Il cantiere dai tanti piloni

Scritto da , il 2010-03-04, genere gay

Un giorno contattai una grossa ditta di ferraioli, che fa delle opere di rinforzo con gabbie di tondini per pareti, gallerie, ponti e piloni sull'autostrade. Purtroppo i cantieri italiani erano saturi, ma solo i cantieri esteri erano liberi e ben pagati, sapevo che gli serviva del personale specializzato per l'estero, essendo io un giovane volenteroso di 22 anni e con anni di esperienza di carpentiere.
Quel lontano anno del 76, vengo assunto insieme ad altri sei giovani di 3/5 anni di più di me che partimmo quasi subito all'aeroporto di Roma per arrivare a Sudan dove un responsabile della ditta ci aspettava per portarci al cantiere. Non ci dette il tempo di oziare in albergo ci scarica subito sul cantiere e portandosi con se, i nostri bagagli. Nel cantiere c'era un caposquadra siciliano sui 60 anni rozzo e prepotente, non ci diete neanche il benvenuto anzi urlava: "Allora che cazzo fate! Che cazzo aspettate svestitevi e andate con gli altri a lavorare. Se non lo avete capito!" Il suo modo scorbutico mi diete sui nervi ma lasciai cadere la cosa.
Guardando intorno vidi dei operai che lavoravano su dei piloni di ponte con solo mutande o pantaloncini corti e intorno alla vita un cinturone per gli attrezzi, l'unica sicurezza erano le scarpe e l'elmetto non per proteggere la testa di qualcosa di solido ma per i raggi del sole. Ma la paga era buona, non mi fregava niente la sicurezza. Il lavoro era molto faticoso col quel sole Africano, e la giornata era dura senza riposarmi dal viaggio. Finalmente la sera staccammo e un pulman scassato ci raccolse tutti insieme e andammo verso dei dormitori; che era una fattoria colonica a due piani, sotto si mangiava e sopra c'erano i letti con grandi stanzoni tipo collegio, ogni corridoio era occupato da tanti letti e in tutto eravamo su una sessantina, 40 italiani di tutte le regioni e 20 del posto. Andai verso il mio letto c'era le mie valigie e presi l'occorrente per fare la doccia, percorrendo il corridoio che dava verso le docce con solo i slip e l'asciugamano sulle spalle mentre gli altri operai stavano tutti nudi e abbronzati dal sole e il bianco delle loro chiappe e cazzi mosci a bella vista. Soltanto quei lavoratori Africani erano neri, anzi nerissimi e con certe sleppe di cazzi da far invidia qualunque uomo da li dentro.
Passando per i letti sentivo sfottere alle mie spalle dicendomi: "Che c'è? Bocconcino ti vergogni a farti vedere nudo?!" "Forse? Ha un culo d'oro?" "Ehm! Ehmmm! Già avete visto che roba?, che culo!" "Già, con un culo che si ritrova! Sai quanti cazzi deve soddisfare!?" "Hai ragione? Quasi quasi un pensierino, ce lo farei volentieri!!!" "EHi! Fichetto sai quanti culetti neri, e bianchi abbiamo soddisfatti con queste mazze! Eh! Eh!!!!", dissero ridento mostrandomi i loro cazzi duri e massaggiandoli di proposito davanti a me. Mi sentivo da loro umiliato nel percorrere quel corridoio e poi proseguivo senza badare alle offese, ma prima di raggiungere le docce potetti costatare che sei negri stavano succhiando dei cazzi a sei miei connazionali. Rimasi sorpreso di tutto ciò e non mi aspettavo la loro audacia li davanti a tutti, senza scomporsi di tanto. Quelle bocche fameliche ciucciavano di gusto quei cazzi duri e la loro incredibile voracità era stupefacente, inglobarono tutto compreso le palle in quanto le loro bocche erano molto larghe, anzi potevano accogliere altri cazzi e senza concedere alcuni minuti di pausa in cui si dedicavano a succhiare quelle palle. Ogni gemito dei miei compagni di lavoro era musica per le loro orecchie perché significa che stavo facendo bene il lavoro, e poi uno il più dotato si distese per terra con la nerchia dura puntata verso l'alto. Guarda verso un giovane negretto e con un cenno lo invita a sedersi sulla sua grossa cappella e lui non se lo fece ripetere due volte che si sedette sopra in modo a impalarsi da solo e poi preso dalla frenesia inizia a cavalcare gemendo senza ritegno. Mentre altri due si impossessarono delle sue mani e le usarono per masturbarsi e per farsi succhiare i cazzi.
