La ricerca del piacere (parte seconda)
di
Marco Sala
genere
orge
Storia Vera
La mia ricerca del piacere mi aveva fatta diventare una vera zoccola, una cagnetta sempre arrapata, volevo gridare al mondo quanto fossi troia, magari conoscere qualche altra donna nella mia stessa situazione e condividere con lei la mia storia e le mie esperienze. Un giorno mi capitò l’occasione che cercavo. Ero dal parrucchiere, una bella signora sulla quarantina seduta vicina a me, sentivo che confidava ad una sua amica i problemi di sesso che aveva con il marito. Subito mi riconobbi in lei prima della mia trasformazione. Aspettai di essere sola con lei così osai. “Mi scusi signora per la mia invadenza ma purtroppo ho sentito quello che diceva alla sua amica. Io tempo fa ero nella sua stessa situazione. Ho risolto tutto parlandone con il mio medico.” Lei incuriosita mi si avvicinò. “E come ha risolto il problema? Qualche seduta dallo psicologo? O forse con del Viagra?” “No niente del genere, del resto il cazzino di mio marito non si può allungare, è una cosa molto più semplice, il mio medico si è offerto di sostituire mio marito nel sesso. Oltre tutto è anche molto dotato e ci sa fare. Ora è il mio amante fisso, non solo, ma molto spesso mi trova altri maschi dotati e sani, che mi scopano in gang bang. Mi organizza dei pomeriggi di sesso dove mi fanno godere anche decine di volte. Pensi che con Giorgio, mio marito, quelle poche volte che mi chiede di adempiere ai miei doveri coniugali, devo continuamente fingere perché non riesco a godere.” La signora mi guardò molto interessata e con una punta di invidia e mi disse: “Ma che fortunata, le confesso che quasi quasi piacerebbe anche a me qualche volta farmi dare una bella sbattuta come si deve.” Ed io in risposta: “Guardi che se prova poi non si fermerà più. Ogni cazzo ti scopa in modo diverso e di da emozioni differenti, mi creda.” “Senta, noi non ci conosciamo ma è meglio così, mi ha molto incuriosita, ed inoltre ho una gran voglia di cazzo. Mi farebbe una cortesia? Non potrebbe darmi il numero del suo dottore?” “ Domani ho un incontro con lui e dei suoi amici, se lei è disponibile, dopo lo chiamo e poi le saprò dire. In caso affermativo le manderò un whatsapp, a proposito io sono Giulia.” “Mi perdoni, non mi sono presentata, io sono Flavia, spero di leggerla presto.” Ci scambiammo i numeri di telefono, e lei mi ringraziò calorosamente. Dentro di me pensai: “Vedrai come mi ringrazierai domani quando quei cazzi asinini ti faranno urlare di dolere e piacere. Diventerai anche tu una cagna insaziabile pronta a farti sfondare da tutti.” Appena uscita dal parrucchiere non persi tempo e chiamai il mio medico. “Brava Giulia, un po’ carne fresca serviva per ravvivare i nostri pomeriggi, faremo divertire anche lei. Una cagna in più non guasta mai, ed anche un cornuto in più.” Concluse ridendo. “Bene, passerò io a prenderla a casa sua, diciamo che è di strada, poi ti raggiungeremo alla “casa del piacere”, a proposito, lei si chiama Flavia.” Subito mi preoccupai di mandare un messaggio a Flavia chiedendole se potessi chiamarla per metterci d’accordo per l’indomani. Subito lessi la sua risposta affermativa. “Ciao Flavia come va? Pronta allora? È tutto organizzato, passerò io a prenderti verso le 14.30, poi andremo dritte dal mio medico.” Poi aggiunsi: “Ma dimmi, sei vergine nel culo?” Lei ridendo mi rispose: “Quasi, visto che è entrato solo il cazzetto di mio marito.” “Bene, siccome conosco i gusti dei nostri maschioni, prima di uscire di casa fatti un bel clistere e qualche lavaggio interno con il tubo della doccia, non si sa mai.” “Mmmm.. Sii.. tanto prima o poi il culo me lo voglio far rompere, così posso prendere anche io due cazzi insieme come fai tu” Mi disse ridendo. Alle 15.00 come fissato arrivammo alla villettina del dottore, noi eravamo vestite da zoccole, minigonna, autoreggenti, tacchi vertiginosi e camicette attillate, e devo dire che anche Flavia era ben fornita di culo e tette. Suonammo il clacson come concordato, lui ci aprì cancello e garage ed entrammo direttamente con l’auto. Una volta scese dall’auto ci accolse il medico con un gran sorriso di compiacimento, si vedeva al primo sguardo che le era colpito da Flavia. Entrati ci presentò tre suoi amici, non giovanissimi ma ancora molto aitanti, già solo in boxer. Flavia li guardò, poi guardò me con uno sguardo tra il compiaciuto e sorpreso. Io annui con la testa e lei capì che andava tutto bene, potevamo concederci senza paura. Neanche il tempo di dirci due parole che subito si formarono due trii, il dottore ed un signore con Flavia, il porco voleva proprio farsela, ed io con gli altri due. Subito iniziarono toccamenti e baci, in men che non si dica ci spogliarono, rimanemmo solo con le autoreggenti, idem i loro boxer caddero a terra. I loro cazzi caldi e scappellati premevano contro i nostri corpi e, senza che nessuno ce lo chiedesse ci venne naturale