La confessione di un maschio omega!
di
omega.sottomesso
genere
interviste
Nota bene: ho creato un account e-mail (2cttxamxl@proton.me) per poter avere un contatto reale con chi tra i "miei" lettori volesse scambiare pensieri, opinioni, pareri, fantasie ed esperienze. Spero di leggervi numerosi.
----------------------
L'obiettivo di questa auto-intervista è quello di presentarmi alla community di Erotici Racconti con una confessione spassionata su me stesso a chi eventualmente vorrà leggermi. Sento questa esigenza impellente, come una forma di liberazione dal peso che questa società ci impone, nel sesso come nella vita: ovvero quello di essere tutti delle persone "alpha". Ecco, io non lo sono. Ben inteso che vorrei esserlo, nell'accezione più nobile del termine, cioè del/della leader che comanda per il bene (o il piacere, se vogliamo metterla sul piano erotico) di tutte le parti. Ma non mi sento in grado di sostenere quel tipo di ruolo. Non ne ho la forza. Ho maturato questa consapevolezza e, sebbene provi un bel po' di invidia nei confronti di chi - invece - ha quelle qualità, credo sia più costruttivo trasformarla in sincera stima, evitare confronti/scontri dai quali uscirei sicuramente distrutto e dichiararmi per quello che sono: un sottomesso.
La speranza è quella di trovare qualche persona realmente "alpha" (sempre nell'unica accezione possibile) con cui creare un rapporto di reciprocità, ma anche di confrontarmi con chiunque volesse esprimere un parere sulla questione e condividere il proprio punto di vista o la propria esperienza. Le storie su questo sito sono quasi tutte frutto della fantasia degli autori, mentre qui vorrei dare una rappresentazione del tutto veritiera di chi sono (seppur in anonimato) e della mia condizione.
E allora, via alle domande, come se a farmele fosse una terza persona!
1. Chi sei e cosa fai nella vita?
Ho 38 anni e vivo a Milano. Sono un cosiddetto "insospettabile". Cresciuto in un contesto familiare serenissimo, figlio unico, con genitori entrambi lavoratori che non mi hanno mai fatto mancare nulla. Sono alto circa 184 cm, atletico, moro, capelli corti, occhi scuri. Fisicamente direi un tipo abbastanza normale. Sono sentimentalmente impegnato da anni e felice. Quanto al cosa faccio, stando sul vago, sono laureato in Economia e ho un buon lavoro (anche di responsabilità) nell'ambito dell'economia aziendale. Insomma, nel complesso, direi che sono una persona di discreto successo.
2. Quando e come hai maturato la consapevolezza di essere un "maschio omega"?
Credo di averlo sempre saputo, ma di aver raggiunto la piena accettazione solo di recente. Già da piccolo, ho ricordi di situazioni nelle quali mi sentivo bene in un ruolo di subordinazione. Ai tempi, ovviamente, non avevo gli strumenti per comprendere il concetto di sottomissione e nemmeno associavo la questione a un contesto erotico. Con l'adolescenza, ho iniziato a capire.
3. Che cosa ha iniziato a farti riflettere sul tuo essere sottomesso?
Sono una persona che soffre il confronto e la competizione. Ne ho proprio paura. Ma, come ho già detto, questa è una società che porta tutti a voler essere dei vincenti. E questo crea un problema a chi è come me. Negli sport, ad esempio, anche in quelli in cui ero tecnicamente bravo e portato, mi mancava la testa. E perdevo da chi sulla carta avrei dovuto battere. E le sconfitte generavano (e continuano a generare) in me un senso di vergogna.
4. Come tutto questo si traduce in un contesto erotico?
Io penso che nel sesso venga fuori la nostra reale natura, quella che nei contesti sociali devi nascondere perché regna la finzione. Il sesso, invece, è liberazione... istinto puro. Da quando ho iniziato ad avere pensieri di natura sessuale, mi sono reso conto che ciò che accendeva il mio piacere era l'idea (per quanto umiliante) di riconoscere in un'altra persona una certa superiorità.
5. Un esempio? Il primo che ti viene in mente...
Per quasi tutti i maschi, per quanto stupido, le dimensioni del pene sono un tema. Specialmente in adolescenza. Io mi sono sviluppato mediamente tardi e non era infrequente che mi trovassi in spogliatoi in cui c'erano ragazzi anche ben più giovani di me, che erano già "uomini" da quel punto di vista. Questo tipo di confronto è un qualcosa che ancora oggi mi fa sentire inferiore, addirittura bambino (specialmente se la persona con cui mi confronto è più giovane). Chiaramente è una questione mentale mia, me ne rendo conto. E so benissimo che a tante ragazze le dimensioni interessano relativamente o anche per niente. Però se noto certe caratteristiche in un ragazzo e penso a una ragazza che mi piace, mi viene da pensare che lui sia meglio per lei rispetto a me. E la sottomissione è una conseguenza.
