Vortici passionali cap 4

di
genere
etero

Era un sabato di ottobre, lo stage di Helen alla Hamilton era ormai concluso. La ragazza era tornata a studiare a tempo pieno. Quei tre mesi passarono molto velocemente, dopo quella prima, rovente avventura negli spogliatoi, il sesso in ufficio era diventato quasi una routine segreta. Pausa pranzo, mattino presto, sera tardi… ogni momento era buono per ritrovarsi in qualche angolo nascosto e consumare la loro passione clandestina. Nessuna porta era più sacra, nessuna scrivania intoccabile.
Lucas uscì dal bagno, ancora umido di vapore, l’asciugamano bianco legato ai fianchi e le gocce che gli scivolavano sul petto. Helen era seduta sul bordo del letto, con lo sguardo perso, le mani che giocherellavano nervose con le lenzuola.
— «Che c’è, amore?» chiese lui, asciugandosi i capelli con un altro telo.
— «Ti vedo strana da un paio di giorni… sei dispiaciuta che lo stage stia per finire? Anche se durante il giorno non ci vedremo più così spesso, potremmo rifarci la sera nei weekend…»
Helen prese un respiro profondo, si avvicinò a lui e abbassò lo sguardo. Con un filo di voce tremante, quasi a sussurrare:
— «Lucas… io… devo dirti una cosa… ci ho provato per giorni, ma mi manca il coraggio… il fatto è che… sono incinta… mi dispiace…»
Poi scoppiò in un pianto liberatorio, le lacrime che le rigavano il viso. Lucas rimase incredulo per qualche secondo, poi le posò un bacio delicato sulla fronte.
— «Perché piangi, tesoro? È una cosa bellissima…»
— «Avevo paura che ti arrabbiassi… che non volessi più stare con me…» singhiozzò lei.
— «Stupidina…» disse Lucas con un sorriso dolce e malizioso, asciugandole una lacrima. «Adesso asciugati gli occhi e dammi un bel bacio, mammina…»
Quelle parole sciolsero il cuore di Helen, che lo abbracciò forte, riempiendolo di baci quasi a soffocarlo. L’immensa felicità, sostituita all’ansia e alla paura di pochi istanti prima, insieme al suo stato interessante, scatenò in lei un desiderio primordiale di sesso. I suoi ormoni sembravano impazziti, la vagina si bagnava in modo quasi osceno, e i seni si gonfiarono fino a sembrare sul punto di esplodere.
— «Ti voglio…» sussurrò a Lucas, e, risendendosi sul letto, gli strappò via l’asciugamano dalla vita. Con un forte desiderio iniziò a spompinarlo, mordendo il labbro e guardandolo con occhi lucidi e maliziosi. Helen aumentò il ritmo, la lingua che accarezzava il glande, le labbra che lo inghiottivano tutto. Le mani di Lucas affondavano tra i suoi capelli, tirandola leggermente verso di sé.
— «Ahhh… Helen… sì… così… mi fai impazzire!» ansimava Lucas, incapace di trattenersi.
Lei lo guardava dal basso, occhi lucidi di desiderio e amore, continuando a succhiarlo avidamente. Si fermava solo per accarezzargli le palle con la lingua e le labbra, mordicchiandole leggermente mentre Lucas gemeva. Si inginocchiò sul tappeto e gli disse, con tono malizioso sottovoce:
— «Divarica un po’ le gambe… voglio gustarti tutto…»
Lucas obbedì, incapace di resisterle. Lei, mentre lo segava con la mano da sotto, leccava con avidità le palle gonfie e pendenti, spingendo la lingua fino all’ano, facendolo rabbrividire di piacere.
— «Che… grandissima… vacca…» ansimò Lucas, totalmente sopraffatto dall’eccitazione.
— «Mi stai facendo sborrare…» mormorò ad Helen, che di scatto riprese tutto il suo cazzo in bocca, determinata a non sprecarne neanche una goccia.
Lucas gemeva e si contorceva:
— «Ahhh… godoooo…»
Helen, compiaciuta, lo inghiottiva fino in fondo, sentendo lo sperma scorrere caldo e intenso, dal sapore acre e selvaggio che la faceva rabbrividire di piacere. La sborrata fu così abbondante che non riuscì a inghiottirlo tutta in una volta; un colpo di tosse le fece lacrimare gli occhi e un sottile rivolo scivolò da un lato delle sue rosse labbra che con la lingua prontamente provvide a riprendere.
Helen, ancora con le labbra bagnate del suo seme, si buttò sul letto, aprendo le gambe e guardandolo con uno sguardo famelico.
— «Vieni qui… fammi tua…» sussurrò, la voce roca di desiderio.
Lucas si posizionò subito, le gambe di lei alte sulle sue spalle, e la penetrò con una spinta decisa. Un gemito profondo le sfuggì dalle labbra.
— «Ohhh cazzo… sìì… così… prendimi tutta…»
Ogni affondo faceva sobbalzare il corpo di Helen, che gemeva senza freni.
— «Sfondami amore… ancora di più, ancora… più forte…» Lucas ringhiava, ansimante, guardandola negli occhi.
