Il Master del sex shop (9)

di
genere
dominazione

9 PROPOSTE INACCETTABILI. Non che volessi mi trovai a spiare i loro discorsi. “Ciao Dragomir” lo salutò Sacha in modo amichevole e senza dire altro, gli passò il famoso album. Il cliente iniziò a sfogliarlo. Spiandolo lo vidi soffermarsi sulle pagine in cui Lorella non negava nulla della sua intimità. Come un flash immaginai Silvia al suo posto. Dragomir indicò il numero corrispondente : 14S, Lorella era solo un numero.
Lasciò un indirizzo ed una data “dille di essere puntuale accompagnata dal marito. Deve scendere dall’auto spogliarsi completamente davanti a lui. C’è una vecchia cabina del telefono, troverà un sacchetto con delle manette per polsi e caviglie. Suo marito gliele deve mettere e lasciarla li. Qualcuno passerà a prenderla”.
“solo per delle foto o altro?” chiese Sacha girandosi verso di me in modo che sentissi bene.
Il tizio sorrise “vedremo - ma alzando la testa verso il computer si fermò - No aspetta voglio questa,”
Mi sentii infiammare. Non aveva spento il pc . Era una foto di Silvia, la meno audace.
“E’ nuova vero?” continuò.
“E’ l’ultima arrivata, ci devo lavorare un po’ con lei devo usare maggiore severità. Fra qualche giorno incomincerà ad essere disponibile. Ora no.”

“ma chi è? mi sembra di averla già vista anche se una faccia da troia così non posso averla dimenticata”.
Il suo aspetto era poco rassicurante. Ero spaventato. Uno sconosciuto si stava godendo le foto di Silvia forse riconoscendola, temetti il peggio.
“E’ sempre stata una signora per bene, laureata, una vita agiata, apparentemente inarrivabile, mai tradito il marito, però ha delle fantasie di sottomissione molto spinte.”
Senza degnarmi di uno sguardo, continuò a parlare con Dragomir che non smetteva di scorrere le foto di Silvia sul pc scuotendo la testa restando sorpreso con uno sguardo pieno di dubbi dopo che il russo gli aveva sussurrato qualcosa ad un orecchio.
“hai capito bene – girò la testa verso di me con indifferenza – la sua sottomissione sarà totale la voglio trascinare più in basso delle altre, oltre ogni limite di pudore. La farò sentire sempre più sporca ed umiliata. Dovrà concedersi a qualunque scabrosa esigenza e provare cosa vuol dire appartenere ad uno sconosciuto fino ad accettare un vero e proprio contratto schiava/padrone. Ma, per far questo c’è bisogno di tempo”
Se ancora avevo qualche dubbio ora ero certo. Dovevo trovare il modo di fermare quella follia. Eppure restai ancora ad ascoltarlo per la morbosa curiosità di sapere fin dove avrebbe voluto spingersi.

“E suo marito sarebbe disposto ad accettare di avere una moglie che diventerà la tua schiava?”
Il russo prese la lettera che gli avevo sottoscritto pochi minuti prima e gliela fece leggere. Ora non avrei più potuto fermarlo. Si scambiarono un’occhiata di complicità “ e sai cosa gli ha detto la puttana prima che la lasciasse questa mattina? – tenne in sospeso la frase per pochi secondi e concluse quasi con disprezzo - ormai sono la schiava di Sacha e farò tutto quello che mi chiede anche la puttana.”
Il modo era sgradevole ma mi suscitò brividi di paura: stavo definitivamente perdendo il controllo o forse non volevo più arrestare quella folle storia perché cresceva la voglia di vedere Silvia discendere quella strada fino in fondo nel degrado più completo.

Dragomir commentò salacemente “per una troia del genere avrai una lunga fila di richieste, però voglio l’esclusiva per me e per i miei amici. Mandami lei al posto della 14S”
Sacha sorrise: “Penso che sarebbe estremamente umiliante per lei essere lasciata a te e i tuoi amici. Me la vedo già impaurita salire le scale del tuo palazzo con indosso solo quel reggicalze e calze nere, ma non questa sera”. Era chiara l’intenzione di lasciarmi ascoltare il loro discorso per farmi capire quale sarebbe stato il futuro di Silvia.
“E’ anche un avvocato – continuò Sacha -. la tua ragazza fa la cameriera da un avvocato della nostra città, non lo trovi eccitante?”
“no da un notaio – precisò Dragomir – però mi divertirebbe molto averla in casa come serva per qualche giorno. L’avvocato che diventa la cameriera della una cameriera” e scoppiò in una grassa risata.
“Un notaio, interessante potrebbe firmare davanti a lui il suo contratto da schiava – Sacha proseguì imperterrito – ma per il momento ho altri programmi. Prima mi servono delle altre foto per il mio album, pensavo a qualcosa di più adatto a quello che sta diventando. Quando sarà pronta ti prometto che sarai il primo ad inaugurare la seconda vita del nostro avvocato zoccola”
Tirai un sospiro ma allo stesso tempo capii che sarebbe stato impossibile tornare indietro ora Silvia era davvero nelle mani di Sacha. Avevo tradito la sua fiducia anche se avevo iniziato a realizzare quelle fantasie che teneva dentro da chissà quanto tempo e che, come aveva detto Sacha, lei avrebbe cercate di realizzare anche senza di me.
Dragomir rassegnato si girò e dopo aver avuto la conferma dell’appuntamento con Lorella, uscì dal locale.

