Vera, il covid, la vita. Finale
di
Carcassone
genere
tradimenti
.... Così mentre finivo di pulire fui penetrata dal nipote. Mi ero arresa, sentivo il suo cazzo scicquettare mentre con le dita mi rovistava il culo.
Ero pronta al peggio e, puntualmente, accadde.
Il suo amico mi aveva violato il culo e rideva nel vedere che il suo cazzo si sporcava di sangue.
Mario, impassibile, guardava la scena mentre il suo bastone sembrava non volersi crollare più.
Colavo sperma dappertutto, poi il nipote si infilo' nel mio culo, di nuovo.
Non sentivo più niente, niente dolore, solo le risate sguaiate dei due maiali che si erano imbottiti di Cialis.
Poi il nipote, rivolto a Mario:- abbiamo fatto un po di strada nel suo intestino, vuoi percorrerla? Ti aiutiamo noi-.
Mi presero in due e di nuovo mi calarono su quel tronco. L'amico del nipote dovette prendere il cazzo di Mario e puntarlo sul buco lacerato.
Non era contento ma il vecchio era capace di ordini da evadere, senza storie.
Lo strinse un po e lo fece roteare intorno al buco che sentii cedere. Mi avevano aperto tutto quello che si poteva aprire per quasi tre ore.
Uscii devastata da quel posto. Tornai a casa e mi coricai. La sera, al tuo rientro ti avvertii che ero a letto perché influenzata
Ho avuto altri due incontri così, e quando uscivo da li mi sentivo una merda.
Poi Mario si senti' male e per un periodo mi lasciarono in pace. Poi una nuova fiammata. Il nipote, quel deficiente, fece vedere un video dello zio a diverse persone che fremevano per partecipare. Poi è arrivato a te. Adesso dovremo decidere cosa fare di noi.-
Restai in silenzio, con mille cose in testa che erano potenzialmente ferali per un matrimonio. - posso farti una domanda? - chiesi, - dai- rispose lei.
-lo so che potrà sembrarti strana e forse fuori luogo, ma tu.... Godevi?
-capisco la tua domanda, da qualche video spuntava la mia faccia rossa è gli occhi socchiusi.
Mario, con il suo piede, riusciva a scollegare la mia mente dal mio corpo. Mi torturava la vagina ma conosceva i tasti che la governavano.
Venivo di continuo e ammetto che finché si è comportato da buon vecchietto, quando andavo da lui aprivo volentieri le cosce. Al punto che a volte non indossavo l'intimo.
Di questo mi dolgo, sinceramente, anche se mi sembrava solo uno sfogo innocente.
Quando invece mi hanno violentata, no, non godevo. La vagina, anestetizzata dal piede, sempre presente, lasciava passare, umida, ma senza l'orgasmo, solo uno sfregamento non doloroso.-
Rimasi in silenzio, guardando sul comò una foto della nostra famiglia, poi mi girai verso Vera e l'abbracciai, lei si lasciò andare e iniziò a piangere.
La mattina seguente contattai il nipote di Mario e lo incontrai con una scusa. Avevo il telefono in tasca e volevo registrare la conversazione. Senza convenevoli andai al punto. Lo informai che doveva far sparire i video perché era passibile di denuncia. Lui mi guardo e sorrise, - scusa, ma tua moglie è una troia e vuoi dare la colpa a me? Hai visto come gode? Cosa cerchi? In fondo l'abbiamo resa famosa, tutti la vogliono- avrei potuto staccargli la testa con un cazzotto, invece rimasi impassibile. Formulai di nuovo la richiesta e me ne andai. Non c'erano i video della violenza ma solo quelli a due con il vecchio.
Qualche ora dopo gli inviai la registrazione che avevo fatto e una didascalia. Provai ad esse freddo e avevo scritto: è evidente che quello che state compiendo è un reato legato alla privacy. Quei video non possono girare perché privi delle autorizzazioni da parte di Vera. So che non potremo accusarvi di violenza ma comunque avrete bisogno di un avvocato e di soldi.
Il nostro avvocato si muoverà fra una settimana se saremo consapevoli che i video che fai vedere tu, ancora girano.
Sapevamo che erano minacce, in un paese come il nostro, che sarebbero rimaste tali, ma dovevano solo fungere da freno.
Partimmo due settimane dopo, una casa in affitto, una nuova provincia e la voglia di dimenticare tutto. Vera riprese il suo lavoro ma andava solo a casa di donne o al limite di coppie, ma mai di uomini soli.
Tornammo anche a fare l'amore e, solo accennando a Mario, lei si accendeva. Era il suo sogno erotico ed io me ne approfittavo cercando sempre il racconto dalla sua voce che mi faceva scoppiare il cazzo.
Era il nostro gioco, perverso, certo, ma che ci aveva permesso di godere di noi.
