Una torta per tre

Scritto da , il 2010-12-03, genere trio

Mi chiamo Stefano e mi piacerebbe sapere se sono riuscito ad eccitarvi con i miei racconti, così se sono stati di vostro gradimento non esitate a scrivermi alla mia mail:sense40@hotmail.it. Vi aspetto!

Sono le 21, sto per suonare alla porta, sono sempre puntualissimo: specialmente se si prevede una serata interessante e questa aveva tutte le premesse per esserlo davvero. Avevo conosciuto Sonia per caso sul metro', la settimana scorsa, c'era sempre affollatissimo a quell'ora della sera, pieno zeppo di persone, non si riusciva a muoversi e alle fermate si subivano una serie di spintoni da persone che scendevano e poi da quelle che salivano. Una spinta in particolare me la ricordo benissimo: una stupenda brunetta, non molto alta mi venne a sbattere proprio addosso intanto che, visto che le porte si stavano per chiudere, il solito ammasso di gente cercava di riuscire ad entrare per conquistarsi anche l'ultimo posto disponibile. "Scusi" mi disse e io, chinando la testa per guardarla in faccia, non potei fare a meno di dare una sbirciata all'interno della profonda scollatura dove si vedevano chiaramente i due seni gonfi che si toccavano uno con l'altro, sicuramente con l'aiuto di uno quei reggiseni fatto apposta per risaltare le forme... stavo gia' fantasticando. "Figurati, fossero tutte come te le persone che mi picchiano contro, sarebbe un piacere" le dissi con noncuranza, gia' sicuro che non mi avrebbe risposto perche' stava gia' pensando ad altro e lo "Scusi" gli era uscito sicuramente in modo automatico. Invece no, mi guardo' dritto negli occhi e senza dire niente mi fece un sorriso. Un sorriso, a labbra unite, un sorriso che diceva tutto, un sorriso telepatico, un sorriso da chi la sa lunga e non ha bisogno di parole per farsi capire; ed, infatti, era chiaro, mi stava facendo capire i suoi pensieri: "Ti ho beccato a guardarmi le tette, maniaco, la scollatura cosi' profonda la porto apposta, non mi e' certo dispiaciuto", incredibile cosa poteva dire un semplice sorriso. E cosi' ci siamo conosciuti, Sonia, fa' l' universita', sociologia primo anno io sono Stefano programmatore 22 anni..."Anche io ho usato computer, all' universita', ma non ci capisco una sega...magari un giorno mi darai qualche consiglio" disse..."Te ne darei di consigli" pensai... Era la mia fermata, dovevo scendere, proprio nel bel mezzo del discorso, oltre che bellissima, era anche simpaticissima. E ragazze cosi' non capitano tutti i giorni. "Io scendo qua...", anticipo' lei, "Ma va'? Anch'io, strano, non ti avevo mai vista, eppure sono quasi due anni che scendo alla stessa fermata e piu' o meno lo stesso orario, le facce delle persone me le ricordo bene, sempre quelle...", "Si, oggi mi sono fermata con delle amiche in biblioteca, di solito sono qua due ore prima" ribatte' prontamente e scendemmo. Salendo le scale ero rimasto indietro apposta per darle un' occhiata completa: giubbettino in renna altezza sedere, minigonna aderente non troppo corta, calze pesanti nere che slanciavano il disegno delle gambe. Portava i capelli che le cadevano sulle spalle piegandosi all' insu', non era magrissima, era veramente fatta bene, complimenti alla mamma. "Io prendo il 27, e tu?" mi chiese, "Io ho la macchina" fu la mia risposta, ma aggiunsi timidamente, quasi sottovoce: "Vuoi un passaggio?"...."O la va o la spacca", pensai contemporaneamente..."Ah, grazie, volentieri!", usci' dalla sua bocca. Andata. Quindici minuti di traffico, parlando del piu' e del meno, ed eravamo sotto casa sua. "Sei stato gentilissimo", si protese con la chiara intenzione di darmi un bel bacio sulla guancia per ringraziare. Invece si avvicino con le labbra e le appoggio delicatamente sulle mie, altro che bacio sulla guancia, la ragazza sapeva il fatto suo esattamente come aveva predetto il sorriso sul metro'. Non si staccava, cercava la lingua e io non mi lasciai desiderare. Ci baciammo profondamente per pochi secondi quando lei esordi': "Vuoi salire? La mia coinquilina e' via per lavoro, non tornera' prima di venerdi'". Ed era solo mercoledi', come mi facevo scappare quest' occasione? Cogli l'attimo, e' un chiaro invito alla scopata. E lo colsi. Abitava sola con un'altra ragazza in un appartamento all'ultimo piano, parquet e travi a vista, tenuto molto bene, elegante, numerosi tappeti, quadri, molti libri. "Mettiti comodo", mi tolsi il giubbetto, lei lo prese e lo porto' in un' altra stanza, torno' subito dopo, adesso potevo guardarla