Il Master del sex shop (7)

di
genere
dominazione


7. DUBBI.

Silvia mi aveva sconvolto con le sue confessione . Anche se non avevo capito quanto cercasse di rincorrere un’altra delle sue fantasie o credesse veramente all’esistenza di Sacha e sarebbe stata disposta ad accettare quelle folli richieste.
Uscendo da casa avevo però un solo pensiero, rivedere Sacha raccontargli tutto ed aspettare dei suoi nuovi suggerimenti. Mi compiacevo ma non riuscivo però a giustificare la voglia irreprimibile che avevo di mostrargli quelle foto. Cosa stavo diventando? Com’era possibile che, geloso com’ero, stessi provando un’eccitazione perversa all’idea di mostrare Silvia in quel nudo integrale in quelle pose, in quegli atteggiamenti volgari e peggio con il mio sesso in bocca e la faccia imbrattata di sperma?
Casa avrebbe pensato il russo della nostra serata nel vederla rotolarsi per terra e chiusa nell’ascensore nuda col terrore di essere vista.
Ed ancor più sconvolgente vederla strusciarsi sulla porta del nostro vicino sapendo che era in casa. Forse quel rischiare di essere scoperta l’aveva ancor più eccitata. Il notaio era una persona odiosa con cui Silvia aveva da sempre avuto un pessimo rapporto arrivando in malo modo ad una rottura anche professionalmente. Ancor più dopo che aveva scoperto il legame con la sua colf, Sharifa una ragazza di colore, definendola “una puttanella in cerca di sistemazione”.

Passai la mattina per decidere se farlo o no ma non riuscii a vincere il buon senso così in tarda mattinata presi l’auto e mi diressi al sex shop. Entrai senza esitazione, forse per cercare una nuova ispirazione, forse per bearmi con il proprietario per quella serata e mostrare la mia Silvia completamente trasformata, confermando in tutto e per tutto, se non andando oltre, quanto quell’uomo aveva previsto.
Mi riconobbe subito e con estrema discrezione, contrariamente a quando ci eravamo lasciati, lasciò che fossi io cercare il dialogo.
Misi una mano in tasca stringendo la chiavetta con le foto di Silvia e sentii il mio sesso tendersi senza che riuscissi a controllare l’erezione e così gli raccontai dell’intera serata.
Sacha restò in silenzio ad ascoltare tutto il mio racconto e quando conclusi continuò a fissarmi interrogativo, così che fui io a chiedere un suo parere come se mi aspettassi la stessa complicità della sera prima.

“Ne ero certo – disse quasi con distacco – ma tu sei certo di voler continuare?”.
“Continuare cosa ?” e dopo averlo chiesto mi sembrò la cosa più sciocca che avessi potuto dire. Certo che avrei voluto continuare, anche se non sapevo bene cosa.
Completò la frase “…trasformare tua moglie in quello che stavate solo immaginando e cedermela come schiava per trasformarla in una puttana come quelle signore che hai visto sull’album”
“Ma no – ripresi titubante – solo fantasie eccitanti , ma solo fantasie, mi hai aiutato a scavare nei suoi fantasmi e forse potresti …” mi fermai lasciando tutto in sospeso equivocamente immaginando che Sacha mi potesse dare solo altri spunti eccitanti e maliziosi.
Lui sorrise “ti ha già dimostrato quanto la eccita esibirsi abbandonandosi a delle fantasie tanto perverse ma sono convinto che ormai sia pronta per essere lasciata nelle mie mani ed accettare che sia io ad occuparmi della sua trasformazione. Tu piuttosto sei sicuro di volermela affidare, vuoi veramente vedere fin dove saprò trascinarla?”

Restai senza parole, non mi capacitavo per come mi stessi lasciando condurre in un discorso tanto volgare quanto, a ben pensare offensivo. Eppure quelle frasi se da un lato mi irritavano, dall’altro sollecitavano, sempre di più, la mia malsana curiosità .
Vista la mia titubanza Sacha non si fece sfuggire l’occasione : “E’ chiaro che si è tolta la maschera di brava mogliettina e ti ha fatto capire quanto sarebbe puttana se tu volessi”
Zitto, giocherellò con le pagine dell’album posato sul bancone.
“Lei è pronta, ma tu non lo sei. Capisco pensare di vedere la propria moglie sottomessa alle richieste di un altro uomo è diverso che immaginarlo soltanto”
Questo non solo scatenò ancora di più la mia eccitazione ma aggiunsi tutti dettagli della serata confidandogli, con vergogna, come mi fossi eccitato nell’immaginarla davanti ai suoi colleghi, ai suoi clienti più squallidi come quel Vito che l’avrebbe voluta come spogliarellista nel suo locale o quanto avessi sperato che il nostro vicino uscisse da casa.
Poi caduta anche l’ultima mia resistenza gli confessai quello che fino a quel momento gli avevo taciuto:
“Questa mattina l’ho lasciata dicendole che ti avrei mostrato le foto - e senza fermarmi a riflettere continuai – Era eccitata ma non capisco se mi abbia creduto o meno anche se sono certo di quanto fosse eccitata all’idea di vedersi esibita ai tuoi clienti sul tuo album. Anche se non vorrebbe mai accadesse tremava all’idea che il nostro vicino la potesse vedere quando si era strusciata sulla sua porta”.

