La ricerca del piacere (parte prima)
di
Marco Sala
genere
orge
Storia Vera
Con mio marito Giorgio non c’è mai stato molto feeling sessuale, ci siamo conosciuti da ragazzini, qualche giochino come tutti, le prime seghe, i primi pompini, poi io dovevo darmi piacere da sola perché lui era molto egoista nel sesso. Poi dopo un anno prese la mia verginità. Anche li, lui non molto attivo, mi scopava poco e per giunta con un cazzo sottomisura. Quasi per inerzia a 22 anni ci siamo sposati, e li è cominciato il mio calvario. Il mio desiderio aumentava sempre più, ma lui non riusciva a soddisfarmi, non mi bastava masturbarmi da sola la notte distesa al suo fianco, volevo qualche cosa di più. La cosa che più mi bruciava è che ero una bella donna, alta circa 1.70, gambe lunghe, un bel seno 3 mis. abbondante e, cosa che non dispiace agli uomini, un bel culo formoso a mandolino. La prima persona ad accorgersi di questa mi insofferenza fu il mio medico. Ormai erano tre anni che ero sposata, andai da lui per un indurimento dell’addome, niente di grave, siccome sono sempre stata un po’ stitica mi capitava spesso, niente che non si potesse risolvere con un bel clistere, ma quella volta volevo chiedergli se con l’idrocolonterapia potevo avere dei migliori risultati. Entrata in ambulatorio, appena mi vide mi salutò. “Ciao Giulia, ancora alle prese con la tua stitichezza?” “Si dottore ma volevo da lei un consiglio, cosa ne pensa dell’idrocolonterapia?” “Vediamo, intanto spogliati.” In previsione mi ero vestita ed hoc, per comodità avevo un vestito di quelli che si allacciano con una cintura alla vita, e, come diceva una mia amica, modello “apri e gusta”, poi il solito perizoma, porto solo quelli, un bel reggiseno coordinato e le autoreggenti. “Bene ora stenditi sul lettino che iniziamo la palpazione.” Non era la prima volta mi visitava ma in questa occasione mi sembrò molto, ma molto pignolo. “Cominciamo dal diaframma, se schiaccio qui ti fa male?” E così cominciò a tastarmi. Poi scese verso lo stomaco facendomi le solite domande sul fatto che sentissi dolore, e piano piano arrivò all’addome. Il mio medico era un bell’uomo, sulla cinquantina, prestante, si vedeva che da giovane aveva fatto dello sport, con un po’ di pancetta, quella che molte donne come me, adorano. Sinceramente devo dire che le sue mani sul mio corpo mi davano piacere, ad un certo punto sentii le sue dita entrare nel minuscolo perizoma e sfiorarmi il clito, ebbi un brivido di piacere e lui se ne accorse. “Hai anche fitte lungo le cosce?” Mi chiese cominciando a tastarmi le gambe. “E hai anche fitte sulla schiena? Su, girati che controllo.” Mi girai e misi in mostra il mio lato B nel massimo del suo splendore. “Ti fa male se schiaccio sui reni?” Non risposi, la mia attenzione era presa dal ciò che intravedevo sotto il suo camice un po’ slacciato. I suo completo azzurro, tipico di medici e infermieri, lasciava intravedere un gonfiore sospetto sulla patta, prova che anche lui era eccitato. Ormai non mi chiedeva più niente, le sue mani erano sul mio culo ed io, istintivamente lo rialzai come segnale di piacere ed emisi un gemito. Ero tutta eccitata, il sangue mi ribolliva. “Giulia, posso farti una domanda? Ma a letto con tuo marito come va?” “Dottore, lei lo conosce Giorgio, sempre preso con il suo lavoro, quando scopiamo una volta alla settimana è già tanto, e poi ha il cazzo piccolo, a volte non riesco neanche a sentirlo e soprattutto non riesce a farmi godere. Quando lo facciamo poi lascio che lui si addormenti per poi darmi piacere da sola.” “Accidenti, questo è un bel guaio davvero.” Intanto, mentre parlava, continuava a massaggiarmi il culo con qualche scivolata di un dito sul mio buchino. “Vedi, una intensa attività sessuale potrebbe anche favorire il moto intestinale.” Mi disse con tono professionale poi, avvicinandosi all’orecchio, mi sussurrò con tono meno professionale: “Siamo sinceri, una bella donna come te ha bisogno di essere scopata tutti giorni e da grossi cazzi che la facciano anche godere.” Quindi aggiunse: “So che tu lavori fino alle 14.00, me lo dici sempre quando prendi appuntamento, Giorgio non torna mai prima delle otto di sera, vivete da soli, hai tutto il pomeriggio libero, hai tempo per prenderti cura di te, non so se mi capisci.” Certo che avevo capito, voleva suggerirmi di farmi un amante, ma la cosa non mi solleticava più di tanto. La mia famiglia era molto conosciuta nel quartiere e la gente, come si dice, mormora. Intanto continuava a massaggiarmi culo e ano, ed io non riuscivo a togliere lo sguardo dal suo gonfiore. Ahimè lui se ne accorse, senza dire altro mi allungò le braccia sopra la testa in modo che sporgessero dal lettino, quindi posizionandosi da quella parte continuò a massaggiarmi appoggiando il suo pacco sulle mie mani. Al contatto cominciai a ricambiare il messaggio finché non lo sentii crescere del tutto, lui allora slacciò il cordino che teneva su i