Ancòra

di
genere
sentimentali

Caldo, lento, passionale. Un grosso, largo, duro membro che lentamente mi scivola dentro. La mi fica si apre, lo accoglie. Lo stringe, calda e bagnata. Lui è tanto grosso e duro da fare un po’ male, ma entra piano, senza fretta e la mia fica si distende, elastica e morbida, adattandosi a quella sua virilità così sfacciata. Le sue mani mi stringono, salde. Scivolano, dalla nuca, lungo la colonna vertebrale, tenendomi stretta. Mi vuole. Tutta. Per sé.

Prendimi, con quel tuo magnifico cazzo, sbattimi. Fammi godere come fossi una puttana, mentre mi sussurri che sono la tua dea. Mettimi un dito nel culo. Fammi godere con il culo, mentre il tuo cazzo mi martella la fica ormai fradicia. Scopami. Riempimi. Dammi la tua sborra. La voglio nella fica, nel culo, in bocca, sulle tette, sulla schiena, sulle mani, sulle labbra. Scopami. Dammene ancora, di quel cazzo. Senti le mie tette sul tuo petto, i capezzoli che solleticano i tuoi pettorali. Sei sudato, il tuo odore mi riempie le narici. Mi fai sentire femmina. La tua femmina. Da scopare, sbattere, riempire di sborra. Mettimi incinta, Marco.
Mi hai amata, detestata, rincorsa, pregata, odiata. Tanto lo so che, ovunque tu sia, ancora mi vuoi. Io non ho dimenticato i tuoi moschi e non lo hai fatto nemmeno tu.
scritto il
2025-10-30
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