La cosa sembrò interessarlo. Mi chiese di raccontargli chi fosse e come Silvia avesse potuto fare una cosa del genere. Il suo commento mi lasciò senza parole “ che puttana, da non credere come se si volesse umiliare davanti a quell’uomo – e continuò lasciando trasparire un sorriso perfido
“ Vedi ,ho ragione, le hai fatto solo scoprire quanto possa essere desiderata mostrandosi sexy e lei è pronta ad abbandonarsi a richieste ancora più azzardate, però non mi aspettavo che accettasse così facilmente l’idea di essere guidata da uno sconosciuto concedendosi così laidamente e che tu potessi mostrarmi le sue foto”.
Cercai una spiegazione: “anche se sono certo di quanto fosse eccitata all’idea di vedersi esibita ai tuoi clienti sul tuo album penso che questa fantasia serva solo per aumentare la sua eccitazione. Te l’ho detto probabilmente lei pensa che io mi sia inventato tutto , che tu non esista e che solo per questo abbia accettato di continuare senza condizioni”.

Lo vidi perplesso con uno sguardo nel vuoto mentre ruotava una catenella tra le mani. Solo molti giorni dopo avrei capito che giocava come un gatto sornione con il topo.
“Tu le hai fatto solo scoprire quanto possa essere desiderata mostrandosi sexy e lei è pronta ad abbandonarsi a richieste ancora più azzardate. Il suo cliente, il vostro vicino persone che odia ma che la eccitano all’idea di dover essere scoperta in un ruolo che non le appartiene Se lo crede– mi disse fissandomi – sarà ancora più facile spingerla a fare cose che non avrebbe mai fatto” . Sembrava apprezzare quella trasformazione di Silvia ma continuò dubbioso “ Non mi aspettavo che accettasse così facilmente l’idea di essere guidata da uno sconosciuto concedendosi così laidamente né che tu potessi portarmi le sue foto”.

“Cosa ad esempio?” abboccai alla sua esca.
Lui finse ancora di sforzarsi ad immaginare i futuri scenari per poi riprendere “cose banali ma che misureranno la sua vera natura. Ti ho già detto devi partire con un minimo cambiamento del suo modo di vestirsi iniziando da piccoli dettagli come l’intimo da tenere anche al lavoro completamente nuda sotto il vestito. Lei ti ha detto che non indossa calze e reggicalze ed indossandoli si è sentita tanto puttana. Faremo in modo che se li metta anche al lavoro magari con delle gonne piuttosto corte visto che andava al lavoro sempre con dei pantaloni sarà un modo per destabilizzarla nel suo look ed imparare a mettere in mostra il suo corpo ”
Era una cascata di idee mirate a sconvolgere il look di Silvia “Poi un trucco più marcato, gioielli che indichino la sua condizione di sottomessa”
Ero stordito “Posso continuare se vuoi – riprese – Intanto falle perdere lentamente ogni pudore e si sentirà ancora più sicura se continuerà a credere che sia tu a condurre il gioco”
Sorridendo controbattei che Silvia non avrebbe mai accettato di cambiare il suo look , soprattutto sul posto di lavoro ma lui mi interruppe nuovamente “A tua moglie è piaciuto immaginarsi esibita e trattata da puttana così come a te piace vederla in queste situazioni. Le sue fantasie sono la dimostrazione della sua disponibilità a lasciarsi spingere verso altre trasgressioni. Ad esempio falla esibire portandola a fare un giro in auto” concluse Sacha.
“un banco di prova per te, per capire i tuoi sentimenti :gelosia, voglia reale di esibirla. A quel punto sarà pronta per essere esibita ad altri e tu la potrai portare da me”
Ero sempre più confuso e lui sempre più incalzante.
“Alla fine le verrà naturale vestirsi come una zoccola anche andando al lavoro .Trucco pesante abiti aderenti provocanti, tette strabordanti, minigonne a filo di calza ed intimo sempre ben in vista proprio come vorrebbe Vito fino a mostrarsi al vostro vicino nuda offerta come una puttana… perché è quello che vuole”.
Cosa stava farneticando, Silvia non l’avrebbe mai fatto “Ti sbagli, ha un lavoro di alto livello, non si rovinerebbe mai la reputazione per soddisfare le sue fantasie - lo interruppi – né io lo vorrei, mi accontenterei che lo facesse solo nei nostri momenti di intimità”.
Sacha non mostrò un minimo di esitazione “Ti ha svelato la sua vera natura , non hai capito è una puttana dentro. Tu me l’hai offerta raccontandomi tutto di lei, lei ha accettato di lasciarsi fotografare per me accettando che io divenga il suo master. Le piace sentirsi obbligata a fare cose indecenti ma soprattutto le piace sentirsi sottomessa e se tu sei tornato è anche il tuo desiderio, non solo il suo. Tua moglie schiava di un proprietario di un sex shop scommetto che pure ore ti stai eccitando” Concluse con un sogghigno sarcastico

Restai in silenzio incapace di rispondergli. Era vero. Quelle parole mi mettevano i brividi anche se lei si era immaginata per davvero in quel ruolo ed io mi ero lasciato trascinare da quelle che ora mi sembravano idee deliranti e non più un gioco trasgressivo Sacha il padrone di Silvia? Mia moglie trasformata nella schiava di uno sconosciuto? Sacha aveva ragione perché quelle parole se mi mettevano i brividi mi avevano anche provocato una improvvisa erezione .