Sacha si avvicinò a me ormai con la certezza che non mi sarei opposto ai suoi disegni. Mi guardava senza dire nulla come se si aspettasse una mia reazione, poi sorrise “Hai visto come ha apprezzato tutte le foto?”.
“forse abbiamo ecceduto nel fare quelle foto” balbettai cercando di mantenere una certa dignità”
“Però se tu hai lasciato che vedesse le sue foto è che a te piace vederla offerta come una puttana a degli sconosciuti così come nelle vostre fantasie. Se non fosse così non avresti sottoscritto questo” mi sventolò lo scritto che avevo firmato.
Avevo accettato che lui ne potesse fare la sua schiava e che per aumentare il suo grado di sottomissione potesse arrivare fino a farle assaporare l’umiliazione della prostituzione. “non voglio che tu ne faccia una puttana” ripresi scoppiando di gelosia ed intimorito che quella prospettiva si realizzasse.
“Per il momento ma in futuro” e restò scrutare la mia possibile reazione
“ma stai scherzando?” risposi. La risposta che ottenni mi dimostrò quanto fosse perverso..
“Credo che sia arrivato il momento per vedere fin dove saprà arrivare”
“Questa sera voglio qualcosa di più. Le foto che ho in mente la faranno sentire sempre più sporca, umiliata ma allo stesso tempo capire che le sue fantasie ora diventeranno realtà.”

La richiesta che fece era decisamente folle. Voleva che portassi Silvia in giro in auto vestita come nelle foto che gli avevo lasciato e farla passeggiare lungo una strada.
“Credo che tu stia esagerando, non credo che non lo farebbe mai”. Io bollivo ma, dopo il primo momento di confusione e vergogna cedetti.
Mi tentava esageratamente l’idea di poterla scarrozzare seminuda per la città, anche se ero quasi sicuro che non si sarebbe fatta coinvolgere in quelle richieste.
“Vedrai che come al solito ho ragione” Era serio e sicuro come in altre occasioni.

“si , ma…” ero confuso, non riuscivo a trovare le parole, ma quello che mi stava dicendo mi eccitava e non volevo che smettesse di espormi quelle sue idee.
“Già uscire vestita in quel modo – azzardai – figurarsi farla passeggiare per una via deserta.”
Poi la proposta impossibile.
“Infatti – mi rispose – chi ha detto vestita in quel modo? Ti devo ancora dare cosa dovrà indossare. E poi la via non sarà deserta: la voglio vedere passeggiare vicino ad una vera prostituta, e ti spiegherò come trovarla.”
Non poteva essere che Sacha volesse spingerla a tanto.

Mi chiese di aspettarlo. Tornò dopo un paio di minuti. Aprì una scatola. Un paio di sandali bianchi allacciatura alla schiava e dei tacchi vertiginosi. Abbozzò un sorriso e tolse dalla scatola un , micro perizoma trasparente un corpetto con lunghi laccetti per le calze e con delle coppe a balconcino che avrebbero lasciato scoperte le tette. Immaginai a come Silvia avrebbe potuto apparire, d’una volgarità estrema. Ne restai entusiasta senza pensare ad altro. Infine tolse dalla scatola un baby-doll di pizzo con due spacchetti laterali con un’abbondante scollatura che avrebbe lasciato l’intera schiena scoperta.
“Devi farle indossare tutto dicendole che è una richiesta del suo padrone e ti stupirai vederla accettare senza protestare”. Come la famosa sera in cui ero restato rapito dalla guêpière nella sua vetrina non resistetti a quella nuova tentazione con la riserva di non poterla fotografare vicino ad una vera prostituta in mezzo ad una strada.
Senza considerare quello che gli stavo dicendo aprì una busta appoggiata sul fondo della scatola.
“Non hai capito, lei lo farà e poserà come queste modelle, si eccita troppo quando la tratti come una puttana”
Aprì la busta e mi porse delle foto.

