Farsi sbattere da uno schiavo? Cap.3

Scritto da , il 2012-12-01, genere bisex


FARSI SBATTERE DA UNO SCHIAVO ?


Capitolo terzo


Entro in casa badando a non far chiasso, Stefano è ancora sveglio ma in cucina. Buona sera Signora, stavo per coricarmi. Con il suo bicchiere d'acqua in mano, ballonzola intimidito, come fosse stato sorpreso a fare chissà che. Hai deciso, resti? Sbotto quasi, incerta persino su cosa preferisca io stessa. Respira a fondo, esita. No, non ha ancora deciso. Solo che neppure io ho deciso.
Bene, vatti a preparare, anzi, prepara la mia tisana che tra un attimo torno e ne parliamo, poi decidi tu. Poco dopo siamo di nuovo in sala, lui vicino alla poltroncina io sul divano. E' pallido ed un attimo dopo rosso come un pomodoro maturo. Niente pose sexi, niente smancerie, niente promesse di paradisi di delizia. Se decidi di seguire il “metodo duro”, vai al sodo, altrimenti lascia aperte delle porte, qualche speranza tranne che di scoparti, ha raccomandato Marcella, e lei se ne intende. Che fai in piedi, siediti. Lo guardo mentre siede, si mette compunto, chiaramente intimidito. Buon segno? Forse. Se ho ben capito non hai ancora deciso, ed allora ti do qualche informazione in più. Non molte perchè neppure io so cosa voglia, non del tutto almeno. Una cosa è certa, mi piace averti in casa, mi piace avere qualcuno con cui poter parlare senza dover misurare le parole, nascondermi dietro bugie o mezze verità. Con te so di poterlo fare e lo farò se decidi di restare. In un certo senso ti voglio bene, ed è logico, ci conosciamo da sempre. Una cosa però è altrettanto certa. Hai detto di essere innamorato di me. Lo guardo, vedendolo arrossire capisco che per adesso vado bene. Adesso viene il difficile, penso. Che tu sia innamorato di me, non può che farmi piacere, ma io non lo sono di te, innamorata intendo. Mi sei simpatico, mi piaci, ti voglio bene, ma solo come ti volevo bene tanti anni fa. Mi sono innamorata di mio marito e mi è bastato. Se volessi un uomo, e non è mai capitato, mi prenderei uno dei tanti ganimedi in circolazione, uno di quelli che non creano problemi perchè cercano quello che starei cercando io. Per ora non è mai successo. Ti scandalizzo? Per un attimo resta zitto fissando il quadro alla mia destra. No signora, potrà...non so, scandalizzarmi? No!
Bene allora, se non ti scandalizzo dirò dell'altro. Mi piaci così come sei, e non parlo del tuo aspetto. Parlo del tuo sesso. Qualche volta, con un bicchiere di spumante bevuto di troppo, ho accettato delle...attenzioni che per gentilezza le mie amiche...sai, dalle loro...amichette. Certamente sono io ora rossa come un pomodoro. Questo vedo che ti scandalizza, ma è così. Saresti per me sia un amico che un cavalier servente. Abiteremmo insieme e tutti penserebbero che tu mi presti gli stessi servizi che le mie amiche ottengono dalle loro ragazze succubi, esito, al diavolo penso... o dai loro uomini succubi. Comunque non scopano con i succubi. Pensaci e pensa che non sarei una padrona accomodante...Un attimo perchè cerchi di capire cosa voglia dire con questo, poi finisco. Se resti compro subito una frusta, e se non farai tutto quello che voglio, quando voglio, e chiaramente solo quello, sentirai quella frusta quanto faccia male, poi se del caso, ti caccio a calci in culo. Decidi tu se restare o meno. Vitto, alloggio, stipendio mensile con i contributi, tempo per studiare? Quello che ti avanza dal lavoro e dal resto. A sufficienza probabilmente. Dimenticavo, il guardaroba a mio carico, quello del bastardo intendo. Svegliami alle sette per piacere, al solito.
Mi sveglio invece da sola ed un poco prima del solito. Ho esagerato, avrei dovuto dirgli questo e quello e non quest'altro, non essere così dura. Dovevo evitarmi di dire la cazzata della frusta. Ho puntata la sveglia per scaramanzia,suona quando mi sta porgendo la tazzina di caffè delle sette.

