Francesco e il suo amico

Scritto da , il 2015-04-29, genere trio

Durante la notte appena trascorsa ho fatto sesso con Francesco, un turista 35enne che alloggia qui nel mio hotel in compagnia della moglie e di un’altra coppia di loro amici. Lo abbiamo fatto ai bordi della piscina, sotto uno degli ombrelloni e stando appoggiati ad un tavolino. Sono stati momenti di puro piacere per entrambi, abbastanza veloci ma intensi. Lui si era addormentato lì dopo una discussione con la moglie, io che non riuscivo a dormire ero scesa per fare un giretto e l’ho visto, l’ho svegliato per sincerarmi delle sue condizioni, e subito dopo è scoccata la scintilla che ha fatto prendere fuoco ad entrambi. Poi ci siamo ritirati nelle rispettive camere, piacevolmente soddisfatti di quella nostra fugace esperienza.
Il mattino seguente, verso le nove, Francesco, la sua giovane e bella moglie e la coppia loro amica, sono arrivati sorridenti verso il ristorante per la colazione. Alla reception le mogli mi hanno consegnato le chiavi delle camere, ci siamo scambiati i soliti saluti del mattino, e poi si sono tutti e quattro accomodati per la colazione. Erano già abbigliati per scendere in spiaggia: bermuda e maglietta gli uomini, prendisole larghi e costume sotto per entrambe le signore. Fecero colazione e alle 10, quando dall’hotel partì il primo viaggio del pulmino navetta che portava alla nostra spiaggia privata, loro furono i primi a salire; augurai a tutti una buona giornata e Francesco senza farsi notare mi strizzò l’occhio e accennò un sorriso di intesa, segno evidente che ciò che c’era stato fra noi gli era davvero piaciuto.
Più tardi feci anch’io un giro alla spiaggia, con indosso una canottierina corta che mi lasciava scoperto il ventre piatto e un paio di pantaloncini abbastanza attillati che evidenziavano bene le curve del mio culetto tondo e solido. Francesco e Angelo, il suo amico, erano stesi supini su due sdraio sotto un ombrellone, chiacchieravano fra loro, mentre le loro mogli si erano allontanate per una passeggiata. Mi avvicinai per salutarli e per chiedere se tutto andava bene, come il mio lavoro di direttrice d’hotel mi impone e come faccio d’altronde con tutti i nostri avventori.
In piedi davanti a loro notai che Angelo mi stava letteralmente mangiando con gli occhi, mi chiesi se Francesco gli aveva già raccontato di ciò che era accaduto quella notte e immaginai di sì, visto che gli uomini sono soliti raccontare le loro performances, per vantarsi delle loro prede e delle loro capacità.
“Cara direttrice è sempre più bella” mi disse Francesco sorridendo. Lo ringraziai e mi sedetti un attimo su una delle stuoie che le loro mogli avevano lasciato libere. Parlammo un po’ di come si stavano trovando in vacanza, mi fecero i complimenti per i servizi dell’hotel e poi Angelo aggiunse: “anche se so che Francesco ha goduto di un servizio notturno migliore”. Fu ovviamente la conferma che già gli aveva raccontato tutto. Francesco diede una botta sul braccio all’amico per fargli capire che non avrebbe dovuto parlare, poi mi guardò con occhi inebetiti quasi per provare a scusarsi. La cosa non mi dava fastidio e con malizia risposi “E’ andata così stanotte. Ma non è detto che magari possa capitare anche a te…chi lo sa?” Sorrisi all’indirizzo di Angelo e poi mi alzai, allontanandomi verso altri clienti e sentendo su di me gli sguardi lussuriosi di Angelo e Francesco.
Tornai da loro poco dopo, avevo in mente di stuzzicarli e sapevo bene come. Gli chiesi se volevano fare un bagno, così mentre stavo in piedi sulla stuoia davanti a loro, mi tolsi canottiera e pantaloncini e rimasi in bikini ad esibire le seducenti curve del mio corpo. Mi voltai verso il mare e mi tuffai aspettando che anche loro mi seguissero. Mentre ero in acqua li vidi alzarsi: alti più o meno entrambi 1,80 Francesco era di corporatura normale, moro, carnagione scura e con tantissimi peli neri sia sul petto che sul ventre; Angelo è un po’ più cicciottello, 90kg circa di uomo, la testa rasata, e il corpo comunque ben proporzionato. Con indosso i loro costumi a pantaloncino si avviarono lenti verso l’acqua, guardandosi attorno per capire se le loro mogli erano nei paraggi, poi entrarono anch’essi e si tuffarono, raggiungendomi dopo un paio di bracciate e rimanendo comunque a qualche metro di distanza da me, uno alla mia destra e l’altro a sinistra, tutti e tre immersi fino al collo e con lo sguardo rivolto alla spiaggia. Non stavamo facendo nulla di male, ma entrambi temevano l’arrivo delle loro mogli, consapevoli che comunque una piccola scenata gliela avrebbero fatta, chiedendo magari spiegazioni del perché su quel bagno con la bella direttrice.