6. Ma sei minidotato?
No, direi di no. Sono un po' meno dotato della media.
7. Con il genere femminile, è più difficile fare confronti...
Vero, almeno dal punto di vista fisico. Ma sotto il profilo caratteriale, maschio o femmina che sia l'altra persona, se vedo che c'è una certa sicurezza in se stessi, un'attitudine al comando (o anche solo alla gestione, ad esempio in ambito lavorativo), le sensazioni sono simili a quando sono nudo in spogliatoio.
8. Hai mai avuto esperienze reali di sottomissione, in senso erotico?
Sì, alcune molto forti a livello mentale. Non è questa però la sede per parlarne.
9. Qual è il tuo orientamento sessuale?
Non amo le etichette, ma mi considero generalmente etero. La sottomissione erotica, però, prescinde dai rapporti sessuali in senso stretto. Pertanto, non ho alcuna difficoltà a sottomettermi anche a un altro maschio. Di base, però, la "presenza" di una ragazza amplifica tutto.
10. Cosa significa per te essere sottomesso?
Per me significa sostanzialmente ubbidire alla persona dominante, ma anche essere supervisionato da lui/lei. Poi essere sottomesso non vuol dire che io mi sottometta a chiunque. Devo riconoscere la superiorità nell'altro/a e quindi provare anche stima. E questo implica una ricerca di miglioramento attraverso la sottomissione. Cioè, per me questo genere di rapporti sono una sorta di percorso educativo. Riconosco che sei migliore di me, mi metto a tua disposizione e mi aspetto che anche tu mi aiuti a crescere.
11. In che modo una persona dominante può farti crescere?
Questo sta a lui/lei deciderlo, in concreto, in base a cosa pensa sia meglio per me. Ho notato che su di me un metodo che funziona molto bene è l'umiliazione. Sono una persona che teme molto questo aspetto. Per cui, se si vuole ottenere qualcosa da me, si deve sapere quali tasti toccare per mettermi in una condizione in cui io provi forte vergogna. Per uscirne, farei (quasi) qualsiasi cosa. Compresa la cosa più difficile, ovvero migliorare se stessi. Attenzione però che l'umiliazione è molto personale. A me, per esempio, insulti e cattiverie non umiliano per nulla.
12. Qualcuno della tua cerchia di conoscenze sa di questa tua natura?
Nessuno a questi livelli, nemmeno chi mi ha sottomesso realmente, perché si cerca di far passare tutto per un gioco, anche se per me non lo è affatto. Da qui, l'esigenza di questa "confessione".
----------------------
L'obiettivo di questa auto-intervista è quello di presentarmi alla community di Erotici Racconti con una confessione spassionata su me stesso a chi eventualmente vorrà leggermi. Sento questa esigenza impellente, come una forma di liberazione dal peso che questa società ci impone, nel sesso come nella vita: ovvero quello di essere tutti delle persone "alpha". Ecco, io non lo sono. Ben inteso che vorrei esserlo, nell'accezione più nobile del termine, cioè del/della leader che comanda per il bene (o il piacere, se vogliamo metterla sul piano erotico) di tutte le parti. Ma non mi sento in grado di sostenere quel tipo di ruolo. Non ne ho la forza. Ho maturato questa consapevolezza e, sebbene provi un bel po' di invidia nei confronti di chi - invece - ha quelle qualità, credo sia più costruttivo trasformarla in sincera stima, evitare confronti/scontri dai quali uscirei sicuramente distrutto e dichiararmi per quello che sono: un sottomesso.
La speranza è quella di trovare qualche persona realmente "alpha" (sempre nell'unica accezione possibile) con cui creare un rapporto di reciprocità, ma anche di confrontarmi con chiunque volesse esprimere un parere sulla questione e condividere il proprio punto di vista o la propria esperienza. Le storie su questo sito sono quasi tutte frutto della fantasia degli autori, mentre qui vorrei dare una rappresentazione del tutto veritiera di chi sono (seppur in anonimato) e della mia condizione.
E allora, via alle domande, come se a farmele fosse una terza persona!
1. Chi sei e cosa fai nella vita?
Ho 38 anni e vivo a Milano. Sono un cosiddetto "insospettabile". Cresciuto in un contesto familiare serenissimo, figlio unico, con genitori entrambi lavoratori che non mi hanno mai fatto mancare nulla. Sono alto circa 184 cm, atletico, moro, capelli corti, occhi scuri. Fisicamente direi un tipo abbastanza normale. Sono sentimentalmente impegnato da anni e felice. Quanto al cosa faccio, stando sul vago, sono laureato in Economia e ho un buon lavoro (anche di responsabilità) nell'ambito dell'economia aziendale. Insomma, nel complesso, direi che sono una persona di discreto successo.
