Sono una cosa 2

Scritto da , il 2019-03-18, genere dominazione


Sai, ho deciso di farti il culo!

Per un momento quasi non capisco, poi grido. Lui ride. Sta scherzando? Un scherzo del cazzo mi illudo ma la illusione dura poco. I polsi uniti alla testata mi impediscono qualsiasi difesa. Lega anche le caviglie. Sono oscenamente aperta, indifesa.
…..
Sono solo una cosa, una cosa sua come ha detto. Mi sento “una cosa”. Ribellarmi? Assurdo, impossibile. Con quelle foto mi distruggerebbe la vita. Le cercherò, cercherò le foto e le pellicole, la casa non è grande...se le tiene chiuse a chiave...aprirò tutto, anche quei posti chiusi a chiave...le troverò, devo trovarle. Le troverò a qualsiasi costo, devo, devo...e se ha messo i negativi al sicuro, in banca? Magari, può avere una cassetta in banca...e li...vedremo, comincerò a cercare in casa. La mia sicumera però svanisce in qualche minuto. Mi ha lasciata sola per qualche ora ed è tornato. Mi guarda per un attimo poi mi dice che posso frugare dove voglio. E' tutto al sicuro, prosegue. So che lo farai, continua, fallo e ti beccherò. Ti beccherò e te la farò pagare. Sorride soddisfatto. Il bastardo sembra leggermi nella testa. Lascia la sacca a terra e si allontana. La stanza puzza di urina, la mia urina. Poco dopo, quando torna sono stesa e la sacca aperta e visionata è al suo posto. Dentro c' era solo il necessario per una partita di tennis. Ho badato a rimettere tutto via esattamente come era...eppure se ne accorge...

Sono di nuovo in cantina ed ho paura. Sudo per la paura. O non ricordo, od ha fatto dei cambiamenti. Adesso sentirai cosa sia la frusta. Lo guardo allibita, anzi terrorizzata. Questa è una frusta come quelle che usavano in oriente per punire una loro schiava di valore senza rovinarla, senza farle perdere di valore. Bisogna saperla usare ed io farò pratica con te, ne sono sicuro. Sei testarda ma sono certo di piegarti. Ne avevo sentito parlare, prosegue e me le sono procurate. Sono di tre tipi e si differenziano per il peso. Dolorose ma segnano solo in superficie, insomma dopo pochi giorni i segni scompaiono. Dolorose però quanto se non più di una frusta normale. Difficili da usare, ma sono certo che mi costringerai a fare pratica. Ride. Io, appesa al trave del soffitto rido meno. Completamente nuda aspetto serrando i denti. Neanche un gemito, non devi gridare assolutamente, mi dico. Ha detto che mi darà 12 colpi e con la frusta, la più leggera delle tre. Con la tua testa ti farai frustare spesso, le istruzioni dicono che posso chiederti di resistere in silenzio fino anche a venti colpi.

Traffica per qualche minuto, si spoglia restando quasi nudo, Ora sono anche bendata. Aspetto impaurita ma determinata a non dargli soddisfazione. Un sibilo ed un dolore bruciante, ed un altro ed un altro ancora. Ride lo stronzo, si complimenta anzi, soddisfatto sia arrivato alla dozzina senza sentire al massimo niente altro che qualche gemito ben soffocato. Dopo i colpi però le gambe mi cedono, resto appesa per i polsi ed è quasi peggio dei colpi stessi di frusta. Mi stringe e sento il suo sesso inturgidito premere quasi sulla schiena. Si è eccitato a farmi male lo stronzo. Mi guardo bene dal fargli sapere quel che penso. Poi mi passa sulle sferzate che qualche segno certo hanno lasciato, un liquido. Brucia da morire ma rende più veloce la scomparsa dei segni si degna di dirmi. Mi abbraccia da dietro e sento di nuovo il membro inturgidito. Lo eccita frustare una donna, lo stronzo.

Ora sono in camera, non la mia ma la sua. Di nuovo il collare è unito alla testata, posso scendere persino, la catena è lunga un paio di metri. Sono affranta, esausta, impaurita quanto mai...fuori di testa...
Sembra leggermi nella testa, mi precede sempre. In bagno, seduta, penso cosa mai io possa fare. La risposta è : niente!

