Sofi ed Eli. Capitolo 4
di
Sofi Crazy
genere
saffico
Io ed Eli non siamo riuscite a parlarne di quello che era successo tra di noi quella notte.
Dopo quella vacanza ci allontanammo per un periodo. Non saprei il perché, credo che ci sentissimo entrambe un po’ a disagio. Quando uscivamo con altre amiche capitava che facesse battute sgradevoli sulle lesbiche, ed era strano perché noi avevamo avuto un rapporto lesbo. Forse non se lo voleva ammettere. Io stessa devo dire che a volte mi veniva la nausea a ripensare a quello che avevo fatto con lei. Il corpo di una donna non mi eccita, non lo desidero. Altre volte invece, spesso prima di addormentarmi ripensavo a quel momento e mi eccitavo da morire, volevo riviverlo. Avevo capito che ero attratta solo da lei, dal suo essere, non dalle donne. Avevo anche provato a guardare dei video porno lesbo, ma non funzionarono, mi eccitava solo immedesimarmi nelle porno attrici mentre facevo sesso con lei.
Eli iniziò a trattarmi con superficialità, mi snobbava, non mi coinvolgeva più come prima, usciva con altre amiche. Piano piano sapevo sempre meno cose su di lei, ed io non sono mai riuscita a parlarle, ad avere un confronto, avevo paura di perderla definitivamente.
Passarono quattro anni, ormai ci vedevamo solo ogni tanto, non eravamo più migliori amiche. Avevamo entrambe iniziato l’università e conosciuto nuove persone. Io mi ero convinta ad andare avanti, ho avuto qualche avventura con dei ragazzi e mi ero anche fidanzata con Marco. Con lui ho passato dei momenti intimi stupendi ma non sono mai riuscita a raggiungere l’orgasmo. Anche Eli in quel periodo stava con un ragazzo.
Una sera ci ritrovammo ad una festa, coi nostri ragazzi. La serata andò un po’ a degenerare perché Marco dovette andarsene per un’emergenza famigliare, Giulio, il ragazzo di Eli era ubriaco marcio ed Eli anche. Il problema è che erano venuti con la sua macchina. Andai a parlare con Eli e le dissi che avrei potuto riportarla io a casa.
“No Sofi” mi disse sbiascicando “non posso tornare a casa così, ho detto ai miei che sarei rimasta da Giulio”
Insomma non ne voleva sapere ma non avrei mai permesso che tornasse guidando lei, non ne era in condizioni. Alla fine riuscii a convincerla a stare da me. La riportai a casa mia e la misi nel letto degli “ospiti” in camera mia.
Ecco che ebbi un sussulto. L’ultima volta che eravamo state in camera insieme era quella volta in cui avevamo fatto sesso. Improvvisamente mi tornò quella voglia di averla, ma sentendomi in colpa, avevo Marco e ormai non potevo più fare certe cose.
Mi misi nel letto ma lei mi chiamò:” Possiamo dormire insieme?”
Io accettai, ci abbracciammo e addormentammo così.
La mattina seguente mi alzai per fare pipì e mi accorsi che i miei genitori erano usciti.
Così tornai nel letto da Eli che stava ancora dormendo.
La abbracciai e lei si svegliò, ma senza aprire gli occhi.
Eravamo abbracciate nel letto, i nostri corpi si stringevano, le nostre guance si toccavano. Era da troppo tempo che non la sentivo così vicina.
Ci coccolammo, iniziai a farle dei grattini sulla schiena e lei fece lo stesso ma intanto là sotto le temperature si alzavano e i nostri battiti acceleravano.
Non pensavo che avrei potuto causarle la stessa reazione che stavo avendo io. A quanto pare ci stavamo eccitando entrambe ma come la prima volta eravamo dinnanzi a un ostacolo: i nostri fidanzati.
La nostra unione era sempre rimasta irrisolta, eppure ora stava emergendo di nuovo e la voglia stava superando qualsiasi opposizione.
Iniziai a spostare il viso verso il suo finché mi ritrovai di fronte e lei aprí gli occhi.
Non avevo il coraggio di dire niente e nemmeno Eli.
Ci stavamo guardando e intanto accarezzando. Mi avvicinai sempre di più e le baciai l’angolo della bocca.
Lei rimase impassibile. Allora continuai e intanto feci scendere la mia mano verso il suo culo.
Continuavo a baciare l’angolo della bocca quando piano piano lei iniziò a girarsi e i miei baci iniziarono a toccare le sue labbra.
Ed ecco il bacio.
Ormai il dado era tratto, eravamo cadute in trappola.
Non mi ero mai scordata il suo sapore. Unico e diverso da quello dei ragazzi. E quelle labbra morbide e lisce.
