Mariti e mogli
di
angy71
genere
corna
Alessia per una volta nella vita avrebbe veramente voluto essere un’altra donna: nello specifico quella sposa che legittimamente poteva scoparsi il marito dal ritorno dal suo solito viaggio di lavoro.
Il marito in questione aveva cercato da qualche tempo Alessia sui social e lei, inizialmente riluttante, aveva poi deciso di dargli credito accettando le banali chiacchiere celanti propositi ben poco pudici, e ne era anche lusingata perché lui era giovane, bello, intelligente e anche novello sposo ma decisamente affamato di carne.
Alla graziosa sposa, cui era legato da anni, evidentemente mancavano alcune qualità che lo avevano indotto a cercare altrove, forse per una reale necessità fisica o per la semplice voglia di sperimenta altro: uscire insomma dalla quotidianità, per poi apprezzarla meglio…forse.
Ma ad Alessia il motivo non importava, si chiedeva solamente perché lei; di carne ne aveva da vendere, è vero, e anche in posti giusti, ma non si era mai sentita una gran bellezza e per una vita aveva cercato di soffocare le sue forme: nasconderle nel vano tentativo di evitare battute disturbanti. Ora però, finalmente concluso il suo percorso di accettazione, si divertiva a sfoggiare profonde scollature che poco concedevano all’immaginazione; avrebbe voluto essere più magra, vero, odiava quella pancia arrivata dopo la gravidanza, ma non aveva la testa per mettersi a dieta: troppi pensieri sul lavoro!
Quindi, anche se conscia di non essere l’unica con cui quel marito ci stava provando, decise che non le importava nemmeno di sapere per quale motivo aveva scelto pure lei; in realtà sapeva perfettamente a cosa lui mirava anche se l’aveva presa alla lontana: era stato educato, cortese, simpatico e Alessia trovava divertente questo approccio bon ton. Alla fine era stata proprio lei, che ironizzando sulle proprie tette, lo aveva esortato a svelare le sue reali e mal celate intenzioni.
Una volta scoperte le carte, Alessia sentiva di non avere niente da condividere con quell’uomo troppo alto, troppo giovane e troppo bello, e soprattutto soffriva dell’inevitabile confronto con la moglie: più giovane, più bella e magra. Quindi si chiedeva se portare avanti quel gioco fatto in realtà solo di parole visto che parecchi chilometri li dividevano. Però anche lei conosceva quella insoddisfazione derivante da un coniuge freddo e parco di slanci affettuosi; riconosceva anche in sé stessa quella smania di evadere, e infine realizzò pienamente che quello sconosciuto cercava una donna come lei e non una copia della moglie. Lui desiderava sensazioni da tempo mancanti: aveva il bisogno di essere accolto e avvolto dalle sue forme generose, affogare nei suoi seni pieni che promettevano capezzoli grandi e turgidi. Desiderava perdersi totalmente nel suo corpo e sperimentare fantasie sicuramente negate dall’amata moglie, tanto carina e perfettina ma evidentemente scarsa sia di immaginazione che di tette. Così quando lui le confidò che la sera prima aveva fatto sesso con lei, ad Alessia balenò subito l’idea che avrebbe voluto essere lei la sua sposa perché avrebbe goduto di quel corpo che al momento era solo una foto, una voce e tante parole scritte.
Pensò che se fosse stata la sua compagna non avrebbe atteso giorni prima di risollevarlo dalla stanchezza di quel viaggio di lavoro.
Lo avrebbe preso la sera stessa del suo ritorno e avrebbe fatto tutto lei per non affaticarlo di più. Lo avrebbe coccolato insomma affinché il tornare da lei diventasse il pensiero costante e assillante durante le trasferte. Non gli avrebbe permesso di fantasticare su altre donne perché lei sarebbe stata la sua unica e scandalosa fantasia.
Lo immaginava disteso, stanco, in attesa delle sue premure: lo avrebbe baciato su labbra e collo per scendere sul petto dove leccare e succhiare i capezzoli, mentre lui pigramente le accarezzava fianchi, schiena e sedere.
Si vedeva percorrere quel corpo dove i seni avrebbero disegnato immaginari sentieri di piacere per arrivare fino al suo cazzo, e quel punto lui le avrebbe preso con forza quelle tette per stringerle attorno al membro, così da realizzare la spagnola che tanto anelava; e nel farlo avrebbe guardato in modo da eccitarsi ancora di più e raggiungere l’erezione “perfetta”.
Alessia sa che avrebbe assecondato con piacere quella danza per poi leccare la cappella di quel bastone nel momento in cui riemergeva dal solco delle sue calde montagne; ma non paga, quel bastone lo avrebbe preso totalmente in bocca stando attenta a non farlo schizzare perché infine lo avrebbe desiderato tra le gambe.
Perché al solo figurarsi questo scenario, Alessia sentiva la sua fica gonfia e bagnata, vogliosa di strofinarsi su quel cazzo che immaginava duro come il marmo; e quindi si vedeva sopra quell’uomo che la penetrava con la facilità di una lama calda nel burro. Persa nei suoi piaceri lo avrebbe cavalcato ben sapendo di appagare anche le sue di voglie, e avrebbe lasciato i seni liberi di ballargli in faccia e a quel punto lui avrebbe cercato di afferrarli per poi succhiarli.
Non poteva immaginare quanto sarebbe andata avanti perché non poteva sapere la resistenza di lui, ma era certa che non sarebbe venuto dentro di lei, anche se in quel momento ne era la legittima compagna. Avrebbe fatto in modo che esplodesse fuori: voleva vederlo quel cazzo schizzarle addosso il suo seme, con il quale avrebbe ammorbidito e nutrito i suoi capezzoli turgidi.
Stanca ma orgogliosa del suo operato, si sarebbe infine distesa accanto a lui e avrebbe preteso un piccolo regalo: niente di stancante ovviamente ma una bocca da baciare e dita per consolare la sua intimità. Sapeva che sarebbe stata ancora desiderosa di piaceri e allargando le gambe lo avrebbe invitato a toccarla e lui, riconoscente, non le avrebbe negato quella piccola attenzione; e così le sue dita una volta separate quelle intime labbra umide, avrebbero iniziato a sgrillettarla per farla godere come lei pretendeva. L’orgasmo non si sarebbe fatto attendere a lungo, arrivando pieno, prepotente e debordante.
La mente di Alessia impiegò un secondo per figurarsi questo film, e con un velo di invidia pensò alla moglie del tipo il quale simpaticamente le aveva confessato di esser andato spedito come un siluro la notte precedente.
In quel preciso istante immaginò che avrebbe voluto essere lei al posto di quella donna, ma fu solo un istante: un pensiero fugace, subito allontanato, accompagnato anche da un sorriso.
Ad Alessia, che pensava tutto ciò a tavola davanti alla sua famiglia, non rimaneva che chiedersi se mai avrebbe incontrato quel marito non suo.
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