In pochi giorni sono riuscita a farmi frustare tre volte e fa male, dannatamente male. Ho capito che per andare in giro in città, se il tempo è bello preferisce la moto e che usa la macchina per recarsi fuori e piuttosto distante. Lo ha detto lui, tempo fa, appena son venuta ad abitare qui. Neppure poi lo ha detto a me. Parlava con l' incaricato della agenzia di qualcosa. Un stanza non ho frugata a fondo, la mia...sta a vedere che il bastardo...
Una altra speranza delusa! Per un attimo ci avevo sperato! Cazzo!

Ormai dormo sempre con lui. Ormai non protesto ai suoi toccamenti. Ieri sera per un attimo ho pensato volesse andare oltre le solite carezze ed i soliti baci. Mi ha fatto prendere in mano il...cazzo. Una sega, ho pensato e sperato. Sperato nel senso che temo il momento in cui mi chiederà altro. Lo farà? Cosa lo impedisce? Mi domando anzi perché abbia atteso sino ad oggi, una settimana cioè. Mi farà prendere la pillola?
Lo ho visto leggere un foglietto che ho ripescato dal cestino, parlava delle modalità...
Dovrà aspettare ancora una decina di giorni...
Mi guardo allo specchio. Sono dimagrita? Forse, un poco. Metto a posto la casa perché lo vuole lui. Scappare? E come faccio? Le finestre hanno logicamente, dato che siamo così isolati, grosse inferiate. La porta è altrettanto invalicabile...ed ovviamente niente telefono! O meglio, il telefono c' è ma in qualche modo posso solo ricevere e solo quando chiama lui. E' un demonio. Preparo la cena. Quello che Lui ha comprato, cotto come vuole lui, il padrone...mi accorgo che comincio a pensare, a chiamarlo così.

Ceniamo, poi a cuccia. Qualche carezza, un bacio con la lingua, poco altro. Le mie cose...sono alle spalle...tra pochi giorni mi farà cominciare a prendere la pillola...fino ad allora...solo qualche toccamento e qualche bacio per farmi abituare a lui che si proclama il mio padrone. Dormiamo insieme anche se il letto è piuttosto piccolo per due. Mi guardo bene da toccare qualsiasi argomento abbia attinenza anche di riflesso sul dopo, su quello che è nelle sue intenzioni. Non sono le mie.

Eccolo, arriva. Sento la ghiaia in cortile muoversi sotto le ruote della macchina. Mi inginocchio a mani unite alla giusta distanza e come sempre mi chiedo cosa succederà quando farà freddo questo inverno. Dovrò stare nuda come adesso? Ed a scuola mi farà andare?Se non ci vado scoppia un casino, lo beccano, possibile non lo capisca?
Chino il capo in modo mi possa vedere in questo cenno di sottomissione. Esattamente come richiesto. Mi sorride, fa cenno di alzarmi, vado ad assisterlo in bagno, lo lavo e lo asciugo, poi in cucina.
Abbiamo per fortuna gli stessi gusti, molto normali e consueti direi. Cenando mi racconta cosa ha fatto nel pomeriggio, poi guarda il telegiornale mentre rigoverno.
Una normalissima coppia di coniugi o di amanti mentre sono una schiava col mio padrone. La puntata di uno spettacolo che non piace a lui e neppure a me. A letto allora. Non dovevo dirgli che non mi piace quella roba. Temo che ora dedichi più
tempo a me.

A letto insieme alla mia schiavetta dice fissandomi. Questa volta però il tono è diverso dal solito e diversamente dal solito non mi attacca alla tesata con il collare ma con entrambe i polsi. Sono un poco intimorita dalla novità.
Sai, ho deciso di farti il culo!
Per un momento quasi non capisco, poi grido la mia paura, la mia ripulsa. Lui ride. Sta scherzando? Un scherzo del cazzo mi illudo ma la illusione dura poco.

Perdo la testa. Sarebbe meglio non farlo incazzare, lasciarlo fare, ma paura e dignità si uniscono. Gli do del bastardo. Avrei fatto meglio a tacere. Avrei fatto meglio a lasciarmi legare gambe e piedi come già avevo imprigionati i polsi.
In una situazione del genere, accettare è meglio delle botte che precedono, accompagnano e magari seguono...

