Di notte, la pioggia, i gatti

di
genere
sentimentali

Di notte, dopo un temporale, luci ed ombre riflesse nelle pozzanghere restituiscono un’immagine nuova della città, tra il giocoso ed il magico.
La coppia procede zigzagando fra le pozze d’acqua, e perciò stringendosi sempre più stretti sotto il piccolo ombrellino di lei. Si crea una strana intimità, resa ancor più festosa dalle luminarie, e dal vino che ha accompagnato fin lì la loro serata.
Parlano, scherzano. Uno tira una battuta, e l’altra le corre dietro, rinnovando il gioco.
Un sorriso, mentre si scontrano incerti sulla direzione da prendere per aggirare una buca particolarmente estesa. I loro corpi si urtano, e si stringono ancor di più. Nessuno dei due, però, cede. Anzi, quasi fossero d’accordo, dolcemente premono uno contro l’altra.
Gli sguardi si cercano, si incrociano. Un lampo.
Negli occhi di lei c’è la notte, il mare, il profumo del Mediterraneo e la promessa di un viaggio lunghissimo.
In quelli di lui il cielo, il sole, il volo alto dell’aquila.
Scintille.
Lei sorride ancora di più, due fossette accompagnano il solco di quella rosea fessura. Trattiene il fiato, esitante. Chiude gli occhi.
Lui lascia cadere l’ombrello, l’abbraccia, la fa girare per darle un sostegno contro un albero, le cui chiome, comunque, li riparano dalla pioggia e dalla curiosità degli sporadici passanti.
La cerca, la trova. Un tenero, leggero sfiorarsi delle loro labbra, poi le bocche si schiudono, si afferrano. Guizzante, la lingua di lei lo solletica, si impadronisce della scena. Ma è un attimo. Lui cambia il ritmo, l’accompagna.
Si stringono forte, senza lasciare che le bocche si separino. Si accarezzano, prima timidamente, poi frugandosi, all'esplorazione dei loro corpi. Un po’ goffamente, come fanno gli amanti, la prima volta.
Le dita di lui trovano il fermaglio della camicetta di lei, l’aprono. Tra quelle stoffe, i globi di lei sono freschi, tesi e già mostrano l’eccitazione del momento. Sfiora con le dita le rosse puntine, che si protendono turgide. Le stuzzica appena, poi le copre con il palmo.
Ancora qualche bottone, e può facilmente trovare, anche con la sua bocca, quell'offerta di donna. Li bacia, li strofina con la lingua, li mordicchia con le labbra, delicato.
Lei freme, stordita, già quasi appagata, ed inizia la propria ricerca.
Devono distanziarsi un po’, trovare le misure. Ma i gesti adesso sono istintivi.
Un gatto, dall'altro lato della strada, li osserva beffardo, i suoi occhi riflettono le luci di una vetrina, a loro volta ripetute dalla pioggia.
La mano di lei sa dove posarsi. Si fa strada e si stringe. Una carezza, due …
La tensione è incontenibile, prepotente, feroce.
Anche lui è andato a cercare quell'umido fuoco di lei, che fa capolino tra altre, turgide labbra. Lo trova, lo sfiora. Rende omaggio al fedele guardiano che lo sovrasta, e che prorompe a sua volta.
L’accarezza, la fa grondare di umori. Li raccoglie sulle dita, li lecca con gusto: dolci e zuccherini. Lei, a vederlo far questo, lascia ogni ulteriore controllo. Serra fra le sue lunghe dita la mascolinità che ha, ormai, in suo pieno controllo.
I due, al riparo dell’albero, giocano con le mani, le labbra, i sessi.
Ricomincia a piovere forte, sono isolati dalla cortina di pioggia, eppure quasi efficacemente al riparo. Lei lo invita, lo attira a sé, inizia a spingere con il grembo.
I baci, le carezze, le mani - non bastano più.
Mentre un tuono echeggia nell'aria, si prendono. Quando il lampo squarcerà la notte, i loro gemiti annunceranno l’agognato successo, all'unisono.
Il gatto, di là della strada, continua a guardare.
Cade nuova pioggia.
scritto il
2025-05-30
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