Un’esplosione di piacere. Ora la voglia saliva sempre di più. Ormai i pensieri dei nostri ragazzi erano annebbiati. Esistevamo solo io e lei. Le nostre menti tentavano di convincerci che non stavamo facendo una cosa sbagliata e ingiusta.
Ci spogliammo insieme fino a rimanere completamente nude. I nostri corpi erano cambiati rispetto all’ultima volta, erano cresciuti. I nostri seni erano più grandi, il suo culo era diventato stupendo, un marmo sodo ma piacevole da toccare, le sue gambe lunghe erano possenti e non più magre. Le sue braccia erano leggermente muscolose, aveva iniziato a fare palestra e il suo viso era ormai quello di una donna, non piú di una ragazzina.
Andai verso i suoi capezzoli e leccai prima uno e poi l’altro alternandomi, poi scesi le baciai ogni centimetro della sua pancia e scesi verso il pube, dove vi riamasi qualche minuto. Esitai prima di andare giù. Volevo farlo ma a me è pur sempre piaciuto il pene, ormai avevo esperienza con quello e mi piaceva. Ma con lei era tutta un’altra storia. Così mi decisi e scesi. Con la lingua aggirai prima tutta la vulva all’esterno fino all’inguine e interno cosce. Poi piano piano affondai il colpo, proprio come avevo affondato il primo bacio all’epoca e mi lasciai andare in un tornado di passione. Leccai in su e in giù, poi feci movimenti circolari, pensai a come mi sarebbe piaciuto essere leccata ed eseguivo. Eli stava urlando di piacere. La sua vagina era bagnatissima e io stavo assaporando il suo succo. Molto meglio rispetto allo sperma.
Strinsi le sue chiappe al mio volto e iniziai a succhiarle il clitoride. Lo feci per una decina di minuti con lei di sottofondo che mi diceva “continua… continua… non smettere… oddio…”
A un certo punto la sentii tremare inziò a dirmi che stava per venire.
Senza respirare continuai a succhiare, lei mi afferrò la testa e si lasciò andare in un orgasmo fortissimo mentre urlava incredula.
Alzai lo sguardo e aspettai qualche secondo.
Appena si riprese ci guardammo e mi disse:”Cazzo non sono mai venuta con nessuno, ommioddio”
Era sorpresa e stupita e io felicissima di averle donato quel piacere. Ma non era ancora finita.
Mi misi sopra di lei e incrociai le sue gambe con le mie.
Afferrai una sua gamba e la portai verso il mio seno e mi misi in modo che le nostre vagine potessero baciarsi.
Esattamente come lei aveva fatto con me la prima volta, a forbice, solo che adesso volevo essere io a cavalcarla.
Così iniziai prima lentamente. Eravamo talmente bagnate che le nostre vagine scorrevano perfettamente l’una sull’altra, i clitoridi si cercavano in quel mare mosso.
Mi abbassai per baciarla un po’, poi ritornai su e cominciai a cavalcarla forte.
Ormai il ritmo era incalzante, le nostre cosce sudate scorrevano anche loro e ci aiutavano. Io stavo leccando tutta la sua gamba. Tutto il movimento era riempito dai nostri gemiti che completavano una dolce melodia di cori femminili.
Cambiai posizione. Le lasciai andare giù la gamba e mi misi seduta su di lei, come quando le facevo i massaggi.
Presi nelle mie mani le sue bellissime tette e le massaggiai per bene mentre iniziavo a strusciarmi. In quella posizione le vagine non riuscivano a toccarsi, mi stavo strofinando sul suo liscissimo pube. Eli iniziò anche lei a massaggiarmi il seno per poi stuzzicare con le dita i miei capezzoli. Quando lo fece cominciai a impazzire. Due zone sensibilissime mi stavano per donare un orgasmo assurdo. Il mio clitoride stimolato dalla sua pancia e i miei capezzoli stimolati dalle sue dita.
Sentivo che stavo per esplodere quando tolse una mano e mi infilò il suo medio dentro la figa.
Mi colse di sorpresa e urlai un po’ infastidita ma presto il mio corpo accolse quel dito e lo voleva sempre più dentro. Il mio clitoride era nel suo palmo, mi aveva letteralmente in mano. Il suo dito si infilava e scavava il fondo, sentivo che era arrivata a toccare il mio punto G.
Non resistetti a lungo, iniziai a tremare fino a lasciarmi cadere su di lei mette dentro di me si diffuse un piacere mai provato prima. Un orgasmo fortissimo. Il secondo durante il sesso. Il secondo con lei. Solo lei ci era riuscita. Due volte su due.
La baciai per un quarto d’ora per ringraziarla dell’amore che mi aveva appena donato.
Poi ci rivestimmo, lei mi salutò velocemente e tornò a casa.
Avevamo entrambe da riflettere. Avremmo dovuto parlare di quello che si era creato tra di noi. Già quattro anni fa.