pantaloni e me lo mise in mano. Ne uscì una bestia che era tre volte quello di mio marito, sarà stato 22 cm. Con una grossa cappella circoncisa che mi fece restare a bocca aperta. La mia espressione valeva più di cento parole. “Vedi Giulia, con questo cazzo ho fatto godere molte donne, e dopo non sono più riuscite a farne a meno. Secondo te perché faccio molte visite a domicilio? Ora, sta a te decidere se lo vuoi assaggiare o no, pensaci, chiamami a questo numero e ci accorderemo per una visita a domicilio. Ahh.. per il tuo problema il solito clistere.” Mi rivestii, misi il numero in borsetta e dopo esserci salutati, questa volta in modo molto meno formale del solito, tornai a casa. Ci pensai tutta notte e non solo, il pensiero delle sue mani sul mio corpo e l’immagine di quel cazzone non riuscivano a lasciarmi sola, tanto che dovetti masturbarmi per calmare i mie bollori. La mattina seguente, appena mio marito uscì di casa lo chiamai. “Buongiorno dottore, sono Giulia.” “ Ciao Giulia, sento con piacere la tua voce, dimmi pure.” “Ci ho pensato tutta la notte, non posso buttare via la mia gioventù, ho solo 25 anni, ho voglia di vivere, poi quel cazzo…” Lui mi fermò. “Non continuare, ho capito, e penso tu stia facendo la cosa giusta, dimmi quando vuoi che venga a farti una visita a domicilio.” “No dottore, preferirei incontrarla lontano da casa se per le va bene lo stesso, e se lei ha tempo anche oggi stesso” Al solo pensiero di toccare e succhiare qual cazzone mi stavo bagnando. “Va benissimo oggi, non ho ambulatorio, facciamo alle 15.00, vengo io a prenderti io e, tranquilla, ho io un posto sicuro dove andare. Per non dare nell’occhio aspettami con la tua auto nel parcheggio del centro commerciale. Ciao.” Alle 15.00 esatte ero nel parcheggio del centro commerciale, anche lui fu puntuale. Scorse la mia auto e parcheggiò di fianco a me. Scesi dalla mia e salii sulla sua in pochi secondi. Indossavo una minigonna con perizoma, le solite autoreggenti e un reggiseno push-up che faceva sembrare il mio seno, una 3 mis. abbondante una 5 mis. e sopra una camicetta sapientemente slacciata, ed un paio di scarpe décolleté tacco 10. Appena mi vide mi squadrò da testa a piedi. Ripartimmo subito, scambiandoci le solite battute di circostanza. Mentre parlavamo lui cominciò ad accarezzarmi la coscia, poi mi disse: “Togliti il perizoma.” Mi alzai un poco la gonna ed ubbidii senza battere ciglio. La sua mano si fece più impertinente tanto che cominciò a massaggiarmi con due dita il clito. Era la prima volta che qualcuno prendeva una tale iniziativa, farlo in automobile mentre viaggiavamo, con la possibilità che qualche camionista dall’alto del suo mezzo ci vedesse, lo trovai estremamente eccitante così che, senza dire altro, abbassai lo schienale del sedile in modo da favorire il suo massaggio e lo lasciai fare, accompagnando il tutto con un mio movimento del bacino. Non ci volle molto prima di raggiungere il primo orgasmo della giornata. Alla fine infilò le sue dita nella mi patatina e se le mise in bocca. “Wow… buonissimo il tuo sapore, dopo lo voglio assaggiare meglio.” Il tempo di riprendermi ed arrivammo in una villettina isolata, si fermò davanti e con il telecomando apri sia il cancello che la saracinesca del garage. Dal garage arrivammo direttamente in casa. L’appartamento non era molto grande ma accogliente. “Vuoi bere qualcosa?” Mi chiese. “No grazie, sto bene così, magari un bicchiere d’acqua.” Mi servì il bicchiere d’acqua e, mentre bevevo, da dietro cominciò a baciarmi sul collo tanto che a momenti mi ingozzai con l’acqua. Le sue mani subito corsero sui mie seni e con maestria mi slacciò la camicetta facendola scendere dalle mie spalle, quindi fu la volta del reggiseno. Mentre massaggiava a piene mani le mie tette, sentivo il suo maestoso cazzo duro appoggiato contro il mio culo. Ormai ero praticamente nuda. Si sfilo i pantaloni e mi girò. Mentre sentivo il calore del suo membro contro il mio ventre, mi baciò in modo profondo ed io risposi con molta passione. Con una mano presi il suo cazzo, era uno spettacolo! Bello, turgido, caldo, lungo, grosso, non era per niente come quello di mio marito. Senza che me lo chiedesse, mi venne naturale inginocchiarmi davanti a lui e spompinarlo. Ad un certo punto mi fermò: “Ehi, quanta fretta, abbiamo tutto il pomeriggio per noi.” Mi prese in braccio e mi portò in camera, finimmo di toglierci quei pochi indumenti che ancora avevamo addosso, quindi mi distese sul letto, e mi aprì le gambe così da mostrare la mia fichetta rasata in tutto il suo splendore, quindi cominciò a leccarmela. “Su, fammi assaporare appieno il gusto dei tuoi umori.” Sentivo la sua lingua correre dal buchino lungo il perineo, poi nella fichetta ormai bagnatissima, fino al clito. Li, si soffermò e comincio a lapparmelo con ritmo ed intensità. Il mio respiro divenne sempre più corto finché ad un certo punto esplosi in un potente orgasmo che gli riempì