Il giardinetto dell'albergo
di
Green Velvet
genere
gay
Stavo prendendo un po’ di sole nel giardino annesso alla mia stanza d'albergo. Ad un tratto sento un rumore, e vedo uno degli assistenti della struttura alberghiera che entra nel giardino. Era un bel ragazzo moro. Si scusò per l’intrusione, affermando che in realtà doveva andare a sistemare il giardinetto a fianco al mio. Era scalzo, ed inodssava solamente dei pantaloncini. Allora gli dissi che non c’era alcun problema, e provocatoriamente, gli dissi che non è da tutti i giorni che ti capiti un bel ragazzo come lui in giardino. Notai che dopo questa frase, qualcosa si muoveva sotto quei pantaloncini di cotone. Io mi misi la mano sul pacco per lanciare un messaggio che lui comprese al 100%. Si presentò, Marco il suo nome, e poi si sedette vicino a me ed iniziò a fissare il mio pacco. Di lì a poco, iniziò a sfilrami di dosso i pantaloncini, e subito dopo lui fece lo stesso coi suoi, così ci ritrovammo completamente nudi.
Senza dire altro, iniziò a succhiarmelo avidamente, come non lo facesse da tanto tempo. Però da come lo faceva ho capito subito che era esperto di pompini. La sua lingua scorreva lungo il mio cazzone duro, poi si fermava a baciare la cappella, e poi scorreva su e giù lungo l'asta con le sue labbra carnose e vogliose di cazzo.
Nel mentre, ogni tanto mi fissava negli occhi con sguardo da troia, specialmente quando voleva far notare che il mio cappellone era dietro alla sua guancia. Io mi stavo eccitando da paura e così ho iniziato a toccarmi il buco del culo. L’ho trattenuto dallo spompinarmi ulteriormente perchè altrimenti di lì a poco avrei sborrato un bel po' di seme nella sua boccuccia. L'ho fatto alzare in piedi, e l'ho fatto sedere dov'ero seduto io prima. Mi sono diretto verso il suo cazzo ritto e gocciolante ed ho iniziato a fargli un pompino, da lui molto gradito. Il mio cazzo era di pietra e stava gocciolando copiosamente dall'eccitazione. L'ho fatto girare ed ho iniziato a leccargli per bene le crespe dell’ano. Mentre gli baciavo quel bell’ano maschile, come fossero delle labbra, il suo buchino sbocciò come una rosellina, segno che era uno che il suo ano lo adoperava molto.
Ed a questo punto, come resistere ad un bel buco del culo inumidito ed aperto, mentre il cazzo turgido sta gocciolando? Quindi gliel'ho infilato dentro tutto in un colpo, senza trovare resistenza alcuna, a riconferma che si tratta di un culo abituato a prendere cazzi. Lui ha iniziato a gemere dal piacere, andando in estasi anale. Io stavo iniziando a godere in quel bel culo morbido e caldo, mentre lui si segava. Gliel’avevo ormai aperto per bene, il suo cazzo gocciolava così tanto che sembrava quasi avesse già sborrato. Il mio cazzo gli sondava le viscere, sollecitandogli la prostata, i miei coglioni riuscivano a toccare le sue labbra anali, ed aumentando il ritmo della scopata, io ad un certo punto sono venuto copiosamente, farcendogli le budella con la mia calda e feconda sborra. Poi ho tirato fuori il cazzo, lui si è girato accoviaciandosi in maniera da farmi vedere il suo buco violato e fecondato. Ha iniziato a segarsi velocemente, e così eccolo sborrare, mentre dal culo gli usciva la mia sborra al ritmo delle pulsazioni del suo cazzo eiaculante. Io ero già venuto ma a quella vista non ho resistito, e così gli ho dato un'ultima leccata, prima al cazzo, e poi al buco del culo, così mi sono preso in bocca le ultime goccioline della mia sborra mentre gli stava ancora uscendo dal culo.
Senza dire nulla, e con imbarazzo, ha accennato un saluto e se n'è andato.
Le mattine seguenti però abbiamo ripetuto la piacevole esperienza e siamo diventati amici intimi, nel vero senso della parola. Dieci giorni sono rimasto lì, e dieci volte l'ho inseminato, ma alcune volte mi sono anche bevuto la sua sborra.
Che dire, al mattino, forse a volte una “spermuta” è meglio di una spremuta, non ha importanza se in bocca o in culo.
Senza dire altro, iniziò a succhiarmelo avidamente, come non lo facesse da tanto tempo. Però da come lo faceva ho capito subito che era esperto di pompini. La sua lingua scorreva lungo il mio cazzone duro, poi si fermava a baciare la cappella, e poi scorreva su e giù lungo l'asta con le sue labbra carnose e vogliose di cazzo.
Nel mentre, ogni tanto mi fissava negli occhi con sguardo da troia, specialmente quando voleva far notare che il mio cappellone era dietro alla sua guancia. Io mi stavo eccitando da paura e così ho iniziato a toccarmi il buco del culo. L’ho trattenuto dallo spompinarmi ulteriormente perchè altrimenti di lì a poco avrei sborrato un bel po' di seme nella sua boccuccia. L'ho fatto alzare in piedi, e l'ho fatto sedere dov'ero seduto io prima. Mi sono diretto verso il suo cazzo ritto e gocciolante ed ho iniziato a fargli un pompino, da lui molto gradito. Il mio cazzo era di pietra e stava gocciolando copiosamente dall'eccitazione. L'ho fatto girare ed ho iniziato a leccargli per bene le crespe dell’ano. Mentre gli baciavo quel bell’ano maschile, come fossero delle labbra, il suo buchino sbocciò come una rosellina, segno che era uno che il suo ano lo adoperava molto.
Ed a questo punto, come resistere ad un bel buco del culo inumidito ed aperto, mentre il cazzo turgido sta gocciolando? Quindi gliel'ho infilato dentro tutto in un colpo, senza trovare resistenza alcuna, a riconferma che si tratta di un culo abituato a prendere cazzi. Lui ha iniziato a gemere dal piacere, andando in estasi anale. Io stavo iniziando a godere in quel bel culo morbido e caldo, mentre lui si segava. Gliel’avevo ormai aperto per bene, il suo cazzo gocciolava così tanto che sembrava quasi avesse già sborrato. Il mio cazzo gli sondava le viscere, sollecitandogli la prostata, i miei coglioni riuscivano a toccare le sue labbra anali, ed aumentando il ritmo della scopata, io ad un certo punto sono venuto copiosamente, farcendogli le budella con la mia calda e feconda sborra. Poi ho tirato fuori il cazzo, lui si è girato accoviaciandosi in maniera da farmi vedere il suo buco violato e fecondato. Ha iniziato a segarsi velocemente, e così eccolo sborrare, mentre dal culo gli usciva la mia sborra al ritmo delle pulsazioni del suo cazzo eiaculante. Io ero già venuto ma a quella vista non ho resistito, e così gli ho dato un'ultima leccata, prima al cazzo, e poi al buco del culo, così mi sono preso in bocca le ultime goccioline della mia sborra mentre gli stava ancora uscendo dal culo.
Senza dire nulla, e con imbarazzo, ha accennato un saluto e se n'è andato.
Le mattine seguenti però abbiamo ripetuto la piacevole esperienza e siamo diventati amici intimi, nel vero senso della parola. Dieci giorni sono rimasto lì, e dieci volte l'ho inseminato, ma alcune volte mi sono anche bevuto la sua sborra.
Che dire, al mattino, forse a volte una “spermuta” è meglio di una spremuta, non ha importanza se in bocca o in culo.
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