Il Master del sex shop (2)
di
serendipi2016
genere
dominazione
2. SOGNO RIVELATORE
Dopo quella serata riprendemmo la nostra routine senza ritornare minimamente sull’argomento. Quella sua fantasia di essere trattata come una prostituta non mi aveva certo lasciato indifferente anzi mi ero pure ingelosito, nonostante avessi condiviso tutto con lei. La sorpresa maggiore fu però vederla sprofondare in fantasie che mai avrei immaginato e soprattutto abbandonarsi interamente ad sesso tanto spinto masturbandosi mentre le urinavo addosso dopo essersi immaginata lercia e trascinata al guinzaglio in una porcilaia. Non riuscii a capire cosa era passato nella sua mente e ovviamente nella mia che le avevo dato motivo di buttarsi in quella fantasia.
Pensai fosse stato solo un episodio irripetibile, invece una notte fui svegliato improvvisamente dal vociare di Silvia. Stava sognando, raramente l’avevo sentita parlare nel sonno. Parole confuse che presero poi un senso “Non voglio, no signor Vito… la prego”
Fui tentato di scuoterla per riportarla alla realtà. Incuriosito decisi di restare a spiare e fui sorpreso ancora di più nel vederla intrufolare le mani dentro le sue mutandine.
Un attimo di silenzio solo dei movimenti del suo corpo sul letto .
“non potete chiedermi di vestirmi così …” continuò. Iniziavo ad eccitarmi e per godere meglio dello spettacolo feci scivolare completamente indietro le lenzuola.
Il chiarore che dall’esterno illuminava la stanza rendeva la scena ancor più sensuale.
Silvia sollevò la camicia da notte scoprendosi le cosce “ non posso … questa gonna è troppo corta….”
Le accarezzai il viso caldo, mi spinsi ad accarezzarle le spalle ma non sembrò svegliarsi e non ebbi alcuna resistenza quando le accarezzai una tetta. Ero più eccitato di lei e per questo cercai di inserirmi nelle sue fantasie.
“che gonna?” le chiesi con curiosità cercando di svegliarla.
“è troppo corta … si vede tutto…”.
“tu hai messo una minigonna e devi accompagnare Vito nel suo locale?” continuai
“Si…..” sospirò e seppure tenesse gli occhi chiusi sembrò fingere di essere ancora nel sogno.
Continuavo ad accarezzarle il seno e anche se silenziosa il suo respiro si fece più affannoso togliendomi il dubbio che fingesse di dormire. Mi scostai dandole l’impressione che pensassi stesse ancora sognando. Per contro il suo discorso si fece meno confuso.
A quel punto era chiaro che volesse continuare il gioco e che per vergogna fingesse di dormire, così aspettai che fosse lei a riprendere l’iniziativa solo pochi secondi e riprese.
Mi riavvicinai a lei mettendole una mano sulla coscia restando al gioco “ Non ti ho mai vista vestita così – non ricevendo alcuna risposta ripresi in modo provocatorio - ma non ti vergogni con questa camicia semitrasparente ed un reggiseno di pizzo che lascia vedere tutto….. e hai ragione la minigonna arrivava a malapena sotto le chiappe a filo delle calze è indecente con quelle scarpe con quei tacchi a spillo vertiginosi”. Non parlò e abbassando una spallina della camicia da notte scoprendosi una tetta iniziò ad accarezzarsela dimostrandomi di voler riprendere il gioco con le nostre fantasie.
“Sei indecente, sembri veramente una puttana, vestita come ti ha chiesto Vito”. Le sussurrai sentendo il suo capezzolo indurire sotto la mia presa. A quel punto ero certo che non si sarebbe ribellata a qualunque altra volgarità.
“non mi sono mai vestita così, ti piaccio? - mi chiese girandosi prona e strusciando il corpo sul letto – Ora ti devo lasciare devo seguirlo nel suo locale”
“vestita in questo modo” le chiesi subdolamente cercando la conferma dei miei sospetti.
“mi vuole vestita come una puttana” sbiascicò a mezza voce lasciandomi sconcertato.
Le misi una mano dentro le mutandine raggiungendo il suo sesso, era un lago, e la mano scivolando facilmente verso l’alto, si appropriò della sua intimità interamente.
Lei prese il bordo delle mutandine e le arrotolò togliendosele “ Vito mi vuole nuda sotto il vestito”
La sua fantasia diventava sempre più eccitante.
Sobbalzò quando iniziai a masturbarla più intensamente evitando però di sottrarsi a quelle carezze.
Era ormai chiaro che non volesse interrompere tutto così che assecondandola continuai:
“ma cosa vuole ancora da te Vito?” mantenevo la mano sul suo sesso sempre più caldo e bagnato e le appoggiai l’altra sulle rotondità del suo sedere.
Ormai era chiaramente sveglia ma continuava a tenere gli occhi chiusi
“vuole che salga sul palco e mi metta a ballare” finì col confessare il seguito di quel sogno che l’aveva svegliata nel mezzo della notte.