in tutto il suo splendore: indossava una camicetta aderente di ciniglia viola, potevo ammirare ancora di piu' la scollatura adesso che si era tolta la lunga giacca in renna: rimasi un attimo a guardare, si intravedeva il bordo del reggiseno. Sul metro' non l'avevo notato: forse il giubbetto era un po' piu' chiuso della camicetta. No, ero sicuro che lo portava slacciato. Doveva aver sganciato un altro bottone, "Che porca" pensai. Lei mi fece ancora quel sorriso telepatico, ma questa volta mi parlo' chiaramente: "Ti piace guardare, vero?", "Bhe, devo ammettere che sei veramente una bella ragazza, come posso non guardarti?", risposi con un filo di voce. Ci sedemmo sul divano di pelle nera, ci cominciammo a baciare, lei prese l'iniziativa e inizio' a slacciarmi la camicia, io non mi feci attendere e in 4 secondi le tolsi anche la sua. Rimase con il reggiseno, adesso potevo ammirare tutto, gia' pregustando il momento in cui le avrei tolto anche quello. Continuavamo a baciarci ed avevamo iniziato ad accarezzarci, si alzo' si tolse la mini e le calze collant. Rimase solo in mutandine e reggiseno. Spettacolare. Io ero gia' su di giri e lei se ne accorse, stavolta l'avevo beccata io a guardarmi il rigonfiamento nei jeans. Mi sfilai anche la maglietta, rimasi a dorso nudo. Inizio' a baciarmi il collo, io le slacciai finalmente il reggiseno che si apri di netto facendo letteralmente esplodere fuori i seni che erano rimasti stretti fino a quel momento per far risaltare il decollete. "Meravigliose", pensai, belle tonde e sode, non gigantesche ma veramente notevoli. Lei continuava a baciarmi e accarezzarmi, le sue attenzioni si stavano spostando sempre piu' verso la sporgenza che mi segnava i jeans. Il suo respiro era diventato ritmato e profondo, segno che stavo facendo l'effetto desiderato. Era il suo turno, mi fece rimanere in mutande, continuava ad accarezzarmi attraverso la stoffa. Le strinsi i due seni con entrambe le mani e cominciai a baciarli e leccarli. I capezzoli al contatto della lingua diventarono presto ritti e duri, mentre il suo respiro si faceva sempre piu' affannoso. Mi tolse anche l' ultimo indumento che rimaneva e prese a masturbarmi con dolcezza. Io non resistevo piu': cominciai con le mani a scivolare sempre piu' in basso nella direzione dei suoi slip, feci una passata con la mano all'esterno e mi accorsi con piacere che i suoi umori avevano gia' attraversato la sottile stoffa. Mi fece eccitare ancora di piu', lei se ne accorse, prese a menarmelo con maggior vigore, poi si chino' prese in bocca la cappella e la affondo' fino in gola. Era sdraiata sul divano con la testa tra le mie gambe, io accarezzavo l'interno delle sue cosce con la mano, poi decisi che era il momento di arrivare al sodo: diressi lentamente, ma con decisione, la mano verso l'interno delle sue mutandine. Lei si fermo' un istante dal quel magnifico pompino, mi guardo' e mi fece ancora quel sorriso telepatico che mi aveva colpito in metro'; questa volta non capii a cosa si riferiva ma ero certo che aveva un significato ben preciso. La mia mano stava entrando lentamente sotto l'elastico e continuava ad avanzare cercando di passare sui peli del pube per poi proseguire, ma non li trovai: era completamente depilata. Non me l'aspettavo: ecco a cosa si riferiva il sorriso, "Ti piace? E' tutto liscio". Mi fece impazzire di eccitazione, le sfilai le mutande con forza, cominciai a sfregarle le dita sul clitoride. Lei dopo un sogghigno riprese a succhiarmi e lavorare di lingua con ancora piu' foga. La accarezzavo con tutta la mano, era magnificamente liscia: spalmavo i liquidi per tutto il suo ventre rendendolo lucido, stava colando copiosamente. Passavo le dita sulle grandi labbra, poi giu', dentro fino in fondo, indice e anulare , lei si muoveva ritmicamente sincronizzandosi con ogni affondo delle mia dita, sembrava burro fuso. Sentivo il suo grilletto eccitato e duro, cominciai a lavorare di piu' su quello; stava cominciando a gemere di piacere e io mi stavo trattenendo con tutte le mie forze dal venire, ero al quasi al limite. Mi sdraiai per cercare un 69 e lei si scanso' leggermente intuendo le mie intenzioni. Stavo esattamente sopra ad annusare il profumo del suo sesso, la leccavo lentamente, senza peli era ancora piu' bello, le succhiavo il clitoride, lei rispondeva succhiandomi a sua volta con piu' potenza. "Vengo...." dissi con la voce strozzata dallo sforzo di trattenermi ancora. Lei si sposto', si mise in sul tappeto davanti a me, inizio' a