la bocca con un violento getto di umori vaginali. “Accidenti, la mia porcellina squirta, complimenti!” “Scusa non so cosa mi sia successo, è la prima volta che mi capita.” “Bene, facciamo allora che non sia l’ultima.” Dopo queste battute fu il mio turno, si girò sulla schiena ed io mi avventai sul suo cazzo eretto. Era uno spettacolo vederlo così turgido. Lo presi tra le mani, una non bastava, e cominciai a leccargli la cappella, ad ogni mia leccata lo sentivo fremere. Dopo averglielo insalivato bene, lo misi con molta fatica,tutto in bocca e cominciai a succhiarglielo, mentre con una mano gli massaggiavo le palle. I suoi gemiti erano sempre più forti e, tenendomi per la testa dava il ritmo ai miei movimenti, si vedeva che gli piaceva e stava godendo tanto che cominciò ad incitarmi. “ Siii.. dai.. brava, così. Succhiami anche le palle… Non avrei mai detto che eri una così brava troietta, dai non ti fermare, voglio farti assaggiare la mia sborra. La devi bere tutta vedrai come è buona. Lo fanno tutte le vere zoccole che si rispettino. Scommetto che tuo marito…” Lo interruppi bruscamente. “Lascia stare quel cornuto di Giorgio, adesso sbattimelo in fica, voglio sentirmi riempire tutta da un bel cazzone, ahimè una sensazione che non ho mai provato. La tua sborra me la farai assaggiare alla fine, e ti assicuro che me la voglio proprio gustare tutta.” Detto questo gli salii sopra e mi impalai con quell’enorme bastone, era talmente grosso, o forse non ero ancora stata sverginata del tutto dal cazzino di mio marito, che provai un po’ di dolore, ma non mi fermai. Al colmo dell’eccitazione cominciai a cavalcarlo selvaggiamente. Finalmente stavo scoprendo cosa fosse il vero piacere. Dopo pochi colpi ebbi il terzo orgasmo della giornata, anche questo accompagnato da una abbondante emissioni di fluidi vaginali. “Ohh si.. vengo anch’io..” Senti che stava dicendo il dottore. Allora mi tolsi da quella posizione e mi infilai velocemente il suo cazzo in bocca, volevo ricevere tutto il suo succo caldo e gustarmelo con passione. Lo bevvi tutto, raccolsi con la lingua anche quelle poche gocce che gli scendevano lungo il cazzo. “Wow.. ma quanta era?” Dissi con stupore e meraviglia. Lui sorrise. Ci stendemmo sul letto l’una accanto all’altro senza parlare, l’odore del sesso impregnava la stanza, guardammo l’orologio, era ora di rientrare. Ci facemmo una doccia ci rivestimmo ed ognuno tornò alla propria casa.
Ormai era un mese che, almeno una volta alla settimana, scopavo con il mio dottore. Un giorno, dopo il momento di relax tipico del dopo sesso mi disse: “Vedo che hai una gran fame di cazzi, ho l’impressione che nonostante il mio impegno ed il mio cazzone non riesco a soddisfarti come vorresti.” Non capii dove volesse arrivare comunque replicai: “No, non ti preoccupare, ti confesso che non ho mai goduto così tanto e bene come da quando scopo con te.” “Giulia, se vuoi andare oltre ho degli amici fidati ed io potrei organizzarti un incontro con più uomini. Ti garantisco che sono tutte persone serie e soprattutto sane. Sarai il loro giocattolo sessuale, loro non vogliono limiti di sorta da te, vedrai che ti piacerà moltissimo farti usare da loro.” Questo salto di qualità mi stava incuriosendo un sacco e, fidandomi di lui, gli dissi di organizzare che sarei stata della partita. Tre giorni dopo mi chiamò: “Ciao Giulia, tutto fatto, domani alle 15.00, passo a prenderti io al solito posto.” Parcheggiai nel parcheggio del centro commerciale, lui si fermò vicino a me, sgattaiolai nella sua macchina e via. Mentre eravamo in viaggio verso la solita villettina mi spiegò: “Giulia, troverai dei miei amici, persone fidate e mature, esperte e decise, che sapranno farti godere, ti insegneranno e ti faranno fare cose che poi vorrai riprovare sempre.” Arrivammo alla villetta che ormai avevo soprannominato “la casa del piacere”, entrammo e trovai tre persone ad attendermi. Tutti e tre sulla cinquantina come il mio dottore, vestite in modo elegante e raffinato, insomma delle belle persone, scoprii in seguito che erano tre stimati professionisti amici suoi. Le prime parole furono dei complimenti sperticati nei confronti della mia persona, con molta vergogna ringraziai. Il dottore allora mi disse: “Su adesso lasciati andare, lascia che siano loro a condurre il gioco.” Detto questo mi si avvicinarono, girandomi attorno per scrutarmi meglio, come in una sorta di uno curioso girotondo. Chiusi gli occhi e li lascia fare. Sentii le loro mani su di me, mi stavano spogliando, e mentre lo facevano sentivo le loro bocche sul collo e su ogni parte di pelle scoperta. Mi fecero inginocchiare, aprii gli occhi e vidi i loro cazzi davanti alla mia bocca. Accidenti, erano tutti ben messi come il mio dottore. Era chiara la loro intenzione, mi misero il primo cazzo in bocca e cominciai a succhiarlo. A turno li spompinai tutti e tre e più succhiavo, più mi eccitavo e lo facevo con voglia e trasporto. Non