Madame L. e il retroscena dell'incontro con Madonna (cap finale)

di
genere
dominazione

Nella suite a 5 stelle, a pochi passi da piazza Navona, eccomi in balia delle tre perfide dominatrici. Voi direte «Pifferaio, te la sei cercata». Sicuro, rispondo io. Ma sempre con il brivido di non sapere esattamente come andrà a finire.

Di fronte a me – che nel frattempo, per restare al gioco, avevo dovuto rivestire i panni di un giovane cameriere anni '30, modello grand hotel newyorkese – oltre a Madame L. c'erano le due nuove amiche della mia padrona.

Mistress Annà (con accento sulla à finale) era una splendida brunetta parigina, inguainata in un body in pelle nera e stivali lucidi a mezza coscia. Al suo fianco, esotica e misteriosa, la 25enne Nyomi: nera americana di Chicago, gambe lunghe da modella e voluminosi capelli ricci.


*****

>> Una parentesi per il lettore che non ha frequentato questo Pifferaio negli anni passati. Prima di proseguire, vi consiglio andare a leggere le prime tre puntate:

Madame L. al cospetto di Madonna (parte 1 e 2)

Madame L. e il retroscena dell'incontro con Madonna (parte 3)


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Dopo aver dovuto servire alle tre donne una cena d'altri tempi a base di aragosta, ostriche e asparagi al burro, Madame L. non vedeva l'ora di farmi assaggiare il regalo a lungo desiderato.

– Dopo sei anni che non ci si vedeva, mon petit chou, dobbiamo recuperare un po' di vuoto – sorride platealmente la padrona, calcando la sua "erre" parigina.

– I vuoti vanno sempre riempiti – aggiunge Mistress Annà con la stessa intonazione e un sorriso da baronessa assetata.

È senza dubbio un segnale convenuto dal momento che la statunitense Nyomi, estraendo da un cofanetto che teneva in borsa sei-dico-sei anal beads di crescenti dimensioni, guarda Madame L. In attesa di un via libera.

– Non prima di aver giocato con le mostarde profumate, mio cucciolo di schiavo.

Il passatempo delle mostarde consisteva in questo: la perfida padrona, che nel frattempo aveva indossato un camice bianco da dottoressa di reparto, stetoscopio al collo e calze nere velate (con tanto di reggicalze), stava intingendo una serie di cucchiaini d'argento per ogni vasetto di mostarda posizionato sulla tavola.

– Attento bene, pifferaio. Ora ti leggerò le etichette di queste mostarde: tu cerca di memorizzare. Dopo averti bendato, non devi assolutamente sbirciare, ne sceglierò soltanto tre a caso e ne spalmerò una certa dose sulle nostre vagine asciutte. Tre grotte del peccato dal sapore di tre diverse mostarde.

Incrociando lo sguardo duro di Mistress Annà, deglutisco con un leggero sforzo al centro della gola.

– Caro il mio stupido cameriere: poi toccherà a te inginocchiarti e leccare. Con moderata passione ed elegante entusiasmo. Se indovinerai il gusto selezionato, potrai scegliere come divertirti senza limiti e infilare il tuo inutile cazzo in tutti i buchi della rispettiva padrona. Mais attention, mesdames et messieurs!! Ogni errore ti costerà caro: uno sbaglio equivale a due perle infilate a forza nel tuo culetto ruvido e dieci sculacciate con questo arnese da cricket in pelle d'agnello. Ti confesso che quando si schianta sulle natiche mi dicono che fa molto molto male: giusto ieri si è macchiato del sangue di un famoso attore di serie tv...

Sarà stato lo stupido berretto che indossavo, decorato con il logo dell'hotel, a farmi sembrare ancora più ridicolo. Con gli occhi socchiusi, cerco di imprimere nei miei neuroni le varie tipologie di salsa.

– Donc, ti conviene rimanere concentrato e attivare moooooolto bene i tuoi sensi. Specie il gusto e l'olfatto. Allora c'è la mostarda di verdure, quella di fichi e quella di clementine. Poi di pere bianche, frutti di bosco, fragoline. Non dimenticare quella di agrumi, di castagne, di albicocche, di ananas, di ciliegie rosse, di melone, di pesche, di cedro, di limoni, di kiwi. E ancora, tre confetture extra lusso: mostarda fico e senape, pera e zafferano e per ultima ciliegie rosse. Et voilà, c'est tout!