masturbarmi furiosamente con una mano, l'altra mano invece era scesa tra le sue gambe aperte in ginocchio, era sempre piu' porca, si stava sgrillettando: voleva venire con insieme con me. Quella scena mi fece esplodere, il primo getto copioso le ando' dritto sui capelli, aggiusto la mira per gustarsi in bocca il secondo getto, le sue dita sul clitoride andavano sempre piu' veloce, stava venendo anche lei, gemette di piacere, terzo e quarto getto in bocca intanto che ansimava, le stava colando tutto il liquido bianco sulla faccia, ero venuto in maniera impressionante, era tantissima, mi sono meravigliato di me stesso. Me lo stava leccando come un cono gelato che si sta per sciogliere, era tutta sudata e sbrodolata in faccia. L'avevo ancora duro come il marmo: "Ti voglio in fica" mi disse intanto che si toglieva il piu' grosso dalla faccia e dai capelli con le mani. Io ero sempre seduto, lei si sistemo' davanti a me, i suoi seni sodi con i capezzoli rigidi mi picchiarono contro la faccia intanto che si accomodava seduta su di me, lo teneva sempre stretto in mano, se lo sistemo' esattamente all'ingresso, ci si sedette sopra. Entro' di botto fino in fondo, lei emise un gridolino di piacere, comincio' a flettersi sulle ginocchia piano, poi sempre piu' veloce. Lo voleva sentire tutto, faceva movimenti molto ampi per permettere alla cappella di fare un percorso piu' lungo all'interno di quel forno magnifico. Si teneva stabile con le mani sulle mie spalle, io la accompagnavo tenendola per la vita. Come se lo gustava, lasciava andare con tutto il suo peso in modo da farlo penetrare piu' in fondo e tutte le volte si accompagnava con un gemito. Il suo seno rimbalzava dolcemente ad ogni colpo. Mi sembrava un sogno. "Prendimi dietro" disse. "Girati" le risposi. Cambiammo posizione, mi era sempre piaciuto farlo alla pecorina. Si appoggio' alla spalliera del divano, con le gambe divaricate, mi misi in ginocchio dietro di lei, le appoggiai una mano sul fianco, intanto con l'altra prendevo la mira. "Fai piano..." accenno' lei. "Piano?", pensai, "Cosa intende? Prima lo ho fatto male?", lo stavo gia' appoggiando alla sua fica sbrodolante quando disse: "No, non hai capito, lo voglio nel culo". "Davvero?" esclamai, lei si giro' con aria meravigliata e mi chiese "Perche' non ti va?", "No, non pensavo, mi sembrava di non aver capito, ma non osavo...", "Bhe, non e' che sia espertissima, pero' mi piace, ti ho chiesto di far piano per quello", "Saro' dolcissimo" conclusi. La situazione era critica, per me era la prima volta, non volevo fare la figura del fesso. Certo che cosi' le avrebbe fatto male. Ci voleva qualcosa, della vaselina. No, perche'? Avevo tutto il lubrificante che mi serviva e non dovevo neppure cercarlo, le stava colando sulle gambe, un bel lubrificante naturale. Le infilai due dita nella fica per raccogliere un po' di liquido e iniziai a spalmarlo esattamente sull'ano, poi con un dito cercai di ammorbidire un po' l'ingresso. Mi disse "Dai che non resisto, mi fai impazzire con quel dito", l'avevo durissimo, questo mi facilitava il compito, mi spalmai un po' di liquido vaginale sulla cappella, poi premetti sull' ano con forza, pensavo di sentire piu' resistenza, invece superato il primo momento scivolo' dentro con relativa facilita', lei emise un urlo, "Ti fa male?" chiesi "Non, ti preoccupare, continua..... tutto.... mi piace..." rispose cercando di trattenere il dolore. Piaceva tantissimo anche a me, quel foro angusto, facevo una fatica immane a spingere, lei faceva dei versi molto piu' forti di prima, dolore misto a piacere, cercava di guardarmi girandosi piu' che poteva per farmi vedere che sorrideva, che le piaceva, ma ogni tanto era una smorfia di dolore. Ero di nuovo al limite stavo per scaricarmi, urlai "Sto per venire ancora" e lei "..de...dentro...dai...", stava sbrodolando anche lei come una vacca, urlai di piacere, le stavo riempiendo il culo di sborra, lei godeva: non ci avevo fatto caso ma si stava gia' da un po' masturbando il clitoride con una mano, era incredibilmente affamata di sesso, non me lo sarei mai aspettato. Estrassi con delicatezza, l'avevo rosso scuro, l'ano di Sonia aveva perso un po' di sangue, scendeva sulle gambe mischiato al mio seme che le fuoriusciva copioso dal culo martoriato. Lei si giro' lentamente mi guardo', era esausta, tutta sudata, le scendevano delle lacrime dagli occhi ma sorrideva soddisfatta. "Magnifico...che bella chiavata" esclamo'. Io ero distrutto, finalmente si stava ammosciando, era