E' a casa, ti dico, almeno così spero. Non ho intenzione di telefonargli, farei la figura...appunto. Di certo, se avesse cambiato idea mi avrebbe telefonato, è troppo educato per scomparire senza dirmelo. Non sono però così tranquilla. Educato si, ma potrebbe farmi trovare un bel biglietto per evitare discussioni. Gli devo dei soldi, ma sono pochi spiccioli, due giorni di lavoro. Spiccioli proprio no, per lui almeno. Ma è in casa e mi aspetta, inappuntabile come sempre. E' così che comincia la nostra vita insieme, io la Padrona, lui il succube ubbidiente. In realtà non cambia niente, assolutamente niente.
Mi prepara il bagno ma esce prima che mi infili in acqua, prima anzi che mi spogli per fare il bagno.
Tutte i giorni mi riprometto di ordinargli...qualcosa, ma al ritorno a casa non oso, non posso proprio, mi vergogno.
Sono le mie amiche a spingermi, a sollecitarmi. Non può essere così inappuntabile, fagli commettere un errore e lo punisci. Una mezza dozzine di colpi. Ma ce l'hai almeno uno scudiscio? Si, rispondo, quello ce l'ho. Facciamo così, invitaci da te, venerdì sera o sabato. Pensiamo noi a mandarlo in confusione.

