Vortici passionali cap 3

di
genere
etero

Helen iniziò il suo stage alla Hamilton, e tutto sembrava scorrere senza intoppi. Durante il giorno dovevano mantenere le apparenze di una fredda conoscenza, ma i loro sguardi tradivano un’intesa che bruciava sotto la pelle. Arrivavano al lavoro separatamente, camminavano nei corridoi come semplici colleghi, scambiandosi saluti leggeri e sorrisi educati, ma dietro quegli occhi attenti si nascondeva un magnetismo intenso, una tensione carica di elettricità che li faceva desiderare l’uno dell’altra anche mentre fingevano distacco.
La sera, invece, era tutta un’altra storia. Ritorno a casa insieme, cinema, ristoranti, cene rubate, notti di passione che li vedevano rotolare sul letto, urlando, gemendo, grondando desiderio reciproco. Ahhh… sì… vengo… fottimi… erano suoni costanti nelle loro notti.
Un giorno, mentre Helen rientrava da una commissione per l’ufficio, vide Lucas scendere da un taxi insieme a una sua collega con cui era stato a pranzo. Quel fare intimo e divertito tra i due, che a chiunque altro sarebbe apparso del tutto normale, accese in Helen una gelosia calda, un desiderio che le fece fremere la schiena e accelerare il battito del cuore. In quell’istante, ogni pensiero sul controllo e la freddezza quotidiana svanì: voleva Lucas, e voleva averlo solo per sé.
La collega si fermò alla reception per ritirare un pacco, mentre Lucas proseguì verso le porte dell’ascensore. Senza esitazione, Helen lo raggiunse, fece una smorfia di saluto freddo, come era solita fare durante il giorno in ufficio, e, all’apertura delle porte, entrò con lui, premendo il pulsante che li avrebbe riportati agli uffici.
Appena le porte si chiusero, il raptus di gelosia si trasformò in un desiderio impetuoso, primitivo, quasi animalesco. Helen lo afferrò per la cravatta, tirandolo a sé con forza. La sua bocca lo avvolse avidamente, e tra un gemito e l’altro sussurrò: «Adesso è tutto mio!» Con un gesto deciso fermò l’ascensore, poi si inginocchiò davanti a Lucas. Lui, sbalordito e eccitato, rimase senza parole. Con movimenti rapidi e sicuri, Helen slacciò la cintura e sbottonò i pantaloni di Lucas, abbassandogli gli slip. La sua bocca lo accolse completamente, risucchiandolo con avidità.
Nell’ascensore insonorizzato si udivano solo i mugolii di Helen e il respiro affannato di Lucas, che, incredulo e sopraffatto, non poteva fare altro che lasciarsi travolgere dal piacere del momento.
— «Dio mio, sei fantastica…» esclamò Lucas, ansimando.
Subito dopo, però, un attimo di lucidità sembrò farlo tornare con i piedi per terra.
— «Ti prego Helen è troppo pericoloso, ricomponiamoci e torniamo in ufficio,» disse, cercando di riprendersi.
Ma Helen, alzandosi di scatto e tirandosi su la gonna, gli rispose con un sorriso malizioso:
— «Non prima che mi avrai riempito del tuo seme!»
Con una mano lo afferrò e, appoggiando una coscia sul corrimano dell’ascensore, lo invitava quasi forzatamente a penetrarla.
— «Tu sei pazza!» esclamò Lucas, ma il desiderio aveva già preso il sopravvento.
— «Io… sono pazzo di te!»
Con tutta la forza che aveva, Lucas iniziò a scoparla, spingendo deciso. Helen lo sentì dentro di sé e gemette piano:
— «Ah… sì…» mentre lo stringeva più forte.
Lucas ansimava, guardandola negli occhi:
— «Fammi tua…» e la voce gli tremava per il desiderio.
Helen si piegò leggermente, mordendosi il labbro, e un gemito più intenso le sfuggì:
— «Sì… prendilo tutto…»
— «Oh Dio…» sospirò Lucas, spingendo ancora più deciso, sentendo il calore avvolgerli. Helen, con la testa inclinata all’indietro, gemeva di piacere:
— «Come mi piace… sì… Cristo… vengo…»
sussurrò lui, incapace di trattenersi, e un altro gemito vibrante di Helen lo accolse.
— «Ahhh… sìì… sborro…» mormorò Lucas, sentendo il piacere esplodere mentre la inondava, e Helen gemeva ancora, mescolando sorpresa e estasi:
— «Mi stai inondando… ahhh!»
Quando ebbero finito, Lucas cercò di riprendersi:
— «Dobbiamo ricomporci…» si tirò su i pantaloni.
Helen riabbassò la gonna, ma con un sorriso malizioso che tradiva un fuoco tutt’altro che spento. Invece di premere il 25° piano come previsto, premette il 20°, dove le sale fitness e gli spogliatoi erano quasi sempre deserte a quell’ora.