Vidi la prima foto. Una ragazza che passeggiava lungo una strada indossando un baby doll come quello che mi aveva appena mostrato.
Se non fosse stato per le trasparenze del baby-doll e passeggiare in mezzo ad una strada sarebbe sembrata una foto da copertina di Playboy. Le successive svelarono le reali richieste di Sacha. La stessa ragazza questa volta resta solo con l’intimo ed in calze e reggicalze, in mezzo ad una strada vicino ad un’altra prostituta.
“Le foto saranno solo l’inizio della sua trasformazione. Le insegneremo ad offrirsi come mai avresti immaginato, esibita nei modi più volgari per farle provare vergogna, sentirsi umiliata calata in un ruolo che aveva solo immaginato “
Sentii il mio sesso quasi fuori controllo immaginando Silvia al posto della ragazza nella foto. Le foto che Sacha aveva scelto questa volta erano decisamente volgari ed improponibili Perversamente eccitanti ma impossibili da realizzare.
In una successiva la ragazza era ferma vicino ad un falò di richiamo per puttane, in un’altra di fronte ad un’auto in un’altra ancora tenuta per guinzaglio da una prostituta. Infine nell’ultima, sempre sulla stessa strada, trattenuta per le spalle da un’altra ragazza che la esibiva nuda ad un’auto ferma davanti a loro.
Vedevo le foto e Sacha sarcastico le commentava.
“Vedi deve imparare ad assumere atteggiamenti non solo sconvenienti ma che la facciano essere desiderata per quella donna disponibile che un qualunque pervertito vorrebbe avere per scatenare sul suo corpo le sue perversioni”

Ero frastornato, mi sembrò di impazzire dall’eccitazione all’idea che quelle foto potessero essere realizzate. Sacha come un abile ragno aveva tessuto una ragnatela dentro cui io ormai completamente caduto e Silvia ormai sarebbe stata solo una sua proprietà.
“Non penserai veramente che io possa fare queste foto?” gli chiese bruscamente mentre guardavo quelle foto anche se era evidente ,almeno ancora speravo, che quella di Sacha fosse solo una provocazione per mettere alla prova i limiti e le inibizioni di Silvia.
“Non ti preoccupare la prostituta che ti indicherò saprà guidarla perfettamente. Tua moglie come hai capito non è né la prima né l’ultima signora per bene che ho catturato nella mia rete e credimi è quello che vuole.”
Scossi la testa esprimendo il mio dissenso.
Dal fondo della scatola recuperò un collare di cuoio con la scritta in strass “slave” raccomandandomi di metterglielo al collo prima di farla scendere dall’auto.
Le sue richieste erano completamente inaccettabili se avessi avuto un minimo di buon senso.
“Silvia non diventerà mai quello che credi si ribellerà anche se questa mattina mi ha detto il contrario non diventerà mai quel tipo di donna” e fu il mio ultimo tentativo di ribellione
“Credi? Non hai ancora capito lei fa parte di quel tipo di donne che amano sottomettersi ai miei desideri più osceni, pur mantenendo una parte di rispettabilità una consapevolezza di normalità. Poco alla volta diventerà meno sicura di se , aumenterà la sua paura capirà di aver intrapreso senza ritorno la strada della vergogna e dell’umiliazione sentendosi nelle mie mani e a quel punto sarà veramente sottomessa ad un padrone”
Cogliendo la mia completa perplessità mi chiese di chiamare Silvia per chiederle se veramente fosse disposta a continuare quello che avevamo iniziato “Vedrai sarai particolarmente sorpreso dalle sue risposte. Non solo ero certo dei tuoi dubbi, quindi avevo già preparato un recapito di posta elettronica che userò per comunicare con lei anche quando tu non ci sarai”
Cedergli anche l’indirizzo di posta per poterla avere ulteriormente in pugno, non mi sembrava certo una buona idea. Continuai ad ascoltarlo “Quando avrai finito di parlarle con lei gliela invii avvisandola che d’ora in poi la contatterò sempre via mail dove le trasmetterò i miei ordini”
e la sua risposta ti convincerà che non mi sbaglio. La dovrai avvisare”
Eccitato ed incuriosito accettai e feci quello che mi chiese senza capire che in quel modo mi stava togliendo un altro piccolo tassello sul controllo della vita di Silvia

Davanti a Sacha composi il numero di Silvia. Due squilli a vuoto poi la sua voce. Non le diedi il tempo di parlare “Sei sicura di voler continuare e seguire le richieste di Sacha?”
Guardai il russo che compiaciuto annuiva.
“aspetta, mi sposto” la sentii camminare e chiudere una porta.
“sono al lavoro cosa ti viene in mente?”
“volevo essere certo che volessi continuare” dissi con un tono mellifluo.
“Non ho cambiato idea sono sicura di voler essere la donna che vuoi che sia”
Sentirla così disponibile mi eccitava e ancora di più sapere che l’artefice di quella trasformazione era di fronte a me. La stavo offrendo su un piatto d’argento senza più vie di fuga



« Parce que j’aime les femmes qui se soumettent à mes désirs les plus obscènes tout en conservant dans leur esprit une part de respectabilité, une conscience de la normalité. Ainsi lorsqu’elles répondent à mes attentes, leurs gestes sont hésitants, leurs regards apeurés, leur stress au sommet. Et c’est à ce moment là qu’elles sont véritablement soumises, dépendantes des directives de leurs maîtres. » (anonimo Francese)

Lenta e lunga la strada che dalla sobrietà porta alla vizio e alla perversione

Serendipi2016@libero.it
scritto il
2025-05-22
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