Dopo seppi che quei giovani negri pur di guadagnare qualcosa si lasciavano abusare il culo senza problema e si sa nei paesi Islamici era proibito il sesso mercenario sulle donne, anche l'omosessualità ma basta non si sappia in giro. Non so per quanto tempo durò quella scena, ma mi sconvolse tutto e sentivo una vampata di fuoco sul ventre che fece indurire il mio cazzo. Arrivato alle docce scioccato da quello che avevo visto e appeso l'asciugamano, entrai sotto il getto dell'acqua fredda per smorzare quel fuoco, la doccia fece molto effetto e così iniziai a sfilare le mutande e cominciai a insaponarmi. Ma purtroppo ero così preso da quei negri che pompavano di brutto i cazzi dei miei colleghi, e a quel pensiero il mio cazzo riprese ad indurire a vista d'occhio anche sotto il getto d'acqua fredda, facendomi sussultare di piacere. Ero girato di schiena masturbando di nascosto, anche se non ho visto entrare Andrea uno dei ragazzi arrivati con me. Evidentemente questo aveva attirato la sua attenzione che mi guardava e sorrideva dicendo: "Certo che hai una bella sleppa!", esclama ghignando. Io non capendo a cosa si riferiva chiesi chiarimenti in merito, lui indica il mio cazzo duro che stavo menando. Allora chiese se poteva toccarmi le cosce e le chiappe per sentire se erano dure come il cazzo. Io ingenuamente acconsenti e lui si avvicina prendendomi le chiappe con una mano e questo mi ha fatto più ansimare il mio respiro e alzare il cazzo. Lo lasciai fare per un pò, poi lo bloccai levando le mani e lui incurante ha rimesso le sue mani sul mio culo. Proseguì ad accarezzarmi freneticamente le mie chiappe, il mio cazzo era rigido e duro. Ho cercato di allontanarlo ma si era stretto a me bloccandomi nella doccia.
Quelle mani erano dei tentacoli di piovra, sentivo la mano sinistra intorno al mio stomaco e la mano destra scivolare tra le mie chiappe, dalle carezze passò a solleticare il mio foro con un dito e poi ha inserito l'indice fino all'apertura anale circoscrivendolo e premendolo sempre più internamente nel mio retto, il porco aveva usato del sapone per lubrificare il buco del culo e mentre lo faceva con la sinistra si abbassava sulla mia virilità crescente. Devo dire che, benché questa fosse la prima volta che un uomo mi toccava in quella maniera io non riuscivo a sottrarmi a quel trattamento, anzi provavo un immenso piacere fino al punto di muovere i fianchi nella ricerca di ulteriore piacere. La mia mano sinistra ha cominciato a carezzare il suo cazzo arrapato, che continuava a crescere a di smisura. Ho cominciato ad agitarglielo ritmicamente mentre lui pompava il mio retto con due e tre dita della destra, ed ogni suo movimento mi lamentavo con dei mugolii di piacere. Andrea incitava a me a continuare in quella azione che dava molto piacere, anche perchè stava godendo e in quell'attimo capii che stava per eiaculare, allora lui lascia la presa e mi fa cadere inginocchio davanti al suo cazzo duro, ma non passa molto tempo prima che cominciasse a sgroppare e spasimare. Dopo pochi secondi il suo cazzo eruttava tanta sborra, ma tanta che mi schizza il suo carico di sperma sulla faccia, mentre urlava: "Oh siiiiii!!!! Fatti la doccia di sperma brutto frocione!!!!!!" Carico dopo carico, la sua calda sborra mi schizza sulla faccia e petto. "Cazzo che sborrata!?", disse soddisfatto. Dopo un paio di secondi che avevo ripreso a respirare regolarmente e lasciandomi eccitato a mille, anche se non volevo che finisse così subito. "La cagnetta si è divertita, si?", disse con un sorriso. Anche se inizialmente mi ristabilisco ma non so cosa mi prese dopo, ero fuori di me non mi riconoscevo più, spalmai con la mano sinistra il suo sperma per il tutto il corpo e con la destra continuavo a segare il mio cazzo duro.