Francesco portava appoggiati in testa degli occhialini subacquei, quelli classici da piscina, se li calò sugli occhi e si immerse. Subito dopo sentii la sua mano sul mio culetto. “C’è una piovra qui sotto” dissi sorridendo ad Angelo che era ancora in piedi qualche metro più in là. “Ah sì? Vado a controllare” e si immerse anche lui e subito dopo le sue mani si aggiunsero al palpeggiamento del mio sedere, che io facilitavo ondeggiando il bacino sott’acqua e senza porre la benché minima resistenza.
Loro uscirono dall’acqua per prendere fiato e senza dire nulla mi immersi io, allungai le mie mani da una parte e dall’altra e toccai i loro cazzi sotto i costumi. Quello di Angelo mi parve più grosso di quello di Francesco, ravanai ancora un po’, poi mi slanciai all’indietro, sbucando dall’acqua un pochino più al largo, dove non si toccava. Loro ridevano e si vedevano i loro sguardi eccitati, stavano per muovere qualche bracciata quando si sentirono chiamare dalle loro mogli. Si fermarono e le salutarono, mentre io mi immersi di nuovo e li raggiunsi, e questa volta calai i loro costumi e afferrai i loro cazzi semi-duri. Potevo solo immaginare il loro imbarazzo, con le mogli sulla spiaggia e io lì sotto che toccavo i loro membri. Le loro mani cercarono di fermarmi e io divertita mi staccai da loro e mossi qualche bracciata verso il largo, riemergendo quando già ero parecchio lontana. Vidi le due donne entrare in acqua e raggiungere i loro mariti, sicuramente non si erano accorte di me, ma rimanendo a pelo d’acqua sentii le loro domande.
“Ci sono una canottiera ed un pantaloncino sulla mia stuoia” disse la moglie a Angelo. Lui ci mise un po’ a rispondere “Ah sì, sono di Fabrizia la direttrice. Si è tuffata in acqua con un ragazzo e lasciato lì la sua roba.”
“E dov’è adesso?” insistette l’altra. “Sono andati un po’ al largo” disse Francesco. E proprio mentre le due donne guardavano verso il mare per scorgermi da qualche parte, io mi immersi di nuovo e muovendomi in diagonale mi allontanai da loro e mi avvicinai alla riva, riemergendo dove toccavo benissimo e a piedi raggiunsi la riva. Quando fui fuori dall’acqua salutai le due signore che erano a mollo vicino ai loro maritini. “Salve belle signore” urlai per farmi sentire. Loro si voltarono e mi salutarono alzando le braccia. “Eccola là” disse una, mentre l’altra mi chiedeva di ritornare in acqua per fare il bagno con loro. “Devo andare. Il lavoro mi aspetta”. Mi rivestii ed alquanto divertita lasciai poco dopo la spiaggia.
All’ora dell’aperitivo, verso le 17, tutti rientravano in hotel. Francesco e Angelo si fermarono al bancone del bar dove stavo servendo qualche drink, mentre le loro mogli, dopo avermi salutato sorridenti, proseguirono verso le loro camere lasciando lì i loro mariti. Mentre li servivo sorridevo maliziosa, ripensando a quello che era successo qualche ora prima in acqua. “Allora signorina, passato bene il pomeriggio?” Mi chiese Angelo. “Sì grazie. Ho ripensato a lungo a due bei pesci che ho toccato stamattina sott’acqua.”
“Di suo gradimento?” mi chiese Francesco. “Abbastanza” risposi io. “E ti piacerebbe assaggiarli entrambi?” chiese Angelo. “Forse sì, ma non saprei come e quando.”
Con le loro mogli in giro era assai difficile trovare un momento in cui rimanere noi tre soli e anche loro se ne rendevano conto. Come fare allora? L’occasione invece ci si presentò poco dopo, quando le loro mogli arrivarono al bar, dicendo di voler fare una passeggiata prima di cena. Salendo dalla spiaggia avevano visto qualche bancarella che vendevano quadri e souvenir locali e volevano andare lì per acquistare qualcosina da portare a poi in Italia. Erano decise ad andarci da sole, sapendo che in quelle cose i mariti sarebbero stati solo d’impiccio. Quando loro uscirono dall’hotel noi tre ci guardammo e ci capimmo al volo. Dal banco della reception presi le chiavi di una camera libera, le diedi a Francesco e gli dissi di andare entrambi lì, che io fra qualche minuto li avrei raggiunti. Loro non se lo fecero ripetere e si avviarono subito.
Quando poco dopo bussai alla porta della camera che gli avevo assegnato, loro mi aprirono subito e li trovai lì in piedi nella stanza con indosso solo i loro costumi, a torso nudo e con in bella mostra i loro petti villosi. Chiusi la porta dietro di me e mi spogliai anch’io rimanendo con addosso solo il bikini azzurro che avevo indossato anche alla spiaggia. Mi avvicinai a loro e mi misi in mezzo, sorridendo ad entrambi e accarezzando i loro bei pettorali nudi.
