Le Piacevoli Disavventure di Letizia ep1
di
Dominus Noctis
genere
prime esperienze
Il racconto che segue è tutto frutto della mia fantasia, forse. La narrazione iniziale lentamente per seguire le vicende di Letizia, una ragazza che sta terminando il liceo. Seguiremo il modo in cui scopre la sua sessualità fino in fondo. Il primo capitolo è volutamente lento per creare suspence e tensione, poco alla volta si arriverà a scene più forti.
*BIIPP* *BIIPP* *BIIPP* *BIIPP*
*BIIPP* *BIIPP* *BIIPP* *BIIPP* Letizia socchiuse gli occhi e spense la sveglia. Ancora assonnata, si maledisse per la serie di pessime decisioni della notte precedente e valutò se inscenare un mal di pancia o un’emicrania per saltare la scuola. Poi, un pensiero la investe: Giulia, una delle sue migliori amiche, la sera precedente era uscita con Matteo. Le aveva promesso che il giorno dopo le avrebbe raccontato tutto. Farselo dire per messaggio o in chiamata? Nemmeno a parlarne. Doveva esserci. Doveva guardarla negli occhi mentre parlava. Così, con un’enorme dose di forza di volontà, Letizia si alza dal letto e comincia a prepararsi.
Ormai in quinta superiore, aveva deciso che la comodità contava più dell’apparenza. Indossò un paio di jeans baggy che, pur larghi, mettevano comunque in risalto il suo punto forte: un culo che sapeva benissimo non passasse inosservato, elegante o volgare in base alla necessità. Sopra, una canottiera semplice e una felpa ampia. Il seno, non abbondante ma ben definito, non aveva bisogno di essere esaltato da un fastidioso push-up per andare a suola.
Si osservò allo specchio mentre si pettinava i capelli castani lunghi fino alle scapole, il suo stesso sguardo ad esaminarla come a cercare segni invisibili della notte precedente. Alta un metro e sessanta, con i fianchi stretti e il fisico minuto ma tonico, allenato senza eccessi, scolpito da anni di sport e allenamenti presi sul serio, Letizia aveva imparato ad apprezzare la sua figura oramai di donna. La carnagione olivastra, uniforme e calda, sembrava catturare ogni riflesso della luce del mattino, esaltando i tratti del viso leggermente tondo, dai lineamenti puliti. I capelli incorniciavano gli occhi castani, profondi, espressivi e attenti, che sembravano leggere più di quanto lei stessa lasciasse intuire. Solo un dettaglio sembrava stonare nell’outfit, comodo ma curato: un elastico per capelli al polso sinistro. Quando Letizia lo notò, fu indecisa se tagliarlo o meno. Poi si ricordò delle parole del messaggio della sera precedente e decise di lasciarlo dov’era.
La colazione fu rapida, distratta. Era in ritardo, come al solito, ma più del solito: persa nei pensieri si era bloccata davanti allo specchio più del necessario. Comoda? Sì. Trascurata? Mai. Non avrebbe mai dato a nessuno l’impressione di essersi lasciata andare, anche se la sera prima era stata una notte di fuoco.
Una notifica WhatsApp la distolse dai pensieri: si ricordò che non aveva ancora dato il “buongiorno” a Diego, il ragazzo con cui aveva una relazione da quasi due anni. Prese il telefono, convinta che fosse un suo messaggio… ma non era Diego. Era Francesco — un compagno di scuola, amico fidato — che le scriveva per offrirle un passaggio. La giornata iniziava a prendere una piega interessante.
«Ovviamente accetto», gli rispose subito, aggiungendo: «Quanto tempo ho prima che tu sia sotto casa?» Poi si mise a scorrere velocemente le notifiche arretrate, rispondendo ai messaggi lasciati in sospeso. Quando finì, decise di scendere e aspettare Francesco direttamente in strada. Meglio essere pronta: magari con l’aria frizzante del mattino si sarebbe finalmente risvegliata dal torpore. E poi così avrebbe evitato anche un ingresso ritardatario.
Mentre aspettava l’amico, il pensiero volò alla sera precedente. Giulia avrà sicuramente un bel po’ da raccontarle... ma neanche Letizia, in realtà, era rimasta a guardare Netflix a letto, come aveva detto a sua madre. E a Diego.
La sera prima aveva avuto una sessione di sexting decisamente intensa, usando il suo secondo account Instagram. L’interlocutore era @BeyondLimit, un profilo divulgativo sul mondo del BDSM che l’aveva incuriosita da settimane. A gestirlo, Andrea: 27 anni, master dichiarato, esperto e con un modo di fare magnetico. Una sicurezza che sapeva dove colpire, messaggi espliciti ma mai volgari, deciso ma non brusco. Affascinante.
