Da principessa a puttana 20 - Appesa! Supplica di essere chiavata - 1

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DA PRINCIPESSA A PUTTANA 20 – APPESA! SUPPLICA DI ESSERE CHIAVATA - 1

Dopo un breve riposo dalle ‘fatiche’ notturne la Principessa fu risvegliata da una delle guardie che le apriva le cosce per poi inforcarla brutalmente in figa, era il solito risveglio che, oramai, la attendeva tutti i giorni, le due guardie addette alla sua cella, infatti, si prendevano regolarmente il loro piacere con lei, possedendola con tutta la brutalità di cui erano capaci, prima di prepararla per la giornata di lavoro al bordello ufficiali. La Principessa giaceva a cosce larghe mungendosi le mammelle e gemendo di simulato piacere, per compiacere il suo stupratore, mentre la guardia la montava rudemente, dopo diversi minuti di doloroso su e giù, con la guardia che estraeva quasi completamente il cazzo dalla vagina per poi infilarlo in un sol colpo sino ad arrivarle all’utero per infliggerle il massimo della sofferenza, la Principessa sentì una ondata di calore invaderle la vagina, era il primo carico di sperma che accoglieva nella giornata; quando la guardia terminò di svuotarsi i coglioni nella sua vagina si rialzò con il cazzo gocciolante e glielo accostò alla bocca, la Principessa, accarezzandogli i coglioni, lo imboccò docilmente succhiandolo diligentemente per ripulirlo dello sperma, poi, mentre stava ancora succhiando la grossa verga del suo stupratore, le si accostò la seconda guardia che, senza neanche farla girare, le violò l’ano con il suo grosso cazzo. Questa volta i gemiti della Principessa non furono di simulato piacere ma guaiti di vero dolore, infatti il cazzo che le invadeva l’intestino era veramente grosso e la guardia la sodomizzava in modo più che brutale, nonostante ciò continuò, gemendo di dolore, a mungersi le mammelle ed a guardare negli occhi, come le era stato insegnato, il suo stupratore che le violava il culo; anche la seconda guardia non fu breve nel godersela e solo dopo parecchi minuti di sofferenza la Principessa sentì la calda ondata del seme che le invadeva il retto…il solito caldo clistere di sborra. Solo quando la seconda guardia si rialzò lasciandola dolorante a vuotarsi figa e culo sul lurido materasso, costellato di macchie di sperma e sangue, che era il suo giaciglio la Principessa si accorse della presenza di Giorgia che, tenendo Arielle e Daphne al guinzaglio, con un sorriso voglioso aveva assistito ai suoi primi due stupri della giornata; Giorgia indossava ancora la catsuit in lattice nero ed il grosso dildo rosso con il quale, nel corso della notte, si era presa il suo piacere con alcune prigioniere i cui gemiti di dolore erano riecheggiati nelle celle alimentando il terrore delle prigioniere di poter essere la prossima vittima del “Castigo di Giorgia” “APPENA AVRO’ IL PERMESSO DEL COMANDANTE VERRO’ DA TE A FARTI VISITA PRINCIPESSA E TI POSSIEDERO’ IN FIGA ED IN CULO CON IL MIO DILDO PREFERITO…VEDI E’ ANCORA LUSTRO DI SUCCO DI FI-GA…VERO RAGAZZE?” Daphne ed Arielle risposero all’unisono “SI GIORGIA” poi Daphne si rivolse alla madre e disse “C’E’ ANCHE IL MIO DI SUCCO DI FIGA E QUELLO DI ARIELLE SUL CAZZO DI GIORGIA E VERRO’ A VEDERE QUANDO CI LASCERAI IL TUO…MADRE” Giorgia soddi-sfatta della risposta che evidenziava il suo pieno controllo delle due giovani prede si rivolse nuovamente alla Principessa “TRA QUALCHE