“Ma tra il pubblico ci sono anche i tuoi colleghi?” le chiesi, sapendo di aumentare quel mix di vergogna ed eccitazione.
“Si lo so non puoi trattenermi, lasciami andare ” sussurrò con il fiato corto. Quella sua perseveranza mi sorprese ma non mi sconvolse più di tanto.
“lo so, sei la sua puttana e farai quello che ti chiede, vero?” fui più diretto.
Non mi rispose ma sembrava cavalcare il piacere della mia mano ormai coinvolta dal racconto di una fantasia che mai avrebbe avuto il coraggio di realizzare.
“Ecco, Vito è vicino a te” decisi di provocarla fingendomi Vito ed iniziai ad inventarmi il seguito.
“Buona sera avvocato,tante storie e poi hai finito per fare quello che ti ho chiesto, giri nel mio locale con il tuo bel culo in mostra e dopo che ti avrò presentata salirai sul palco e ti mostrerai a tutti anche ai tuoi colleghi, vero? ”
“farò tutto quello che vorrete….” La sentii percorsa da un brivido e quel desiderio confessato fece tremare anche me.
Mi immedesimai ancora di più in Vito “fra poco tocca a te”. Per un attimo smisi di accarezzarle il sesso, ma lei mi prese la mano guidandola sul suo sesso.
“continua ti prego” fu una supplica con una voce sospirosa
“non sono io, è Vito, ricordi ora gli appartieni, ti sei spontaneamente vestita da zoccola per venire da lui” e quella finzione sembrava di viverla realmente.
“Vito, sono la vostra puttana, cosa volete che faccia?” riprese a bassa voce lasciandomi senza fiato, così decisi di inventare uno scenario cercando di renderlo il più perverso possibile.
“lo spettacolo di questa sera è speciale – le sbiascicai baciandole una spalla - ora ti presento al pubblico, vuoi?”
“mi riconosceranno..” la sua eccitazione saliva sempre di più lasciandosi sfuggire qualche silenzioso gemito così da indurmi ad esasperare la narrazione : “Abbiamo con noi una signora che si esibisce per la prima volta : è speciale perché mentre di giorno continua a fare la signora bene…… di sera ormai le piace degradarsi in mille modi e la maschera sul viso le permetterà di mantenere l’anonimato…. – prendo fiato - Ed è ancor più eccitante il fatto che sia sposata: il marito è tra il pubblico a godersi lo spettacolo …….. non immaginava di certo che sua moglie sarebbe stata capace di spingersi a tanto. Quando tornerà a casa sarà ancora la sua mogliettina ma ora è qua pronta per diventare il vostro giocattolo erotico… la vostra puttana Ma ora non vi dirò nient’altro se prima non l’avrete vista.”
Lei iniziò a tremare mentre io continuavo ad accarezzarla. Ormai non cercava neppure di fermare le mie carezze sempre più dentro di lei che sembra aver perso ogni pudore aumentando la sua eccitazione
Improvvisamente spalancò gli occhi chiedendomi di arrestare quel gioco “smettiamola, stiamo esagerando”
Prendemmo fiato restando abbracciati. Provai a chiederle cosa provasse e la sola risposta che riuscì a darmi fu la sua vergogna all’idea di mostrarsi su quel palco ed esibirsi tra quella folla. Dopo un attimo di esitazione prese la mia mano e se la riportò sul sesso “mi sento imbarazzata a dirtelo …ma mi sono eccitata”
“continua - la incoraggiai - è per quello che ti ho detto? io recitavo una parte non avrai pensato che ti volessi vedere andare realmente in quel locale?”.
“il problema – mi disse fissandomi intensamente – è proprio questo, se capitasse ho paura che potrei andare più lontano e accettare di comportarmi come una puttana”
“scopami, non dire altro” nel suo più profondo incominciava ad avere coscienza di incominciare ad assaporare la propria depravazione. “non dire altro” sembrava una scusa, quella parte di lei che voleva salvare le apparenze, ma nel suo profondo ormai sapeva di desiderare solo una cosa, esibirsi in mezzo a quel pubblico.
La sua respirazione divenne più profonda.
Nel modo più naturale mi adagiai su di lei.
Non aveva più nessun pudore ed il suo sesso sempre più dilatato ne era la dimostrazione. Poco alla volta aveva scoperto dei piaceri mai provati ed era forse immaginare di sentirsi obbligata a quelle indecenze che ne accresceva il piacere facendole assaporare il perverso piacere della sottomissione.
Era immersa nel suo piacere ,il suo respiro diventava sempre più affannoso .
“Lasciati prendere come una puttana - le dissi cadenzando i movimenti del mio sesso dentro di lei – anche a me piacerebbe vederti su quel palco sei o non sei la sua schiava e la sua ?.”
Non riusciva più a controllare il suo corpo,non parlava più.
“Vai, sali” la voce mi si spezzò mentre ci muovevamo lentamente insieme
“io …. io… ma mi lasceresti toccare da tutti?” riprese ansimante e con una voce tremula
“e tu hai voglia di spogliarti per loro, lasciare che ti guardino … che ti tocchino..?” le dissi a fatica.