inginocchiarci e cominciare a succhiarli. Dalla foga che ci metteva si vedeva che Flavia era in astinenza da molto e che aveva un gran fame di cazzi. I cazzi ce li passavamo da bocca in bocca come fosse uno spinello, qualche pompata a uno e poi via l’altro. Mentre eravamo impegnate nel nostro lavoro di bocca sentivamo i commenti dei maschioni. “Ma che due troie, bravo il nostro dottore, ci ha trovato proprio due belle cagnette in calore. Si, si, succhiate poi vi faremo strillare quando vi slabbreremo la fica e vi sfonderemo il culo.” Nei momenti di silenzio si sentiva solo il risucchio delle nostre labbra su quelle cappelle lucide e turgide accompagnate dai nostri mmmm.. mmmm.. di apprezzamento. La mia compagna di avventura se li infilava in gola fino a farsi venire i conati di vomito, tanta era la fame arretrata che aveva. Dopo averli gustati appieno ed esserci sfondate la gola con quei bastoni duri e relative cappelle lucide già gocciolanti, il dottore ci accompagnò nel salone della villetta. Davanti al caminetto aveva allestito un’alcova con tappeti e cuscini messi ad hoc, ci misero entrambe alla pecorina e cominciarono a scoparci a turno. Mentre uno ci scopava, noi continuavamo a succhiare uno seduto davanti a noi. Sentivamo le loro mani su tutto il corpo, ci sculacciavano, ci torcevano i capezzoli ma nessuna mollava la presa. Dopo una decina di minuti ed un paio di orgasmi a testa, io e Flavia sentimmo che stavano parlottando tra di loro a proposito del lubrificante, capimmo che la musica stava cambiando. Avevo avvertito il dottore che Flavia non era molto aperta dietro, ed il porco volle essere lui a sverginarglielo. Era arrivato il momento di romperglielo in modo definitivo. Cominciarono a lubrificarglielo a più mani. Visto che ormai le attenzioni era tutti per il buchino di Flavia, io infilai tra la mia testa tra le sue gambe e cominciai a leccargli la fica ancora grondante di umori e sborra. Da sotto avevo un punto di vista privilegiato. La sentivo godere ma non capivo se era per le mie leccate o i massaggi anali che le stavano praticando. Vedevo le dita entrare ed uscire dal suo buchino, allargarlo, tirarlo fino a che il dottore, disse tenendola per i fianchi: “Ora è il tuo momento, tu resta calma, adesso te lo svergino io come si deve.” Poi rivolto agli altri maschi: “Tenetela ferma, non voglio che faccia storie.” Disse in tono imperativo. Poi rivolto a Flavia: “Ormai ci siamo, sappi che anche se sentirai dolore, io non mi fermerò finche non ti avrò penetrata profondamente. Tu strilla pure, vedrai che dopo che sono entrato e ti avrò allargato e sfibrato un po’ lo sfintere, il dolore diminuirà e comincerai a sentire solo piacere, ma sappi che dopo questo trattamento, sarai tu le prossime volte a chiedere di sfondarti il culo dal piacere che proverai.” Detto questo uno le premette le spalle fino a schiacciarle il viso contro il mio ventre immobilizzandola. Forse non conscia di cosa la stava aspettando, Flavia era tutta un fremito di piacere, sentivo la sua fica pulsare dentro la mia bocca. Quando sentii il dottore dare l’ordine: “Ora tenetela ferma.” Appoggiò la sua cappellona contro il suo buchino. Io da sotto potevo vedere tutto. Iniziò a spingere sulla corona increspata dell’ano che cominciava a cedere, altre due piccole spinte poi fece una piccola pausa per far respirare Flavia, poi improvvisamente con un forte colpo di reni, accompagnato da un urlo di dolore di Flavia entrò di qualche centimetro. La cappella aveva fatto il suo lavoro, aveva oltrepassato lo sfintere allargandoglielo definitivamente. Flavia si dibatteva ed urlava dal dolore mentre gli altri la tenevano ferma immobilizzata. Il dottore con una nuova forte spinta la penetrò profondamente facendole entrare tutto il cazzo fino alle palle. Rimase fermo così per diversi secondi. Flavia strillava, urlava che le faceva male, voleva che glielo levasse. Io, da sotto, spinta dallo spirito della buona samaritana continuai a leccarle la fica più forte che potessi per darle sollievo e piacere. Vedere questo cazzo piantato nel culo provavo io piacere per lei. Più passavano i secondi e più il suo culo accettava quel corpo estraneo, il suo buchino si stava adattando a quel grosso cazzo che neanche si riusciva a prenderlo con una mano. Dopo qualche minuto sentii Flavia respirare profondamente, segnale che il dolore stava passando e che iniziava a provare piacere. Io continuavo a leccarla per aumentare il suo piacere. Il dottore, con una mano sulle reni e l’altra tenendola per i capelli le disse: “Adesso che cominci a sentire meno dolore comincerò a scoparti, tu cerca solo di concentrarti sul tuo piacere” Dal mio punto di vista privilegiato inizia a vedere il movimento lento, continuo e dolce di dentro e fuori di quel grosso cazzo. Capii che, grazie alla sua esperienza, il dottore le stava allenando lo sfintere ad aprirsi e chiudersi. Flavia ricominciò a gemere e