Poi con la mano sinistra imbrattata del suo sperma lo spalmai sulle mie chiappe, e per concludere ci ficcai un dito nel buco del culo finendo la sua opera. Lui se ne stava lì in piedi con il suo cazzo esausto che era diventato molle, tranquillo, con un ghigno in faccia, che mi guardava ficcare i diti nel culo e nel giro di un minuto io gemetti di goduria e urlando: "Cazzo vengooo, cazzooo cazzoooo vengooooo!!!" Cazzo avevo goduto con un maschio e non avevo il coraggio di guardarlo, ma lui mi disse chiaramente: che ero un finocchio nato, che avevo ancora addosso il suo sperma e non mi bastava un cazzo solo. E lui
dicendo questo ebbi un brutto presentimento cosa mi sarebbe successo dopo, e non mi ero sbagliavo. "Che cosa ho fatto qua? Che cosa mi accadrà?", dissi incredulo anche se la prima lezione stava per cominciare. Uscendo dalla doccia c'era una fila dei operai tutti nudi con i cazzi duri in mano, e attraversando il corridoio ad ogni passo mi strizzavano le chiappe con dei commenti: "Signorina a noi, non ci fai divertire!" "Cazzo ragazzi, abbiamo trovato come divertirci ora, eh?" "Che gran pezzo di gnocca che sei!" "Ehi amico, i nostri cazzi è ancora meglio del tuo compagno, siamo pronti se hai voglia di scopare!" "Però a culo non sei niente male, frocetto!" "Altro che culi neri, da oggi si cambia!" "Ehi se fai il bravo, ti facciamo assaggiare anche i cazzi neri?" "Sei matto, con quelle sleppe ce lo sbraga tutto?" "Hai ragione, prima ce lo godiamo poi chissà?" Dopo una breve pausa di riflessione, mi resi conto che non avevo alternativa ero in trappola, al solo pensiero che da quel momento sarei stata la loro cagna dedica al sesso, ebbi un brivido di freddo dietro al culo. In breve dovevo prendere in culo tutti i 39, cazzi della camerata. Fui preso dallo sconforto non sarei mai riuscito prendere tanti cazzi uno dopo l'altro, anche se il mio buco sarebbe stato sicuramente allenamento dai quei cazzi e dilatato ampiamente. Io non curante dalla situazione stetti al gioco, insomma mi comportavo da vera cagna da monta.
Finito i commenti si avvicinarono a me ricevendo delle forte palpate sul culo. "Allora amico hai fatto un bel lavoro alle docce, e a noi che cosa dai?", dice uno di loro con sberleffo. Mi sentivo usato da loro come una troia di strada e tale mi sentivo. Purtroppo dovevo mantenere una certa dignità personale anche se non vedevo l'ora di essere mondato da loro, e con
civetteria feci una piccola resistenza con dei insulti. Per tutta risposta mi strattonano di qua e di la sbattendomi su di un letto rivoltato a forza con la pancia in giù e bloccato mi allargarono le chiappe, e subito mi rassegnai sulla mia sorte con molto piacere. Mentre ero pressato sul bordo del letto con il busto piegato in avanti e le chiappe aperte, qualcuno alle mie spalle, anche se sicuramente erano più di uno e non preferivo guardare. Mi sentivo afferrare le mie chiappe e palpare golosamente, anzi ci sputano e spalmano sulla fessura del culo, che contemporaneamente una sonora sculacciata mi dilatava immediatamente le chiappe, poi dopo una manata mi fece sentire un qualcosa di freddo ungere il mio buco del culo, finché
non diventava tutto scivoloso. E subito dopo inserire un dito che io, strinsi le chiappe istintivamente e lui prese con vigore ad andare su e giù e una volta che il dito si era fatto strada nello sfinte sentii inserire un secondo e terzo dito muovendoli freneticamente dentro. Continuando cosi per due minuti e dopo rimosse i diti, unse di nuovo abbondantemente il buco e lo rificca dentro che incomincia a muoverli dentro e fuori lentamente, poi sempre più velocemente, fino a quando mi pose bene a pecorina, sistemato dalle sue mani nerborute, fui pressato sulle spalle e comandato di divaricare le chiappe con le mie mani in maniera da allargare il buco del culo.