“si” e fu un si che le si bloccò in gola.
“io ora resterò qua a guardarti – uscii dal suo sesso interrompendo quel piacere carnale ma volevo altro; lei cercò di trattenermi – toccati come l’ultima volta, solleva la gonna e fallo davanti a loro”
Alzai la luce della sveglia che con il suo freddo colore azzurrato illuminò Silvia che scossa da un senso di vergogna mi implorò di spegnerla e presa da un raptus di pudore si coprì con le mani il sesso.
Appoggiai le mie mani sulle sue ed iniziai a guidarle sul suo sesso.
“ti stanno guardando ora sei davanti a Vito e sul palco del suo locale lasciati vedere.”
Con quell’idea ripresi il racconto: “Il riflettore ti sta illuminando – le dissi mentre lei chiudeva nuovamente gli occhi - Il pizzo del reggiseno mette a in bella vista le tette e lascia trasparire i tuoi capezzoli che sono gonfi, sembrano esplodere.”
Le accarezzai le tette strofinandole i capezzoli. Quella luce sembrava farla sprofondare veramente su un palco di un locale di lap dance. Chiuse gli occhi. Si mordeva le labbra.
“Continua a fare la troia così - le sussurrai baciandole il collo – quando Vito ti ha baciato il collo ti sei eccitata, vero?”
Non riuscì a fare a meno di rispondermi con un si ed affondare le sue mani dentro il sesso “ scusa non volevo,ma mi sono sentita un po’ puttana”
Quella sua confessione mi spinse ad essere sempre meno tenero “Sei la sua puttana, nel suo locale. Ora stai salendo sul palco. Passando tra le poltroncine del pubblico i tuoi colleghi allungano le mani cercano di palpeggiarti il più possibile. Senti le loro mani sul culo. Arrivi a tre gradini e sali sul palco. Ad ogni passo la mini gonna scopre le cosce nude fino al bordo delle calze e sei senza mutandine.”
Silvia continuava ad accarezzarsi “come avete voluto voi signor Vito”. Aveva ripreso il suo ruolo e voleva che pure io riprendessi il ruolo di Vito. La sua mano si muoveva alla ricerca del piacere; non avrei mai immaginato di vederla sprofondare in quella perversa lussuria. Sentivo il mio sesso esplodere, avrei voluto riprendere a scoparla ma nello stesso tempo ero troppo curioso di vedere fin dove avrebbe potuto arrivare la sua perversa immaginazione….e la mia ovviamente.
“Senza reggiseno sei stupenda, ma ora ti lasci sfilare la gonna e restare completamente nuda”
Le sfioro le labbra con un dito “Sei mia – le dico con voce più roca recitando per bene la mia parte – le tue labbra così carnose sono pronte per essere usate”
Silvia tace, si accarezza e freme, le accarezzo le tette ed i capezzoli turgidi eccitati.
“Alzati e lasciati ammirare” quasi le ordino e lei scende dal letto.
Accendo la luce della camera e lei mi supplica di spegnerla.
“Girati e lascia che tutti vedano il tuo culo” le ordino e lei lentamente ruota su se stessa.
E’ una visione eccitante e vederla così remissiva accresce il mio desiderio di lei e nello stesso tempo la voglia condivisa di farla sentire una merce di cui il venditore espone i pregi ai suoi clienti pronti a gioire del piacere che potrebbero provare nel possederla. Poi con un gusto ancor più sadico per accentuare lo stato di umiliazione le chiedo ”Allora puttanella cosa si prova ad essere esibita così volgarmente a questi signori? E tuo marito cosa direbbe se ti vedesse così? Dal pubblico qualcuno ha gridato “che sei una gran zoccola”, quindi vedi di offrirgli anche una prova”
Silvia è calata nella parte e mi chiede cosa deve fare.
“per offrire meglio lo spettacolo devi scendere tra loro”
Silvia sembra riprendersi e con voce ancor più fievole riprende il contatto con la realtà “ Davanti a tutti?”
Non so cosa controbattere se riprendere quelle fantasie o smettere, ma la risposta mi viene di getto “ ti eccita pensarci, o avresti voglia di farlo veramente come quella puttana che stai diventando?”
Ho come l’impressione di aver esagerato. Ma è solo un momento. Lei non parla,ancora un respiro profondo e sbiscica un si.
“si cosa ?” le chiedo
“come la vostra puttana” mi lascia allibito
”allora,vuoi veramente scendere in mezzo a loro sei solo un oggetto erotico circondata da una folla di guardoni e se ti riconoscessero? ” le faccio sponda
“ho la maschera”
“toglila”
“ma mi riconosceranno, volete veramente che tutti sappiano chi sono?”
Silvia si corica vicino a me e riprende ad accarezzarsi mentre io le massaggio le tette giocando con i capezzoli che sono due noccioline.