2. Quando e come hai maturato la consapevolezza di essere un "maschio omega"?
Credo di averlo sempre saputo, ma di aver raggiunto la piena accettazione solo di recente. Già da piccolo, ho ricordi di situazioni nelle quali mi sentivo bene in un ruolo di subordinazione. Ai tempi, ovviamente, non avevo gli strumenti per comprendere il concetto di sottomissione e nemmeno associavo la questione a un contesto erotico. Con l'adolescenza, ho iniziato a capire.
3. Che cosa ha iniziato a farti riflettere sul tuo essere sottomesso?
Sono una persona che soffre il confronto e la competizione. Ne ho proprio paura. Ma, come ho già detto, questa è una società che porta tutti a voler essere dei vincenti. E questo crea un problema a chi è come me. Negli sport, ad esempio, anche in quelli in cui ero tecnicamente bravo e portato, mi mancava la testa. E perdevo da chi sulla carta avrei dovuto battere. E le sconfitte generavano (e continuano a generare) in me un senso di vergogna.
4. Come tutto questo si traduce in un contesto erotico?
Io penso che nel sesso venga fuori la nostra reale natura, quella che nei contesti sociali devi nascondere perché regna la finzione. Il sesso, invece, è liberazione... istinto puro. Da quando ho iniziato ad avere pensieri di natura sessuale, mi sono reso conto che ciò che accendeva il mio piacere era l'idea (per quanto umiliante) di riconoscere in un'altra persona una certa superiorità.
5. Un esempio? Il primo che ti viene in mente...
Per quasi tutti i maschi, per quanto stupido, le dimensioni del pene sono un tema. Specialmente in adolescenza. Io mi sono sviluppato mediamente tardi e non era infrequente che mi trovassi in spogliatoi in cui c'erano ragazzi anche ben più giovani di me, che erano già "uomini" da quel punto di vista. Questo tipo di confronto è un qualcosa che ancora oggi mi fa sentire inferiore, addirittura bambino (specialmente se la persona con cui mi confronto è più giovane). Chiaramente è una questione mentale mia, me ne rendo conto. E so benissimo che a tante ragazze le dimensioni interessano relativamente o anche per niente. Però se noto certe caratteristiche in un ragazzo e penso a una ragazza che mi piace, mi viene da pensare che lui sia meglio per lei rispetto a me. E la sottomissione è una conseguenza.
6. Ma sei minidotato?
No, direi di no. Sono un po' meno dotato della media.
7. Con il genere femminile, è più difficile fare confronti...
Vero, almeno dal punto di vista fisico. Ma sotto il profilo caratteriale, maschio o femmina che sia l'altra persona, se vedo che c'è una certa sicurezza in se stessi, un'attitudine al comando (o anche solo alla gestione, ad esempio in ambito lavorativo), le sensazioni sono simili a quando sono nudo in spogliatoio.
8. Hai mai avuto esperienze reali di sottomissione, in senso erotico?
Sì, alcune molto forti a livello mentale. Non è questa però la sede per parlarne.
9. Qual è il tuo orientamento sessuale?
Non amo le etichette, ma mi considero generalmente etero. La sottomissione erotica, però, prescinde dai rapporti sessuali in senso stretto. Pertanto, non ho alcuna difficoltà a sottomettermi anche a un altro maschio. Di base, però, la "presenza" di una ragazza amplifica tutto.
10. Cosa significa per te essere sottomesso?
Per me significa sostanzialmente ubbidire alla persona dominante, ma anche essere supervisionato da lui/lei. Poi essere sottomesso non vuol dire che io mi sottometta a chiunque. Devo riconoscere la superiorità nell'altro/a e quindi provare anche stima. E questo implica una ricerca di miglioramento attraverso la sottomissione. Cioè, per me questo genere di rapporti sono una sorta di percorso educativo. Riconosco che sei migliore di me, mi metto a tua disposizione e mi aspetto che anche tu mi aiuti a crescere.
11. In che modo una persona dominante può farti crescere?
Questo sta a lui/lei deciderlo, in concreto, in base a cosa pensa sia meglio per me. Ho notato che su di me un metodo che funziona molto bene è l'umiliazione. Sono una persona che teme molto questo aspetto. Per cui, se si vuole ottenere qualcosa da me, si deve sapere quali tasti toccare per mettermi in una condizione in cui io provi forte vergogna. Per uscirne, farei (quasi) qualsiasi cosa. Compresa la cosa più difficile, ovvero migliorare se stessi. Attenzione però che l'umiliazione è molto personale. A me, per esempio, insulti e cattiverie non umiliano per nulla.
12. Qualcuno della tua cerchia di conoscenze sa di questa tua natura?
Nessuno a questi livelli, nemmeno chi mi ha sottomesso realmente, perché si cerca di far passare tutto per un gioco, anche se per me non lo è affatto. Da qui, l'esigenza di questa "confessione".
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico