L'amante

di
genere
tradimenti

Mai avrei pensato di avere un amante, un uomo sconosciuto fino a pochi mesi fa ma entrato con insistita caparbietà nella mia vita di moglie tradita e vendicativa.
La vendetta in realtà era il mio solo mezzo per reagire all’uragano provocato dalla presa di coscienza che l’uomo della mia vita, il marito amato in modo completo e unico, aveva cercato consolazione agli anni che passavano, ai figli usciti di casa, alla carne e ai gesti di una moglie sposata in forse troppo giovane età..
L’aveva trovata tra le braccia e le gambe di un’altra donna sposata, più giovane, forse più bella, anche lei alla ricerca di un uomo che la vedesse come lei, da tempo, non si sentiva più vista.
Quando avevo trovato inequivocabili messaggi sul suo telefono, distrattamente lasciato acceso e aperto sul sito di messaggistica che non era l’abituale, avevo scoperto quello che mai avrei voluto scoprire.
Come ogni moglie, avevo ovviamente messo in conto la scappatella segreta, la scopata cercata per ritrovare fiducia nella virilità appannata dal tempo ma non avevo pensato a una storia consolidata nel tempo… più di un anno.
Più di un anno che, una volta a settimana, l’improvvisa riunione d’ufficio, il cliente con l’urgente problema, la cena con i colleghi per festeggiare compleanni o pensionamenti altro non erano che coperture di erotici incontri in letti di motel periferici e poco curiosi.
Così, complice una chat per incontri, dopo poche settimane di diffidente e accurata ricerca mi sono seduta a bere un caffè, una bibita, un tè freddo, un aperitivo annacquato con uomini diversi tra loro e con una sola cosa in comune: portare a letto una timida e impaurita donna sposata ancora piacente!
I miei occhi hanno colto sguardi curiosi, aggressivi, stupidi, stupiti, sciocchi, lussuriosi, timidi, incerti, intelligenti, frettolosi, cattivi. I miei occhi hanno soppesato, a volte con timorosa incertezza, uomini piccoli, grassi, alti, magri, eleganti, sporchi, profumati, decisi, maleducati, cortesi, maleodoranti.
E poi, alla fine, è comparso lui. Alto, robusto, gentile, colto, piuttosto bello, barba scura e già un poco ingrigita, di qualche anno più vecchio di me. Ovviamente sposato ma io quello cercavo.
Volevo una storia senza problemi, volevo capire cosa si prova a sentire il tocco di una mano sconosciuta, il sapore di una bocca che non riconosci, l’odore di un corpo che non è quello che conosci da sempre.
Mi ero preparata per tempo: un nuovo taglio di capelli, una tonalità di biondo leggermente più scura di quella di sempre, una dieta severa per togliere quei due chilogrammi di troppo dal girovita. E poi… poi ho osato la depilazione totale, il pube rasato mi ha fatto sentire diversa, più giovane e trasgressiva..
No, mio marito non poteva accorgersene. Era in castigo “sessuale”.
Moderna Lisistrata, l’avevo messo nell’angolo in attesa di mie decisioni sul nostro futuro. Lui mi guardava con occhi spauriti come un cane in attesa del bocconcino, ma non ero più io il suo bocconcino, almeno per ora.
Ho aperto gli armadi per dar loro aria nuova. Ho investito in gonne colorate, pantaloni attillati e camicette eleganti. Completi intimi della consistenza delle nuvole di primavera, l’ebbrezza di un tanga e di un reggiseno che nulla nascondono alla vista eccitata di un maschio arrapato.
Primi incontri di studio, un caffè, una passeggiata in un parco lontano da casa e da occhi indiscreti, due mani che si sfiorano incerte.. niente fretta, sono una donna sposata che non è ancora certa di quello che fa.