“e a te eccita l’idea?” le chiedo brutalmente
Silvia sembra eccitarsi di più “ si”
Continuo brutalmente “ Hai voglia che ti guardino che ti riconoscano che sappiano che il serio avvocato è una puttana”
Silvia sembra perdersi in quelle fantasie.
“sei una zoccola che offre il suo corpo a degli sconosciuti che si possono permettere ogni cosa , hanno scoperto chi sei ed ora cosa vuoi?” le chiedo
“voglio che mi accarezzino” la sua risposta mi sconcerta, non avrei mai pensato che le sue fantasie arrivassero a tanto. La sua mano affannosamente non smette un istante di masturbarsi.
“il pubblico ti guarda e tu ti stai mostrando eccitata , ma sono solo fantasie so che non lo faresti mai veramente” le dico provocatoriamente.
“E tu me lo lasceresti fare?” mi risponde con tono di sfida.
“Certo che si , non mi lasci altra scelta, sei solo una puttana Non hai altra scelta, lo stai facendo, nuda con le mani dentro il tuo sesso aperto esibito a tutti come vuole Vito, sei troppo eccitante”
“Mi stai facendo sentire sporca, cosa sto diventando” In quel momento Silvia si ferma, mi guarda quasi si vergognasse del suo comportamento .
Io invece non ho pudore: “ Allora li vuoi accontentare, non senti i loro commenti?”
Per un attimo si azzittisce ansimante mormora “toccatemi tutta, fatemi godere”
Non mi sarei aspettato una richiesta simile.
Lei non parla ma sospira e accelera i movimenti della sua mano sul suo clitoride teso.
Inizio ad accarezzarla descrivendo le mie come se fossero mille mani sul suo corpo, mi avvicino e le succhio un capezzolo.
“Sei una troia ti sei lasciata succhiare anche le tette”. Le infilo un dito nel suo buchino ,non l’avevo mai fatto,ma ero ormai preso da una frenesia senza limiti.
Lei lancia un altro gridolino ed io sento il calore del suo retto avvolgermi il dito
“Le mani di tutti scivolavano su di te e non hai cercato neppure per un attimo di respingerle. Ti hanno riconosciuta e domani quando girerai per la città tutti ti riconosceranno.”
Silvia sembra raggiungere un violento orgasmo, si accarezza e gode dei miei palpeggiamenti priva ormai di ogni decenza. Le spingo in profondità il mio dito nel suo buchino e riprendo contemporaneamente ad accarezzare il suo sesso frugando dentro di lei . Lei si abbandona in quella doppia penetrazione e mi incita a continuare .
Lancia un grido più intenso e spinge via la mia mano. E’ completamente eccitata, ha gli occhi sbarrati, respira affannosamente. La bacio e si abbandona sulle mie labbra. Le bacio un seno e scendo sul suo sesso baciandolo la sento tremare.
E’ madida di sudore ,si riprende lentamente.
Siamo l’uno accanto all’altra, Silvia mi prende tra le mani il sesso tesissimo iniziando lentamente a masturbarmi. Le fermo la mano. Voglio qualcosa che mi ha sempre rifiutato.
“succhiamelo” le chiedo in modo perentorio.
Mi lancia uno sguardo di diniego.
“immagina che sia Vito a chiedertelo” azzardo ,penso che per lei potrebbe essere troppo. Si solleva dalla sua posizione mi bacia l’addome.
Sento il suo fiato vicino al mio sesso
“non posso….non l’ho mai fatto…mi vergogno… mi fai sentire veramente una puttana”
Le prendo la testa tra le mani e la avvicino al mio sesso che ora le sfiora le guance.
“E’ Vito che te lo chiede ….non sei solo la puttana di Vito, ma anche la sua schiava e non sono io ma lui che te lo ordina”
“signor Vito – si rivolge trasfigurando la realtà – per favore tutto ma non questo, “
Quella fantasia mi eccita “ ti sei fata accarezzare da tutti e tutti sanno che il serio avvocato Silvia è una puttana,avanti dimostralo”
Avvicina le labbra alla mia asta ritta. Mi guarda “dai smettiamo”
“avanti puttana fallo!” per un attimo temo di aver esagerato, invece con titubanza scivola con la lingua sulla mia carne, poi apre la bocca e accoglie il mio sesso in parte iniziando a succhiarlo in modo maldestro fino a intraprendere un ritmo più cadenzato. Silvia mi sta facendo il suo primo pompino. Mi abbandono a quel piacere ma ho il modo di vederla accarezzarsi contemporaneamente il sesso.
Mentre provo i brividi per quella fellatio mi chiedo se la mia Silvia oserebbe mai fare la minima parte di quello che abbiamo immaginato in quella serata.
Non riesco a trattenermi e le vengo in bocca vincendo il suo tentativo di ritrarsi senza che lei si ritragga ed ho come la sensazione che quella sia la risposta alla mia domanda. La lascio riprendere fiato prima di rivolgermi ancora a lei in modo sprezzante.
“allora – le chiedo – ti eccita farti scopare in bocca da Vito?”
“si” è la sintetica risposta.
Si alza e corre in bagno.
Seconda parte rivista e dedicata ovviamente a Silvia.