avevo un attimo di tregua, uno via l’altro. Ad un certo punto mi sollevarono come una bambola e mi portarono in camera adagiandomi sul letto. Il primo dei tre, si mise in ginocchio davanti a me, portò le mie gambe sulle sue spalle e mi penetrò con un colpo secco. Al momento provai del dolore ma subito sparì lasciando spazio al piacere, intanto gli altri due mi facevano succhiare a turno i loro cazzi. Dopo poco sentii un getto caldo riempirmi la pancia accompagnato da una sorta di grugnito, aveva goduto. Il secondo volle che lo cavalcassi. Mi impalai su di lui e cominciai la mia galoppata, ero eccitatissima, in questa posizione potevo gestire io al meglio i tempi, acceleravo e rallentavo per godere di più finché anche io arrivai all’orgasmo innaffiando il fortunato di tutti i miei umori. Mi sdraia un attimo sul mio partner per qualche secondo per riprendermi dal forte orgasmo e godere di quel cazzo dentro di me, quando sentii delle dita penetrarmi in modo delicato il buchino. Capii subito che mi stavano spalmando del lubrificante. Il culo me lo aveva sverginato mio marito ma, avendo un cazzino non avevo mai avuto problemi, ora vedendo le loro dimensioni mi stavo preoccupando. Dopo poco, il terzo, mi si avvicinò e mi penetrò il culo come pensavo. Inizialmente mi fece male ma poi mi rilassai e pensai solo a godere. Accidenti mi stavano facendo una “doppia”. Li sentivo commentare, “Allora ti piacciono due cazzi? Troia, facci sentire come urli di piacere. Diventerai una cagnetta perfetta, sempre in calore” Ormai avevo perso tutti i freni inibitori ed iniziai a rispondere per le rime: “Si, voglio i vostri cazzi. Li voglio in tutti i buchi, fatemi godere alla faccia del cornuto di Giorgio. Si… sii fatemi godere… sto godendo.” E mentre dicevo così un fiume di sborra mi riempì il culo e la figa contemporaneamente, mentre stavo succhiando ancora un cazzo. Era un orgasmo dietro l’altro, appena i cazzi tornavano turgidi me li infilavano da qualche parte. Il dottore comunque non rimase a guardare, anche lui partecipò, ormai grondavo sborra da ogni parte, ero diventata il loro sborratoio. Alla fine del pomeriggio mi ritrovai con culo e figa doloranti che mi bruciavano, allora il dottore, mentre mi riaccompagnava a casa si fermò in una farmacia per comprarmi una crema lenitiva. Mentre me la consegnava mi disse: “Dalla prossima volta vedrai che con quel culo rotto che ti abbiamo fatto, proverai solo piacere a ricevere grossi cazzi, e con la figa slabbarata che ti ritrovi sarà un piacere prendere cazzi che ti arriveranno fino all’utero, vedrai che andrai fuori di testa dal piacere.” Mentre mi riportava a casa, arrivati al solito parcheggio del centro commerciale, gli dissi di fermarsi un attimo nel parcheggio sotterraneo che, vista l’ora non era molto frequentato. “Perché vuoi che mi fermi qui?” “Perché non sono soddisfatta del tutto, oggi non ho gustato la tua sborra.” Detto fatto gli feci un bel pompino dove mi gustai appieno il suo succo. Mentre ci salutavamo lo ringraziai per il piacevole pomeriggio che mi aveva fatto passare. Mentre ero sola in macchina ormai appagata di tutto, tra me e me pensavo: “Caro Giorgio, se a te non va più di scoparmi, da ora in avanti ne ho trovati altri disposti a farlo al porto tuo. Ho deciso che voglio farli godere in tutti i modi, culo, ( mmm.. come mi è piaciuto nel culo), figa bocca e in qualsiasi modo possa passarci per la testa. Sarò la loro puttana, la loro vacca da monta, e soprattutto sempre due alla volta come minimo.” Appena a casa mi feci una doccia di mezzora prima di preparare una bella cenetta per il cornuto. Ormai ero diventata dipendente dai cazzoni, ogni tanto anche mio marito si ricordava di scoparmi, ma non riusciva a darmi piacere, ero diventata un’attrice perfetta nel fingere orgasmi, meglio ancora di Meg Ryan nel film Harry ti presento Sally. Col tempo cominciai ad apprezzare anche i cazzi di colore. Giovani che studiavano all’università presso la mia città, dotati di bastoni neri come il carbone e duri come la roccia, mi riempivano tutti i buchi, non prima di averli succhiati e gustati, assaggiando golosamente i loro sapori. Per non correre rischi, a sceglierli era sempre il mio dottore, il quale era diventato il mio amante fisso. Mi organizzava dei pomeriggi dove questi ragazzi mi sbattevano e mi sottomettevano riempiendomi tutti buchi e facendomi strillare senza sosta. Alla fine ero io che li incitavo a non smettere, volevo assaggiare la loro sborra, ingoiarla a più riprese e sentirmi dire ogni tipo di insulto. Ero fiera di essere diventata una mangiatrice di cazzi, quando mi capitava, davo tutta me stessa fino a prosciugare le palle del fortunato di turno. Ora, la mia ricerca del piacere poteva considerarsi conclusa, avevo tutti i cazzi che volevo a mia disposizione e soprattutto, cazzi di misure XXL come piaceva a me. Cosa volevo di più? Non so, ma una porticina a nuove esperienze è sempre aperta.