singhiozzare, non capivo se provasse già piacere o ancora dolore. Poco alla volta il movimento divenne sempre più veloce e ad un certo punto notai che era il culo di lei che andava incontro al cazzo, segno evidente che ormai il piacere superava di gran lunga il dolore. Dopo poco il cazzo, nel suo movimento, non uscì più dal buchino e il dottore cominciò a scoparla come si deve in modo profondo, era bellissimo vedere quello stantuffo andare su e giù, e accidenti come ci dava dentro. Ora i mugolii di Flavia erano chiaramente di piacere anche se ancora un po’ le doleva. “Mmmm… si dai mi piace.. ohh.. piano per favore. Si dai cazzo scopami, mi piace.. ahi.. piano piano.. mi fa male ma mi piace.. si continua, che bello.. si.. si.. dai vengoo.. vengoo..” A queste parole anche il dottore non riuscì a trattenersi e le sborrò direttamente nel culo. Io, sotto con la bocca aperta, mi gustai tutto quel ben di dio che usciva dai pertugi di Flavia, gli effluvi vaginali e tutta quella crema rosa mista di sangue e borra che le colava dal culo. “Bene, adesso che hai il culo completamente rotto, potrai presentarti a tutti dicendo: Ecco sono pronta, scopatemi e datemi i cazzi in tutti i buchi che volete.” Poi con una carezza e un bacio sulla testa, il dottore tornò ad essere l’uomo dolce che conoscevo. Dopo essermi tolta da sotto l’abbracciai con molta tenerezza, ci venne naturale baciarci e limonarci, trasferendo nella sua bocca la sborrra che ancora mi girava sotto la lingua. Ci trovammo sdraiate mentre ci toccavamo la fica a vicenda, no so se lei avesse già avuto esperienze con donne, fatto è che mi stava masturbando in modo sublime tanto che venni con le sue carezze. I maschietti vedendoci lesbicare si arraparono e tornarono all’attacco. Questa volta vollero farci una doppia ad ognuna, ci impalammo sul cazzo di due dei nostri maschioni, mentre gli altri ci inculavano. Questa volta pretesi che fosse il dottore a farmi il culo. Dopo minuti di questo trattamento, i nostri uomini si tolsero e si posizionarono con il cazzo davanti alle nostre bocche. Era chiaro cosa volessero, e così, uno alla volta, li spompinammo e bevemmo direttamente dai cazzi il loro caldo piacere. La sborra ci colava dalla bocca fino sulle tette, ci venne naturale ripulirci a vicenda leccandoci avidamente. Negli occhi di Flavia ardeva una lussuria che non mi sarei mai aspettata, sembrava mi dicesse; “Ora posso essere zoccola come te, divertiamoci insieme.” Ormai era fatta, ci avrebbero aspettate delle belle orge con diversi maschi a volte anche di colore e ben dotati. Dopo esserci riprese e ripulite, salutammo i nostri partner e tornammo alle nostre case a fare le brave mogliettine in attesa del ritorno dei mariti. Ormai io e Flavia eravamo diventate buone amiche, oltre che vederci durante gli incontri organizzati dal dottore, ci capitò anche di uscire a fare shopping insieme, soprattutto per comprare intimo intrigante, e a cena con i nostri rispettivi mariti. Un giorno Flavia mi chiama e mi dice: “Senti Giulia, io questo week end sono libera tutta la notte, mio marito è via per una riunione di lavoro, ti va di organizzare qualcosa di diverso dal solito? Non voglio passare la notte da sola, magari mi piacerebbe passarla con un grosso cazzo tra le mani.” Disse concludendo con una risata. “Bene, e se fossero più cazzi ti piacerebbe?” “Come no, ormai siamo una coppia di fatto io e te, siamo l’una il braccio destro dell’altra.” Mi rispose. “Bene, vedo che hai capito tutto della vita. Senti, fatti trovare sabato sera pronta alle 21.00, a mio marito dirò che usciamo a cena con delle altre amiche. Faremo due tipo di esperienze, mi raccomando, look pratico, niente intimo, minigonna aderente e camicetta sbottonata per far vedere un po’ le tette, visto che sono belle e meritano di essere mostrate, anche qui sesso senza limiti, ok?” “Certo, voglio ragionare come te, visto che ho passato i quaranta non voglio più perdere tempo ed occasioni, voglio godere e fare la porca ogni attimo che posso.” “Bene, passo io da te a quell’ora, faremo un incontro con dei ragazzi di colore che conosco, tutti sani e dimostrabile, staremo con loro per un po’, poi andremo da un’altra parte.” E lei ridendo aggiunse: “Wow.. allora doppio incontro.” “Certo, dovrai superare te stessa questa volta, con la fame che abbiamo entrambe, sono sicura che la cosa riuscirà alla grande. Ahh, dimenticavo, quando ceni, tieniti leggera, ci sarà da bere molto stasera, e non parlo di liquori.” “Ottimo, hai fatto bene a dirmelo.” Aggiunse ridacchiando. Quando arrivai a casa sua, lei salì sulla macchina tutta pimpante e messa giù da gara, intanto dentro di me pensavo: “Ridi.. ridi..vedrai questa sera questi neri come ti ridurranno il culetto! Ti inculeranno a raffica.” Arrivati a destinazione loro ci aspettavano già seminudi. Erano quattro e tutti alti e fisicati, e con dei bei cazzi che già facevano capolino da sotto i pantaloni o i