Serendipi2016@libero.it
Dopo quella serata riprendemmo la nostra routine senza ritornare minimamente sull’argomento. Quella sua fantasia di essere trattata come una prostituta non mi aveva certo lasciato indifferente anzi mi ero pure ingelosito, nonostante avessi condiviso tutto con lei. La sorpresa maggiore fu però vederla sprofondare in fantasie che mai avrei immaginato e soprattutto abbandonarsi interamente ad sesso tanto spinto masturbandosi mentre le urinavo addosso dopo essersi immaginata lercia e trascinata al guinzaglio in una porcilaia. Non riuscii a capire cosa era passato nella sua mente e ovviamente nella mia che le avevo dato motivo di buttarsi in quella fantasia.
Pensai fosse stato solo un episodio irripetibile, invece una notte fui svegliato improvvisamente dal vociare di Silvia. Stava sognando, raramente l’avevo sentita parlare nel sonno. Parole confuse che presero poi un senso “Non voglio, no signor Vito… la prego”
Fui tentato di scuoterla per riportarla alla realtà. Incuriosito decisi di restare a spiare e fui sorpreso ancora di più nel vederla intrufolare le mani dentro le sue mutandine.
Un attimo di silenzio solo dei movimenti del suo corpo sul letto .
“non potete chiedermi di vestirmi così …” continuò. Iniziavo ad eccitarmi e per godere meglio dello spettacolo feci scivolare completamente indietro le lenzuola.
Il chiarore che dall’esterno illuminava la stanza rendeva la scena ancor più sensuale.
Silvia sollevò la camicia da notte scoprendosi le cosce “ non posso … questa gonna è troppo corta….”
Le accarezzai il viso caldo, mi spinsi ad accarezzarle le spalle ma non sembrò svegliarsi e non ebbi alcuna resistenza quando le accarezzai una tetta. Ero più eccitato di lei e per questo cercai di inserirmi nelle sue fantasie.
“che gonna?” le chiesi con curiosità cercando di svegliarla.
“è troppo corta … si vede tutto…”.
“tu hai messo una minigonna e devi accompagnare Vito nel suo locale?” continuai
“Si…..” sospirò e seppure tenesse gli occhi chiusi sembrò fingere di essere ancora nel sogno.
Continuavo ad accarezzarle il seno e anche se silenziosa il suo respiro si fece più affannoso togliendomi il dubbio che fingesse di dormire. Mi scostai dandole l’impressione che pensassi stesse ancora sognando. Per contro il suo discorso si fece meno confuso.
A quel punto era chiaro che volesse continuare il gioco e che per vergogna fingesse di dormire, così aspettai che fosse lei a riprendere l’iniziativa solo pochi secondi e riprese.
Mi riavvicinai a lei mettendole una mano sulla coscia restando al gioco “ Non ti ho mai vista vestita così – non ricevendo alcuna risposta ripresi in modo provocatorio - ma non ti vergogni con questa camicia semitrasparente ed un reggiseno di pizzo che lascia vedere tutto….. e hai ragione la minigonna arrivava a malapena sotto le chiappe a filo delle calze è indecente con quelle scarpe con quei tacchi a spillo vertiginosi”. Non parlò e abbassando una spallina della camicia da notte scoprendosi una tetta iniziò ad accarezzarsela dimostrandomi di voler riprendere il gioco con le nostre fantasie.
“Sei indecente, sembri veramente una puttana, vestita come ti ha chiesto Vito”. Le sussurrai sentendo il suo capezzolo indurire sotto la mia presa. A quel punto ero certo che non si sarebbe ribellata a qualunque altra volgarità.
“non mi sono mai vestita così, ti piaccio? - mi chiese girandosi prona e strusciando il corpo sul letto – Ora ti devo lasciare devo seguirlo nel suo locale”
“vestita in questo modo” le chiesi subdolamente cercando la conferma dei miei sospetti.
“mi vuole vestita come una puttana” sbiascicò a mezza voce lasciandomi sconcertato.
Le misi una mano dentro le mutandine raggiungendo il suo sesso, era un lago, e la mano scivolando facilmente verso l’alto, si appropriò della sua intimità interamente.
Lei prese il bordo delle mutandine e le arrotolò togliendosele “ Vito mi vuole nuda sotto il vestito”
La sua fantasia diventava sempre più eccitante.
Sobbalzò quando iniziai a masturbarla più intensamente evitando però di sottrarsi a quelle carezze.
Era ormai chiaro che non volesse interrompere tutto così che assecondandola continuai:
“ma cosa vuole ancora da te Vito?” mantenevo la mano sul suo sesso sempre più caldo e bagnato e le appoggiai l’altra sulle rotondità del suo sedere.
Ormai era chiaramente sveglia ma continuava a tenere gli occhi chiusi
“vuole che salga sul palco e mi metta a ballare” finì col confessare il seguito di quel sogno che l’aveva svegliata nel mezzo della notte.
“Ma tra il pubblico ci sono anche i tuoi colleghi?” le chiesi, sapendo di aumentare quel mix di vergogna ed eccitazione.