E soprattutto, a mente fredda, che ne sarebbe stato ora dei nostri ragazzi?
Continua…
Dopo quella vacanza ci allontanammo per un periodo. Non saprei il perché, credo che ci sentissimo entrambe un po’ a disagio. Quando uscivamo con altre amiche capitava che facesse battute sgradevoli sulle lesbiche, ed era strano perché noi avevamo avuto un rapporto lesbo. Forse non se lo voleva ammettere. Io stessa devo dire che a volte mi veniva la nausea a ripensare a quello che avevo fatto con lei. Il corpo di una donna non mi eccita, non lo desidero. Altre volte invece, spesso prima di addormentarmi ripensavo a quel momento e mi eccitavo da morire, volevo riviverlo. Avevo capito che ero attratta solo da lei, dal suo essere, non dalle donne. Avevo anche provato a guardare dei video porno lesbo, ma non funzionarono, mi eccitava solo immedesimarmi nelle porno attrici mentre facevo sesso con lei.
Eli iniziò a trattarmi con superficialità, mi snobbava, non mi coinvolgeva più come prima, usciva con altre amiche. Piano piano sapevo sempre meno cose su di lei, ed io non sono mai riuscita a parlarle, ad avere un confronto, avevo paura di perderla definitivamente.
Passarono quattro anni, ormai ci vedevamo solo ogni tanto, non eravamo più migliori amiche. Avevamo entrambe iniziato l’università e conosciuto nuove persone. Io mi ero convinta ad andare avanti, ho avuto qualche avventura con dei ragazzi e mi ero anche fidanzata con Marco. Con lui ho passato dei momenti intimi stupendi ma non sono mai riuscita a raggiungere l’orgasmo. Anche Eli in quel periodo stava con un ragazzo.
Una sera ci ritrovammo ad una festa, coi nostri ragazzi. La serata andò un po’ a degenerare perché Marco dovette andarsene per un’emergenza famigliare, Giulio, il ragazzo di Eli era ubriaco marcio ed Eli anche. Il problema è che erano venuti con la sua macchina. Andai a parlare con Eli e le dissi che avrei potuto riportarla io a casa.
“No Sofi” mi disse sbiascicando “non posso tornare a casa così, ho detto ai miei che sarei rimasta da Giulio”
Insomma non ne voleva sapere ma non avrei mai permesso che tornasse guidando lei, non ne era in condizioni. Alla fine riuscii a convincerla a stare da me. La riportai a casa mia e la misi nel letto degli “ospiti” in camera mia.
Ecco che ebbi un sussulto. L’ultima volta che eravamo state in camera insieme era quella volta in cui avevamo fatto sesso. Improvvisamente mi tornò quella voglia di averla, ma sentendomi in colpa, avevo Marco e ormai non potevo più fare certe cose.
Mi misi nel letto ma lei mi chiamò:” Possiamo dormire insieme?”
Io accettai, ci abbracciammo e addormentammo così.
La mattina seguente mi alzai per fare pipì e mi accorsi che i miei genitori erano usciti.
Così tornai nel letto da Eli che stava ancora dormendo.
La abbracciai e lei si svegliò, ma senza aprire gli occhi.
Eravamo abbracciate nel letto, i nostri corpi si stringevano, le nostre guance si toccavano. Era da troppo tempo che non la sentivo così vicina.
Ci coccolammo, iniziai a farle dei grattini sulla schiena e lei fece lo stesso ma intanto là sotto le temperature si alzavano e i nostri battiti acceleravano.
Non pensavo che avrei potuto causarle la stessa reazione che stavo avendo io. A quanto pare ci stavamo eccitando entrambe ma come la prima volta eravamo dinnanzi a un ostacolo: i nostri fidanzati.
La nostra unione era sempre rimasta irrisolta, eppure ora stava emergendo di nuovo e la voglia stava superando qualsiasi opposizione.
Iniziai a spostare il viso verso il suo finché mi ritrovai di fronte e lei aprí gli occhi.
Non avevo il coraggio di dire niente e nemmeno Eli.
Ci stavamo guardando e intanto accarezzando. Mi avvicinai sempre di più e le baciai l’angolo della bocca.
Lei rimase impassibile. Allora continuai e intanto feci scendere la mia mano verso il suo culo.
Continuavo a baciare l’angolo della bocca quando piano piano lei iniziò a girarsi e i miei baci iniziarono a toccare le sue labbra.
Ed ecco il bacio.
Ormai il dado era tratto, eravamo cadute in trappola.
Non mi ero mai scordata il suo sapore. Unico e diverso da quello dei ragazzi. E quelle labbra morbide e lisce.
Un’esplosione di piacere. Ora la voglia saliva sempre di più. Ormai i pensieri dei nostri ragazzi erano annebbiati. Esistevamo solo io e lei. Le nostre menti tentavano di convincerci che non stavamo facendo una cosa sbagliata e ingiusta.