boxer. Il tempo di fare delle veloci presentazioni e subito partimmo in quarta. Tolti quei pochi vestiti che ancora indossavano, ci inginocchiammo, e loro ci presentarono le loro armi. Flavia cominciò ad annusare, leccare, soppesare le loro palle prendendo nel contempo i relativi cazzi in bocca ed io la seguii a ruota. Si sentivano le schiocchiate di lingua sulle loro cappelle e le succhiate a ventosa delle nostre bocche. Due di loro, forse quelli più con arretrato, non resistettero a lungo e, spingendoci la testa contro i loro cazzi, accompagnando il tutto con epiteti di circostanza, ci riempirono la bocca e la gola della loro sborra che, vista la quantità, dovemmo deglutire a più riprese. Capimmo che la serata sarebbe stata lunga e divertente. Gli altri due, dopo una nuova succhiata vollero scoparci. Senza l’imbarazzo della scelta, tutti erano di ottime dimensioni, ci sdraiammo sul tappeto del salotto e, aperte le gambe in modo osceno ci facemmo penetrare. Era un piacere sublime essere scopate da quei ragazzi, sentire i loro fisici tonici sul nostro corpo ed accarezzarli sentendo i muscoli guizzare sotto le nostre mani. Prima che i due godessero, sia io che Flavia, avemmo il nostro primo orgasmo della serata. Nel frattempo, i primi due, ripresisi dal loro periodo refrattario tornarono alla carica. Come prevedevo, unico modo per soddisfarli tutti e quattro era la “doppia”. Flavia non ci pensò neppure un attimo, montò a cavalcioni del primo mentre il secondo provvedeva ad impalarle il culo. Ovviamente anche io non mi tirai indietro. L’energia con la quale ci scopavano era inverosimile. Per Flavia ormai, prenderlo in fica o in culo non cambiava molto, veleggiava comunque sulle ali del piacere. La sentivo, in una sorta di trans psichica urlare: “Siii… mmmm… dai, dai, così.. Rompetemi tutta, sfondatemi il culo e slabbratemi la fica, mmmmm… siii.. vengoo… vengoo…” Più lei li incitava e più loro la scopavano. Passammo qualche ora prendendo un cazzo dopo l’altro, non so se fosse merito della loro gioventù e del Viagra, ma non gli si ammosciava neanche dopo aver sborrato. Alla fine ci ritrovammo distese sul tappeto abbracciate, leccandoci reciprocamente le gocce di sborra che ci colavano dalle labbra. Prima di lasciare i quattro ragazzi chiedemmo di poterci fare una doccia, così esserci ripulite e profumate li salutammo, non però prima di esserci ripromesse di rincontrarli. Mentre eravamo in macchina chiesi a Flavia: “Dimmi, per caso hai ancora fame?” “Secondo te, questa sera pensi che mi siano bastati quattro cazzi? Lo sai che da quando mi hanno rotto il culo sono diventata una mangiatrice di cazzi. Ho bisogno di cazzi grossi che me lo scopino con violenza.” “Bene, a dieci km da qui c’è il parcheggio di una azienda che di notte è vuoto. Ho dato appuntamento a dei ragazzi che conosco, vedrai che te lo scoperanno come piace a te.” Arrivati a destinazione ferme in macchina vedevo Flavia impaziente, poi toccandomi di gomito mi indicò un gruppo di ragazzi che ci stava raggiungendo. Erano una decina. “Se quelli sono i tuoi amici, adesso rompono il culo anche te Giulia, non solo a me.” Disse sogghignando. Giovani e vogliosi, ne contai dodici, appena ci videro ci misero subito all’opera, non vi dico quante succhiate e scopate appoggiate sul cofano della macchina. Prima in culo, poi in fica, poi di nuovo in culo e così via, ovviamente dopo averli succhiati per bene. Una volta soddisfatti sparirono in silenzio nel buoi della notte, così come erano venuti. “Amore che ne dici di questa esperienza di Car-Sex?” Ormai con Flavia usavamo questi nomignoli. “Accidenti, è eccitante anche farlo all’aria aperta, da rifare sicuramente.” Dopo esserci ripulite con le salviettine umidificate, la riportai a casa e a mia volta tornai da Giorgio. “Amore come è andata la cena con le tue amiche?” “Come sempre una noia mortale, ognuna a raccontare dei problemi con i rispettivi mariti, nessuna che va d’amore e d’accordo come noi.” In giorno dopo mi incontrai con Flavia per un aperitivo e per parlare della serata appena trascorsa. Ormai Flavia era entrata in un vortice di pura lussuria, facevamo coppia fissa. Ci divertivamo a sedurre gli uomini nei posti più impensati. La nostra riserva di caccia preferita era il centro commerciale ed il relativo supermercato. Spesso in minigonna con perizoma microscopici ci divertivamo a chinarci a prendere merce dai scaffali più bassi me mostrare il culo ai fortunati uomini nei paraggi e la cosa finiva quasi sempre con un pompino nei bagni del supermercato o nel relativo parcheggio. Eravamo noi le predatrici, sempre a caccia di uccelli. Nelle nostre scorribande ne trovammo molti, unica discriminante è che fossero tutti di misura XXL. La ricerca dl piacere è la stella polare che sta guidando la mia vita, dove sta scritto che dobbiamo vivere nella nell’insoddisfazione e nell’infelicità? Tanti auguri a voi lettori e buona vita a tutti.
