"Per me, sei come un'amica"
di
omega.sottomesso
genere
prime esperienze
Nota bene: ho creato un account e-mail (2cttxamxl@proton.me) per poter avere un contatto reale con chi tra i "miei" lettori volesse scambiare pensieri, opinioni, pareri, fantasie ed esperienze. Spero di leggervi numerosi.
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Il racconto che segue è del tutto reale, ma alcuni dettagli ininfluenti ai fini del racconto sono modificati per proteggere la privacy mia e delle altre persone che menziono.
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Una delle mie migliori amiche di infanzia è una ragazza che è figlia di carissimi amici dei miei genitori. Ci conosciamo letteralmente da sempre, essendo nati a pochi mesi di distanza. Siamo cresciuti insieme e penso sia naturale che alcuni dei miei primi pensieri di natura erotica siano stati su di lei (e, per la verità, anche su sua mamma). D'altronde, oltre a essere una ragazza certamente carina, come sua madre era anche molto disinibita nel parlare di questioni intime (sessuali e non). E questo, in me che ero e sono un ragazzo estremamente pudico, ha sempre fatto un certo effetto. Le riconoscevo, infatti, una sicurezza che a me proprio non apparteneva.
All'epoca dei fatti della storia che sto per raccontarvi, lei aveva già avuto esperienze di natura sessuale. Lo so perché era un argomento fisso tra noi in quegli anni. Io invece, che ero e sono uno sveglione, avrei dato il mio primo bacio a una ragazza solo tempo dopo.
Comunque, nel corso di una cena a casa sua con i rispettivi genitori, come sempre in questi casi, subito dopo mangiato ci dileguammo per andarcene a chiacchierare in camera sua. Finché, a un certo punto, mi propose di andare a fare due passi fuori e mi disse di accompagnarla nel bagno di servizio, dove avevano la scarpiera, che si sarebbe messa le scarpe per uscire. Nulla di eclatante, se non fosse che, una volta lì, con i nostri genitori a due passi nel salotto, chiuse la porta (con me dentro) e mi disse che doveva fare pipì nel momento stesso in cui si tirò giù gonna, collant e mutandine e si sedette sul wc.
Ricordo chiaramente la vista veloce del pelo pubico curato, prima di sentire il rumore tipico della pipì. Io, che non avevo mai visto una ragazza nuda dal vivo, istintivamente mi girai con la faccia rivolta verso al muro per concederle privacy e venni rimproverato da lei, che divertita mi rivolse le seguenti parole: "Ma che fai? Ti pare? Non c'è mica bisogno. Per me, sei come un'amica". Mi voltai quindi e la vidi pulirsi, rialzarsi e ricomporsi con una naturalezza incredibile. Non era né di fretta, per cercare di nascondere qualcosa alla mia vista, né più lenta del necessario, a dimostrazione che non era uno spettacolino a mio beneficio. Semplicemente, fece ciò che avrebbe fatto se fosse stata da sola.
Io lì per lì non ebbi nemmeno il tempo di elaborare. Ricordo solo che mi eccitai tantissimo e quando poco dopo uscimmo come se nulla fosse, salutando i nostri genitori, ero un po' come stordito e non contribuivo particolarmente alle solite discussioni. Probabilmente, si accorse anche lei del fatto che questo episodio mi aveva in qualche modo turbato, anche se non disse nulla, perché non lo fece più.
Più tardi però tornai a casa e ripensai a ogni dettaglio di quella situazione, che si fissò nella mia mente. Mi trovai a riflettere in particolar modo sulle sue parole, che erano certamente state dette in senso affettuoso, ma che (forse anche per questo) mi umiliarono tantissimo: "Per me, sei come un'amica". Io per lei non ero nemmeno un maschio e non sarei mai stato credibile come possibile partner sessuale. Mi fece sentire come un bimbo piccolo rispetto a lei.
Ancora oggi, quando ci penso, mi eccito. E per quanto mi vergogni ad ammetterlo, credo che avesse ragione.
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Il racconto che segue è del tutto reale, ma alcuni dettagli ininfluenti ai fini del racconto sono modificati per proteggere la privacy mia e delle altre persone che menziono.
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Una delle mie migliori amiche di infanzia è una ragazza che è figlia di carissimi amici dei miei genitori. Ci conosciamo letteralmente da sempre, essendo nati a pochi mesi di distanza. Siamo cresciuti insieme e penso sia naturale che alcuni dei miei primi pensieri di natura erotica siano stati su di lei (e, per la verità, anche su sua mamma). D'altronde, oltre a essere una ragazza certamente carina, come sua madre era anche molto disinibita nel parlare di questioni intime (sessuali e non). E questo, in me che ero e sono un ragazzo estremamente pudico, ha sempre fatto un certo effetto. Le riconoscevo, infatti, una sicurezza che a me proprio non apparteneva.
All'epoca dei fatti della storia che sto per raccontarvi, lei aveva già avuto esperienze di natura sessuale. Lo so perché era un argomento fisso tra noi in quegli anni. Io invece, che ero e sono uno sveglione, avrei dato il mio primo bacio a una ragazza solo tempo dopo.
Comunque, nel corso di una cena a casa sua con i rispettivi genitori, come sempre in questi casi, subito dopo mangiato ci dileguammo per andarcene a chiacchierare in camera sua. Finché, a un certo punto, mi propose di andare a fare due passi fuori e mi disse di accompagnarla nel bagno di servizio, dove avevano la scarpiera, che si sarebbe messa le scarpe per uscire. Nulla di eclatante, se non fosse che, una volta lì, con i nostri genitori a due passi nel salotto, chiuse la porta (con me dentro) e mi disse che doveva fare pipì nel momento stesso in cui si tirò giù gonna, collant e mutandine e si sedette sul wc.
Ricordo chiaramente la vista veloce del pelo pubico curato, prima di sentire il rumore tipico della pipì. Io, che non avevo mai visto una ragazza nuda dal vivo, istintivamente mi girai con la faccia rivolta verso al muro per concederle privacy e venni rimproverato da lei, che divertita mi rivolse le seguenti parole: "Ma che fai? Ti pare? Non c'è mica bisogno. Per me, sei come un'amica". Mi voltai quindi e la vidi pulirsi, rialzarsi e ricomporsi con una naturalezza incredibile. Non era né di fretta, per cercare di nascondere qualcosa alla mia vista, né più lenta del necessario, a dimostrazione che non era uno spettacolino a mio beneficio. Semplicemente, fece ciò che avrebbe fatto se fosse stata da sola.
Io lì per lì non ebbi nemmeno il tempo di elaborare. Ricordo solo che mi eccitai tantissimo e quando poco dopo uscimmo come se nulla fosse, salutando i nostri genitori, ero un po' come stordito e non contribuivo particolarmente alle solite discussioni. Probabilmente, si accorse anche lei del fatto che questo episodio mi aveva in qualche modo turbato, anche se non disse nulla, perché non lo fece più.
Più tardi però tornai a casa e ripensai a ogni dettaglio di quella situazione, che si fissò nella mia mente. Mi trovai a riflettere in particolar modo sulle sue parole, che erano certamente state dette in senso affettuoso, ma che (forse anche per questo) mi umiliarono tantissimo: "Per me, sei come un'amica". Io per lei non ero nemmeno un maschio e non sarei mai stato credibile come possibile partner sessuale. Mi fece sentire come un bimbo piccolo rispetto a lei.
Ancora oggi, quando ci penso, mi eccito. E per quanto mi vergogni ad ammetterlo, credo che avesse ragione.
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