stanco anche lui. "Non ti credevo cosi' porca...ci siamo conosciuti solo oggi" risposi. Lei mi fece il famoso sorriso telepatico e disse: "Mi sei piaciuto subito appena ti ho incontrato sul metro', quando mi hai guardato la scollatura". E cosi' ci siamo ripuliti e rivestiti, poi salutati con un bel bacio. Mi ha congedato con una pacca sul sedere e uno di quei suoi soliti sorrisi che mi lasciavano sempre dubbioso. Ci siamo rivisti ancora in quella settimana, a casa sua, l' ultima volta l' avevamo fatto in camera; il lavoro della coinquilina era impegnativo e lei era spesso a casa da sola. Sonia era una ragazza unica, bellissima, simpatica, una gran macchina da letto e quella fica depilata mi faceva impazzire. Cosa potevo volere di piu'? I sorrisi telepatici, ormai li chiamavo cosi', erano la parte di Sonia che mi lasciava sempre con qualche dubbio, qualcosa che mi sfuggiva. Alle volte invece che parlare si limitava a sorridere e pensare. Tante volte riusciva perfettamente. Capivo tutto esattamente dal sorriso, cosa voleva, cosa intendeva. Ma alcuni erano proprio indecifrabili. "Cosa fai domani sera? Vieni da me? Sai voglio fare una torta, ma non sono molto brava, volevo un parere da te...", "Certo che vengo, alle nove sono li, solito orario". Quando mi chiama Sonia non me lo faccio ripetere due volte, qualsiasi impegno con qualche amico viene disdetto immediatamente. E poi, la torta, ma dai, le solite scuse, ha sempre in mente qualcosa, forse si spalmera' la panna sulla fica e me la fara' mangiare, non mi stupisco piu' di niente. Ormai la conosco abbastanza bene, abbastanza, si... quasi. Eccomi qua' davanti a casa sua, gia' mezzo eccitato al pensiero di cosa mi aspetta stasera. Si apre la porta, ma non e' Sonia. "Ciao Stefano, entra pure, accomodati, io sono Luisa, la ragazza che vive con Sonia". Mi ha fregato in pieno, altro che torta, anzi, a questo punto, la torta c'e' davvero, che cazzo ha in mente? Mi fa conoscere l'altra? E perche' non mi avvisa? Entro in casa vistosamente imbarazzato. Luisa lo nota e mi dice "Scommetto che Sonia non ti aveva detto che ero a casa. Sai, le piacciono le sorprese e le situazioni impreviste". Gia' quanto lo so. Ma questa me la paga, la prossima volta che la inculo non metto il lubrificante.  "Ciao Stefano, benarrivato, hai visto, stasera c'e' anche Luisa!" esordisce' Sonia uscendo dalla cucina. "Fanculizzati" penso. "Gia' mi fa piacere conoscerla. Potevi avvisare che magari le portavo un pensierino" dico falsamente. Brutta stronzetta. La mia mente continua a vendicarsi: "D'accordo, stasera si ride e si scherza ma domani ti inculo a sangue cara la mia Sonia". "Accomodati. Vuoi qualcosa da bere?" mi chiede Luisa, intanto che di dirige verso il mobile bar dietro il divano. "Quello che prendi tu" rispondo sedendomi sul divano. Luisa mi pone un bicchiere e si siede, con in mano il suo, sulla poltrona davanti a me. E' veramente una bella donna. Deve essere sulla quarantina anche se, a prima vista non li dimostra affatto. Fisico slanciato e atletico, calze di nylon nere abbastanza leggere da far vedere in colore della carne, minigonna nera attillata e per finire indossa un maglioncino leggero a collo alto. Peccato, devo accontentarmi di guardarle le gambe e sognarmi il decollete. Luisa comincia a parlare, mi chiede del lavoro e io rispondo, scopro che fa la hostess. Chiacchieriamo per un po', e' simpatica e scazzata. Sonia e' in cucina che finisce la torta. Luisa si china per posare il bicchiere ormai vuoto, il mio e' si e no a meta'. Ne approfitto subito per guardarle le gambe, piegandosi le ha leggermente divaricate, riesco chiaramente a notare che porta delle autoreggenti: vedo la pelle nuda sopra l'elastico. Si sta rialzando proprio mentre cerco di arrivare piu' in alto. Fortunatamente non si e' accorta. Bevo un altro sorso dal bicchiere, sospirando senza farmi sentire. Il discorso prosegue senza un senso preciso, parliamo a ruota libera. Noto che ha ristretto le gambe, anzi, sistemandosi sul cuscino della poltrona le ha divaricate ancora di piu', adesso e' ancora piu' semplice. Vado con gli occhi dritto alla meta. Un tonfo al cuore, divento paonazzo in faccia: non porta le mutandine, ed e' completamente depilata anche lei. Luisa mi coglie in pieno, vorrei nascondermi sotto terra per la vergogna, ma, tranquillamente, dice: "Non arrossire, non e' di tuo gradimento? Ho visto che prima tentavi di guardare senza successo, cosi' ti ho aiutato..." dice . Cosa sta succedendo? Non ho parole, non