“Si lo so non puoi trattenermi, lasciami andare ” sussurrò con il fiato corto. Quella sua perseveranza mi sorprese ma non mi sconvolse più di tanto.
“lo so, sei la sua puttana e farai quello che ti chiede, vero?” fui più diretto.
Non mi rispose ma sembrava cavalcare il piacere della mia mano ormai coinvolta dal racconto di una fantasia che mai avrebbe avuto il coraggio di realizzare.
“Ecco, Vito è vicino a te” decisi di provocarla fingendomi Vito ed iniziai ad inventarmi il seguito.
“Buona sera avvocato,tante storie e poi hai finito per fare quello che ti ho chiesto, giri nel mio locale con il tuo bel culo in mostra e dopo che ti avrò presentata salirai sul palco e ti mostrerai a tutti anche ai tuoi colleghi, vero? ”
“farò tutto quello che vorrete….” La sentii percorsa da un brivido e quel desiderio confessato fece tremare anche me.
Mi immedesimai ancora di più in Vito “fra poco tocca a te”. Per un attimo smisi di accarezzarle il sesso, ma lei mi prese la mano guidandola sul suo sesso.
“continua ti prego” fu una supplica con una voce sospirosa
“non sono io, è Vito, ricordi ora gli appartieni, ti sei spontaneamente vestita da zoccola per venire da lui” e quella finzione sembrava di viverla realmente.
“Vito, sono la vostra puttana, cosa volete che faccia?” riprese a bassa voce lasciandomi senza fiato, così decisi di inventare uno scenario cercando di renderlo il più perverso possibile.
“lo spettacolo di questa sera è speciale – le sbiascicai baciandole una spalla - ora ti presento al pubblico, vuoi?”
“mi riconosceranno..” la sua eccitazione saliva sempre di più lasciandosi sfuggire qualche silenzioso gemito così da indurmi ad esasperare la narrazione : “Abbiamo con noi una signora che si esibisce per la prima volta : è speciale perché mentre di giorno continua a fare la signora bene…… di sera ormai le piace degradarsi in mille modi e la maschera sul viso le permetterà di mantenere l’anonimato…. – prendo fiato - Ed è ancor più eccitante il fatto che sia sposata: il marito è tra il pubblico a godersi lo spettacolo …….. non immaginava di certo che sua moglie sarebbe stata capace di spingersi a tanto. Quando tornerà a casa sarà ancora la sua mogliettina ma ora è qua pronta per diventare il vostro giocattolo erotico… la vostra puttana Ma ora non vi dirò nient’altro se prima non l’avrete vista.”
Lei iniziò a tremare mentre io continuavo ad accarezzarla. Ormai non cercava neppure di fermare le mie carezze sempre più dentro di lei che sembra aver perso ogni pudore aumentando la sua eccitazione
Improvvisamente spalancò gli occhi chiedendomi di arrestare quel gioco “smettiamola, stiamo esagerando”
Prendemmo fiato restando abbracciati. Provai a chiederle cosa provasse e la sola risposta che riuscì a darmi fu la sua vergogna all’idea di mostrarsi su quel palco ed esibirsi tra quella folla. Dopo un attimo di esitazione prese la mia mano e se la riportò sul sesso “mi sento imbarazzata a dirtelo …ma mi sono eccitata”
“continua - la incoraggiai - è per quello che ti ho detto? io recitavo una parte non avrai pensato che ti volessi vedere andare realmente in quel locale?”.
“il problema – mi disse fissandomi intensamente – è proprio questo, se capitasse ho paura che potrei andare più lontano e accettare di comportarmi come una puttana”
“scopami, non dire altro” nel suo più profondo incominciava ad avere coscienza di incominciare ad assaporare la propria depravazione. “non dire altro” sembrava una scusa, quella parte di lei che voleva salvare le apparenze, ma nel suo profondo ormai sapeva di desiderare solo una cosa, esibirsi in mezzo a quel pubblico.
La sua respirazione divenne più profonda.
Nel modo più naturale mi adagiai su di lei.
Non aveva più nessun pudore ed il suo sesso sempre più dilatato ne era la dimostrazione. Poco alla volta aveva scoperto dei piaceri mai provati ed era forse immaginare di sentirsi obbligata a quelle indecenze che ne accresceva il piacere facendole assaporare il perverso piacere della sottomissione.
Era immersa nel suo piacere ,il suo respiro diventava sempre più affannoso .
“Lasciati prendere come una puttana - le dissi cadenzando i movimenti del mio sesso dentro di lei – anche a me piacerebbe vederti su quel palco sei o non sei la sua schiava e la sua ?.”
Non riusciva più a controllare il suo corpo,non parlava più.
“Vai, sali” la voce mi si spezzò mentre ci muovevamo lentamente insieme
“io …. io… ma mi lasceresti toccare da tutti?” riprese ansimante e con una voce tremula
“e tu hai voglia di spogliarti per loro, lasciare che ti guardino … che ti tocchino..?” le dissi a fatica.