Un bacio a labbra sfiorate, poi nell’auto di lui qualche bacio di maggiore intensità…la sua mano, via via meno incerta, prende confidenza con un seno ancora sconosciuto… bottoni che si slacciano, coppe di reggiseno che si abbassano, una mano maschile che prende possesso di un primo obiettivo. Un capezzolo eretto nella tremante eccitazione delle prime volte.
Poi un giorno la mano di lui che guida la mia sulla sua eccitazione ancora coperta ma già così evidente al contatto. La sua lingua che prende a danzare una danza irrequieta nella mia bocca mentre la mano scivola dentro i suoi boxer.
“E’ grosso, più grosso e più duro” come fai a non fare confronti?!
Da quanto tempo che non masturbavo un cazzo diverso. Decenni, dagli ultimi fidanzatini dei miei vent’anni.
La mano che lascia la tetta eccitata, una bocca che la sostituisce succhiando e mordendo delicata il capezzolo eretto. Nel pomeriggio che muore ora guardo il suo cazzo che pulsa davanti ai miei occhi.
Lo sguardo mi dice cosa vuole da me, mi chino a prenderlo in bocca… si, un pompino. Forse non sono brava ma il respiro accelerato di lui mi dice il contrario…
“Sto venendo…” mi dice con voce interrotta. Non tolgo la bocca, lo lascio godere così.
Voglio fargli vedere che donna disinibita ha incontrato. In realtà non lo faccio da secoli e un po’ mi fa schifo. Lo pulisco per bene. E’ venuto quando la sue dita hanno incontrato la pelle del mio pube nudo, quando hanno giocato tra gli umori che infradiciavano la mia figa…
Qualche incontro fuori città, sempre in auto ma in posti più discreti, dove mani impazienti e bocche voraci cercano di saziare l’insaziabile lussuria, ma vogliamo molto di più. Lo voglio dentro di me.
E ora siamo qui… sono nuda sul letto di un elegante e squallido motel di periferia, ad un passo dai rumori di una tangenziale cittadina.
Consenziente mi sono lasciata legare con colorati lacci di seta le caviglie e i polsi alle colonnine del letto. Sono oscenamente e sensualmente esposta al suo sguardo. Mi piace esserlo, mi piace che mi faccia sentire così troia..
Guardo l’uomo in piedi davanti a me, nudo, con il grosso cazzo eretto, quel cazzo che le prime volte mi intimidiva e che ora desidero ardentemente ogni volta che penso a lui… che ora mi farà impazzire di lussuria.. che ora mi prenderà senza chiedere nulla perché nulla posso o voglio negargli.
Pensavo alla vendetta. Ora non mi interessa.
Ora penso al piacere che mi dona quest’uomo, ai limiti che mi fa superare giorno dopo giorno, ai miei capezzoli stretti tra le sue dita fino a farmi genere di dolore, agli schiaffi sul mio culo nudo, al suo cazzo infilato nella mia gola fin quasi a farmi soffocare, ai miei capelli tirati con forza mentre mi prende nei modi che più lo soddisfano in quel momento.
Sono sua. No, non lo amo, ma sono sua. Ricordo la trepidazione mista a paura quella prima volta che ha preso il mio culo, quell’ultima barriera vergine che nessuno aveva mai osato superare.
Ricordo la sensazione di freddo mentre mi spalmava di gel, mentre mi preparava alla penetrazione… Pensavo al suo grosso cazzo che avrebbe preso possesso del mio ventre tremante e voglioso.
Ricordo il dolore, la sua voce che mi intimava di stare ferma e di lasciar fare.
Ricordo il dolore che lentamente lascia il posto al piacere, la mia mano che scende a toccarmi la figa bagnata, a penetrarmi con dita sicure mentre lui è dentro, tutto dentro di me.
Non amo quest’uomo ma sono sua, sono la donna segreta che nulla gli nega.
Pensavo alla vendetta, pensavo a sbatterla in faccia al marito fedifrago ma ora non più.
Lui non sa che sono la donna di un altro. Forse lo immagina…
scritto il
2023-08-09
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