Con mio marito Giorgio non c’è mai stato molto feeling sessuale, ci siamo conosciuti da ragazzini, qualche giochino come tutti, le prime seghe, i primi pompini, poi io dovevo darmi piacere da sola perché lui era molto egoista nel sesso. Poi dopo un anno prese la mia verginità. Anche li, lui non molto attivo, mi scopava poco e per giunta con un cazzo sottomisura. Quasi per inerzia a 22 anni ci siamo sposati, e li è cominciato il mio calvario. Il mio desiderio aumentava sempre più, ma lui non riusciva a soddisfarmi, non mi bastava masturbarmi da sola la notte distesa al suo fianco, volevo qualche cosa di più. La cosa che più mi bruciava è che ero una bella donna, alta circa 1.70, gambe lunghe, un bel seno 3 mis. abbondante e, cosa che non dispiace agli uomini, un bel culo formoso a mandolino. La prima persona ad accorgersi di questa mi insofferenza fu il mio medico. Ormai erano tre anni che ero sposata, andai da lui per un indurimento dell’addome, niente di grave, siccome sono sempre stata un po’ stitica mi capitava spesso, niente che non si potesse risolvere con un bel clistere, ma quella volta volevo chiedergli se con l’idrocolonterapia potevo avere dei migliori risultati. Entrata in ambulatorio, appena mi vide mi salutò. “Ciao Giulia, ancora alle prese con la tua stitichezza?” “Si dottore ma volevo da lei un consiglio, cosa ne pensa dell’idrocolonterapia?” “Vediamo, intanto spogliati.” In previsione mi ero vestita ed hoc, per comodità avevo un vestito di quelli che si allacciano con una cintura alla vita, e, come diceva una mia amica, modello “apri e gusta”, poi il solito perizoma, porto solo quelli, un bel reggiseno coordinato e le autoreggenti. “Bene ora stenditi sul lettino che iniziamo la palpazione.” Non era la prima volta mi visitava ma in questa occasione mi sembrò molto, ma molto pignolo. “Cominciamo dal diaframma, se schiaccio qui ti fa male?” E così cominciò a tastarmi. Poi scese verso lo stomaco facendomi le solite domande sul fatto che sentissi dolore, e piano piano arrivò all’addome. Il mio medico era un bell’uomo, sulla cinquantina, prestante, si vedeva che da giovane aveva fatto dello sport, con un po’ di pancetta, quella che molte donne come me, adorano. Sinceramente devo dire che le sue mani sul mio corpo mi davano piacere, ad un certo punto sentii le sue dita entrare nel minuscolo perizoma e sfiorarmi il clito, ebbi un brivido di piacere e lui se ne accorse. “Hai anche fitte lungo le cosce?” Mi chiese cominciando a tastarmi le gambe. “E hai anche fitte sulla schiena? Su, girati che controllo.” Mi girai e misi in mostra il mio lato B nel massimo del suo splendore. “Ti fa male se schiaccio sui reni?” Non risposi, la mia attenzione era presa dal ciò che intravedevo sotto il suo camice un po’ slacciato. I suo completo azzurro, tipico di medici e infermieri, lasciava intravedere un gonfiore sospetto sulla patta, prova che anche lui era eccitato. Ormai non mi chiedeva più niente, le sue mani erano sul mio culo ed io, istintivamente lo rialzai come segnale di piacere ed emisi un gemito. Ero tutta eccitata, il sangue mi ribolliva. “Giulia, posso farti una domanda? Ma a letto con tuo marito come va?” “Dottore, lei lo conosce Giorgio, sempre preso con il suo lavoro, quando scopiamo una volta alla settimana è già tanto, e poi ha il cazzo piccolo, a volte non riesco neanche a sentirlo e soprattutto non riesce a farmi godere. Quando lo facciamo poi lascio che lui si addormenti per poi darmi piacere da sola.” “Accidenti, questo è un bel guaio davvero.” Intanto, mentre parlava, continuava a massaggiarmi il culo con qualche scivolata di un dito sul mio buchino. “Vedi, una intensa attività sessuale potrebbe anche favorire il moto intestinale.” Mi disse con tono professionale poi, avvicinandosi all’orecchio, mi sussurrò con tono meno professionale: “Siamo sinceri, una bella donna come te ha bisogno di essere scopata tutti giorni e da grossi cazzi che la facciano anche godere.” Quindi aggiunse: “So che tu lavori fino alle 14.00, me lo dici sempre quando prendi appuntamento, Giorgio non torna mai prima delle otto di sera, vivete da soli, hai tutto il pomeriggio libero, hai tempo per prenderti cura di te, non so se mi capisci.” Certo che avevo capito, voleva suggerirmi di farmi un amante, ma la cosa non mi solleticava più di tanto. La mia famiglia era molto conosciuta nel quartiere e la gente, come si dice, mormora. Intanto continuava a massaggiarmi culo e ano, ed io non riuscivo a togliere lo sguardo dal suo gonfiore. Ahimè lui se ne accorse, senza dire altro mi allungò le braccia sopra la testa in modo che sporgessero dal lettino, quindi posizionandosi da quella parte continuò a massaggiarmi appoggiando il suo pacco sulle mie mani. Al contatto cominciai a ricambiare il messaggio finché non lo sentii crescere del tutto, lui allora slacciò il cordino che teneva su i pantaloni e me lo mise in mano. Ne uscì una bestia che era tre volte quello