Sofi ed Eli. Capitolo 3

di
genere
saffico

I giorni successivi furono strani. Entrambe non riuscimmo a parlare di quello che era successo, come se sapessimo che il gioco in realtà era diventato qualcosa di più perverso, di reale. Mi ricordo di aver pensato più volte come fosse possibile che Eli mi eccitasse così tanto quando vivere una situazione del genere con qualsiasi altra ragazza mi avrebbe fatto solo ribrezzo. Non ero lesbica e nemmeno Eli, pensavo.
Per qualche giorno fu così, interagimmo di meno, ma avevo paura che se fossimo tornate dalla vacanza senza concludere niente avrei perso ogni occasione e forse ci saremmo allontanate progressivamente. Dovevo inventarmi un modo per ricreare quella situazione superando il disagio che c’era tra di noi.
L’ultima notte, prima di ripartire presi coraggio.

“Eli non è che mi metteresti un po’ di crema dopo sole sulle spalle? Mi sono bruciata parecchio”
“Certo Sofi”
Quello fu il modo per riavvicinarci, per avere di nuovo un contatto fisico. Mi tolsi la canotta, non avevo il reggiseno, lei si mise seduta dietro di me e mi mise la crema.
Poi successe una cosa inaspettata. Fu lei a riaprire il discorso:” Stavolta, se vuoi, posso essere io la persona che fa il massaggio nel gioco e poi ti seduce”
Il cuore iniziò a battermi così forte come non mai. Dentro di me sapevo che questa era la volta buona.
“Va bene Eli, invertiamo le parti allora”

Mi tolsi i pantaloncini e mi misi sdraiata a pancia in giù sul lettone. Lei si alzò e andò a spegnere la luce. Quando si mise a cavalcioni sul mio culo capii che anche lei si era spogliata e probabilmente era rimasta solo con gli slip, come l’ultima volta. Iniziò a massaggiarmi la schiena, ma sentivo che a volte si avvicinava col viso in basso, sentivo i suoi capelli che mi accarezzavano la schiena, oltre alle sue mani che viaggiavano in esplorazione.
Poi si girò e iniziò a lavorarmi le gambe, me ne prese prima una piegandomela in su e portandosela sul suo seno massaggiandomi anche il collo del piede e poi l’altra con cui fece la stessa cosa. Poi si girò di nuovo e andò verso il mio culo. Iniziò a fare dei movimenti circolari con le dita mentre mi stringeva tra i palmi e piano piano si spostò verso il basso andando a stuzzicarmi la vagina. A un certo punto sentii che infilò le dita al di sotto degli slip e sfiorò le mie labbra vaginali. Subito dopo si spostò, come se avesse paura di esplorare qualcosa di proibito e tornò sulle mie spalle e braccia. Arrivò il momento critico in cui chiese di girarmi a pancia in su ed io lo feci cercando di non guardarla negli occhi, decisi di chiuderli. Lei era sopra di me, le nostre fighe si toccavano, separate solo dal tessuto bagnato degli slip.
Iniziò a massaggiare le spalle, scese sui fianchi, la pancia e poi tornò su e fece una cosa che io non avevo fatto: prese le mie tette per mano e iniziò a massaggiarle. Fu questo il segnale del nostro inizio, avevamo varcato di nuovo la soglia, per me eravamo uscite dalla finzione del gioco, era una cosa vera, nessuno poteva fermarci questa volta. Aprii gli occhi, misi le mie mani sui suoi fianchi e scesi fino a prendermi in mano i suoi glutei. Intanto i nostri bacini avevano iniziato a premere l’uno contro l’altro, le nostre vagine a strofinarsi, vogliose di distruggere quel tessuto che le separava. Spostai le mie mani in su e presi anche io i suoi splendidi seni, che erano simili ai miei. Mi stava cavalcando mentre ci toccavamo le tette a vicenda.
Poi si abbassò verso di me, mi portò in su le braccia e mise le sue dita intrecciate con le mie, e mentre mi guardava strofinava le sue tette sulle mie. Che sensazione stupenda. Le nostre pelli lisce si toccavano e strusciavano in ogni punto. Portai le mie mani sul suo culo e la invitai a premere più forte su di me. Lei aumento l’intensità e tornammo esattamente nel punto in cui ci eravamo fermate l’ultima volta: sguardi vogliosi di sesso, cavalcandoci in attesa di superare quella linea di non ritorno: il bacio. Si avvicinò a me e mi baciò sul collo, io portai la mia mano dietro la sua testa per premerla su di me e intanto le leccai l’orecchio. Piano piano scostò la sua testa verso l’alto e iniziò a baciarmi la guancia, io intanto giravo la testa e baciavo la sua. Arrivammo a toccarci gli angoli delle labbra, come ci era successo da più piccole, ma stavolta eravamo quasi nude l’una sull’altra e in una situazione diversa. Girai io la testa verso di lei, ma smettemmo di baciare. Ci fu un momento in cui le nostre labbra si toccavano a tratti, dato dal movimento dei nostri corpi, l’uno sull’altro. Nessuna delle due aveva il coraggio di affondare quel maledetto bacio che sembrava non arrivasse mai. Lei spostò ancora la testa di lato e continuò a darmi baci sulla guancia, al che decisi di prendere in mano la situazione. Staccai le mani dal suo culo e le presi delicatamente il viso e lo riportai verso di me, le nostre bocche erano a un millimetro di distanza e si stuzzicavano di nuovo col movimento che stavamo creando. Mi avvicinai piano piano, ormai le labbra si toccavano le une sulle altre andando su e giú e a un certo punto affondai il bacio.
Ora le nostre labbra si erano sposate, ora sentivo il suo sapore, le sue labbra morbide che giocavano con le mie. Un bacio senza lingua ma che era sentito, vero, pieno di affetto reciproco, un punto per i desideri di entrambe. Poi infilai anche la mia lingua e lei ricambiò, ora le nostre bocche erano una cosa sola, le nostre lingue danzavano insieme e si cercavano, non volevano staccarsi più, mentre le nostre labbra accompagnavano. Le nostre salive ormai si erano intrecciate in un unico mare mosso. Penso che ci siamo baciate così per una ventina di minuti, è durato tantissimo, ma non ci stancavamo, nessuna voleva staccarsi. Quel bacio era troppo vero, era figlio di un’unione di due anime che avevano vissuto vicine per anni. È stato il bacio più sentito di sempre per me, queste sensazioni così forti non le ho sentite neanche col ragazzo per cui c’ero rimasta sotto.