“si” e fu un si che le si bloccò in gola.
“io ora resterò qua a guardarti – uscii dal suo sesso interrompendo quel piacere carnale ma volevo altro; lei cercò di trattenermi – toccati come l’ultima volta, solleva la gonna e fallo davanti a loro”
Alzai la luce della sveglia che con il suo freddo colore azzurrato illuminò Silvia che scossa da un senso di vergogna mi implorò di spegnerla e presa da un raptus di pudore si coprì con le mani il sesso.
Appoggiai le mie mani sulle sue ed iniziai a guidarle sul suo sesso.
“ti stanno guardando ora sei davanti a Vito e sul palco del suo locale lasciati vedere.”
Con quell’idea ripresi il racconto: “Il riflettore ti sta illuminando – le dissi mentre lei chiudeva nuovamente gli occhi - Il pizzo del reggiseno mette a in bella vista le tette e lascia trasparire i tuoi capezzoli che sono gonfi, sembrano esplodere.”
Le accarezzai le tette strofinandole i capezzoli. Quella luce sembrava farla sprofondare veramente su un palco di un locale di lap dance. Chiuse gli occhi. Si mordeva le labbra.
“Continua a fare la troia così - le sussurrai baciandole il collo – quando Vito ti ha baciato il collo ti sei eccitata, vero?”
Non riuscì a fare a meno di rispondermi con un si ed affondare le sue mani dentro il sesso “ scusa non volevo,ma mi sono sentita un po’ puttana”
Quella sua confessione mi spinse ad essere sempre meno tenero “Sei la sua puttana, nel suo locale. Ora stai salendo sul palco. Passando tra le poltroncine del pubblico i tuoi colleghi allungano le mani cercano di palpeggiarti il più possibile. Senti le loro mani sul culo. Arrivi a tre gradini e sali sul palco. Ad ogni passo la mini gonna scopre le cosce nude fino al bordo delle calze e sei senza mutandine.”
Silvia continuava ad accarezzarsi “come avete voluto voi signor Vito”. Aveva ripreso il suo ruolo e voleva che pure io riprendessi il ruolo di Vito. La sua mano si muoveva alla ricerca del piacere; non avrei mai immaginato di vederla sprofondare in quella perversa lussuria. Sentivo il mio sesso esplodere, avrei voluto riprendere a scoparla ma nello stesso tempo ero troppo curioso di vedere fin dove avrebbe potuto arrivare la sua perversa immaginazione….e la mia ovviamente.
“Senza reggiseno sei stupenda, ma ora ti lasci sfilare la gonna e restare completamente nuda”
Le sfioro le labbra con un dito “Sei mia – le dico con voce più roca recitando per bene la mia parte – le tue labbra così carnose sono pronte per essere usate”
Silvia tace, si accarezza e freme, le accarezzo le tette ed i capezzoli turgidi eccitati.
“Alzati e lasciati ammirare” quasi le ordino e lei scende dal letto.
Accendo la luce della camera e lei mi supplica di spegnerla.
“Girati e lascia che tutti vedano il tuo culo” le ordino e lei lentamente ruota su se stessa.
E’ una visione eccitante e vederla così remissiva accresce il mio desiderio di lei e nello stesso tempo la voglia condivisa di farla sentire una merce di cui il venditore espone i pregi ai suoi clienti pronti a gioire del piacere che potrebbero provare nel possederla. Poi con un gusto ancor più sadico per accentuare lo stato di umiliazione le chiedo ”Allora puttanella cosa si prova ad essere esibita così volgarmente a questi signori? E tuo marito cosa direbbe se ti vedesse così? Dal pubblico qualcuno ha gridato “che sei una gran zoccola”, quindi vedi di offrirgli anche una prova”
Silvia è calata nella parte e mi chiede cosa deve fare.
“per offrire meglio lo spettacolo devi scendere tra loro”
Silvia sembra riprendersi e con voce ancor più fievole riprende il contatto con la realtà “ Davanti a tutti?”
Non so cosa controbattere se riprendere quelle fantasie o smettere, ma la risposta mi viene di getto “ ti eccita pensarci, o avresti voglia di farlo veramente come quella puttana che stai diventando?”
Ho come l’impressione di aver esagerato. Ma è solo un momento. Lei non parla,ancora un respiro profondo e sbiscica un si.
“si cosa ?” le chiedo
“come la vostra puttana” mi lascia allibito
”allora,vuoi veramente scendere in mezzo a loro sei solo un oggetto erotico circondata da una folla di guardoni e se ti riconoscessero? ” le faccio sponda
“ho la maschera”
“toglila”
“ma mi riconosceranno, volete veramente che tutti sappiano chi sono?”
Silvia si corica vicino a me e riprende ad accarezzarsi mentre io le massaggio le tette giocando con i capezzoli che sono due noccioline.
“e a te eccita l’idea?” le chiedo brutalmente
Silvia sembra eccitarsi di più “ si”
Continuo brutalmente “ Hai voglia che ti guardino che ti riconoscano che sappiano che il serio avvocato è una puttana”
Silvia sembra perdersi in quelle fantasie.