La mia ricerca del piacere mi aveva fatta diventare una vera zoccola, una cagnetta sempre arrapata, volevo gridare al mondo quanto fossi troia, magari conoscere qualche altra donna nella mia stessa situazione e condividere con lei la mia storia e le mie esperienze. Un giorno mi capitò l’occasione che cercavo. Ero dal parrucchiere, una bella signora sulla quarantina seduta vicina a me, sentivo che confidava ad una sua amica i problemi di sesso che aveva con il marito. Subito mi riconobbi in lei prima della mia trasformazione. Aspettai di essere sola con lei così osai. “Mi scusi signora per la mia invadenza ma purtroppo ho sentito quello che diceva alla sua amica. Io tempo fa ero nella sua stessa situazione. Ho risolto tutto parlandone con il mio medico.” Lei incuriosita mi si avvicinò. “E come ha risolto il problema? Qualche seduta dallo psicologo? O forse con del Viagra?” “No niente del genere, del resto il cazzino di mio marito non si può allungare, è una cosa molto più semplice, il mio medico si è offerto di sostituire mio marito nel sesso. Oltre tutto è anche molto dotato e ci sa fare. Ora è il mio amante fisso, non solo, ma molto spesso mi trova altri maschi dotati e sani, che mi scopano in gang bang. Mi organizza dei pomeriggi di sesso dove mi fanno godere anche decine di volte. Pensi che con Giorgio, mio marito, quelle poche volte che mi chiede di adempiere ai miei doveri coniugali, devo continuamente fingere perché non riesco a godere.” La signora mi guardò molto interessata e con una punta di invidia e mi disse: “Ma che fortunata, le confesso che quasi quasi piacerebbe anche a me qualche volta farmi dare una bella sbattuta come si deve.” Ed io in risposta: “Guardi che se prova poi non si fermerà più. Ogni cazzo ti scopa in modo diverso e di da emozioni differenti, mi creda.” “Senta, noi non ci conosciamo ma è meglio così, mi ha molto incuriosita, ed inoltre ho una gran voglia di cazzo. Mi farebbe una cortesia? Non potrebbe darmi il numero del suo dottore?” “ Domani ho un incontro con lui e dei suoi amici, se lei è disponibile, dopo lo chiamo e poi le saprò dire. In caso affermativo le manderò un whatsapp, a proposito io sono Giulia.” “Mi perdoni, non mi sono presentata, io sono Flavia, spero di leggerla presto.” Ci scambiammo i numeri di telefono, e lei mi ringraziò calorosamente. Dentro di me pensai: “Vedrai come mi ringrazierai domani quando quei cazzi asinini ti faranno urlare di dolere e piacere. Diventerai anche tu una cagna insaziabile pronta a farti sfondare da tutti.” Appena uscita dal parrucchiere non persi tempo e chiamai il mio medico. “Brava Giulia, un po’ carne fresca serviva per ravvivare i nostri pomeriggi, faremo divertire anche lei. Una cagna in più non guasta mai, ed anche un cornuto in più.” Concluse ridendo. “Bene, passerò io a prenderla a casa sua, diciamo che è di strada, poi ti raggiungeremo alla “casa del piacere”, a proposito, lei si chiama Flavia.” Subito mi preoccupai di mandare un messaggio a Flavia chiedendole se potessi chiamarla per metterci d’accordo per l’indomani. Subito lessi la sua risposta affermativa. “Ciao Flavia come va? Pronta allora? È tutto organizzato, passerò io a prenderti verso le 14.30, poi andremo dritte dal mio medico.” Poi aggiunsi: “Ma dimmi, sei vergine nel culo?” Lei ridendo mi rispose: “Quasi, visto che è entrato solo il cazzetto di mio marito.” “Bene, siccome conosco i gusti dei nostri maschioni, prima di uscire di casa fatti un bel clistere e qualche lavaggio interno con il tubo della doccia, non si sa mai.” “Mmmm.. Sii.. tanto prima o poi il culo me lo voglio far rompere, così posso prendere anche io due cazzi insieme come fai tu” Mi disse ridendo. Alle 15.00 come fissato arrivammo alla villettina del dottore, noi eravamo vestite da zoccole, minigonna, autoreggenti, tacchi vertiginosi e camicette attillate, e devo dire che anche Flavia era ben fornita di culo e tette. Suonammo il clacson come concordato, lui ci aprì cancello e garage ed entrammo direttamente con l’auto. Una volta scese dall’auto ci accolse il medico con un gran sorriso di compiacimento, si vedeva al primo sguardo che le era colpito da Flavia. Entrati ci presentò tre suoi amici, non giovanissimi ma ancora molto aitanti, già solo in boxer. Flavia li guardò, poi guardò me con uno sguardo tra il compiaciuto e sorpreso. Io annui con la testa e lei capì che andava tutto bene, potevamo concederci senza paura. Neanche il tempo di dirci due parole che subito si formarono due trii, il dottore ed un signore con Flavia, il porco voleva proprio farsela, ed io con gli altri due. Subito iniziarono toccamenti e baci, in men che non si dica ci spogliarono, rimanemmo solo con le autoreggenti, idem i loro boxer caddero a terra. I loro cazzi caldi e scappellati premevano contro i nostri corpi e, senza che nessuno ce lo chiedesse ci venne naturale inginocchiarci e cominciare a succhiarli. Dalla foga che ci metteva