Alla frontiera

Scritto da , il 2016-10-20, genere gay

Mi trovavo in Svizzera per lavoro e abitando in un paesino vicino la frontiera di Bizzarone.
Allettato da una pubblicità osé spiattellata ovunque nel Ticino e anche dalla curiosità di provare nuovi giocattoli… decisi di comprare on line un vibratore!
Me lo feci recapitare in ufficio per evitare che, non essendo mai in casa, dovessi andare a vattelapesca per recapitare il pacco. Difatti dopo due giorni dall’ordine mi arriva un pacco anonimo e discreto. Sembrava che dentro ci fossero libri.. Ovviamente non lo apro, ma lo vado a mettere in auto.
Di pomeriggio ho anticipato l’uscita dal mio ufficio di un quarto d’ora per arrivare prima a casa e provare l’aggeggio nuovo.. ma alla frontiera mi becca la guardia di finanza italiana!
Non mi avevano mai fermato, malgrado era da un anno che andavo e venivo dalla Svizzera. Giusto quel giorno che avevo quel pacco mi hanno fermato, fatto posteggiare, fatto scendere dalla macchina e scortato fino agli uffici di frontiera!
“Perché non si è fermato al mio ALT ?” Mi chiese l’ufficiale. Un tipo sul metro e ottanta, sulla trentina, con barba incolta e sguardo deciso. Notai un bel culo muscoloso e prorompente.
“Stavo facendo la manovra per superare la gincana degli ostacoli che ci sono alla frontiera e non mi sono accorto del suo Alt.” Replicai.
“Venga, si accomodi e svuoti le tasche… svuoti anche lo zaino…”
Io obbedii mostrando collaborazione.
“Apra anche quel pacco. Cosa c’è dentro?” Disse l’agente indicando il pacco che conteneva il vibratore. Diventai ancora più rosso di quello che ero per via della situazione inusuale. “E’ un …. Beh l’ho comprato online…. Se vuole lo posso mostrare…”
“Sì, sì certo! Lo apra”. Ci volle un po’, era sigillato… quando lo aprii… anche lui arrossì e sgranò gli occhi!
“Ah, lei si diverte con questo tipo di giocattoli… bene… attenda un attimo.”
Replicai con un filo di voce dicendo un timido sì.
Si alza e va nella stanza attigua. Ordinò qualcosa al suo collega, che poi uscì e lo sostituì al posto di blocco. Ritornò con un sorriso sarcastico.
“Quindi sei gay!” Era passato al tu!
“Beh…se non lo fossi stato non avrei comprato mai una cosa del genere…”
“Lo sai usare?” Riprese lui.
“Non ci vuole molta esperienza per usarlo… e comunque è la prima volta che ne compro uno!”
Fece una risatina ironica. “Passiamo di là…nello stanzino…e mi fai vedere come lo sai usare!”
C’era uno spogliatoio attiguo alla sala ufficiali utilizzato da loro stessi per spogliarsi dalle divise quando finiva il loro turno di guardia. Chiuse la porta e mi ordinò di spogliarmi. Mi allungò le mani, palpandomi il culo. Poi si toccò il pacco che non era male…
“Ascolta… non è la situazione giusta… se vuoi ci diamo appuntamento stasera da me, che ne dici?”
“No, no… adesso!” Mi rispose accarezzandomi il viso per tranquillizzarmi. Poi continuò, mentre io ero quasi nudo e congelato… era il mese di novembre!
“Non aver paura, saremo soli per i prossimi venti o trenta minuti… fidati di me…sei un bel tipo e se fai il bravo non ti faccio nessun verbale!”
Ma che verbale doveva farmi?? Boh… comunque rimasi in silenzio e obbedii.
Inserì le batterie nel vibratore e lo accese. Cominciò a ridere e anch’io mi sforzai di farlo.
“mettiti a novanta!” mi ordinò. Mi appoggiai alla spalliera di una seggiola e gli porsi il mio bel culetto, di cui ero sempre stato orgoglioso!
“E’ proprio bello!” Disse lui schiaffeggiandomi il sedere.
Cominciò ad avvicinare il vibratore al mio buchino… intanto si era aperto la patta dei pantaloni mostrando il pacco gonfio dietro degli slip neri.
Tentò di incularmi con il mio giocattolo appena comprato… ma senza lubrificante era un po’ arduo. Difatti mi fece un po’ male e allora iniziò a passare la sua lingua sul mio sfintere lasciando un po’ di saliva.
Poi, preso da un fremito… mi inculò di brutto il vibratore facendolo entrare quasi tutto dentro. Inspirai dalla bocca per accoglierlo al meglio e dilatare le pareti strette del mio culetto… cominciai a godere, anche se avrei preferito un’altra occasione e un altro posto. Era un’eccitazione strana, un po’ forzata e con la paura che qualcuno ci scoprisse.
Lasciò il vibratore dentro di me, mentre lui si masturbava il suo bel cazzo. Direi che era normale ma con una bella cappella rossa che faceva la sua porca figura.
Ad un certo punto mi tolse il giocattolo che mi aveva già spanato il culo e sputandogli ancora decise di infilzarmi con il suo arnese. Non si era spogliato del tutto. I suoi calzoni erano appena abbassati e questo mi eccitò particolarmente. Sarà stato il fascino della divisa…non so. Sentivo il suo odore di uomo mentre con le mani portava il mio culetto verso il suo cazzo turgido. Mi penetrò con impeto e iniziò un veloce movimento a stantuffo del suo cazzo dentro di me. Sentivo il suo respiro pesante di uno che stava godendo e divertendo come voleva lui. Non osavo ribellarmi o proporre altre posizioni più interessanti… ero il suo giocattolo e mi usava come voleva!
Quando stette per venire si staccò da me e sborrò sul mio culetto. Sentivo la sua sborra calda e odorosa, ma non abbondante.
“Rivestiti!” Mi ordinò, mentre lui si ricomponeva per poi uscire dalla porta dello spogliatoio e raggiungere il suo collega fuori in strada.
Mi raccolsi tutte le cose… giocattolo compreso… e uscii fuori a riprendere la macchina.
“Prego signore… da questa parte… la faccio uscire dal parcheggio io”
Mi ridava del lei perché c’era il suo collega vicino a noi.
“Grazie agente… è stato un piacere!”

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