Devo andare in bagno, fa Barbara, poi si guarda in giro e rivolgendosi a me. Me lo presti? La mia piccola è in cucina. Stefano sta servendoci gli aperitivi, è l'unico presente tra i succubi, le altre tre sono appunto in cucina. Ma si, certo, ma devi spiegargli cosa e come fare, è agli inizi. Scompaiono ed io per la decina di minuti successivi sono sulle spine. Ricompaiono come se nulla fosse. Forse Stefano è un poco stranito, ma non ne sono certa. Devi addestrarlo di più, dice Barbara strizzandomi un occhio, non ci sa proprio fare di lingua e pulendomi, mi ha fatto finire la carta igienica nelle mutandine...ma ce lo hai da settimane, è ancora a questo punto? Cosa fai per addestrarlo? Sono fatti tuoi, ma qui serve una bella punizione...
Le succubi delle mie amiche lo spogliano eccitate, ridacchiano, quando pensano di non essere viste, persino se lo toccano. Ho comprato la frusta più leggera e meno dannosa che ci sia in commercio, Stefano è legato alla trave dell'arco del salotto a braccia e gambe aperte e viene colpito dalla succube di Marcella. Soffro più di lui che ad ogni colpo si torce. Meglio imbavagliarlo. Con un cenno Marcella ferma la sua ragazza. Ansima un poco, è rossa in faccia, ha colpito con tutte le sue forze. Me lo ricorderò stronza, penso. Altri sei colpi e Stefano, anziché indebolirsi sembra quasi ergersi un poco, sopportare meglio. E no per la miseria. Impugno lo scudiscio pentendomi di aver scelto un giocattolo o quasi. Lo colpisco, con forza e lo sento gemere a denti stretti. E' Marcella a frenarmi, un cenno della mano basta a farmi tornare in me. A turno fai godere le altre tre succubi, gli viene ordinato. Liberato, nudo, viene condotto al divano dove le tre lo aspettano a gambe aperte e, con diverso grado di piacere, subiscono le sue attenzioni. Esita un poco con la biondina, la prima, poi abbassa la testa tra le gambe di lei. Le tre poi fanno i loro commenti come viene loro chiesto. Commenti poco benevoli.
Vatti a lavare, mettiti in ordine. Le mie amiche se ne sono appena andate, e so cosa dire e fare. E' il frutto di lunghe elucubrazioni di questi giorni tra noi. Quando ce ne andiamo dovrai punirlo ancora, non a frustate se ne avrà prese abbastanza, ma qualche ceffone e minacciare di scacciarlo. Cammina rigido verso il suo bagnetto nell'anticucina, si ferma. Perdonatemi Signora. Che c'è, parla. Temo stia per mandarmi a...no, non con questo tono. Su, parla. Devo vestirmi o...tornare così. E' diventato rosso come se non avesse passato metà della serata nudo a leccare passere di schiave tra gli sberleffi e le risate delle Padrone. Torna così. Ma sei scema, mi dico subito dopo, questo già pensa di essere capitato in una gabbia di matte e di scappare...cosa devo fare, ho la testa in confusione ed è in confusione ancora quando torna. Ha un gran bel cazzo, uno dei più belli mai visti da Angela che non ne deve aver visti pochi e da vicino. Gli pende tra le gambe fin quasi a metà coscia. Mentre percorre i pochi passi in vista nella sala, gli ciondola un poco e Stefano, istintivamente si copre con le mani. Previsto! Togli quelle mani di li, subito! Ubbidisce chiaramente meravigliato. Ti sei lavato i denti e fatto gli sciacqui? Si Signora. Non gli era stato detto ed era una possibile via per nuove punizioni. Ce ne sono altre, ma avrei potuto punirlo anche per essersi coperto davanti, un momento prima. Posso in realtà inventare a ruota libera e questo mi rende euforica Questa sera hai provato quella che almeno di tanto in tanto potrà essere una normale serata. Guardo i segni che gli rigano il petto. Sono opera mia anche se poi non sono niente di speciale. Ne ho visti di molto più marcati sui seni di fanciulline. Di proposito non ti ho insegnato niente, ora ti addestrerò e mi piacerà. A te dovrà piacere, fattelo piacere, sarà molto meglio. Sempre che tu accetti di essere un vero succube, una specie di schiavo. Tiene gli occhi bassi. Signora, io. Basta così. Un si od un no. Niente geremiadi o piagnistei. Resti o non resti. E' la unica risposta che mi puoi dare. Mi aspetto qualche esitazione, invece risponde tranquillamente; resto Signora. Poi la frecciata o meglio la martellata sui coglioni, mi fa pena: vi amo, resto. Fatico a nascondere la mia soddisfazione. Va bene, è normale per uno schiavo amare la sua padrona, dicono, od anche il suo Padrone. Adesso vai a dormire, ma, no aspetta. Come mai le ragazze, le altre schiave ti hanno trovato così scarso nel dare il bacio di venere, insomma nel...o Dio, mi di venti rosso. Sei timido. Non l'avevi mai fatto? Scuote il capo. Ma sarai pur andato a letto con qualche donna! Di nuovo scuote il capo. Santo cielo, ho un verginello da svezzare.
Più tardi, sola nel mio letto penso che non è stato poi male. Ho sballato, per dirla tutta. Solo che io di esperienza in quel campo ne ho poca più di lui. Due volte soltanto prima di questa sera, con le succubi di amiche comprensive e generose oppure ubriache come zucchine. Ubriache le Padrone ed ubriaca io. Indosso una gonna comoda, come si usa in queste occasioni, comoda da tirare su fino in vita. Fingendo indifferenza gli ho ordinato di togliermi le mutandine e di leccarmela. Stefano, in ginocchio me la ha leccata e succhiata fin quasi a farmi gridare. Due volte lo ho fatto ricominciare. E' vero, non ci sa fare. Lo ho capito dopo, al momento mi piaceva troppo per ragionarci sopra. Per settimane ho aspettato come una cretina perchè mi vergognavo. Adesso...e lo scudiscio, anche quello...Dio che soddisfazione. Era il bastardo di mio marito ed il capoufficio al tempo stesso...

Guardo l'ora. Mi vien rabbia, tutte le mattine mi alzo per andare a lavorare e restarmene ancora a letto a dormire non posso. Mi sveglia Stefano col caffè. Quando potrei restare a letto come oggi che non si lavora, mi sveglio lo stesso e persino in anticipo. Sono impiastricciata tra le gambe, ero troppo fuori di testa ieri sera dopo che mi ha fatta bagnare tre volte. Devo essermi addormentata senza neanche lavarmi. Sono le sette e tendo le orecchie, ma il sabato lo chiamo quando mi sveglio. Allungo la mano ma mi trattengo. Giusto, cosa gli dico e cosa faccio? Deciderò al momento, e lui farà quello che voglio. Non devo esagerare. Qualche contentino, pochi, pochissimi, anche a lui devo pur darglieli per tenermelo stretto, non voglio perderlo, cazzo, con quel cazzo che si ritrova poi. Ma per ora al cazzo meglio neppure pensarci.


Segue


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