si vedeva che Flavia era in astinenza da molto e che aveva un gran fame di cazzi. I cazzi ce li passavamo da bocca in bocca come fosse uno spinello, qualche pompata a uno e poi via l’altro. Mentre eravamo impegnate nel nostro lavoro di bocca sentivamo i commenti dei maschioni. “Ma che due troie, bravo il nostro dottore, ci ha trovato proprio due belle cagnette in calore. Si, si, succhiate poi vi faremo strillare quando vi slabbreremo la fica e vi sfonderemo il culo.” Nei momenti di silenzio si sentiva solo il risucchio delle nostre labbra su quelle cappelle lucide e turgide accompagnate dai nostri mmmm.. mmmm.. di apprezzamento. La mia compagna di avventura se li infilava in gola fino a farsi venire i conati di vomito, tanta era la fame arretrata che aveva. Dopo averli gustati appieno ed esserci sfondate la gola con quei bastoni duri e relative cappelle lucide già gocciolanti, il dottore ci accompagnò nel salone della villetta. Davanti al caminetto aveva allestito un’alcova con tappeti e cuscini messi ad hoc, ci misero entrambe alla pecorina e cominciarono a scoparci a turno. Mentre uno ci scopava, noi continuavamo a succhiare uno seduto davanti a noi. Sentivamo le loro mani su tutto il corpo, ci sculacciavano, ci torcevano i capezzoli ma nessuna mollava la presa. Dopo una decina di minuti ed un paio di orgasmi a testa, io e Flavia sentimmo che stavano parlottando tra di loro a proposito del lubrificante, capimmo che la musica stava cambiando. Avevo avvertito il dottore che Flavia non era molto aperta dietro, ed il porco volle essere lui a sverginarglielo. Era arrivato il momento di romperglielo in modo definitivo. Cominciarono a lubrificarglielo a più mani. Visto che ormai le attenzioni era tutti per il buchino di Flavia, io infilai tra la mia testa tra le sue gambe e cominciai a leccargli la fica ancora grondante di umori e sborra. Da sotto avevo un punto di vista privilegiato. La sentivo godere ma non capivo se era per le mie leccate o i massaggi anali che le stavano praticando. Vedevo le dita entrare ed uscire dal suo buchino, allargarlo, tirarlo fino a che il dottore, disse tenendola per i fianchi: “Ora è il tuo momento, tu resta calma, adesso te lo svergino io come si deve.” Poi rivolto agli altri maschi: “Tenetela ferma, non voglio che faccia storie.” Disse in tono imperativo. Poi rivolto a Flavia: “Ormai ci siamo, sappi che anche se sentirai dolore, io non mi fermerò finche non ti avrò penetrata profondamente. Tu strilla pure, vedrai che dopo che sono entrato e ti avrò allargato e sfibrato un po’ lo sfintere, il dolore diminuirà e comincerai a sentire solo piacere, ma sappi che dopo questo trattamento, sarai tu le prossime volte a chiedere di sfondarti il culo dal piacere che proverai.” Detto questo uno le premette le spalle fino a schiacciarle il viso contro il mio ventre immobilizzandola. Forse non conscia di cosa la stava aspettando, Flavia era tutta un fremito di piacere, sentivo la sua fica pulsare dentro la mia bocca. Quando sentii il dottore dare l’ordine: “Ora tenetela ferma.” Appoggiò la sua cappellona contro il suo buchino. Io da sotto potevo vedere tutto. Iniziò a spingere sulla corona increspata dell’ano che cominciava a cedere, altre due piccole spinte poi fece una piccola pausa per far respirare Flavia, poi improvvisamente con un forte colpo di reni, accompagnato da un urlo di dolore di Flavia entrò di qualche centimetro. La cappella aveva fatto il suo lavoro, aveva oltrepassato lo sfintere allargandoglielo definitivamente. Flavia si dibatteva ed urlava dal dolore mentre gli altri la tenevano ferma immobilizzata. Il dottore con una nuova forte spinta la penetrò profondamente facendole entrare tutto il cazzo fino alle palle. Rimase fermo così per diversi secondi. Flavia strillava, urlava che le faceva male, voleva che glielo levasse. Io, da sotto, spinta dallo spirito della buona samaritana continuai a leccarle la fica più forte che potessi per darle sollievo e piacere. Vedere questo cazzo piantato nel culo provavo io piacere per lei. Più passavano i secondi e più il suo culo accettava quel corpo estraneo, il suo buchino si stava adattando a quel grosso cazzo che neanche si riusciva a prenderlo con una mano. Dopo qualche minuto sentii Flavia respirare profondamente, segnale che il dolore stava passando e che iniziava a provare piacere. Io continuavo a leccarla per aumentare il suo piacere. Il dottore, con una mano sulle reni e l’altra tenendola per i capelli le disse: “Adesso che cominci a sentire meno dolore comincerò a scoparti, tu cerca solo di concentrarti sul tuo piacere” Dal mio punto di vista privilegiato inizia a vedere il movimento lento, continuo e dolce di dentro e fuori di quel grosso cazzo. Capii che, grazie alla sua esperienza, il dottore le stava allenando lo sfintere ad aprirsi e chiudersi. Flavia ricominciò a gemere e singhiozzare, non capivo se provasse già piacere o ancora dolore. Poco alla volta il movimento divenne sempre più veloce e ad un certo punto notai che era il culo di lei che andava incontro al cazzo, segno evidente che ormai il piacere superava di gran lunga il dolore. Dopo poco il cazzo, nel suo movimento, non uscì più dal buchino e il dottore cominciò a scoparla come si deve in modo profondo, era bellissimo vedere quello stantuffo andare su e giù, e accidenti come ci dava dentro. Ora i mugolii di Flavia erano chiaramente di piacere anche se ancora un po’ le doleva. “Mmmm… si dai mi piace.. ohh.. piano per favore. Si dai cazzo scopami, mi piace.. ahi.. piano piano.. mi fa male ma mi piace.. si continua, che bello.. si.. si.. dai vengoo.. vengoo..” A queste parole anche il dottore non riuscì a trattenersi e le sborrò direttamente nel culo. Io, sotto con la bocca aperta, mi gustai tutto quel ben di dio che usciva dai pertugi di Flavia, gli effluvi vaginali e tutta quella crema rosa mista di sangue e borra che le colava dal culo. “Bene, adesso che hai il culo completamente rotto, potrai presentarti a tutti dicendo: Ecco sono pronta, scopatemi e datemi i cazzi in tutti i buchi che volete.” Poi con una carezza e un bacio sulla testa, il dottore tornò ad essere l’uomo dolce che conoscevo. Dopo essermi tolta da sotto l’abbracciai con molta tenerezza, ci venne naturale baciarci e limonarci, trasferendo nella sua bocca la sborrra che ancora mi girava sotto la lingua. Ci trovammo sdraiate mentre ci toccavamo la fica a vicenda, no so se lei avesse già avuto esperienze con donne, fatto è che mi stava masturbando in modo sublime tanto che venni con le sue carezze. I maschietti vedendoci lesbicare si arraparono e tornarono all’attacco. Questa volta vollero farci una doppia ad ognuna, ci impalammo sul cazzo di due dei nostri maschioni, mentre gli altri ci inculavano. Questa volta pretesi che fosse il dottore a farmi il culo. Dopo minuti di questo trattamento, i nostri uomini si tolsero e si posizionarono con il cazzo davanti alle nostre bocche. Era chiaro cosa volessero, e così, uno alla volta, li spompinammo e bevemmo direttamente dai cazzi il loro caldo piacere. La sborra ci colava dalla bocca fino sulle tette, ci venne naturale ripulirci a vicenda leccandoci avidamente. Negli occhi di Flavia ardeva una lussuria che non mi sarei mai aspettata, sembrava mi dicesse; “Ora posso essere zoccola come te, divertiamoci insieme.” Ormai era fatta, ci avrebbero aspettate delle belle orge con diversi maschi a volte anche di colore e ben dotati. Dopo esserci riprese e ripulite, salutammo i nostri partner e tornammo alle nostre case a fare le brave mogliettine in attesa del ritorno dei mariti. Ormai io e Flavia eravamo diventate buone amiche, oltre che vederci durante gli incontri organizzati dal dottore, ci capitò anche di uscire a fare shopping insieme, soprattutto per comprare intimo intrigante, e a cena con i nostri rispettivi mariti. Un giorno Flavia mi chiama e mi dice: “Senti Giulia, io questo week end sono libera tutta la notte, mio marito è via per una riunione di lavoro, ti va di organizzare qualcosa di diverso dal solito? Non voglio passare la notte da sola, magari mi piacerebbe passarla con un grosso cazzo tra le mani.” Disse concludendo con una risata. “Bene, e se fossero più cazzi ti piacerebbe?” “Come no, ormai siamo una coppia di fatto io e te, siamo l’una il braccio destro dell’altra.” Mi rispose. “Bene, vedo che hai capito tutto della vita. Senti, fatti trovare sabato sera pronta alle 21.00, a mio marito dirò che usciamo a cena con delle altre amiche. Faremo due tipo di esperienze, mi raccomando, look pratico, niente intimo, minigonna aderente e camicetta sbottonata per far vedere un po’ le tette, visto che sono belle e meritano di essere mostrate, anche qui sesso senza limiti, ok?” “Certo, voglio ragionare come te, visto che ho passato i quaranta non voglio più perdere tempo ed occasioni, voglio godere e fare la porca ogni attimo che posso.” “Bene, passo io da te a quell’ora, faremo un incontro con dei ragazzi di colore che conosco, tutti sani e dimostrabile, staremo con loro per un po’, poi andremo da un’altra parte.” E lei ridendo aggiunse: “Wow.. allora doppio incontro.” “Certo, dovrai superare te stessa questa volta, con la fame che abbiamo entrambe, sono sicura che la cosa riuscirà alla grande. Ahh, dimenticavo, quando ceni, tieniti leggera, ci sarà da bere molto stasera, e non parlo di liquori.” “Ottimo, hai fatto bene a dirmelo.” Aggiunse ridacchiando. Quando arrivai a casa sua, lei salì sulla macchina tutta pimpante e messa giù da gara, intanto dentro di me pensavo: “Ridi.. ridi..vedrai questa sera questi neri come ti ridurranno il culetto! Ti inculeranno a raffica.” Arrivati a destinazione loro ci aspettavano già seminudi. Erano quattro e tutti alti e fisicati, e con dei bei cazzi che già facevano capolino da sotto i pantaloni o i boxer. Il tempo di fare delle veloci presentazioni e subito