— «Sei la mia troia… la mia puttana innamorata…»
Lei gemette ancora più forte, eccitata da quelle parole.
— «Sì… lo sono… sono solo tua… scopami così… fammi urlare… riempimi tutta anche di sotto…»
Lui ansimava sopra di lei, le mani che le stringevano le natiche con forza.
— «Che grande porca, che sei amore… sei nata per il mio cazzo…»
Helen lo fissava negli occhi, delirante di piacere.
— «Sììì… sono la tua troia… la tua mammina troia… sborrami dentro, cazzo… fammi tua per sempre… voglio sentire il tuo seme colarmi dentro, riempirmi tutta…»
Il letto scricchiolava sotto i loro corpi, mentre i gemiti e i sospiri diventavano un crescendo di piacere. Ogni movimento, ogni tocco, aumentava il desiderio, facendo salire l’orgasmo sempre più vicino.
Lucas, ormai al limite, la prese ancora più a fondo, e con un grido gutturale esplose dentro di lei, mentre Helen urlava il suo nome, scossa da un orgasmo devastante. Infine, quando il lungo amplesso terminò, Lucas e Helen rimasero stretti l’uno all’altra, esausti, in un profondo silenzio tanto da riuscire a sentire i loro cuori che battevano all’unisono.
Lucas e Helen restarono abbracciati a lungo, i corpi ancora caldi, le pelli umide che si incollavano l’una all’altra. Dal sesso di lei colava lentamente un rivolo bianco, caldo, che le scendeva lungo le cosce, residui della loro unione appena consumata. Helen lo sentiva scivolare e rabbrividiva, come se quel seme che la riempiva fosse un sigillo d’amore.
— «I miei … ci hanno invitati a passare le vacanze di Natale nella nostra casa a Palm Beach» disse Helen, accarezzandogli il petto con un sorriso dolce.
— «Gli ho già raccontato di noi… sono felici del nostro amore e la nostra differenza di età per loro non è derto un problema. Pensa mio padre quest’anno ha compiuto 65 anni più mentre la mia matrigna ne ha appena 40. Potrebbe anche essere l’occasione giusta per dirle del mio stato.»
Per un attimo nella stanza calò il silenzio. Lucas la fissò, il volto serio, poi annuì appena.
— «Va bene, amore… se per te è importante.»
Dopo qualche secondo, però, inarcò un sopracciglio.
— «Aspetta un attimo… i tuoi hanno una villa alle Palm Beach?»
Helen rise, divertita dalla sua espressione sorpresa.
— «Sì, tesoro. Mio padre è molto ricco, un magnate della finanza. Come pensi che possa permettermi un appartamento in questo palazzo? Io mica lavoro alla Hamilton come il brillante avvocato che sei tu…» lo prese in giro ridacchiando.
— «In realtà… i miei sono di San Francisco» aggiunse poi, con un sorriso malizioso.
— «Ma pensa!» esclamò Lucas, scrollando il capo.
— «Anche io vengo da lì… che coincidenza incredibile.»
Si alzò di scatto, ancora incredulo, e tornando verso il bagno disse ridendo:
— «Una villa alle Bahamas… e io che mi preoccupavo solo del Natale in famiglia!»
Poi si lasciò inghiottire dal vapore della doccia.
Due settimane dopo, Lucas e Helen stavano dirigendosi verso l’aeroporto, il trolley che rotolava sul pavimento e le mani intrecciate a stringersi forte. Helen era elettrizzata all’idea di rivedere la sua famiglia, e il pensiero del Natale nella villa lussuosa la faceva arrossire per l’eccitazione… non solo per la festa, ma anche per la prospettiva di passare ancora del tempo intenso con Lucas.
Durante il volo, Helen si lasciò andare a qualche confidenza, raccontando altri dettagli sulla sua famiglia.
— «Sai… ho una sorellastra di diciannove anni, Sophia…» iniziò Helen con un sorriso nostalgico.
— «È nata dalle seconde nozze di papà. Anche lei come me si è ritrovata senza mamma a soli 2 anni , per questo siamo molto legate, ci siamo fatte forza insieme.. Papà anche soffriva molto ma lo nascondeva perché doveva badare a noi credo ci mise diversi anni a riprendersi poi fortunatamente conobbe Lisa e si è risposato per la terza volta!»
Lucas le strinse la mano dolcemente, continuava ad ascoltarla attentamente, incuriosito e un po’ sorpreso. Helen continuava a parlare con tono dolce, gli occhi che brillavano di emozione:
— «Sophia è incredibile… dolce, intelligente… e un po’ ribelle, come me. Credo che ti piacerà conoscerla.»
L’aereo tagliava le nuvole mentre il sole tramontava all’orizzonte, tingendo il cielo di arancio e rosa. Lucas sentiva una tensione strana, un misto di curiosità e apprensione: non poteva immaginare che, tra poco, rivedere la famiglia di Helen avrebbe riacceso ricordi dal passato che nessuno dei due si sarebbe aspettato…
scritto il
2025-08-23
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