Al solo pensiero della conversazione della notte scorsa, Letizia sentì le guance riscaldarsi. Un brivido le corse lungo la schiena. Aveva avuto un orgasmo potente, lasciandosi guidare — anzi, sottomettere — da Andrea, pur solo attraverso uno schermo. Non sapeva di avere quell’indole… non così forte. Eppure era lì, chiara, presente, come un’eco sottile sotto la pelle.
Si riscosse appena, accorgendosi del battito accelerato e della lieve tensione che le serrava le cosce. Il perizoma, sotto i jeans, aveva cominciato a inumidirsi. Un’umidità calda, lenta, inevitabile, che la colse quasi di sorpresa. Bastava davvero così poco? A quanto pareva, sì. Quasi senza accorgersene, la sua mano tornò all’elastico al polso: lo tirò e lo rilasciò, infliggendosi un lieve dolore. Quel gesto la riscosse. Proprio in quel momento, Francesco accostò davanti a lei.
Letizia salì in macchina con un sorriso distratto e un cenno della testa al posto del solito saluto vivace. Era ancora mezza immersa nei pensieri della notte. «Buongiorno anche a te, Francesco», la salutò ironicamente l’amico, lanciandole una rapida occhiata di lato mentre ingranava la marcia. Letizia non aveva proprio aperto bocca, persa com’era. Si limitò a un mezzo sorriso. «Scusa, stavo pensando ad altro… Buongiorno Francesco. Tutto bene?»
Il viaggio non era lungo, ma bastava per notare certe cose: il profumo di Francesco, la linea decisa delle braccia al volante, la voce bassa e rilassata, che non lasciava mai trasparire fretta. Un generale senso di controllo della situazione. Letizia inevitabilmente si trovò a fare un parallelo con Andrea e forse, per un istante, quasi a rivalutare Francesco. Era bello, senza dubbio. E il suo corpo, lì accanto, occupava lo spazio con una fisicità che Letizia non poteva ignorare. Ma di nuovo si trova a constatare come manchi qualcosa. Un vuoto tra una frase e l’altra, tra un sorriso e uno sguardo. Non riusciva mai a sentirsi davvero coinvolta. Non con la testa, almeno. Il corpo, invece, sembrava meno selettivo: si lasciava catturare da piccoli movimenti, dalle vene sulle mani, dalla mascella leggermente contratta mentre lui cambiava marcia.
«Sabato sera con gli altri abbiamo in programma una festa in una villa, zona collinare. Musica, piscina, bella gente... Voi tre dovreste venire… tu, Giulia e Aurora. Ci state?» Letizia sollevò un sopracciglio, vagamente incuriosita. «Che tipo di festa?» Francesco sorrise. «Di quelle che organizziamo noi. Griglia, alcol, musica, nessuno che rompe le palle. Le solite cose, insomma.» Non rispose subito. Guardava fuori dal finestrino, le labbra socchiuse, un pensiero a metà tra un ricordo e una possibilità. «Sento le altre e ti dico. Magari vengo con Diego», disse infine, quasi per tenersi aperta tutte le opzioni.
Ma in cuor suo, una decisione l’aveva già presa. E in quel momento sentì di nuovo il perizoma aderirle un po’ troppo. Ma non era per Francesco. Non solo, almeno.
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Ormai in quinta superiore, aveva deciso che la comodità contava più dell’apparenza. Indossò un paio di jeans baggy che, pur larghi, mettevano comunque in risalto il suo punto forte: un culo che sapeva benissimo non passasse inosservato, elegante o volgare in base alla necessità. Sopra, una canottiera semplice e una felpa ampia. Il seno, non abbondante ma ben definito, non aveva bisogno di essere esaltato da un fastidioso push-up per andare a suola.
Si osservò allo specchio mentre si pettinava i capelli castani lunghi fino alle scapole, il suo stesso sguardo ad esaminarla come a cercare segni invisibili della notte precedente. Alta un metro e sessanta, con i fianchi stretti e il fisico minuto ma tonico, allenato senza eccessi, scolpito da anni di sport e allenamenti presi sul serio, Letizia aveva imparato ad apprezzare la sua figura oramai di donna. La carnagione olivastra, uniforme e calda, sembrava catturare ogni riflesso della luce del mattino, esaltando i tratti del viso leggermente tondo, dai lineamenti puliti. I capelli incorniciavano gli occhi castani, profondi, espressivi e attenti, che sembravano leggere più di quanto lei stessa lasciasse intuire. Solo un dettaglio sembrava stonare nell’outfit, comodo ma curato: un elastico per capelli al polso sinistro. Quando Letizia lo notò, fu indecisa se tagliarlo o meno. Poi si ricordò delle parole del messaggio della sera precedente e decise di lasciarlo dov’era.
La colazione fu rapida, distratta. Era in ritardo, come al solito, ma più del solito: persa nei pensieri si era bloccata davanti allo specchio più del necessario. Comoda? Sì. Trascurata? Mai. Non avrebbe mai dato a nessuno l’impressione di essersi lasciata andare, anche se la sera prima era stata una notte di fuoco.
