Finalmente (sicura?)

Scritto da , il 2016-11-19, genere dominazione

Aprii gli occhi a fatica. Mi ci volle qualche minuto per riuscire ad alzarmi. Sollevai piano la testa e mi guardai intorno: ero stesa su un ampio letto circolare al centro di una stanza sconosciuta. Ero nuda. Mi alzai malamente aggrappandomi al lenzuolo che mi avvosi intorno per coprirmi. Il pavimento era ghiacciato. Sulla destra una porta aperta mostrava un piccolo bagno. Avevo bisogno di fare pipì e di darmi una rinfrescata. Ci entrai: un grande specchio occupava mezza parete. Ignorai i segnali mandati dalla mia vescica e rimasi impietrita a guardare la mia immagine riflessa. Avevo il volto estremamente stanco, gli occhi cerchiati da un alone nero e tracce di trucco della sera prima...già....la sera prima? Mi avvicinai allo specchio e notai dei segni rossi ai polsi e alle caviglie, sembravano delle scottature. Feci scivolare il lenzuolo, aprii l' acqua calda ed entrai nella doccia; mi accasciai facendomi scorrere l' acqua dal collo e cercai di ricordare cos' era successo la notte precedente e dove mi trovassi ora. Rimasi così per una buona mezz'ora, fino a che tutto non tornò a galla.

Quando tornai in camera vidi qualcosa posato sul letto. Mi avvicinai. Una rosa rossa, un elegante vestito rosa e delle scarpe con tacco dello stesso colore troneggiavano sul letto, accanto un biglietto..." Ti aspetto per la colazione, scendi appena sei pronta". Sorrisi. Finalmente io e lui. Indossai vestito e scarpe e tornai in bagno. Mi pettinai e legai i capelli, niente trucco, non avevo nulla con me. Uscii dalla camera e mi imbattei subito in una larga scalinata. Scesi un po' timorosa seguendo il profumo del caffè che sopraggiungeva dalla cucina. La casa era enorme e arredata in modo impeccabile, con una cura maniacale per i particolari. Mi strinsi i polsi massaggiandomeli un po', per non dimenticare ciò che era accaduto nella notte. Entrai nella cucina assolata che odorava di caffè, biscotti e di lui. Sedeva su uno sgabello, appoggiato con i gomiti alla penisola. Si voltò. Mi sentii sciogliere. " Finalmente ti sei svegliata! Dai...vieni a sederti qui". Mi avvicinai. Tremavo. Mi sedetti accanto a lui. Aveva un profumo irresistibile. D' istinto gettai la testa contro il suo petto assaporando tutto il suo aroma.

"Ehi ehi! Non vuoi fare colazione prima?"

Lo guardai con gli occhi lucidi: " Non ho fame". Lo strinsi forte. Lui fece lo stesso, poi mi sollevò il mento e mi bacio' sulla fronte." Sei stata davvero brava ieri sera...sei stata brava sempre, meriti un premio".

Sentii la sua mano scivolare sotto il mio vestito e divaricarmi delicatamente le gambe. Gettai la testa all' indietro e chiusi gli occhi, volevo gustare ogni suo tocco. Iniziò a massaggiarmi lentamente il clitoride, alternando il massaggio a una leggera pressione. Con la bocca mi baciava il collo dandomi dei piccoli morsi. Ero letteralmente in estasi. Ancora seduta sullo sgabello mi contorcevo come una biscia. Sentivo la mia vagina che mi lanciava forti segnali di un piacere imminente. Questo potere aveva lui, gli bastavano pochi tocchi per farmi venire e lo sapeva bene. Ad un tratto si fermò, mi fece alzare e mi mise davanti al muro, gli davo le spalle. Poi mi alzò le braccia e mi obbligò a poggiare i palmi delle mani contro la parete. Mi bacio' il collo e mi sussurro': " Mi pare che in Biblioteca non fossi rimasta del tutto soddisfatta...ora ci penso io". Detto questo mi alzò il vestito e mi allargò le gambe. Mi fece abbassare leggermente per contemplare meglio il mio sesso. Il pensiero che lui stesse guardando le mie intimità così da vicino mi provocò un immediato orgasmo e d' istinto portai due dita nella vagina ed iniziai a muoverle instancabilmente dentro e fuori. Mi mancava il respiro. Lui da giù vedeva tutto in primissimo piano. " Ma sei proprio una porcellina...vuoi fare tutto da sola!"

"Ti prego..." ansimai.

"Ti prego cosa...?" mi chiese allargandomi le natiche con prepotenza.

"Ti prego...ti voglio dentro di me". "Oohh...la signorina vuole essere inculata forse..." mi scherni'.

"Si...ti prego..." lo supplicai.

"Ti prego cosa? Voglio che mi implori..." continuò.

Mi vergognavo. Non era mia abitudine usare certi termini volgari. Mi feci coraggio. " Vvvoglio...cche mi inculi...".

Con tono canzonatorio continuò: " Ma come siamo diventate sporcaccione...da adesso in poi ti voglio sempre così".

Detto questo infilò con violenza tre dita nella mia vagina facendomi sussultare e le impregno' bene dei miei fluidi, dopodiché andò a preparare il mio piccolo orifizio contratto. Sentii il suo membro duro poggiarsi sul mio sedere e strusciarsi su e giù. Le mie natiche furono nuovamente aperte e violate dal suo membro di piombo. La penetrazione fu violenta e mi fece urlare dal dolore. Continuava a muoversi andando sempre più a fondo, nonostante lo supplicassi di fermarsi. Il dolore era insopportabile ma dopo alcune stoccate scomparve. Accompagnai il suo movimento aiutandolo ad andare ancora più a fondo. In risposta mi arrivò uno schiaffo. Non dovevo prendere nessuna iniziativa. Improvvisamente due dita raggiunsero il mio clitoride ed iniziarono a massaggiarlo. Pochi secondi ed esplosi di nuovo in un orgasmo lungo e intenso. Subito dopo venne anche lui, grugnendo e stringendomi i fianchi e graffiandomi la pelle. Rimanemmo così per un po', senza parlare. Ero felice. Questa volta era stato diverso, io e lui ed ora mi cingeva la vita con le braccia e mi baciava il collo.

Facemmo colazione e poi, insieme, entrammo nella doccia scherzando e ridendo, come una coppia normale.Ero davvero felice.

Nel frattempo il suo cellulare posato sul lavandino vibro', mentre il vapore riempiva la stanza. Lo scorrere dell' acqua coprì il lieve segnale di avviso.Un messaggio : "E' tutto pronto.Quando ce la porti? Abbiamo organizzato un bel giochino. Ti piacerà.Comunicaci data e ora. "

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