so cosa rispondere, ma mi e' diventato duro come l'acciaio. "Ti ha fatto un bell'effetto..." aggiunge. E' vero. Un lungo rigonfiamento parte dal centro dei jeans e mi arriva in diagonale fino quasi alla cintura. Non posso negare l'evidenza. "Ecco, mi sono fatta attendere un po', la torta e' servita", esclama Sonia entrando in salotto con in mano il dolce. Lo posa sul tavolino di cristallo di fronte al divano, appoggia anche tre piattini con le relativa forchettine. Non si e' accorta di nulla. Io sono impietrito sul divano, non mi muovo. Luisa da un' occhiata netta all'amica. "Stefano mi sembra un po' imbarazzato, si e' accorto che non porto le mutandine e se ne e' accorto anche il suo cazzo", dice Luisa con un velo di sorriso sulle labbra. Sonia la guarda, sfodera uno di quei sorrisi telepatici in direzione dell'altra che risponde con uno identico. Sono in balia della situazione. "Stefano, mi spiace metterti a disagio, vedo cosa posso fare", dice Sonia intanto che si sbottona anche gli ultimi bottoni della camicia di jeans che porta sopra a dei pantaloni attillati. Lascia cadere la camicia sul tappeto, non porta il reggiseno e ha i capezzoli gia' duri. Mi e' tutto chiaro improvvisamente, sono rosso in faccia ma mi eccito ancora di piu'. Si sfila anche i pantaloni, rimane solo con le mutandine. Si siede accanto a me, mi slaccia la cintura, poi i jeans. La aiuto a sfilarmeli, non faccio in tempo a toglierli che Sonia me lo prende in bocca e comincia una pompa da favola che solo lei sa fare. Guardo l'amica davanti a noi: sorride compiaciuta, poi si alza e si siede sul divano dietro Sonia, comincia ad accarezzarle l'interno delle cosce. Sono al settimo cielo. Luisa sfila gli slip dell'amica e comincia ad infilare le dita nel sesso nudo e liscio, Sonia non fa una piega e continua a succhiarmi con vigore, poi piano comincia a muoversi al ritmo delle carezze dell'amica che, contemporaneamente, si e' tirata su la mini e si masturba con l'altra mano. "Sonia, ti dispiace se conosco un po' meglio il tuo amico?", "Assolutamente", risponde Sonia continuando a menarmelo con la mano. Sonia mi guarda negli occhi cercando uno sguardo di approvazione. Ho la mente che naviga chissa' dove, sto come naufragando su uno scoglio in mezzo all' oceano, la guardo con occhi persi senza parlare. Luisa si alza, sfila la minigonna, poi si toglie il maglioncino a collo alto mostrando un reggiseno a balconcino che sostiene a fatica i due grossi seni. Sonia si alza e l'aiuta a slacciarlo, "Ecco, fatto" aggiunge. Davanti a me ci sono Luisa vestita solo di due calze autoreggenti e Sonia completamente nuda. Io tolgo maglione e maglietta, comincio a connettere e a prenderci gusto della nuova sorpresa che mi ha fatto Sonia. Luisa si accomoda sopra le mie gambe, io rimango seduto, Sonia me lo riprende in mano e lo accompagna nella fica gia' sbrodolante dell'amica, la penetro completamente, e' una voragine enorme, caldissima come quella dell'altra. Luisa respira ansimando, le tette picchiano una contro l'altra a ritmo del movimento, la stessa scena di pochi giorni prima, la prima volta con Sonia si ripete adesso con la sua coinquilina. Sonia si e' seduta di fianco a noi, mi guarda si avvicina e mi bacia, io la accarezzo, le passo una mano sul seno e poi vado giu' a cercare la fica, e' bellissimo, tutto liscio fino in fondo, passo le dita in mezzo alle grandi labbra: sta colando come una fontana. Le infilo un paio di dita, poi comincio a sgrillettarla. Continuo a baciare Sonia, Luisa continua a scoparmi con gusto, poi Sonia si stacca da me, l'amica si avvicina, cominciano a baciarsi tra di loro, le lingue si toccano, si sfregano, si mangiano con le labbra e io sono qui che osservo tutto. Sonia ha aggiunto la sua mano alla mia sul suo sesso. "Sonia, prendi Teddy..." ansima Luisa. "Teddy? E adesso cosa succede?" penso, Luisa mi legge nel pensiero e sorride, sempre alla solita maniera. Sonia alza un cuscino del divano e cerca qualcosa: estrae da un angolo un cilindro bianco a punta di una ventina di centimetri. "Cazzo, un vibratore", penso senza parlare. Sonia si alza e si mette in piedi di fianco all'amica, si sfrega in vibratore spento sulla fica, poi senza infilarlo lo fa passare in mezzo un paio di volte. Appoggia una mano alla natica dell'altra e poi comincia a sfregare il cilindro fradicio di umori sull'ano di Luisa che, contemporaneamente, ha rallentato il ritmo quasi fermandosi per permettere una lubrificazione migliore, poi con decisione Sonia le infila