Le Piacevoli Disavvenuture di Letizia ep.0

di
genere
prime esperienze

Salve caro lettore/cara lettrice, di seguito il "prologo" del racconto, la sessione di sexting tra letizia e BeyondLimit, è pubblicata e scritta successivamente allo sviluppo della storia, ma è un capito abbastanza intenso. Buona lettura.

Il messaggio vocale era arrivato pochi minuti prima.
A“Spogliati. Nuda. Sdraiati sul letto. Stasera ti scopi solo con la mia voce.”
Letizia era già nuda, il corpo tiepido, percorso da un leggero tremore di euforia per la situazione. Era mezzanotte passata, la chat aveva preso una piega inaspettata e le piaceva. Diego però era un pensiero nella sua mente, non doveva sapere nulla della serata, non doveva interferire. 
Si sdraiò sul letto, gambe socchiuse, i capezzoli duri, la pelle tesa. Il cuore le martellava in gola. La figa le pulsava e sentiva che stava colando dall’eccitazione. Una parte di lei voleva smettere. L’altra voleva sentirlo ancora parlare. Dominarla.
La Sua voce tornò, più bassa, più ruvida:
A“Porta le dita a sfiorarti, entra dentro di te. Poi portale alle labbra. Leccati. Dimmi quanto ti piaci.”
Obbedì. Il sapore era intenso. Un misto di sé, desiderio e vergogna.
A“E adesso ascolta bene, troia. Stasera non voglio quel tuo solito vibratore da ragazzina. Prendi qualcosa di sporco. Qualcosa che domattina ti farà vergognare di essere così eccitata.”
Il respiro le si spezzò. Che stronzo, ma allo stesso tempo che bravo. Letizia si guarda attorno. Gli occhi vagano nella penombra della stanza. Alla fine vede la trousse dei trucchi, c’è un pennello che non usa mai. Ha il manico grosso. Molto. Il manico lungo, lucido, duro. 
Lo prese. Tremava.
L“Ho trovato qualcosa…”
A“Descrivilo.”
L“Un pennello… il manico è duro, freddo. Spesso. Lungo.”
Un silenzio. Poi la voce, più feroce di Andrea:
“Bene. Strofinalo sulla figa. Ma prima dimmi una cosa. Cos’è che sei, stanotte, per me?”
Deglutì.
L“Non posso…”
A“Dillo.”
L“…Sono la tua troia."
A“Ripetilo.”
L"La tua troia.”
A"E che vuoi che ti faccia, troia?"
L“Quello che vuoi. Usami. Dominami”
Le parole le bruciavano come fuoco, e allo stesso tempo sentiva che stava bagnando il lenzuolo. Sentiva il piacere crescere, lento e inesorabile. Sempre di più, e lei si abbandonava, cullata dal movimento e dai messaggi. 
Fuori a metà del manico, dentro, fuori, dentro… Fuori tutto, svuotata. Appoggiò il manico tra le labbra zuppe. Una scossa. Lo sfregò tra le pieghe, piano. Un gemito soffocato nel cuscino. Doveva fare silenzio, non poteva rischiare di svegliare la madre o le sorelle.
A: “Dimmi quanto ti piace.”
L: “Stronzo.”
L: “È sbagliato, ma mi piace.”
L: “Non mi è mai piaciuto così tanto.”
Ogni ordine era come una frustata.
L: “Dovresti sentire quanto sono bagnata… o forse posso fartelo vedere.”
Quel messaggio era partito senza riflettere, e ora Letizia fissava lo schermo, incredula per le sue stesse parole. Un tremito la percorse, l’orgasmo cresceva inesorabile.
A: “No, è ancora troppo presto per svelare i nostri segreti.”
A: “Non vorrei che domattina ti pentissi di troppe cose.”
Andrea la guidava come se fosse lì, sopra di lei, dentro di lei.
Letizia, per nulla abituata a un rifiuto maschile, figurarsi poi sotto le coperte, venne colpita come un pugno nello stomaco dalle due frasi. Per la prima volta si sentiva umiliata, e quell’umiliazione la spiazzava. Un misto di sorpresa e turbamento le fece affiorare un nuovo tipo di eccitazione, sconosciuta, che la prese alla sprovvista.
Ancora confusa, realizzò che era stato il rifiuto, quel muro alzato da Marco, a eccitarla così tanto. Quel pensiero innescò un vortice dentro di lei, un circolo vizioso di desiderio e confusione che le squassava la testa, incapace di fermarsi.
Questo turbinio di emozioni, pensieri e sensazioni, mentre il manico continuava a penetrarla, le faceva montare l’orgasmo, ormai vicino. Letizia sentiva che avrebbe potuto anche fermarsi: se lui l’umiliava ancora, avrebbe avuto l’orgasmo più potente che avesse mai provato… o almeno così credeva
A“Voglio che tu mi dica quanto sei bagnata troia”
Il messaggio la riporta nel momento.
L”Sì… sono un lago, il perizoma è fradicio e sto bagnando il letto, non sono mai stata per dei messaggi”
A“Vuoi essere ancora più bagnata?”
L”Non credo sia possibile… ma sì… sì."
A“Allora spingilo dentro. Scopati come se fossi io a farlo. Fottiti come una troia. E non venire senza permesso”
Obbedì. Il manico entrò con un suono bagnato. Gemette.
Umiliata. Sconvolta. Euforica.
Non eseguiva più.
Partecipava. Godendo.
Dallo specchio, quella troia che credeva di non essere la guardava negli occhi.
E sorrideva.
scritto il
2025-05-16
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