “Nonna, vieni a donare alla mamma il succo caldo che sta colando dalla tua micia.” Davide allora mi aiutò a rialzarmi ed io raccolsi con la mano una grossa quantità di sperma che mi fuoriusciva dalla vagina. Dopo aver dato un’occhiata di intesa alla mia nipotina decisi di avvicinarmi a Virginia. Cristina smise masturbare la madre affinché questa potesse leccare mie dita unte di sperma. Con avidità mia figlia leccò ogni goccia che macchiava la mia mano per poi deglutire con gusto il succo del figlio. Cristina allora continuò a pomparla violentemente fino a farla arrivare di nuovo all’apice del piacere. Alla fine del secondo orgasmo Virginia era esausta. Mentre Cristina le toglieva la mano quasi con una lentezza sadica emise un lungo lamento simile ad un grugnito. Intanto Davide continuava a massaggiarmi e palparmi il culo senza dimenticare di stuzzicarmi il buchino. A mia volta contraccambiai il servizio prodigandomi nelle stesse carezze, cosa che lui gradiva molto soprattutto quando a mia volta penetravo il suo ano. Adoro il suo culetto, in particolare deflorarlo con le mie dita. Alla fine mi venne naturale dire: “Siamo proprio una famiglia depravata!” “Per niente, nonna. Perché privarci del piacere del sesso tra di noi? Inoltre tu hai ritrovato il sorriso che avevi perso da tempo.” Mi disse Cristina mentre mi accarezzava la guancia con la mano ancora umida degli umori della madre, prima di baciarmi molto sensualmente. Con estremo piacere mi abbandonai alla lingua della mia incestuosa nipotina. Nonostante avesse solo diciotto anni si era rivelata una vera esperta di sesso ed un’ottima maestra nell’insegnarci tutte le piccole perversioni del sesso. Vedendola posso solo dire di pentirmi di non essere stata come lei, di aver scelto la strada della donna morigerata e devota al marito poi scoperto così porco e pervertito. Pensando a lui mi accorsi che i due giovani ancora non sapevano della mia storia con il mio defunto marito. Era un segreto di famiglia che mi pesava e che forse era il momento di rivelare anche a loro. Quando cominciai a raccontare loro ciò che avevo scoperto dopo molti anni, intervenne Virginia che interrompendomi mi disse: “Mamma, se vuoi comincio io. Ma prima rivestiamoci e andiamo a sederci. Raccontare questa storia sarà terapeutico per me ed anche per voi, figli miei.” I miei cari nipotini restarono senza parole ascoltando la storia della loro madre. Virginia gli rivelò tutto ovvero di come il padre aveva abusato di lei in quegli anni. Da parte mia non aggiunsi niente, soprattutto che Sabina, la madre di Leonardo, era una delle vittime collaterali della perversione del mio defunto marito. “Ma allora la zia Agnese anche lei..” Aggiunse Davide. “Molto probabilmente si.” Dissi io annuendo. “Visto che siamo in vena di confidenze sui mariti depravati, vorrei che tu sappia, mamma, che papà spesso mi ha toccato sul culo insistendo molto con la mano tra le cosce.” Disse Cristina. “Ha fatto la stessa cosa con me.” Aggiunse spontaneamente Davide. Virginia divenne livida dalla rabbia e balbettando riuscì solo a dire: “ E’ per questo che siete usciti di casa? Che ora preferite abitare con la nonna?” Da un cenno dei due ragazzi mia figlia ottenne la conferma. Virginia era così sconvolta che non riusciva più a parlare, riuscì solo a cercare conforto tra le mie braccia. “Mamma, mio marito è un bastardo come papà. Cosa ho fatto per meritarmi ciò? Pensare che l’ho sempre accondisceso in tutto.” “Ed io? Che cosa gli ho fatto affinché se la prendesse con voi? Comunque non preoccuparti tesoro, io penso che tu abbia trovato nei tuoi figli il modo di vendicarti di lui.” “Tu credi che dovrei lasciarlo?” “Io è un po’ che lo penso, ma decisione ultima spetta a te.” Davide e Cristina si avvicinarono alla mamma e a poco a poco la tirarono via dalle mie braccia. Guardai i miei cari con compassione, ma notai però che i gesti di tenerezza nei confronti della madre si stavano trasformando in qualcosa di più specifico. “Oh figli miei come vi voglio bene.” Sussurrò Virginia. “Ma Davide, cosa stai facendo?” “Anche noi ti amiamo mamma, ed ora te lo dimostreremo.” Io mi alzai, presi la sedia e mi sedetti di fronte a loro per vedere la scena di amore totale tra mia figlia e i suoi due figli. Mentre Cristina la copriva di baci, Davide si stese su di lei per unirsi carnalmente alla mamma, il tutto con molta delicatezza. Nel modo in cui Virginia abbracciava e stringeva a se il figlio, mi convinse che in quel momento certamente non pensava più al marito. Alla fine della loro unione carnale aspettai un poco poi dissi loro: “Tesori miei, vedo che non avete più bisogno di me, almeno per ora.” Mettendo a tacere con un gesto della mano le loro proteste di circostanza aggiunsi: “Voglio passare qualche giorno a casa di Agnese per affrontare alcune questioni spinose ora in sospeso, ma devo farlo di persona vis a vis. Ma prima Virginia, se sei d’accordo, puoi lasciar venire con me Davide domani pomeriggio tardi?” La persona interessata mi guardò con stupore ma prima che aprisse bocca dissi: “Non preoccuparti, ti dirò di più domani.” Dopo che la mia piccola famigli se ne fu andata mi accorsi cha avevano dimenticato la borsa con i “giocattoli” erotici dei quali avevamo parlato. Li avrei guardati io più tardi. Ora dovevo telefonare alla mia figlia minore Agnese.

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