Francesco iniziò a baciarmi, la sua lingua entrò nella mia bocca, mentre le mie mani scendevano verso i loro costumi, si infilavano negli elastici e toccavano i loro cazzi già duri. Scambiai un intenso bacio anche con Angelo, mentre le mani di Francesco mi tastavano ovunque. Mi staccai, mi tolsi il bikini e completamente nuda mi sdraiai sul letto, chiedendo a loro di fare lo stesso e di raggiungermi.
Francesco si sdraiò nudo alla mia sinistra, mentre Angelo si stese dall’altra parte. Purtroppo non avevamo molto tempo.
Stesa in mezzo a loro mi lasciai baciare sul collo, succhiare i seni e palpeggiare per bene la mia figa abbondantemente umida. Chiusi gli occhi e mi sentii mordicchiare un capezzolo, mentre un dito mi titillava il clitoride, strappandomi alcuni mugolii di piacere. Mentre le mie mani impugnavano i loro cazzi, ci scambiammo ancora qualche bacio appassionato, poi mi sollevai e mi misi in ginocchio fra loro, scesi un pochino sul letto e quindi mi abbassai per prendere quei due bei cazzi in bocca.
Mentre smanettavo uno, succhiavo l’altro e così andai avanti per un po’, leccavo, succhiavo e smanettavo con sempre maggior vigore. Fu Francesco il primo a staccarsi, disse che stava per venire e così mi fece mollare la presa, si alzò e venne dietro di me ed iniziò a leccarmela con mio immenso piacere, mentre io mi stavo dedicando a succhiare i coglioni di Angelo, continuando a smanettare il suo grosso membro con lentezza e sapienza.
Da dietro Francesco mi penetrava con la lingua. Ero eccitatissima. “Scopami adesso ti voglio”. Lui non si fece pregare oltre e di lì a poco sentii il suo palo duro dentro di me. Non era lunghissimo ed andò subito in profondità, strappandomi ansimi sempre più frequenti e rumorosi, che soffocai prendendomi in bocca la mazza di Angelo.
Francesco mi teneva per i fianchi e mi sbatteva come un forsennato e come aveva fatto la notte appena trascorsa. Ma anche Angelo voleva la sua parte, così lasciai che Francesco uscisse da me e subito salii sopra a Angelo. Mi infilai il suo uccello in figa e iniziai a cavalcarlo, le mie mani posate sul suo petto e le sue che stringevano i miei seni. Francesco si avvicinò di lato e mi baciò di nuovo. “Ora ti inculo” mi disse.
Detto questo salì sul letto dietro di me, mi spins giù sul corpo possente di Angelo, insalivò due dita e le passò sul mio buchino, poco dopo vi poggiò il cazzo e quasi subito fu dentro di me. Quella doppia penetrazione durò un paio di minuti ed io raggiunsi il mio orgasmo, che mi scosse enormemente, mentre il mio corpo si muoveva spasmodicamente infilato da quei due cazzi.
Ora volevo la sborra, calda e succulenta volevo berla tutta. Mi sedetti sul letto e feci mettere loro due in piedi davanti a me. Presi quelle aste in mano e le succhiai con avidità, prima l’una poi l’altra, e per qualche istante anche entrambe allo stesso momento. Lasciai che fossero loro a segarsi, mentre io massaggiavo i loro testicoli gonfi. Non durarono molto e vennero quasi simultaneamente, schizzandomi in faccia e buttandomene un po’ anche in bocca e sui seni. Ingoiai quello che avevo in bocca, poi presi a leccare e a ripulire le loro cappelle, mentre i loro cazzi lentamente andavano ammosciandosi.
Ci stendemmo un attimo sul letto, stanchi ma soddisfatti e prima di andare via ci accordammo su come fare ad uscire dalla camera e cosa dire nel caso le loro mogli erano già rientrate e li stavano cercando. Mi sciacquai e mi rivestii per prima, poi uscii dalla camera e mi avviai verso il bar. Le due donne rientrarono proprio mentre io stavo arrivando, non vedendo i loro mariti mi chiesero se erano già in camera. “No- dissi io - si sono offerti per aiutare un mio dipendente a portare un mobile in una camera. Arriveranno subito. Intanto vi offro un drink.” Loro accettarono e si sedettero al bancone. Come d’accordo dalla reception chiamai al telefono interno Francesco e Angelo, spiegandogli cosa dovevano dire. Arrivarono dopo un paio di minuti e raggiunsero le loro consorti. Io mi avvicinai e li ringraziai. “Grazie mille ragazzi, mi avete reso un gran servizio”.
“Non c’è di che” dissero loro. Ingenuamente le loro donne aggiunsero di farli lavorare pure ogni tanto, se volevo e se avevo bisogno. “Con gran piacere”…chiusi io.

Scrivetemi pure i vostri commenti e giudizi a iziasfizia@yahoo.it sarà un vero piacere rispondere a tutti…bacio

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