Ci spogliammo insieme fino a rimanere completamente nude. I nostri corpi erano cambiati rispetto all’ultima volta, erano cresciuti. I nostri seni erano più grandi, il suo culo era diventato stupendo, un marmo sodo ma piacevole da toccare, le sue gambe lunghe erano possenti e non più magre. Le sue braccia erano leggermente muscolose, aveva iniziato a fare palestra e il suo viso era ormai quello di una donna, non piú di una ragazzina.
Andai verso i suoi capezzoli e leccai prima uno e poi l’altro alternandomi, poi scesi le baciai ogni centimetro della sua pancia e scesi verso il pube, dove vi riamasi qualche minuto. Esitai prima di andare giù. Volevo farlo ma a me è pur sempre piaciuto il pene, ormai avevo esperienza con quello e mi piaceva. Ma con lei era tutta un’altra storia. Così mi decisi e scesi. Con la lingua aggirai prima tutta la vulva all’esterno fino all’inguine e interno cosce. Poi piano piano affondai il colpo, proprio come avevo affondato il primo bacio all’epoca e mi lasciai andare in un tornado di passione. Leccai in su e in giù, poi feci movimenti circolari, pensai a come mi sarebbe piaciuto essere leccata ed eseguivo. Eli stava urlando di piacere. La sua vagina era bagnatissima e io stavo assaporando il suo succo. Molto meglio rispetto allo sperma.
Strinsi le sue chiappe al mio volto e iniziai a succhiarle il clitoride. Lo feci per una decina di minuti con lei di sottofondo che mi diceva “continua… continua… non smettere… oddio…”
A un certo punto la sentii tremare inziò a dirmi che stava per venire.
Senza respirare continuai a succhiare, lei mi afferrò la testa e si lasciò andare in un orgasmo fortissimo mentre urlava incredula.
Alzai lo sguardo e aspettai qualche secondo.
Appena si riprese ci guardammo e mi disse:”Cazzo non sono mai venuta con nessuno, ommioddio”
Era sorpresa e stupita e io felicissima di averle donato quel piacere. Ma non era ancora finita.
Mi misi sopra di lei e incrociai le sue gambe con le mie.
Afferrai una sua gamba e la portai verso il mio seno e mi misi in modo che le nostre vagine potessero baciarsi.
Esattamente come lei aveva fatto con me la prima volta, a forbice, solo che adesso volevo essere io a cavalcarla.
Così iniziai prima lentamente. Eravamo talmente bagnate che le nostre vagine scorrevano perfettamente l’una sull’altra, i clitoridi si cercavano in quel mare mosso.
Mi abbassai per baciarla un po’, poi ritornai su e cominciai a cavalcarla forte.
Ormai il ritmo era incalzante, le nostre cosce sudate scorrevano anche loro e ci aiutavano. Io stavo leccando tutta la sua gamba. Tutto il movimento era riempito dai nostri gemiti che completavano una dolce melodia di cori femminili.
Cambiai posizione. Le lasciai andare giù la gamba e mi misi seduta su di lei, come quando le facevo i massaggi.
Presi nelle mie mani le sue bellissime tette e le massaggiai per bene mentre iniziavo a strusciarmi. In quella posizione le vagine non riuscivano a toccarsi, mi stavo strofinando sul suo liscissimo pube. Eli iniziò anche lei a massaggiarmi il seno per poi stuzzicare con le dita i miei capezzoli. Quando lo fece cominciai a impazzire. Due zone sensibilissime mi stavano per donare un orgasmo assurdo. Il mio clitoride stimolato dalla sua pancia e i miei capezzoli stimolati dalle sue dita.
Sentivo che stavo per esplodere quando tolse una mano e mi infilò il suo medio dentro la figa.
Mi colse di sorpresa e urlai un po’ infastidita ma presto il mio corpo accolse quel dito e lo voleva sempre più dentro. Il mio clitoride era nel suo palmo, mi aveva letteralmente in mano. Il suo dito si infilava e scavava il fondo, sentivo che era arrivata a toccare il mio punto G.
Non resistetti a lungo, iniziai a tremare fino a lasciarmi cadere su di lei mette dentro di me si diffuse un piacere mai provato prima. Un orgasmo fortissimo. Il secondo durante il sesso. Il secondo con lei. Solo lei ci era riuscita. Due volte su due.
La baciai per un quarto d’ora per ringraziarla dell’amore che mi aveva appena donato.
Poi ci rivestimmo, lei mi salutò velocemente e tornò a casa.
Avevamo entrambe da riflettere. Avremmo dovuto parlare di quello che si era creato tra di noi. Già quattro anni fa.
E soprattutto, a mente fredda, che ne sarebbe stato ora dei nostri ragazzi?
Continua…
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