– Ma neanche l'intelligenza artificiale riuscirebbe a registrare tutte queste varianti – provo a lamentarmi, già sapendo che la mia opposizione risulterà vana.

Dopo essere stato bendato, affino l'udito e sento che le tre perfide donne stanno confabulando su quale mostarda scegliere da spalmarsi nelle parti intime. Quando mi avvicino alla prima vulva spalancata – quella dell'americana Nyomi – percepisco una mano che mi afferra per i capelli e mi tiene il naso a distanza di qualche centimetro.

– Non troppo vicino – mi sussurra Mistress Annà, accarezzandomi la schiena con il tacco dello stivale.

– Sono incerto tra limone e kiwi – provo a replicare, sperando in un gesto di indulgenza da parte delle mistress. A nulla vale una veloce leccatina data per qualche secondo.

– Nessuna delle due! – si affretta ad affermare Madame L., ansiosa di darmi una nuova punizione con lo spanker da cricket in pelle d'agnello. Prima però devo passare dal trattamento della stessa Nyomi: le due anal beads, in sequenza e senza il sollievo del lubrificante, mi vengono infilate a forza nello sfintere. Asciutte, senza un minimo accenno di pietà.

Con le chiappe in fiamme e doloranti per le terribili sculacciate, e con il buco posteriore in parte dilatato dall'implacabile coppia di sfere in lattice, mi appropinquo a carponi verso la seconda figa da indovinare.

– Forza Pifferaio – dice Madame L. – ora prova a slinguare la fregna della dolce Annà. Questa mostarda è più facile, vedrai che stavolta andrai incontro al tuo premio.

– Albicocche! – dico senza indugio.

– Voilà, c'est la bonne – dice divertita la padrona di casa. Toccherà dunque a Mistress Annà donarmi il suo corpo come premio.

– Vieni qui, mio piccolo cameriere – mi blandisce la giovane brunetta, togliendomi la benda e iniziando a strofinare la punta del suo stivale sul mio pacco già in tensione.

Cari lettori sarete felici di sapere che per una trentina di minuti buoni ho goduto senza sosta. Dapprima nell'infilare le mie dita tra le mutandine della mistress, assaggiare la sua crema calda e luminosa (ancora profumata dall'effluvio di albicocca) e poi nello spingere il mio cazzo in mille direzioni. Prima nella sua bocca parigina, morbida e maestosa, assetata di membro dalle venature italiane. Poi presa da dietro in piedi, afferrata per il seno e massaggiata a colpi di cappella vibrante dentro l'utero. E infine – dopo un consenso ottenuto dall'intero terzetto – a sfondarle l'orifizio più piccolo, tra i gemiti di piacere-e-dolore e piccole frasi più da scaricatrice di Marsiglia che da nobile padrona di Rue de Rivoli.

Proprio prima di venire dentro il culo di Mistress Annà, tocca a Madame L. afferrare dietro di me il giocattolino in lattice per tirarlo verso di sé con forza. Una contromossa di rinculo (due anal beads che escono grazie a un unico gesto) che mi genera un orgasmo violento, intenso e pluri-sensoriale.

Dal fondo dei reni percepisco una corrente che mi devasta la schiena, mi corrompe i testicoli e irrompe per l'intera lunghezza del mio membro. A ripensarci oggi, credo di aver letteralmente inondato di sperma l'intestino della giovane francese. La quale, stranamente sottomessa, sembrava al settimo cielo e rideva con la testa tra le mani di Nyomi, che nel frattempo si era fatta ripulire la vagina dalla lingua di Annà.

– Era cedro, mio stupido Pifferaio! – sogghigna Madame L. riferendosi alla mostarda della figa di Nyomi – Ci eri andato vicino, ma sono certa che preferivi essere punito, almeno una volta. N'est-ce pas?

Per onore di cronaca, la terza prova non si è svolta per mancanza generale di energie. Madame L. mi ha dato appuntamento per il giorno successivo: stessa suite, stesse mostarde da indovinare. Stessi frustini da far vibrare sulla mia pelle da povero – ma felice – schiavo.


[FINE DELLA STORIA]
scritto il
2025-01-01
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