Il donatore di sperma

di
genere
zoofilia

Ciao mi chiamo …. come donna ho vissuto tanti momenti della mia vita da ribelle ad acqua e sapone. Avevo cambiato professione e residenza come molte persone fanno in questo mondo.
Ho incontrato un ragazzo, uomo che all’inizio pensavo fosse omosessuale, in realtà le voci che giravano su di lui erano “incredibili” praticamente nessuno sapeva esattamente cosa avesse fatto nella vita, o meglio si sapeva il giusto.
Parlava di guerra, forse c’era stato, non fa niente, i suo occhi penetranti, vestibolo, in breve le mie grandi labbra tremavano al suo cospetto.
Credo di essere venuta più volte in sua presenza senza che mi toccasse, avevo paura di lui non avevo dubbi su questo la mia razionalità mi diceva di stargli lontano, la mia vagina era attratta da lui.
Come potevo capire cosa volevo?
Andai da lui lo convinsi a venire a casa mia abitando da sola, lo cavalcai come toro, uno stallone puro sangue, era di marmo.
Non fu cosa facile farlo venire, eppure ero brava a far venire gli uomini, la sua sborra era dentro di me, calda, densa.
Gli diedi il nome di un cavallo Ribot uno dei più famosi e noti cavalli d’Italia.
La mia paura divenne amore, le mie labbra vibrano al solo pensiero, pensai nei meandri della mia mente, non ero l’unica a vederlo in quella maniera.
Homo era homo, bestia non era, un animale selvaggio ne anche… era un dio forse? Perché avevo timore di lui? Era la sua immensa energia?
Fu li che mi prese un colpo di fulmine, volevo il suo sperma ancora e ancora.
Niente stupidaggini ero chiara con me stessa e volevo esserlo con lui.
Il mio Ribot, mi cavalco, mi avvolse nelle sue braccia, cazzo, bello ed impossibile, nulla di più che puro piacere carnale.
Mi venne in faccia, mai assaggiato uno sperma così buono, lavoravo solo per godermi la vita, se questa era felicità, Ribot era faceva parte di essa.
Ribot per quanto provassi a capirlo, era la più grande incognita che mi travolse.
Lascio a voi cari lettori la voglia di scoprire un amore più grande del vostro.
Anche mentre vi scrivo sono tutta un fuoco per il mio Ribot, sicuramente i suoi genitori erano architetti perché con lui hanno fatto un monumento nazionale.
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Cit. Catullo.
scritto il
2025-04-02
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