partimmo in quarta. Tolti quei pochi vestiti che ancora indossavano, ci inginocchiammo, e loro ci presentarono le loro armi. Flavia cominciò ad annusare, leccare, soppesare le loro palle prendendo nel contempo i relativi cazzi in bocca ed io la seguii a ruota. Si sentivano le schiocchiate di lingua sulle loro cappelle e le succhiate a ventosa delle nostre bocche. Due di loro, forse quelli più con arretrato, non resistettero a lungo e, spingendoci la testa contro i loro cazzi, accompagnando il tutto con epiteti di circostanza, ci riempirono la bocca e la gola della loro sborra che, vista la quantità, dovemmo deglutire a più riprese. Capimmo che la serata sarebbe stata lunga e divertente. Gli altri due, dopo una nuova succhiata vollero scoparci. Senza l’imbarazzo della scelta, tutti erano di ottime dimensioni, ci sdraiammo sul tappeto del salotto e, aperte le gambe in modo osceno ci facemmo penetrare. Era un piacere sublime essere scopate da quei ragazzi, sentire i loro fisici tonici sul nostro corpo ed accarezzarli sentendo i muscoli guizzare sotto le nostre mani. Prima che i due godessero, sia io che Flavia, avemmo il nostro primo orgasmo della serata. Nel frattempo, i primi due, ripresisi dal loro periodo refrattario tornarono alla carica. Come prevedevo, unico modo per soddisfarli tutti e quattro era la “doppia”. Flavia non ci pensò neppure un attimo, montò a cavalcioni del primo mentre il secondo provvedeva ad impalarle il culo. Ovviamente anche io non mi tirai indietro. L’energia con la quale ci scopavano era inverosimile. Per Flavia ormai, prenderlo in fica o in culo non cambiava molto, veleggiava comunque sulle ali del piacere. La sentivo, in una sorta di trans psichica urlare: “Siii… mmmm… dai, dai, così.. Rompetemi tutta, sfondatemi il culo e slabbratemi la fica, mmmmm… siii.. vengoo… vengoo…” Più lei li incitava e più loro la scopavano. Passammo qualche ora prendendo un cazzo dopo l’altro, non so se fosse merito della loro gioventù e del Viagra, ma non gli si ammosciava neanche dopo aver sborrato. Alla fine ci ritrovammo distese sul tappeto abbracciate, leccandoci reciprocamente le gocce di sborra che ci colavano dalle labbra. Prima di lasciare i quattro ragazzi chiedemmo di poterci fare una doccia, così esserci ripulite e profumate li salutammo, non però prima di esserci ripromesse di rincontrarli. Mentre eravamo in macchina chiesi a Flavia: “Dimmi, per caso hai ancora fame?” “Secondo te, questa sera pensi che mi siano bastati quattro cazzi? Lo sai che da quando mi hanno rotto il culo sono diventata una mangiatrice di cazzi. Ho bisogno di cazzi grossi che me lo scopino con violenza.” “Bene, a dieci km da qui c’è il parcheggio di una azienda che di notte è vuoto. Ho dato appuntamento a dei ragazzi che conosco, vedrai che te lo scoperanno come piace a te.” Arrivati a destinazione ferme in macchina vedevo Flavia impaziente, poi toccandomi di gomito mi indicò un gruppo di ragazzi che ci stava raggiungendo. Erano una decina. “Se quelli sono i tuoi amici, adesso rompono il culo anche te Giulia, non solo a me.” Disse sogghignando. Giovani e vogliosi, ne contai dodici, appena ci videro ci misero subito all’opera, non vi dico quante succhiate e scopate appoggiate sul cofano della macchina. Prima in culo, poi in fica, poi di nuovo in culo e così via, ovviamente dopo averli succhiati per bene. Una volta soddisfatti sparirono in silenzio nel buoi della notte, così come erano venuti. “Amore che ne dici di questa esperienza di Car-Sex?” Ormai con Flavia usavamo questi nomignoli. “Accidenti, è eccitante anche farlo all’aria aperta, da rifare sicuramente.” Dopo esserci ripulite con le salviettine umidificate, la riportai a casa e a mia volta tornai da Giorgio. “Amore come è andata la cena con le tue amiche?” “Come sempre una noia mortale, ognuna a raccontare dei problemi con i rispettivi mariti, nessuna che va d’amore e d’accordo come noi.” In giorno dopo mi incontrai con Flavia per un aperitivo e per parlare della serata appena trascorsa. Ormai Flavia era entrata in un vortice di pura lussuria, facevamo coppia fissa. Ci divertivamo a sedurre gli uomini nei posti più impensati. La nostra riserva di caccia preferita era il centro commerciale ed il relativo supermercato. Spesso in minigonna con perizoma microscopici ci divertivamo a chinarci a prendere merce dai scaffali più bassi me mostrare il culo ai fortunati uomini nei paraggi e la cosa finiva quasi sempre con un pompino nei bagni del supermercato o nel relativo parcheggio. Eravamo noi le predatrici, sempre a caccia di uccelli. Nelle nostre scorribande ne trovammo molti, unica discriminante è che fossero tutti di misura XXL. La ricerca dl piacere è la stella polare che sta guidando la mia vita, dove sta scritto che dobbiamo vivere nella nell’insoddisfazione e nell’infelicità? Tanti auguri a voi lettori e buona vita a tutti.
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