il vibratore dentro nel culo quasi completamente e lo accende. Luisa emette un gemito di piacere e comincia di nuovo a muoversi sempre piu' velocemente. Il vibratore fa effetto anche a me, lo sento attraverso le carni di Luisa, non riesco piu' a resistere, Sonia e' dietro di noi che controlla il lavoro nel culo, io che fatico a trattenermi dal non venirle in fica. "Vengo...", dico all'ultimo momento, "Dai, ti voglio sentire dentro...vai..." aggiunge lei. Mi svuoto immediatamente, ho un orgasmo violento, la sto riempiendo di sperma, Luisa gode subito dopo, complice il lavoro svolto da Sonia che sta togliendo e rinfilando in continuazione il vibratore nel culo dell'amica. "Stupendo, mi avete fatto morire...", conclude Luisa lasciandosi andare di fianco a me. E' visibilmente stanca ma soddisfatta. Io non cedo, l' ho ancora duro come un palo, Sonia rivolgendosi all'altra: "Mi hai fatto venire un certo solletico nel vedere come godevi con Teddy nel culo", e aggiunge: "Vediamo se Stefano ci soddisfa entrambe", poi, guardando l' asta rigida che mi emerge dalle gambe: "Vedo che sei gia' pronto". Detto fatto, Sonia si mette alla pecorina sul tappeto con la faccia rivolta verso la sua amica, le appoggia le mani sulle ginocchia. Luisa, ancora stanca, le accarezza i capelli, un rivolo bianco le scende dalla vagina. Io mi metto dietro Sonia e, dopo il solito lavoro di lubrifica, lo infilo dolcemente nell' ano, piano, fino in fondo. Ad ogni colpo Sonia emette un gridolino di piacere, l' ho inculata ancora dopo la prima volta, ormai il dolore e' scomparso. Abbiamo preso un bel ritmo, ho le mani sui suoi fianchi e l'accompagno nel movimento, Luisa scivola un po' piu' giu' sul divano, tirata dall'amica. Sonia le inizia a leccare la fica, piano dolcemente, cercando di gustarla fino in fondo. Non riesco a vedere bene, la testa di Sonia mi copre la visuale, posso solo immaginare dai movimenti: quando tiene si tiene il piu' ferma possibile le stara' stuzzicando velocemente il clitoride senza appoggiarsi, mentre quando si muove piano con la testa le avra' infilato dentro tutta la lingua fino in fondo, se invece il movimento e' piu' deciso la sta' mordendo piano, cercando di mangiarsela tutta. Sonia e' troppo abile e esperta in quel gioco erotico, Luisa non resiste, inarca i reni sporgendo il petto, alza le gambe, appoggia i piedi sul divano cercando di divaricarsi il piu' possibile per offrirsi meglio all'amica si stringe i seni con le mani, con le dita si tortura i capezzoli. E' uno spettacolo da non perdersi. Io continuo nel mio lavoro ma cerco di essere piu' partecipe, cosa posso fare? Intanto che insisto nel culo di Sonia mi viene un' idea, mi guardo intorno: il vibratore e' sul tappeto di fianco a me, allungo la mano e lo raccolgo. Luisa mi guarda, cercando di intuire le mie intenzioni. Voglio far venire Sonia piu' velocemente, perche', pur trattenendomi, sono gia' al limite. Porto lo strumento sotto Sonia, cercando di infilarglielo in fica, la posizione e' scomoda, ho qualche problema, alla fine riesco a centrarlo. Lo sfrego sull'ingresso sbrodolante, poi sul grilletto. Luisa e' al limite, parla a fatica: "Dai Stefano, cosi', falla go...de....reeee", ha un orgasmo improvviso, si schiaccia la testa di Sonia sul ventre e urla di piacere. Io ho finalmente infilato Teddy al suo posto e lo accendo. Sono un po' impacciato, non riesco a fare bene tutto insieme. La mano di Sonia mi viene in aiuto, prende il controllo del vibratore all'interno della sua fica, lo comanda lei ora, io posso concentrarmi solo sul culo. Inizio a spingere con piu' decisione facendo appoggiare ritmicamente il corpo della ragazza contro il divano. Ha la testa appoggiata sulla pancia dell'amica che, amorevolmente le ha appoggiato una mano sui capelli. Sonia comincia finalmente a godere, il respiro si fa profondo e affannato, emette piccoli versi poi grida: "Vengo!....", io appena dopo le scarico nel culo un litro di sperma e, dopo i pochi, ultimi colpi, stanchissimo, mi lascio andare su di lei. Riprendo fiato e mi siedo sul divano, Sonia si e' lasciata andare sul tappeto, rivolta verso di me, ha la faccia parzialmente coperta da una gamba di Luisa. Mi guarda, e' stanca, non parla, poi inizia un discorso: "Io e Luisa siamo amiche intime", "Molto intime, me ne sono accorto" aggiungo io, sorridendo. Luisa, aprendo gli occhi, inizia a parlare: "E' la prima avventura che viviamo in tre e devo ammettere che mi e' proprio piaciuta" e, tirandosi un po' su le autoreggenti, continua: "Abbiamo comunque anche vite sessuali separate, non pensare troppo male...". Interviene Sonia: "Bhe, non proprio separate completamente, ci divertiamo anche a spiare...", "Spiare?", chiedo io con curiosita'. E' Luisa a rispondermi: "Si, e' vero capita che ci spiamo, lo specchio della camera da letto e' trasparente dall'interno dell' armadio. E, visto che e' solo l'armadio a separare le due camere e' sufficiente entrare dall'altra parte, sedersi e godersi lo spettacolo: meglio che il cinema!". Luisa finisce la frase un po' ridendo. "Allora hai spiato anche me?", le domando, "Solo ieri, Sonia ti ha portato in camera apposta, voleva che ti vedessi". "Pazzesco...", dico io passandomi una mano sulla testa. "Eccitante, vorrai dire..." conclude Sonia. Gia', eccitante, ha ragione, il discorso dello specchio mi ha fatto uno strano effetto, mi e' diventato di nuovo semiduro; Sonia allunga la mano e comincia ad accarezzarmelo piano, lo sta portando alla giusta consistenza, ci riesce in pochi secondi, si volta verso l'altra: "Chi si fa' un altro giro?", poi, dopo un attimo di pausa, "Pari?", e Luisa, quasi ridendo: "Ok, dispari", agitano una mano ciascuna: "4", "2". "6, pari!", esclama Sonia scoppiando a ridere accompagnata, a sua volta, dall'amica. Io non mi trattengo, mi metto a ridere anche io e dico: "Mi sembrate un po' fuori di testa, voi due...", mai vista una cosa simile. Sonia si alza in piedi, mi fa' spostare e si sdraia supina sul divano, con una mano si allarga le labbra del sesso offrendosi spudoratamente a me, e' ancora madida di umori. Mi stendo su di lei e lo infilo dentro piano, poi inizio un movimento lento e profondo, il suo respiro ha gia' cambiato frequenza, si aiuta inarcando il bacino in corrispondenza dei miei affondi, non c'e' nessun attrito, mi sembra di essere un cubetto di ghiaccio che scivola su un vetro al sole, e' meraviglioso. Luisa, nel frattempo, si e' alzata, ha indossato la camicia di jeans di Sonia senza abbottonarla e si avvicina verso di noi, poi ci gira le spalle, si china, la camicia le scivola lungo i fianchi lasciando scoperto tutto il sedere; e' piegata completamente sul tavolino con le gambe dritte semiaperte. Sta tagliando una fetta della torta, come se niente fosse, come se, alle sue spalle, non stesse accadendo nulla di particolare, come se la sua amica non stesse scopando 40 centimetri dietro di lei, sta semplicemente tagliando una fetta di torta. La guardo senza interrompe la penetrazione, Sonia allunga una mano, le accarezza una gamba, sale, supera l'elastico della calza, sale ancora, disegna un semicerchio sulla natica nuda, le passa un dito sull'ano soffermandosi una frazione di secondo, poi scende in basso, soffermandosi delicatamente sull' ingresso della vagina, le fa passare la mano in mezzo, le dita raccolgono una dose di secrezioni che stanno ancora fuoriuscendo. Luisa non si scompone, sta mettendo la fetta di torta dentro un piattino. Sonia, con voce dolcissima quasi sussurrando le parla: "Sei ancora inzuppata...", poi, sogghignando perversa, aggiunge: "La prossima volta scegli pari....". L'amica le risponde senza voltarsi: "Ah cara mia, non c'entra nulla, lo sai... pari e dispari, e' solo questione di fortuna....", poi si dirige verso la poltrona di fianco a noi, si siede appoggiando una gamba penzoloni sul poggiabraccia, in quella posizione mostra completamente in taglio della fica lucida, la camicia aperta le lascia completamente scoperto un seno, inizia a mangiare la torta, ci guarda come se stesse guardando la televisione. L' atmosfera creata da quella scena e' sconvolgente, mi accelera l' orgasmo, sto gia' per venire. "Sonia, sono al limite...", dico con voce strozzata. Ci fermiamo, lei scende dal divano, si mette in ginocchio, io mi alzo in piedi davanti a lei, vuole offrire uno spettacolo alla sua amica. Me lo prende in bocca, inizia a succhiare la cappella con forza, con la lingua mi fa impazzire, mentre con la solita mano e' gia' scesa a masturbarsi, in quella posizione fa' sempre cosi', l' altra scivola stretta per tutta la lunghezza dell' asta. Non mi trattengo un secondo di piu', le schizzo in gola, lei se lo sfila e io le getto di nuovo sul naso, poi sulla fronte e alla fine le centro in pieno la bocca aperta, con l'ultimo schizzo. Le cola tutto il liquido bianco sulla faccia, sembra che indossi una maschera di sborra. Sono stravolto, mi lascio andare sul divano, lei si pulisce come puo' con le mani e gli avambracci. "Brava Sonia, complimenti, stavolta la