Allo Specchio - 5

di
genere
corna

Gran parte del suo fascino, così almeno credeva Lui, gli derivava dal senso di affidabilità e sicurezza che riusciva a trasmettere quando parlava. L’eloquio fermo e preciso, ma anche curato, elegante nella scelta dei vocaboli e nella costruzione delle frasi, era per Lui uno strumento fedele per modulare i suoni con cui sapeva trasmettere la propria lucidità, la padronanza delle teorie e l’esperienza delle situazioni. Tale capacità, unita alla caratteristica di tener sempre fede ai propri impegni, di essere responsabile per la parola data anche nelle occasioni più marginali, lo aveva favorito nell’affermazione professionale, per l’accattivante maniera di proporsi ai clienti e relazionarsi con i colleghi, e ne aveva fatto il brillante e ricercato compagno di tutte le serate fra amici, per la ricca aneddotica con cui sapeva infiorare le schermaglie dialettiche in cui simpaticamente si lanciava in salotto, dopo cena e con un bicchiere in mano – antagonista d’elezione il fraterno amico Pino, l’avvocato, in gran misura dotato delle sue stesse caratteristiche.
Un istrione della parola, insomma, che pure si curava di non lasciare senza contenuto gli atteggiamenti verbali e che, pertanto, dava di sé quella immagine affidabile che abbiamo descritto.
Di queste sue caratteristiche, infatti, usava anche nel corso degli incontri con Lei, e la modulazione dei toni che gli riusciva spontanea nell’occasione di quei dialoghi, per effetto della dolcezza e della grazia di lei, aveva realmente sortito il proprio effetto, riusciva infallibilmente a catturare l’attenzione di quel volto perfetto con un’attrazione magnetica, gettando nello smeraldo degli occhi lo scintillio di un sentimento che comprendeva affetto, ammirazione, riconoscenza.
Con la consapevolezza serena dei propri mezzi, e la coscienza che la relazione emotiva, se non anche affettiva, che andavano costruendo necessitava di un nuovo impulso per non intristirsi, Egli decise di cogliere un’occasione che gli si offriva sul lavoro per dare una nuova caratterizzazione a quella storia. Era certo che la obiettivamente suggestiva proposta che le avrebbe avanzato, servita su un raffinato contorno di espressioni finalmente senza veli circa le reali intenzioni che lo portavano a frequentarla avrebbe trovato una buona accoglienza nella ragazza.
Era stanco di quegli incontri solo sociali, senza più che qualche bacetto fra loro. Bramava di possederla, ed al solo pensiero la sua virilità si ergeva, turgida, svettante, a premere contro i calzoni, tanto da far male, da rendere necessario il ricorso ad una rapida sega, magari nel bagno dello studio, per soddisfare il bisogno impellente.
Una mattina, con il profumo di Lei, vista la sera precedente, che ancora gli impregnava le radici, seduto al tavolo da disegno non riuscì a controllarsi: senza neppure chiudere la porta, era così presto che nessun altro era ancora arrivato, quasi senza pensarci infilò la mano nei calzoni, iniziò a carezzarsi, prima dolcemente, poi sempre più forte, stringendo, sfregando, sino a sborrare copiosamente sull’elaborato che aveva davanti. Così capì che bisognava andare oltre, portare quella storia ad un livello successivo.
***
La ragazza, dal canto suo, non era a propria volta priva di capacità intuitive ed intensità espressiva, che ne facevano spesso la starlette degli spettacoli messi in scena dalla compagnia filodrammatica che frequentava nel tempo libero, ma anche la reginetta del suo gruppo di amici, una figura charmant, se non ancora carismatica, cui ci si rivolgeva per una opinione in proposito della moda e del look personale, nonché per un consiglio in materia di affetti – le relazioni sentimentali sono sempre un po’ confuse, e quelle fra giovani privi delle necessarie esperienze e della capacità di compiacersi del fatto stesso di essere in grado di amare ed essere amati lo sono in massimo grado – o anche, semplicemente, perché era sempre Lei la promotrice delle più diverse iniziative che animavano la comitiva, serate a teatro, gita in campagna, cena da Tony, e tutti le riconoscevano con piacere il ruolo centrale negli scambi che intrattenevano.
Aveva anch’ella maturato il senso di stanco che gli incontri con Lui, ormai quasi quotidiani, stavano assumendo, il fastidio per la mancanza dell’auspicata, inevitabile evoluzione verso lo sbocco affettivo di quel confronto intellettuale che consumava tanta parte della loro energia emotiva e la conseguente voglia di agire per indurre gli eventi a far sbocciare tale soluzione.
La sua femminilità, fra l’altro, benché frustrata sia dall’incompiuto incontro degli scorsi mesi che dalla indeterminatezza dei loro rapporti, fioriva in quel tempo con opulenza ignota a Lei stessa, rendendola se possibile ancor più magnificamente desiderabile donna, promessa di appagamento d’ogni istinto ma anche di dolcezza, comprensione, conforto e ristoro – ogni donna, quando ama, è al tempo stesso amante e madre.
La sua sensibilità era acuita ai massimi livelli, per accompagnare l’analogo sviluppo della sensualità, ed il suo corpo imperiale si presentava in quelle settimane come dotato di luminosità sua propria, affatto calzante con la grazia e l’eleganza della sua figura, esaltando la vaporosa sericità dei capelli, l’allegro splendore degli occhi, la generosa curva del busto, il dolce profumo muschiato che rilasciava la sua pelle.
Si masturbava ogni giorno, più volte, ripensando al gusto che le aveva dato accogliere fra le labbra il piacere che Lui aveva così generosamente profuso. Sentiva la fica contrarsi, al pensiero di accogliere quel magnifico, prorompente cazzo, grande abbastanza da dilaniarla, forse, ma duro come necessario per appagarla.
***
Il momento era propizio, dunque, le volontà convergenti.
Durante una cena nel loro ristorante preferito, un locale del genere etnico specializzato in piatti del Corno d’Africa, Lui pilotò la conversazione in modo da poter annunciare, con apparente casualità, l’evento che avrebbe imposto una svolta – e che svolta – ai loro destini.

Il sorriso spontaneo con cui aveva sottolineato quest’occasione gli si increspò sulle labbra nello stesso momento in cui finiva di parlare, la bocca si incurvò in una piega amara. Anche se negli occhi continuava a brillare una luce che –osservò Lei in quel momento– in realtà li aveva accesi per tutta la sera, più di quanto non accadesse ogni volta che si incontravano tranne, forse, quella famosa notte.
riprese subito, prima che Lei avesse qualunque occasione di infilarsi nel discorso
scritto il
2025-06-11
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