“sei una zoccola che offre il suo corpo a degli sconosciuti che si possono permettere ogni cosa , hanno scoperto chi sei ed ora cosa vuoi?” le chiedo
“voglio che mi accarezzino” la sua risposta mi sconcerta, non avrei mai pensato che le sue fantasie arrivassero a tanto. La sua mano affannosamente non smette un istante di masturbarsi.
“il pubblico ti guarda e tu ti stai mostrando eccitata , ma sono solo fantasie so che non lo faresti mai veramente” le dico provocatoriamente.
“E tu me lo lasceresti fare?” mi risponde con tono di sfida.
“Certo che si , non mi lasci altra scelta, sei solo una puttana Non hai altra scelta, lo stai facendo, nuda con le mani dentro il tuo sesso aperto esibito a tutti come vuole Vito, sei troppo eccitante”
“Mi stai facendo sentire sporca, cosa sto diventando” In quel momento Silvia si ferma, mi guarda quasi si vergognasse del suo comportamento .
Io invece non ho pudore: “ Allora li vuoi accontentare, non senti i loro commenti?”
Per un attimo si azzittisce ansimante mormora “toccatemi tutta, fatemi godere”
Non mi sarei aspettato una richiesta simile.
Lei non parla ma sospira e accelera i movimenti della sua mano sul suo clitoride teso.
Inizio ad accarezzarla descrivendo le mie come se fossero mille mani sul suo corpo, mi avvicino e le succhio un capezzolo.
“Sei una troia ti sei lasciata succhiare anche le tette”. Le infilo un dito nel suo buchino ,non l’avevo mai fatto,ma ero ormai preso da una frenesia senza limiti.
Lei lancia un altro gridolino ed io sento il calore del suo retto avvolgermi il dito
“Le mani di tutti scivolavano su di te e non hai cercato neppure per un attimo di respingerle. Ti hanno riconosciuta e domani quando girerai per la città tutti ti riconosceranno.”
Silvia sembra raggiungere un violento orgasmo, si accarezza e gode dei miei palpeggiamenti priva ormai di ogni decenza. Le spingo in profondità il mio dito nel suo buchino e riprendo contemporaneamente ad accarezzare il suo sesso frugando dentro di lei . Lei si abbandona in quella doppia penetrazione e mi incita a continuare .
Lancia un grido più intenso e spinge via la mia mano. E’ completamente eccitata, ha gli occhi sbarrati, respira affannosamente. La bacio e si abbandona sulle mie labbra. Le bacio un seno e scendo sul suo sesso baciandolo la sento tremare.
E’ madida di sudore ,si riprende lentamente.
Siamo l’uno accanto all’altra, Silvia mi prende tra le mani il sesso tesissimo iniziando lentamente a masturbarmi. Le fermo la mano. Voglio qualcosa che mi ha sempre rifiutato.
“succhiamelo” le chiedo in modo perentorio.
Mi lancia uno sguardo di diniego.
“immagina che sia Vito a chiedertelo” azzardo ,penso che per lei potrebbe essere troppo. Si solleva dalla sua posizione mi bacia l’addome.
Sento il suo fiato vicino al mio sesso
“non posso….non l’ho mai fatto…mi vergogno… mi fai sentire veramente una puttana”
Le prendo la testa tra le mani e la avvicino al mio sesso che ora le sfiora le guance.
“E’ Vito che te lo chiede ….non sei solo la puttana di Vito, ma anche la sua schiava e non sono io ma lui che te lo ordina”
“signor Vito – si rivolge trasfigurando la realtà – per favore tutto ma non questo, “
Quella fantasia mi eccita “ ti sei fata accarezzare da tutti e tutti sanno che il serio avvocato Silvia è una puttana,avanti dimostralo”
Avvicina le labbra alla mia asta ritta. Mi guarda “dai smettiamo”
“avanti puttana fallo!” per un attimo temo di aver esagerato, invece con titubanza scivola con la lingua sulla mia carne, poi apre la bocca e accoglie il mio sesso in parte iniziando a succhiarlo in modo maldestro fino a intraprendere un ritmo più cadenzato. Silvia mi sta facendo il suo primo pompino. Mi abbandono a quel piacere ma ho il modo di vederla accarezzarsi contemporaneamente il sesso.
Mentre provo i brividi per quella fellatio mi chiedo se la mia Silvia oserebbe mai fare la minima parte di quello che abbiamo immaginato in quella serata.
Non riesco a trattenermi e le vengo in bocca vincendo il suo tentativo di ritrarsi senza che lei si ritragga ed ho come la sensazione che quella sia la risposta alla mia domanda. La lascio riprendere fiato prima di rivolgermi ancora a lei in modo sprezzante.
“allora – le chiedo – ti eccita farti scopare in bocca da Vito?”
“si” è la sintetica risposta.
Si alza e corre in bagno.
Seconda parte rivista e dedicata ovviamente a Silvia.
Serendipi2016@libero.it
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