Stava subdolamente elaborando una trama per condurmi ad accettare che quelle fantasie si potessero trasformare in realtà cosa che avrebbe dovuto farmi riflettere ed allontanarmi da quell’uomo.
Immaginavo fosse davanti a lui e ancora peggio offerta, in quel suo album, alla vista dei suoi clienti .
Ero tornato con quelle foto intenzionato a mostrare le esibizioni di Silvia immaginando di lasciare che la potesse trasformare e lui, come se mi avesse letto nel pensiero, seppe stimolare ulteriormente quella fantasia descrivendo scenari sempre più perversi.

A bruciapelo una sua domanda successiva mi creò qualche timore “ Ma tu vuoi veramente che anche quel Vito la possa ammirare nella mia collezione privata, e magari decida di portarla nel suo locale”
Ero senza parole mi limitai a chiedere quasi con soggezione se stesse scherzando e mi sconcertò ancora di più il seguito.
“Per niente ,vedi Vito ha messo gli occhi su Silvia – e fu la prima volta che la chiamava per nome - e, conoscendolo so che non mollerà fino ad ottenere quello che si è prefissato e lei non riuscirà più a sottrassi al suo destino, anzi arriverà pure il giorno in cui la vedrai abbandonare il suo lavoro e finire a lavorare definitivamente nel night di Vito”
Mi sentii in subbuglio. Pensai stesse solo farneticando, Silvia non avrebbe mai potuto essere una delle spogliarelliste nel locale di Vito anche se pensandolo si era eccitata ed io con lei condividendo la stessa fantasia.
Quel pensiero balenò nella mia mente solo come una fantasia che anziché sedare aumentava la mia sete perversa creandomi eccitazione e turbamento più di quanto avessi immaginando condividendo la stessa fantasia con Silvia le notti precedenti
Pensai che Sacha volesse mettermi alla prova, capire quanto le mie fantasie su Silvia fossero spinte. Mi restò il dubbio di come potesse conoscere il nome di Silvia. Forse mi era sfuggito, indubbiamente non poteva che essere così. Il suo ghigno mi tranquillizzò “ vedi come ti ecciti ad immaginarla ceduta ad un personaggio del genere? Intanto comincia a mostrarmi le foto di quella zoccola di tua moglie, sempre che tu voglia veramente offrirmela perché la trasformi nella mia schiava”
Restai in silenzio e lui colse le mie perplessità “vedi ti capisco ed è normale che ti ecciti ad immaginarla nelle mie mani, perché pensi che sia solo una fantasia. Eppure ieri sera lei era davanti alla porta del vostro vicino, completamente nuda. Se lui fosse uscito di casa ieri sera se la sarebbe trovata davanti e credimi Silvia tremava ma sperava che accadesse veramente. Dovrebbe essere più sicuro che sia uno sconosciuto ad iniziare la sua trasformazione . Avrebbe sempre una via di fuga. Con un vicino sarebbe sputtanata per sempre”
Aveva ragione , se avessi voluto continuare quel gioco lasciarla a Sacha sarebbe stata la scelta più sicura per celare la sua identità.

Allargò le braccia sorrise e mi allungò la mano “Intanto comincia a mostrarmi le foto della mia schiava”

Lui la considerava di già una sua proprietà. Quasi paralizzato stringevo la chiavetta tra la mano senza più la sicurezza che avevo avuto all’inizio. Non sapevo cosa rispondergli, meglio lo sapevo, sapevo che se avessi ceduto lui avrebbe potuto trasformare la nostra vita. Cedere avrebbe significato vedere Silvia sottomessa a quell’uomo e poco alla volta trasformarsi in quello che non era mai stata e passare da signora per bene a puttana il passo sarebbe stato breve. Ero stordito, ora Sacha mi intimidiva, aumentando i miei timori e le mie perplessità.





Un capitolo che potrebbe aver deluso i più ma non chi mi ha scritto immedesimandosi in Silvia, nel marito e vivendo la storia la storia entrambi.
Devo supporre che l’attesa accresce il desiderio.
Vi lascio col dubbio che il marito di Silvia “rinsavisca”.
Serendipi2016@libero.it

scritto il
2025-04-25
1 . 4 K
visite
3 2
voti
valutazione
7.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il Master del sex shop (6)
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.