torta e' uscita benissimo", interviene Luisa posando il piatto, ormai vuoto, sul tavolino. Sonia si alza in piedi, e' sudata, ha i capelli appiccicati alla faccia, ma e' sempre bellissima, "Vado a fare una doccia", mi dice e poi si dirige verso il bagno. Io resto immobile sul divano, Luisa si e' alzata e sta sistemando un po' la stanza, "Che donna incredibile" penso, le guardo la camicia svolazzare, i seni che si muovono quando cammina, il pube depilato. Si volta di fronte a me: "Se vuoi puoi lavarti la'. C'e' un' altra doccia" e m' indica un' altra porta. "Grazie, ne ho proprio bisogno", rispondo. Non e' proprio un bagno, c'e' una specie di doccetta in fondo nell'angolo, un muretto basso le chiude il lato di fronte all'ingresso, "Deve essere la lavanderia" penso, c'e' la lavatrice e un paio di cestini per il bucato, mentre appena sull'ingresso e' sistemato un grosso lavandino profondo simile ad una vaschetta. Ci sono due grossi asciugamani ripiegati su un armadietto di fianco alla doccia. Apro l'acqua calda e inizio a lavarmi. Dopo poco entra Luisa, ha in mano il vibratore, non posso fare a meno di pensare: "Che ha intenzione di fare? Di masturbarsi intanto che faccio la doccia?". "Gli asciugamani sono li", mi dice, poi si volta e inizia a lavare il vibratore nella vaschetta. Sorrido, mentre chiudo l'acqua, pensando al malinteso, lei si avvicina e mi passa un asciugamano, mi do' una passata veloce, poi lo stringo in vita e torno in salotto. Sonia e' seduta sul divano, indossa un accappatoio stretto in vita, un po' aperto sul davanti fino alla cintura, si vede l'interno dei seni. Ai piedi ha delle buffe ciabatte di spugna, ha la faccia rilassata e un po' assonnata, e' bellissima. "La mangi una fettina di torta?", mi chiede. Devo ammettere che mi e' venuta una certa fame e accetto. Continuo a guardarla, i capelli bagnati sembrano neri, le ciocche disordinate le cadono mosse sulle spalle. Inizio a rivestirmi intanto che vengono tagliate due fette di torta, Luisa e' a sua volta sotto la doccia, si sente il rumore dell' acqua. Non parliamo molto, la torta non e' un gran che, eppure l'amica aveva detto il contrario poco prima. "Com'e'?" mi chiede Sonia, "Buona..." rispondo meccanicamente, "Davvero?", insiste, mostrando un espressione quantomai seria, "Certo!" le confermo guardandola negli occhi. "Dovete smetterla di raccontarmi palle, sento benissimo che fa schifo, ho anche io il senso del gusto...", ha la faccia incazzata, io le sorrido e, dopo un attimo di falso broncio, mi sorride anche lei. Guardo l'orologio. E' tardissimo, domani lavoro. Devo scappare. Sonia mi guarda: "Che c'e'?" e io subito: "Cazzo, non mi sono reso conto, non vedi che ore sono?", lei scoppia a ridere e dice: "Il tempo vola quando ci si diverte....". Finisco di allacciare le scarpe e mi rialzo di fretta, indosso rapido il giubbetto, in quel momento esce Luisa dalla doccia, si sta asciugando i capelli con il bordo dell' accappatoio, non l'ha ancora chiuso, ci mostra spudorata tutto un' altra volta, dei rivoli di acqua le scendono sui seni lucidi, i capezzoli sono rigidi per il freddo improvviso uscendo dalla doccia, altre gocce le scorrono giu' per il ventre fino a scivolare ai lati del sesso depilato, piano si sfrega con l'accappatoio e si asciuga. "Che fai, stai gia' scappando?", mi chiede, "E' tardissimo, domani lavoro...", le rispondo incamminandomi verso il portone di ingresso, lei si avvicina: "Va bene, ciao allora, buonanotte...", mi da un lungo bacio sulla bocca, limoniamo anche un po', poi e' il turno di Sonia che me ne da uno molto piu' lungo, piu' profondo, sento la sua lingua arrivare quasi in gola, restiamo attaccati per un paio di minuti, mi stringe, io la stringo a me. "Ci sentiamo domani, amore, ciao...", mi apre il portone ed esco, la guardo mentre scendo le scale, lei mi guarda a sua volta con la porta socchiusa e, prima di chiuderla, mi soffia un bacio con la mano. Scendo le scale velocemente, quasi di corsa e penso, continuo a pensare, penso alla lunga, incredibile, stupefacente serata appena trascorsa, mi viene in mente una frase che leggo frequentemente dove lavoro, ne studio immediatamente una simile: "Sonia, cosa mi combinerai domani?".

Mi chiamo Stefano e mi piacerebbe sapere se sono riuscito ad eccitarvi con i miei racconti, così se sono stati di vostro gradimento non esitate a scrivermi alla mia mail:sense40@hotmail.it. Vi aspetto!

Questo racconto di è stato letto 6 2 7 6 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.