Mentre l’ascensore riprendeva a salire facendo ripartire anche il monotono muzak, Lucas finiva di sistemarsi il nodo della cravatta, ignaro di quello che ancora lo aspettava. Helen lo osservava con occhi pieni di malizia, il cuore che le batteva forte, pronta a trasformare ogni secondo di innocente attesa in puro desiderio.
Quando si aprirono le porte dell’ascensore, Lucas scoppiò a ridere:
— «Nella foga hai sbagliato a premere il piano!»
Helen lo guardò con uno sguardo pieno di desiderio e un sorriso freddo:
— «Questo lo pensi tu.»
Poi, prendendolo per mano, lo trascinò quasi a forza lungo il corridoio vuoto fino al bagno delle signore, accanto agli spogliatoi. Una volta dentro, chiuse a chiave la porta, si tolse di scatto la gonna e le mutande già pregne del suo desiderio.
Piegandosi in avanti con le mani appoggiate sul lavabo, lo implorò:
— «Voglio che mi inculi con tutta la tua forza… ti prego, fammi completamente tua!»
Lucas, ansimando, le afferrò i fianchi:
— «Mi farai licenziare… ma non posso resistere!»
Helen, con tono quasi imperativo e il desiderio che cresceva sempre più, esclamò:
— «Non resisto più, sbrigati a mettermelo nel culo… voglio sentirti dentro di me adesso!»
Il cazzo di Lucas, ricoperto dei residui di sperma e dei liquidi di Helen, non fece alcuna fatica ad entrare nello stretto e voglioso buco di lei. Con colpi decisi iniziò a penetrarla, andando sempre più a fondo. Helen sentiva il corpo tremare sotto le spinte di Lucas e gemeva piano:
— «Ah… sì, così bastardo… non fermarti…»
Lucas ansimava, spingendo impetuosamente, e le sussurrò:
— «Hai un culo fantastico… te lo voglio sfondare…»
— «Ohhh… sì… così… più forte… sfondamelo…» urlò Helen, quasi all’apice dell’orgasmo, piegandosi ancora di più sul lavabo.
— «Ahhh… Dio… sto per venire» mormorò Lucas, a denti stretti, sentendo il piacere crescere.
Helen urlò, unendo i gemiti al respiro di Lucas:
— «Sììì… non fermarti, ti prego… ohhh… sì… vengoooooo!»
— «Vengo anch’ioooo!» ribatté Lucas quasi contemporaneamente.
Helen si sentì inondare:
— «Ahhh… sì… sì… mi stai riempiendo…» esclamò.
Si strinsero l’uno all’altra, il respiro affannoso e i gemiti lentamente si placavano, lasciando dietro di sé un silenzio denso di passione, mentre i loro cuori continuavano a battere all’unisono.
Passarono alcuni istanti, e Lucas si allontanò da Helen, iniziando a rivestirsi. Ma lei, ancora con il ricordo di lui con la collega impresso nella mente, lo fermò con un gesto deciso e lo pregò:
— «Voglio che mi pisci nel culo… voglio sentire tutto di te dentro di me.»
Lucas, incredulo, balbettò:
— «Ma… perché…?»
Helen lo fissò con intensità, il desiderio e la determinazione nei suoi occhi:
— «Perché voglio che mi marchi come un animale fa col suo territorio… perché io sono e sarò per sempre tua.»
Confuso, travolto da un mix di emozioni, ma lusingato e incredibilmente eccitato da quella richiesta udace, Lucas acconsentì. Rinfilandoglielo dietro, la riempì della sua urina. Helen sentì il liquido scorrere dentro di sé e un orgasmo intenso la travolse. Il corpo le tremava, le gambe vacillavano, e dalle sue labbra sfuggirono per l’ennesima volta gemiti di infinito piacere:
— «Ahhh… sìì… Dioooo… sì… ancora… ohhh… sì… sìì…!»
Il piacere si mescolava alla sensazione insolita e profonda del contatto totale, lasciandola senza fiato e completamente sopraffatta. Dal canto suo, Lucas, che non aveva mai vissuto un’esperienza simile, era avvolto in una sensazione di profonda estasi mentre sentiva il calore scorrere nelle budella di Helen.
L’unica cosa che riuscì a dire, quando ebbe finito, fu:
— «La più bella pisciata di sempre!»
Dopo qualche minuto di silenzio, entrambi scoppiarono in una fragorosa risata. Separatisi, Helen lo baciò con dolcezza, con un sorriso angelico, invitandolo a tornare in ufficio, mentre lei rimase qualche minuto a sistemarsi e ricomporsi.
Lucas, tornando alla routine del lavoro, sentì qualcosa di nuovo dentro di sé. Il legame con Helen aveva raggiunto un livello che andava ben oltre la semplice storia: un filo invisibile, profondo e indissolubile. Solo un'altra volta in tutta la sua vita aveva provato un sentimento identico, che lo aveva travolto allo stesso modo, e che anche se erano passati ormai decenni, il suo ricordo di tanto in tanto ritornava a farsi sentire nei suoi pensieri..
scritto il
2025-08-23
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