Nonostante Eli fosse diventata una belva nel baciarmi e nel leccarmi riuscii io a staccarla, avevo voglia di unirmi a lei in tutti i sensi, di andare oltre quel bacio stupendo. Avevo voglia di fare l’amore con lei, in quel momento non contava nessun altra cosa, neanche ci pensavo al fatto che sarebbe stata la mia prima volta, con una donna per di più, con la mia migliore amica che conosco dall’infanzia. Non avevo nessuna paura, nessuna esitazione, solo lei poteva sverginarmi, lei che mi conosce davvero, lei con cui ho un legame unico.
Le abbassai gli slip, lei se li tolse e io feci lo stesso. Ora eravamo completamente nude e per la prima volta le vidi la vagina. Era diversa dalla mia. Un po’ più piccola e completamente rasata.
Non avevo idea di come si facesse sesso, figuriamoci tra donne, non avevo nemmeno mai visto un video porno e anche per Eli era così. Ci affidammo semplicemente al nostro istinto, a quello per cui stavamo gemendo di piacere e fin ora era stato quello strusciamento dei nostri bacini. Ora finalmente le nostre fighe potevano toccarsi e sentirsi, esattamente come erano riuscite a farlo le nostre bocche.
Eli si mise seduta prendendomi una gamba e portandola su, lungo il suo corpo, mentre si infilava con la figa verso la mia. Eravamo in quella posizione che poi ho scoperto chiamarsi “a forbice”, con lei seduta e io sdraiata.
Iniziò a ondulare il suo bacino verso il mio piano piano, mentre mi leccava la gamba e se la stringeva a sè.
Non vedevo l’ora di farlo forte, così le dissi:” Scopami”

Senza esitare un secondo Eli iniziò ad aumentare il ritmo, a un certo punto trovò una posizione perfetta in cui iniziai a sentire il suo clitoride che percorreva di continuo la linea della mia vagina, su e giú, sfiorando pure il mio di clitoride. Così iniziammo entrambe a gemere, sempre più forte, mentre lei accelerava il ritmo, mi stava scopando senza avere un pisello e lo faceva benissimo. Sembrava un’esperta. Il letto ormai si muoveva con noi, e faceva anche casino. Avremmo potuto svegliare i nostri genitori tra gemiti e rumori. Ancora oggi non so se abbiano mai sentito qualcosa.
Ma lí, sul momento, a noi non importava, volevamo solo godere l’una dell’altra, solo provare piacere senza barriere. Il ritmo si intensificò, io mi alzai e mi misi seduta come lei, presi la sua testa con una mano e cominciai a slinguarla prepotentemente. Intanto continuavamo a strusciarci. Sentivo che stavo per esplodere, sentivo dentro di me salire una carica, continuammo per non so quanto, fino a che a un certo punto sentii i miei muscoli contrarsi da soli, ogni parte del mio corpo diventò improvvisamente sensibilissima a tutto e un piacere immenso invase la mia anima e la mia vagina. Mi staccai da lei e mi lasciai andare. Lei si sdraiò sul letto, esausta, forse sconvolta dal piacere che ci eravamo procurate.
Avevo avuto il mio primo orgasmo, con una donna, con la mia anima gemella, con la mia Elisa.
Ci dammo un bacio a stampo come buonanotte e ci addormentammo serene e felici.

Continua…

scritto il
2025-11-02
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