di mio marito, sarà stato 22 cm. Con una grossa cappella circoncisa che mi fece restare a bocca aperta. La mia espressione valeva più di cento parole. “Vedi Giulia, con questo cazzo ho fatto godere molte donne, e dopo non sono più riuscite a farne a meno. Secondo te perché faccio molte visite a domicilio? Ora, sta a te decidere se lo vuoi assaggiare o no, pensaci, chiamami a questo numero e ci accorderemo per una visita a domicilio. Ahh.. per il tuo problema il solito clistere.” Mi rivestii, misi il numero in borsetta e dopo esserci salutati, questa volta in modo molto meno formale del solito, tornai a casa. Ci pensai tutta notte e non solo, il pensiero delle sue mani sul mio corpo e l’immagine di quel cazzone non riuscivano a lasciarmi sola, tanto che dovetti masturbarmi per calmare i mie bollori. La mattina seguente, appena mio marito uscì di casa lo chiamai. “Buongiorno dottore, sono Giulia.” “ Ciao Giulia, sento con piacere la tua voce, dimmi pure.” “Ci ho pensato tutta la notte, non posso buttare via la mia gioventù, ho solo 25 anni, ho voglia di vivere, poi quel cazzo…” Lui mi fermò. “Non continuare, ho capito, e penso tu stia facendo la cosa giusta, dimmi quando vuoi che venga a farti una visita a domicilio.” “No dottore, preferirei incontrarla lontano da casa se per le va bene lo stesso, e se lei ha tempo anche oggi stesso” Al solo pensiero di toccare e succhiare qual cazzone mi stavo bagnando. “Va benissimo oggi, non ho ambulatorio, facciamo alle 15.00, vengo io a prenderti io e, tranquilla, ho io un posto sicuro dove andare. Per non dare nell’occhio aspettami con la tua auto nel parcheggio del centro commerciale. Ciao.” Alle 15.00 esatte ero nel parcheggio del centro commerciale, anche lui fu puntuale. Scorse la mia auto e parcheggiò di fianco a me. Scesi dalla mia e salii sulla sua in pochi secondi. Indossavo una minigonna con perizoma, le solite autoreggenti e un reggiseno push-up che faceva sembrare il mio seno, una 3 mis. abbondante una 5 mis. e sopra una camicetta sapientemente slacciata, ed un paio di scarpe décolleté tacco 10. Appena mi vide mi squadrò da testa a piedi. Ripartimmo subito, scambiandoci le solite battute di circostanza. Mentre parlavamo lui cominciò ad accarezzarmi la coscia, poi mi disse: “Togliti il perizoma.” Mi alzai un poco la gonna ed ubbidii senza battere ciglio. La sua mano si fece più impertinente tanto che cominciò a massaggiarmi con due dita il clito. Era la prima volta che qualcuno prendeva una tale iniziativa, farlo in automobile mentre viaggiavamo, con la possibilità che qualche camionista dall’alto del suo mezzo ci vedesse, lo trovai estremamente eccitante così che, senza dire altro, abbassai lo schienale del sedile in modo da favorire il suo massaggio e lo lasciai fare, accompagnando il tutto con un mio movimento del bacino. Non ci volle molto prima di raggiungere il primo orgasmo della giornata. Alla fine infilò le sue dita nella mi patatina e se le mise in bocca. “Wow… buonissimo il tuo sapore, dopo lo voglio assaggiare meglio.” Il tempo di riprendermi ed arrivammo in una villettina isolata, si fermò davanti e con il telecomando apri sia il cancello che la saracinesca del garage. Dal garage arrivammo direttamente in casa. L’appartamento non era molto grande ma accogliente. “Vuoi bere qualcosa?” Mi chiese. “No grazie, sto bene così, magari un bicchiere d’acqua.” Mi servì il bicchiere d’acqua e, mentre bevevo, da dietro cominciò a baciarmi sul collo tanto che a momenti mi ingozzai con l’acqua. Le sue mani subito corsero sui mie seni e con maestria mi slacciò la camicetta facendola scendere dalle mie spalle, quindi fu la volta del reggiseno. Mentre massaggiava a piene mani le mie tette, sentivo il suo maestoso cazzo duro appoggiato contro il mio culo. Ormai ero praticamente nuda. Si sfilo i pantaloni e mi girò. Mentre sentivo il calore del suo membro contro il mio ventre, mi baciò in modo profondo ed io risposi con molta passione. Con una mano presi il suo cazzo, era uno spettacolo! Bello, turgido, caldo, lungo, grosso, non era per niente come quello di mio marito. Senza che me lo chiedesse, mi venne naturale inginocchiarmi davanti a lui e spompinarlo. Ad un certo punto mi fermò: “Ehi, quanta fretta, abbiamo tutto il pomeriggio per noi.” Mi prese in braccio e mi portò in camera, finimmo di toglierci quei pochi indumenti che ancora avevamo addosso, quindi mi distese sul letto, e mi aprì le gambe così da mostrare la mia fichetta rasata in tutto il suo splendore, quindi cominciò a leccarmela. “Su, fammi assaporare appieno il gusto dei tuoi umori.” Sentivo la sua lingua correre dal buchino lungo il perineo, poi nella fichetta ormai bagnatissima, fino al clito. Li, si soffermò e comincio a lapparmelo con ritmo ed intensità. Il mio respiro divenne sempre più corto finché ad un certo punto esplosi in un potente orgasmo che gli riempì la bocca con un violento getto di umori vaginali. “Accidenti, la mia porcellina squirta, complimenti!” “Scusa non so cosa mi sia successo, è la prima volta che mi capita.” “Bene, facciamo allora che non sia l’ultima.” Dopo queste battute fu il mio turno, si girò sulla schiena ed io mi avventai sul suo cazzo eretto. Era uno spettacolo vederlo così turgido. Lo presi tra le mani, una non bastava, e cominciai a leccargli la cappella, ad ogni mia leccata lo sentivo fremere. Dopo averglielo insalivato bene, lo misi con molta fatica,tutto in bocca e cominciai a succhiarglielo, mentre con una mano gli massaggiavo le palle. I suoi gemiti erano sempre più forti e, tenendomi per la testa dava il ritmo ai miei movimenti, si vedeva che gli piaceva e stava godendo tanto che cominciò ad incitarmi. “ Siii.. dai.. brava, così. Succhiami anche le palle… Non avrei mai detto che eri una così brava troietta, dai non ti fermare, voglio farti assaggiare la mia sborra. La devi bere tutta vedrai come è buona. Lo fanno tutte le vere zoccole che si rispettino. Scommetto che tuo marito…” Lo interruppi bruscamente. “Lascia stare quel cornuto di Giorgio, adesso sbattimelo in fica, voglio sentirmi riempire tutta da un bel cazzone, ahimè una sensazione che non ho mai provato. La tua sborra me la farai assaggiare alla fine, e ti assicuro che me la voglio proprio gustare tutta.” Detto questo gli salii sopra e mi impalai con quell’enorme bastone, era talmente grosso, o forse non ero ancora stata sverginata del tutto dal cazzino di mio marito, che provai un po’ di dolore, ma non mi fermai. Al colmo dell’eccitazione cominciai a cavalcarlo selvaggiamente. Finalmente stavo scoprendo cosa fosse il vero piacere. Dopo pochi colpi ebbi il terzo orgasmo della giornata, anche questo accompagnato da una abbondante emissioni di fluidi vaginali. “Ohh si.. vengo anch’io..” Senti che stava dicendo il dottore. Allora mi tolsi da quella posizione e mi infilai velocemente il suo cazzo in bocca, volevo ricevere tutto il suo succo caldo e gustarmelo con passione. Lo bevvi tutto, raccolsi con la lingua anche quelle poche gocce che gli scendevano lungo il cazzo. “Wow.. ma quanta era?” Dissi con stupore e meraviglia. Lui sorrise. Ci stendemmo sul letto l’una accanto all’altro senza parlare, l’odore del sesso impregnava la stanza, guardammo l’orologio, era ora di rientrare. Ci facemmo una doccia ci rivestimmo ed ognuno tornò alla propria casa.
Ormai era un mese che, almeno una volta alla settimana, scopavo con il mio dottore. Un giorno, dopo il momento di relax tipico del dopo sesso mi disse: “Vedo che hai una gran fame di cazzi, ho l’impressione che nonostante il mio impegno ed il mio cazzone non riesco a soddisfarti come vorresti.” Non capii dove volesse arrivare comunque replicai: “No, non ti preoccupare, ti confesso che non ho mai goduto così tanto e bene come da quando scopo con te.” “Giulia, se vuoi andare oltre ho degli amici fidati ed io potrei organizzarti un incontro con più uomini. Ti garantisco che sono tutte persone serie e soprattutto sane. Sarai il loro giocattolo sessuale, loro non vogliono limiti di sorta da te, vedrai che ti piacerà moltissimo farti usare da loro.” Questo salto di qualità mi stava incuriosendo un sacco e, fidandomi di lui, gli dissi di organizzare che sarei stata della partita. Tre giorni dopo mi chiamò: “Ciao Giulia, tutto fatto, domani alle 15.00, passo a prenderti io al solito posto.” Parcheggiai nel parcheggio del centro commerciale, lui si fermò vicino a me, sgattaiolai nella sua macchina e via. Mentre eravamo in viaggio verso la solita villettina mi spiegò: “Giulia, troverai dei miei amici, persone fidate e mature, esperte e decise, che sapranno farti godere, ti insegneranno e ti faranno fare cose che poi vorrai riprovare sempre.” Arrivammo alla villetta che ormai avevo soprannominato “la casa del piacere”, entrammo e trovai tre persone ad attendermi. Tutti e tre sulla cinquantina come il mio dottore, vestite in modo elegante e raffinato, insomma delle belle persone, scoprii in seguito che erano tre stimati professionisti amici suoi. Le prime parole furono dei complimenti sperticati nei confronti della mia persona, con molta vergogna ringraziai. Il dottore allora mi disse: “Su adesso lasciati andare, lascia che siano loro a condurre il gioco.” Detto questo mi si avvicinarono, girandomi attorno per scrutarmi meglio, come in una sorta di uno curioso girotondo. Chiusi gli occhi e li lascia fare. Sentii le loro mani su di me, mi stavano spogliando, e mentre lo facevano sentivo le loro bocche sul collo e su ogni parte di pelle scoperta. Mi fecero inginocchiare, aprii gli occhi e vidi i loro cazzi davanti alla mia bocca. Accidenti, erano tutti ben messi come il mio dottore. Era chiara la loro intenzione, mi misero il primo cazzo in bocca e cominciai a succhiarlo. A turno li spompinai tutti e tre e più succhiavo, più mi eccitavo e lo facevo con voglia e trasporto. Non avevo un attimo di tregua, uno via l’altro. Ad un certo punto mi sollevarono come una bambola e mi portarono in camera adagiandomi sul letto. Il primo dei tre, si mise in ginocchio davanti a me, portò le mie gambe sulle sue spalle e mi penetrò con un colpo secco. Al momento provai del dolore ma subito sparì lasciando spazio al piacere, intanto gli altri due mi facevano succhiare a turno i loro cazzi. Dopo poco sentii un getto caldo riempirmi la pancia accompagnato da una sorta di grugnito, aveva goduto. Il secondo volle che lo cavalcassi. Mi impalai su di lui e cominciai la mia galoppata, ero eccitatissima, in questa posizione potevo gestire io al meglio i tempi, acceleravo e rallentavo per godere di più finché anche io arrivai all’orgasmo innaffiando il fortunato di tutti i miei umori. Mi sdraia un attimo sul mio partner per qualche secondo per riprendermi dal forte orgasmo e godere di quel cazzo dentro di me, quando sentii delle dita penetrarmi in modo delicato il buchino. Capii subito che mi stavano spalmando del lubrificante. Il culo me lo aveva sverginato mio marito ma, avendo un cazzino non avevo mai avuto problemi, ora vedendo le loro dimensioni mi stavo preoccupando. Dopo poco, il terzo, mi si avvicinò e mi penetrò il culo come pensavo. Inizialmente mi fece male ma poi mi rilassai e pensai solo a godere. Accidenti mi stavano facendo una “doppia”. Li sentivo commentare, “Allora ti piacciono due cazzi? Troia, facci sentire come urli di piacere. Diventerai una cagnetta perfetta, sempre in calore” Ormai avevo perso tutti i freni inibitori ed iniziai a rispondere per le rime: “Si, voglio i vostri cazzi. Li voglio in tutti i buchi, fatemi godere alla faccia del cornuto di Giorgio. Si… sii fatemi godere… sto godendo.” E mentre dicevo così un fiume di sborra mi riempì il culo e la figa contemporaneamente, mentre stavo succhiando ancora un cazzo. Era un orgasmo dietro l’altro, appena i cazzi tornavano turgidi me li infilavano da qualche parte. Il dottore comunque non rimase a guardare, anche lui partecipò, ormai grondavo sborra da ogni parte, ero diventata il loro sborratoio. Alla fine del pomeriggio mi ritrovai con culo e figa doloranti che mi bruciavano, allora il dottore, mentre mi riaccompagnava a casa si fermò in una farmacia per comprarmi una crema lenitiva. Mentre me la consegnava mi disse: “Dalla prossima volta vedrai che con quel culo rotto che ti abbiamo fatto, proverai solo piacere a ricevere grossi cazzi, e con la figa slabbarata che ti ritrovi sarà un piacere prendere cazzi che ti arriveranno fino all’utero, vedrai che andrai fuori di testa dal piacere.” Mentre mi riportava a casa, arrivati al solito parcheggio del centro commerciale, gli dissi di fermarsi un attimo nel parcheggio sotterraneo che, vista l’ora non era molto frequentato. “Perché vuoi che mi fermi qui?” “Perché non sono soddisfatta del tutto, oggi non ho gustato la tua sborra.” Detto fatto gli feci un bel pompino dove mi gustai appieno il suo succo. Mentre ci salutavamo lo ringraziai per il piacevole pomeriggio che mi aveva fatto passare. Mentre ero sola in macchina ormai appagata di tutto, tra me e me pensavo: “Caro Giorgio, se a te non va più di scoparmi, da ora in avanti ne ho trovati altri disposti a farlo al porto tuo. Ho deciso che voglio farli godere in tutti i modi, culo, ( mmm.. come mi è piaciuto nel culo), figa bocca e in qualsiasi modo possa passarci per la testa. Sarò la loro puttana, la loro vacca da monta, e soprattutto sempre due alla volta come minimo.” Appena a casa mi feci una doccia di mezzora prima di preparare una bella cenetta per il cornuto. Ormai ero diventata dipendente dai cazzoni, ogni tanto anche mio marito si ricordava di scoparmi, ma non riusciva a darmi piacere, ero diventata un’attrice perfetta nel fingere orgasmi, meglio ancora di Meg Ryan nel film Harry ti presento Sally. Col tempo cominciai ad apprezzare anche i cazzi di colore. Giovani che studiavano all’università presso la mia città, dotati di bastoni neri come il carbone e duri come la roccia, mi riempivano tutti i buchi, non prima di averli succhiati e gustati, assaggiando golosamente i loro sapori. Per non correre rischi, a sceglierli era sempre il mio dottore, il quale era diventato il mio amante fisso. Mi organizzava dei pomeriggi dove questi ragazzi mi sbattevano e mi sottomettevano riempiendomi tutti buchi e facendomi strillare senza sosta. Alla fine ero io che li incitavo a non smettere, volevo assaggiare la loro sborra, ingoiarla a più riprese e sentirmi dire ogni tipo di insulto. Ero fiera di essere diventata una mangiatrice di cazzi, quando mi capitava, davo tutta me stessa fino a prosciugare le palle del fortunato di turno. Ora, la mia ricerca del piacere poteva considerarsi conclusa, avevo tutti i cazzi che volevo a mia disposizione e soprattutto, cazzi di misure XXL come piaceva a me. Cosa volevo di più? Non so, ma una porticina a nuove esperienze è sempre aperta.
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