Prontamente senti un cazzo a premere nel culo e un sussurro nell'orecchio: "Ora, finocchietto trattieni il fiato!" Poco dopo avvertii la punta del suo cazzo sul mio buco del culo. Ci sputa di nuovo nella mia fessura e conficcare il suo cazzo con un solo colpo nel buco vergine, che mi fece strabuzzare gli occhi ed urlare. "Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!" "Urla forte, urla, urla, mia piccola cagna da monta!", mi disse affannosamente lui. Il dolore era insopportabile e pensai che sarei diventato impotente. Il suo cazzo era così grosso e duro che sentivo i miei glutei freddi premuti contro il suo caldo ventre e avvertivo anche i coglioni che sbattevano sulla mia fessura. E poi un'inesorabile, lenta, irresistibile penetrazione di una verga enorme. Quindi sentii pigiare dentro in profondità ed io urlare ancora per il dolore, ben piazzato dentro mi sentivo l'intestino scoppiare. Sentivo quella verga che andava alla ricerca delle pareti del mio sfintere, in maniera da provare un piacere più intenso nello strofinare, ma le mie pareti, pur avvolgendo completamente quella mazza da maschio, si divaricavano sempre più ad ogni suo affondo. Io gemevo leggermente, poi più forte sempre più forte fino quasi ad urlare di piacere. Aggrappato sul letto, appoggiai la testa rassegnato al piacere che gradualmente cresceva dentro di me e sotto a quelle spinte sempre più forti mi scuotevano tutto il corpo. I miei muscoli rettali si sforzava di chiudersi con sofferenza il gigantesco buco, che era stato aperto da un cazzo che tuttavia rimaneva dentro e mi rendeva il buco incandescente. Certamente non mi trovavo eccitato era troppo doloroso sopportare quel tronco rigido e lungo, che poi lui lo tira fuori con uno strattone. Io credetti di avere il culorotto. Ma non passa un secondo che me lo rificca di nuovo dentro, e poi lo tira fuori quasi completamente e facendomi ansare tutto il retto che dopo di nuovo dentro lasciandomi a mozzafiato, e questa volta lo lascia dentro più a lungo ma tenendomi per i fianchi che inizia a fottermi di brutto, prima piano, poi sempre più svelto fino a sbattermi per bene il culo.
Sbattuto violentemente con varie posizioni caddi in trance, dove mi ritorna alla mente delle immagini: Rividi la scena dei negri ciucciare i cazzi e prenderlo nel culo. Vidi anche la nerchia eretta di Andrea che era davanti ai miei occhi, e poi il suo spruzzo di sperma in faccia. Vidi come mi fottevo da solo con i diti nel mio culo, godendo come un matto. Non so per quanto tempo restai in trance, ma quando mi ripresi, in un lago di sperma e sangue, uno di loro mi stava stantuffanto beatamente il mio culo e il dolore si era sostituito un piacere unico, godevo come non mai di quell'asta infinita che entrava ed usciva dal mio culo e la cosa sinceramente eccitava anche me. In quella prima fottuta cominciai a rendermi conto, di aver perso la mia verginità. Infatti quando nel sali e scendi arrivavo a prenderlo tutto in culo e quella sensazione di appoggiare le mie chiappe su quelle cosce pelose era bello. I miei urli seguivano il ritmo della scopata. Il mio culo soffriva. Sento una mano passare sulle chiappe e poi colpire per due tre quattro volte a mano aperta, incitando ad ansimare più forte. Poi si aggrappa ai miei fianchi penetrandomi completamente e profondamente tutto il cazzo fino alle palle. Sentire quella mazza che si rigonfia ulteriormente che poi esplode nelle mie viscere, anche se percepivo la sua calda sborra che infiamma il mio buco del culo, già irritato fino all'estremo. Egli si accasciava sulla mia schiena e respirava sfinito con il suo cazzo ancora duro in culo. Si alza, tira fuori il suo cazzo dal mio culo per lasciare posto ad un'altro. Anche l'altro continua ad incularmi per più di 10 minuti, il mio non allenato culo che cominciava a perdere elasticità, era completamente prosciugato e mi frizzava assai, quando sentii due affondi maggiori involontariamente roteai i fianchi e mi accucciai ulteriormente per meglio consentire tale operazione. Il mio sfintere ancora un poco dolorante e subito dopo un limo caldo che inumidì il fondo e le pareti del culo.