Quando all'apice del piacere le chiedevo se dovevo considerarmi un cornuto, lei, ansimando, e con gli occhi socchiusi rispondeva:- si, ma poco poco - e poi si lasciava andare al godimento, tremando, bellissima.
Ero pronta al peggio e, puntualmente, accadde.
Il suo amico mi aveva violato il culo e rideva nel vedere che il suo cazzo si sporcava di sangue.
Mario, impassibile, guardava la scena mentre il suo bastone sembrava non volersi crollare più.
Colavo sperma dappertutto, poi il nipote si infilo' nel mio culo, di nuovo.
Non sentivo più niente, niente dolore, solo le risate sguaiate dei due maiali che si erano imbottiti di Cialis.
Poi il nipote, rivolto a Mario:- abbiamo fatto un po di strada nel suo intestino, vuoi percorrerla? Ti aiutiamo noi-.
Mi presero in due e di nuovo mi calarono su quel tronco. L'amico del nipote dovette prendere il cazzo di Mario e puntarlo sul buco lacerato.
Non era contento ma il vecchio era capace di ordini da evadere, senza storie.
Lo strinse un po e lo fece roteare intorno al buco che sentii cedere. Mi avevano aperto tutto quello che si poteva aprire per quasi tre ore.
Uscii devastata da quel posto. Tornai a casa e mi coricai. La sera, al tuo rientro ti avvertii che ero a letto perché influenzata
Ho avuto altri due incontri così, e quando uscivo da li mi sentivo una merda.
Poi Mario si senti' male e per un periodo mi lasciarono in pace. Poi una nuova fiammata. Il nipote, quel deficiente, fece vedere un video dello zio a diverse persone che fremevano per partecipare. Poi è arrivato a te. Adesso dovremo decidere cosa fare di noi.-
Restai in silenzio, con mille cose in testa che erano potenzialmente ferali per un matrimonio. - posso farti una domanda? - chiesi, - dai- rispose lei.
-lo so che potrà sembrarti strana e forse fuori luogo, ma tu.... Godevi?
-capisco la tua domanda, da qualche video spuntava la mia faccia rossa è gli occhi socchiusi.
Mario, con il suo piede, riusciva a scollegare la mia mente dal mio corpo. Mi torturava la vagina ma conosceva i tasti che la governavano.
Venivo di continuo e ammetto che finché si è comportato da buon vecchietto, quando andavo da lui aprivo volentieri le cosce. Al punto che a volte non indossavo l'intimo.
Di questo mi dolgo, sinceramente, anche se mi sembrava solo uno sfogo innocente.
Quando invece mi hanno violentata, no, non godevo. La vagina, anestetizzata dal piede, sempre presente, lasciava passare, umida, ma senza l'orgasmo, solo uno sfregamento non doloroso.-
Rimasi in silenzio, guardando sul comò una foto della nostra famiglia, poi mi girai verso Vera e l'abbracciai, lei si lasciò andare e iniziò a piangere.
La mattina seguente contattai il nipote di Mario e lo incontrai con una scusa. Avevo il telefono in tasca e volevo registrare la conversazione. Senza convenevoli andai al punto. Lo informai che doveva far sparire i video perché era passibile di denuncia. Lui mi guardo e sorrise, - scusa, ma tua moglie è una troia e vuoi dare la colpa a me? Hai visto come gode? Cosa cerchi? In fondo l'abbiamo resa famosa, tutti la vogliono- avrei potuto staccargli la testa con un cazzotto, invece rimasi impassibile. Formulai di nuovo la richiesta e me ne andai. Non c'erano i video della violenza ma solo quelli a due con il vecchio.
Qualche ora dopo gli inviai la registrazione che avevo fatto e una didascalia. Provai ad esse freddo e avevo scritto: è evidente che quello che state compiendo è un reato legato alla privacy. Quei video non possono girare perché privi delle autorizzazioni da parte di Vera. So che non potremo accusarvi di violenza ma comunque avrete bisogno di un avvocato e di soldi.
Il nostro avvocato si muoverà fra una settimana se saremo consapevoli che i video che fai vedere tu, ancora girano.
Sapevamo che erano minacce, in un paese come il nostro, che sarebbero rimaste tali, ma dovevano solo fungere da freno.
Partimmo due settimane dopo, una casa in affitto, una nuova provincia e la voglia di dimenticare tutto. Vera riprese il suo lavoro ma andava solo a casa di donne o al limite di coppie, ma mai di uomini soli.
Tornammo anche a fare l'amore e, solo accennando a Mario, lei si accendeva. Era il suo sogno erotico ed io me ne approfittavo cercando sempre il racconto dalla sua voce che mi faceva scoppiare il cazzo.
Era il nostro gioco, perverso, certo, ma che ci aveva permesso di godere di noi.
Quando all'apice del piacere le chiedevo se dovevo considerarmi un cornuto, lei, ansimando, e con gli occhi socchiusi rispondeva:- si, ma poco poco - e poi si lasciava andare al godimento, tremando, bellissima.
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