Prona, le gambe quasi tese ed aperte, culo al' aria insomma, impossibilità di difendermi e la faccia già che brucia per gli schiaffi. Mi ha torto i seni ed i capezzoli, dolorosamente. Bendata ed imbavagliata, tremo in modo irrefrenabile per tutto il tempo, secondi soltanto che mi sembrano però eterni. Un sibilo ed urlo nel bavaglio. Un altro sibilo ed urlo di nuovo. Colpisce le natiche, colpi distaccati, momenti, secondi in cui spero sia finita ma sempre ricomincia. Non è la frusta, solo una bacchetta mi dice e capisco che gongola per quello che mi fa e per quello che farà. Basta, basta, basta. Lo mugugno nel bavaglio ma forse capisce. Un altro colpo, un altro poi le mani schiudono le natiche, mi sta osservando il buchetto del sedere su cui poggia un dito e ride. Ti farò male ma a me piacerà da morire e ride lo stronzo. Non mi dibatto più, neppure quando preme col dito di colpo. Sussulto soltanto, terrorizzata, mi abbandono, non penso a niente. Non sono io che sta per violentare...non sono io che sente la mano scendere dal sedere giù tra le cosce, una carezza oscena, un toccamento che...non devo vomitare, affogherei nel mio vomito.
Insinua la mano sotto il mio busto cerca e trova il petto, serra i capezzoli. Avevo deciso di non gridare ma...fa troppo male. Ed il porco ride. Si allontana, vado a pisciare cara, tu aspettami. Spirito di merda!!!
Torna dopo poco. Meglio. Sentirlo tornare aumenta se possibile la mia paura e contemporaneamente è quasi un sollievo. L' attesa è forse anche peggio.
Di nuovo le mani mi frugano senza ritegno ma non solo le mani. Sfrega il cazzo, si, tra me ormai dico pure io cazzo, figa, buco del culo, pompino...lo sfrega sul mio corpo, sopratutto attorno al suo obiettivo, si scosta un poco, di nuovo fruga tra le gambe. Sei asciutta come un osso. Userò la saliva dice come tra se e se e con quella umetta il buchino serrato spasmodicamente per la paura. Non riesco a fare quel che mi suggerisce, lo agevolerei e diminuirei il male, ma come faccio, non ne sono capace, non ci riesco. Non vedo ovviamente ma sento. Sento la sua virilità premere sul l' orifizio contratto, premere dolorosamente, grava su di me, bestemmia, mi colpisce. Smettila cretina, così, se stringi senti più male...il mio corpo non gli ubbidisce, forse lo vorrei ma non ragiono più di tanto. Si sposta un poco, cerca una posizione migliore, La saliva di nuovo cola sul mio sedere, di nuovo lo punta e questa volta entra un poco, solo un poco ma impazzisco di paura, peggio di prima, possibile? Si possibilissimo, sono io a sentirlo. Quasi fuori di senno per la paura ed il dolore mi dibatto, stringo il culo quanto posso ed è, se mai, anche peggio. Un altra spinta ed entra ancora un poco, poi ancora un poco. Mi comunica trionfante che il glande è dentro. Cosa è il glande? Un grido che penso superi alla grande il bavaglio. Un altro, altri ancora mentre lo sento dolorosamente entrare sempre più a fondo, riempirmi, uscire in parte ed affondare di nuovo nel mio corpo, uscire del tutto e...cazzo, si dico cazzo tra me e me, perché è peggio di quando lo ha forzato al principio. Piango, urlo, lo maledico. Il dolore, il bruciore cresce,diventa insostenibile, sto per svenire. Quante volte è entrato ed uscito, da quanto tempo subisco questa tortura? Poi, poi lentamente è meno doloroso, mi abbandono, riesco ad evitare di serrare i muscoli o non riesco più, non ho più la capacità, la forza di oppormi, il coraggio anzi di farlo. Ora è fuori, di nuovo, sta cominciando di nuovo, no basta. Non gli basta ma ora è, è, forse, insomma è doloroso ma entra più agevolmente, si stende su di me e di nuovo insinua una mano sotto il mio corpo per toccarmi i seni e stringere il capezzolo. Bastardo, fa male. Sono semi svenuta neppure capisco si svuoti dentro le mie reni, esce. Dio che bello. Hai un culo stretto, prensile direi. Me lo hai succhiato dentro, strizzato. Sei una prendi cazzi in culo nata.





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