Dopo aver estratto anche lui la sua mazza ancora gocciolante di sperma, lo sento dire: "Cazzo? Avevi ancora un buchetto assai stretto, ma dopo il trattamento che ti riserviamo stasera vedrai che duro allenamento, al tuo buco del culo". Anche il terzo stava per sborrare, e la certezza la ebbi quando lo sentii ansimare e subito dopo riversare schizzi di sperma nella budella. Inizialmente provai una profonda umiliazione e sottomissione verso quei maschi che mi avevano posseduto il mio culo, ma poi provai piacere nel saper che avrei fatto godere altri maschi fino a farli sborrare tutti nel mio buco del culo, ma ancor più piacere pensare che dopo soddisferò anche i cazzi dei negri. Non feci in tempo a concludere questi pensieri che sentii sfilarmi una verga dal culo e subito rimpiazzato da un'altra verga. Altre voci dicevano: "Bhe! Che ne dici, ora te lo senti spanato culorotto. Adesso te lo sfondiamo per bene, uno alla volta e farai i straordinari notturni per riceverli tutti nel culo!!!" Non ero in grado di giudicare se quel cazzo era di maggior o minori dimensioni, o più largo e duro del primo, mi concentrai e sentivo uno alla volta quelle cappelle che strofinavano internamente al mio retto e lungo le pareti del buco, anche se riuscii a capire la differenza dell'inculata fra il primo cazzo e altri cazzi, in quanto ad ogni loro passaggio le pareti del mio culo bruciava sempre più. Anche se l'inculamento durava all'incirca 10/15 minuti, finendo con una grande sborrata finale interna. Dopo aver accolto quei carichi di sperma, altri mi possedettero in svariate volte con altrettante mazze dure, e senza mai fermarsi. Alla fine per fottermi bene il culo, fui spinto bruscamente verso il basso, in maniera da riceverli tutti e subito nel culo quei cazzi turgidi e duri. Per dire la verità penai molto inizialmente, ma dopo un paio di cazzi comincivo a muovere i fianchi e roteare il culo in modo da adagiare meglio e per riceverlo più profondamente. Mentre li sentivo strofinare le pareti del mio sfinte per tutta la lunghezza di ciò che mi fotteva, sentivo che questi falli erano tutti caldi che pulsano nel mio budello. Dopo ore di fottuta erano tutti saziati, ma io non osavo alzarmi e restai in quella posizione per un pò, mentre tutti soddisfatti se ne tornavano a letto lasciandomi con il culo nudo all'aria gocciolante della loro sborra.
Alzandomi cercai un pò di sollievo per il mio povero culo, ma sentii di nuovo premere contro le mie chiappe, esitai un attimo nel proseguire, ma fui posto di nuovo in posizione a quattro zampe. Immediatamente dopo sentii dipanarmi nuovamente il buco del culo con qualcosa di assai molto più consistente. Mi accorsi che non erano i miei connazionali ma erano i negracci che volevano la loro parte del mio culo. Bhe? Per non farla breve, era un peccato lasciarli a bocca asciutta. E cosi mi lasciai inculare anche da loro, eccome godevano quei negracci sul mio povero culo in un modo molto assai e più spicciativo in quanto avevano trovato già la strada aperta, essendo il mio buco già spanato e lubrificato con lo sperma degli altri stalloni. La penetrazione del primo cazzo nero durò un poco più a lungo del secondo, ma anche se con lui mi accorsi che stava per eruttare nel mio culo in quando lo sentii ansimare, la sua mazza nera aumentava di spessore e rigidità. Il terzo Incurante di me mi prese per i fianchi, dette due strattoni forti e svuotò le sue palle all'interno del mio culo, subito dopo tolse il suo cazzo ancora semiduro. Il quarto e il quinto entrano scivolando in un colpo solo su tutta la sborra ancora calda che mi riempiva il culo, e penetrandomi la fecero fuoriuscire e colare sull'interno delle mie cosce. E così i successivi continuarono a farmi colare sborra sulle gambe. Si succedevano con una rapidità che non mi sarei mai aspettato. Non davano grandi spinte, e venivano quasi subito. Evidentemente il rito di fottere un culo bianco li eccitavano molto. Alla fine mi ritrovai con il buco del culo bruciante e fradicio e tutte le gambe piene di sborra.
Poi anche loro spompati, andarono a letto. Quando fui sicuro di poterlo fare, mi tirai su e mi infilai sotto le lenzuola, senza pensare a ripulirmi. A quel punto mi permisi di masturbarmi, mentre mi masturbavo ripensavo a tutti quei cazzi che avevo preso, ma soprattutto a quei dei negri, perché non ne avevo mai visti di così grossi e neri. Sentivo che mi sarei presto abituato alle regole di quel posto. Venni velocemente e subito piombai in un sonno profondo. Durante la nottata sentii più volte entrare qualcuno nel mio letto a fottermi il culo, allora ero stanco e non feci caso tanto c'e l'avevo bello spanato. Sentendomi sempre più pieno di sborra, pensavo a cosa mi sarebbe successo poi, e nei seguenti giorni successivi, in quel luogo dove l'unico scopo sembrava, almeno per il momento, quello di fottere.
La mattina seguente mentre mi recavo al lavoro incontrai i miei colleghi, cominciarono ad accarezzarmi il culo, poi mi chiesero se il trattamento ricevuto la sera precedente era stato di mio gradimento. Io mi sentivo fortemente umiliato nel mio ruolo di maschio, e non risposi. Poi si misero a ridere con la promessa che la notte successiva avrei dovuto usare anche la bocca per spompinare 39 cazzi. Da quei discorsi mi sentii alquanto imbarazzato a incrociare i loro occhi, ma sentii anche che il mio culo cominciava a fremere dal desiderio.

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