SERA SARAI MIA…DEL RESTO PREFERISCO CHE LE MIE PRI-GIONIERE ABBIANO FATTO ESPERIENZA CON I MASCHIONI DEL PIANO DI SOPRA E SIANO STATE UN PO’ ‘AMMORBIDITE’ DALLE MONTE. PURTROPPO PER TE GLI UFFICIALI CHE HANNO SVUOTATO I LORO COGLIONI DENTRO DI TE IERI SERA SI SONO LAMENTATI DI AVERTI TROVATO…PER COSÌ DI-RE…POCO PARTECIPE ALLA MONTA…POCO ‘ENTUSIASTA’…LE PUTTANE DEL BORDELLO DEL COMANDANTE DEVONO METTERCI L’ANIMA PER FAR DIVERTI-RE GLI UFFICIALI ED ANCOR DI PIU’ I CLIENTI QUANDO VENGONO MAN-DATE A BATTERE…ADESSO PRINCIPESSA TI DEVO PUNIRE…STARAI APPESA TUTTO IL GIORNO PER I POLSI…PRIMA TI FARANNO MALE I POLSI…POI LE BRACCIA…INFINE LE SPALLE…TI SEMBRERÀ CHE TI STIANO SQUARTANDO…IO TI AVREI ANCHE FATTO FRUSTARE MA IL COMANDANTE NON VUOLE ROVINA-RE LA TUA PELLE DI PESCA… QUANDO NON NE POTRAI PIÙ, E NON CI VORRÀ MOLTO, TI CONSIGLIO DI OFFRIRTI AD UN PAIO DI UFFICIALI PER BEL SANDWICH… PIÙ CHIAVI E MENO STARAI APPESA…QUINDI FALLI DIVERTIRE, SARÀ MEGLIO PER TE METTERCI l’ANIMA NEL CHIAVARLI ED AVERE LA CODA DI QUELLI CHE TI VOGLIONO FOTTERE…CI SENTIAMO TRA QUALCHE ORA…VERRO’ A VEDERTI ALL’OPERA”
Dopo poco le guardie dopo averla preparata per la monta come d’uso la condussero nel bordello privato del Comandante dove già penzolava dal soffitto un gancio appeso ad una carrucola. Le guardie, con i soliti modi bruschi le legarono strettamente i polsi con una ruvida corda che poi attaccarono al gancio penzolante, tirarono quindi la corda della carrucola mettendola in tensione e costringendo la Principessa a sollevare le braccia in alto. Prima di issarla completamente una delle guardie si avvicinò con un oggetto che sembrava una sorta di cintura di castità…una spessa striscia di cuoio nero, fissata ad una cintura con delle grosse fibbie di metallo, che internamente aveva attaccate due lunghe protuberanze entrambe di grosso diametro ma una decisamente più grossa nell’altra, la guardia incominciò a far indossare alla Principessa quella sorta di indumento avvicinando le estremità dei dildi ai suoi orifizi e dileggiandola “Un regalo da Giorgia mi ha detto di dirti che così non ti annoierai mentre starai appesa e mi ha detto di chiederti se quello più grosso lo vuoi in figa o nel culo…se non rispondi mi ha detto di ficcarti in culo quello più grosso…allora faccio io?” la Principessa rispose con voce rotta “METTIMI IN FIGA QUELLO PIÙ GROSSO…IN FIGA…TI PREGO” “e quello più piccolo? devi dirmi dove lo vuoi” “NEL CULO…QUELLO PIÙ PICCOLO METTIMELO NEL CULO…”. “Brava puttana” riprese la guardia “ripetimelo che non mi sbagli” e dopo che la Principessa ebbe ripetuto alla guardia sghignazzante “METTIMI IN FIGA IL DILDO PIÙ GROSSO E QUELLO PIÙ PICCOLO…INFILAMELO NEL CULO…TI PREGO” in pochi attimi, tra i gemiti di dolore della Principessa nell’accogliere dentro di sé i due grossi dildi, la guardia le ficcò i due dildi uno in vagina e l’altro nel culo, poi le strinse strettamente in vita le cinghie e tirando la fune la sollevò in modo che i suoi piedi non toccassero più terra, infine, cavando di tasca un telecomando, soggiunse “Dimenticavo Vostra Altezza…Giorgia mi ha detto di impostare la vibrazione massima…e di dirti di ‘goderti’ la giornata…domattina sono di turno io nella tua cella…spero che sarai molto disponibile…ho intenzione di goderti sia in figa che in culo”.
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2022-10-02
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