Una notifica WhatsApp la distolse dai pensieri: si ricordò che non aveva ancora dato il “buongiorno” a Diego, il ragazzo con cui aveva una relazione da quasi due anni. Prese il telefono, convinta che fosse un suo messaggio… ma non era Diego. Era Francesco — un compagno di scuola, amico fidato — che le scriveva per offrirle un passaggio. La giornata iniziava a prendere una piega interessante.
«Ovviamente accetto», gli rispose subito, aggiungendo: «Quanto tempo ho prima che tu sia sotto casa?» Poi si mise a scorrere velocemente le notifiche arretrate, rispondendo ai messaggi lasciati in sospeso. Quando finì, decise di scendere e aspettare Francesco direttamente in strada. Meglio essere pronta: magari con l’aria frizzante del mattino si sarebbe finalmente risvegliata dal torpore. E poi così avrebbe evitato anche un ingresso ritardatario.
Mentre aspettava l’amico, il pensiero volò alla sera precedente. Giulia avrà sicuramente un bel po’ da raccontarle... ma neanche Letizia, in realtà, era rimasta a guardare Netflix a letto, come aveva detto a sua madre. E a Diego.
La sera prima aveva avuto una sessione di sexting decisamente intensa, usando il suo secondo account Instagram. L’interlocutore era @BeyondLimit, un profilo divulgativo sul mondo del BDSM che l’aveva incuriosita da settimane. A gestirlo, Andrea: 27 anni, master dichiarato, esperto e con un modo di fare magnetico. Una sicurezza che sapeva dove colpire, messaggi espliciti ma mai volgari, deciso ma non brusco. Affascinante.
Al solo pensiero della conversazione della notte scorsa, Letizia sentì le guance riscaldarsi. Un brivido le corse lungo la schiena. Aveva avuto un orgasmo potente, lasciandosi guidare — anzi, sottomettere — da Andrea, pur solo attraverso uno schermo. Non sapeva di avere quell’indole… non così forte. Eppure era lì, chiara, presente, come un’eco sottile sotto la pelle.
Si riscosse appena, accorgendosi del battito accelerato e della lieve tensione che le serrava le cosce. Il perizoma, sotto i jeans, aveva cominciato a inumidirsi. Un’umidità calda, lenta, inevitabile, che la colse quasi di sorpresa. Bastava davvero così poco? A quanto pareva, sì. Quasi senza accorgersene, la sua mano tornò all’elastico al polso: lo tirò e lo rilasciò, infliggendosi un lieve dolore. Quel gesto la riscosse. Proprio in quel momento, Francesco accostò davanti a lei.
Letizia salì in macchina con un sorriso distratto e un cenno della testa al posto del solito saluto vivace. Era ancora mezza immersa nei pensieri della notte. «Buongiorno anche a te, Francesco», la salutò ironicamente l’amico, lanciandole una rapida occhiata di lato mentre ingranava la marcia. Letizia non aveva proprio aperto bocca, persa com’era. Si limitò a un mezzo sorriso. «Scusa, stavo pensando ad altro… Buongiorno Francesco. Tutto bene?»
Il viaggio non era lungo, ma bastava per notare certe cose: il profumo di Francesco, la linea decisa delle braccia al volante, la voce bassa e rilassata, che non lasciava mai trasparire fretta. Un generale senso di controllo della situazione. Letizia inevitabilmente si trovò a fare un parallelo con Andrea e forse, per un istante, quasi a rivalutare Francesco. Era bello, senza dubbio. E il suo corpo, lì accanto, occupava lo spazio con una fisicità che Letizia non poteva ignorare. Ma di nuovo si trova a constatare come manchi qualcosa. Un vuoto tra una frase e l’altra, tra un sorriso e uno sguardo. Non riusciva mai a sentirsi davvero coinvolta. Non con la testa, almeno. Il corpo, invece, sembrava meno selettivo: si lasciava catturare da piccoli movimenti, dalle vene sulle mani, dalla mascella leggermente contratta mentre lui cambiava marcia.
«Sabato sera con gli altri abbiamo in programma una festa in una villa, zona collinare. Musica, piscina, bella gente... Voi tre dovreste venire… tu, Giulia e Aurora. Ci state?» Letizia sollevò un sopracciglio, vagamente incuriosita. «Che tipo di festa?» Francesco sorrise. «Di quelle che organizziamo noi. Griglia, alcol, musica, nessuno che rompe le palle. Le solite cose, insomma.» Non rispose subito. Guardava fuori dal finestrino, le labbra socchiuse, un pensiero a metà tra un ricordo e una possibilità. «Sento le altre e ti dico. Magari vengo con Diego», disse infine, quasi per tenersi aperta tutte le opzioni.
Ma in cuor suo, una decisione l’aveva già presa. E in quel momento sentì di nuovo il perizoma aderirle un po’ troppo. Ma non era per Francesco. Non solo, almeno.
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