Ti ho mentito
di
Il-legale
genere
sentimentali
Un sottile raggio di sole penetra faticosamente tra le insenature della tapparella. Probabilmente è giorno da un pezzo.
Sono sveglio, o quasi. Non ho voglia di alzarmi, di cominciare la giornata.
Il tuo corpo è addosso al mio. Il tuo braccio mi cinge il petto, la testa giace serena sulla mia spalla. Sento il profumo della tua pelle, è meraviglioso. Alcuni tuoi riccioli solleticano le mie labbra. Il tuo respiro è profondo. Ogni tanto fai un piccolo sibilo. Sei bellissima, molto più di ieri sera in quella discoteca.
Ti svegli.
Chiudo gli occhi, fingo di dormire.
Ti sollevi lentamente e scivoli leggera giù dal letto. Con gli occhi semichiusi seguo i tuoi movimenti.
Sei nuda. Il profilo del tuo piccolo seno mi provoca un sussulto tra le gambe.
Ti guardi intorno, osservi la stanza poi ti fermi a guardare la libreria. Leggi alcuni titoli muovendo leggermente la testa in orizzontale. I riccioli oscillano e riesco a vedere meglio il tattoo sulla tua schiena. Ce l’ho avuto spesso davanti agli occhi questa notte, ma non l’ho mai veramente guardato.
Un grande mandala domina il centro delle tue scapole, ornato da una meravigliosa fitta serie di ricami che termina sulle spalle e sul tuo collo. Devo ricordarmi di chiederti dove lo hai fatto.
Tiri fuori un libro lo sfogli. Mi piacerebbe sapere cosa ti ha incuriosito, ma non riesco a scollare i miei occhi dalle tue natiche.
Sembrano saltate fuori dalla matita di Milo Manara. Sono connubio perfetto tra forma, sostanza ed erotico desiderio.
Rimetti a posto il libro ed esci dalla camera. Il lento incedere delle tue natiche quasi mi toglie il respiro.
Ti intravedo entrare in bagno.
Nel silenzio irreale di questa domenica mattina riesco a sentire il rumore della tua pipi.
Non hai chiuso la porta, probabilmente non provi vergogna per la tua intimità, ed è una cosa che amo da impazzire in una donna.
Il rumore dell’acqua preannuncia che stai per tornare.
Chiudo gli occhi.
I tuoi passi nudi sul pavimento mi raccontano esattamente il tuo percorso. Sei a pochi metri, poi accanto al letto. Un ginocchio muove il materasso.
Non fai alcuno sforzo per cercare di non svegliarmi, poi lo sento: il bacio.
Ti ho baciata tutta la notte, ma questo bacio ha un sapore diverso.
È il nostro primo bacio dolce; il primo bacio nel quale manca la spudorata confessione della nostra voglia di sesso.
Apro gli occhi. Mi sorridi.
Non so spiegarmi il motivo, ma sono certo che quel tuo sorriso sarà di gran lunga la cosa più bella che vedrò oggi, e domani, e forse per molti giorni ancora.
Ti sdrai accanto a me, mi stringi, mi fai stare bene, e non mi succedeva da tempo.
Ti conosco solo da poche ore e ho un pochino molta paura, perché inizi a piacermi tanto, decisamente troppo.
Non voglio pensarci. Chiudo gli occhi e ti stringo a me.
Dopo qualche minuto sei tu a rompere il gelido silenzio che c’è nell’aria. Mi dici solo tre parole, ma letteralmente in grado di fermare il mio cuore.
- Ti ho mentito.
Ti metti seduta, dandomi le spalle. Guardi nel vuoto e poi prosegui.
- Non mi chiamo Valentina, non sono proprio di Milano e non faccio la cameriera.
Confesso che in genere ci metto parecchio al mattino prima di diventare un essere realmente senziente, e di solito non capita mai prima del caffè, ma raramente sono confuso come in questo momento.
- Credo di non capire.
- Non avevo mai fatto sesso con uno sconosciuto nel bagno di una discoteca, e non è il genere di cosa che faccio di solito. Pensavo fosse una follia di una notte che avrei voluto dimenticare, per cui, quando ieri sera in quel bagno ci siamo presentati, ti ho mentito.
Le tue parole mi turbano, ma credo abbiano senso, in un qualche modo.
- Perché me lo stai dicendo ora? Saresti potuta andar via e basta.
Ti giri, mi guardi dritto negli occhi, e poi ancora una volta riesci a togliermi il respiro.
- Perché questa notte non è stata una follia, e di sicuro non voglio dimenticarla.
Sorridi, sei in evidente imbarazzo, hai gli occhi leggermente umidi.
Sono decisamente nella merda, perché di una come te, sono sicuro, finisco per innamorarmici.
Decido che non voglio pensarci, ora ho solo voglia di baciarti ancora.
Ci baciamo a lungo, a volte dolcemente, altre con erotica impazienza.
La mia mano scivola tra le tue gambe nude, sei già umida.
Le mie dita solleticano, massaggiano, invadono.
Sussulti di piacere, ma le tue labbra restano incollate alle.mie.
Le mi dita affondano nella tua carne.
Rinunci al mio bacio per lasciare la tua voce libera di invadere il silenzio della mattina con un intenso gemito di piacere.
Io non mollo la presa e tu mordi sadicamente il mio orecchio; non me lo aspettavo.
Con le mie labbra scivolo sul tuo corpo nudo, prima il collo, poi il seno. Disegno con la punta della mia lingua piccole circonferenze sulle tue areole. Dalla reazione deduco tu soffra il solletico, non lo avevo notato questa notte.
Stuzzico i capezzoli turgidi, li tormento, infine mordo anch’io; se guerra deve essere, che lo sia.
Sussulti ancora, poi infili le tue dita tra i miei capelli e senza alcuna remora spingi giù la mia testa verso la tua fica.
Con le labbra mi avvicino al tuo sesso, lo bacio, bacio la piccola striscia di pelo che l’adorna, l’interno delle tue cosce.
Ti sento tremare. Hai voglia della mia lingua ed io ho voglia di te.
Solletico leggermente il tuo clito.
Tremi.
Resto qualche secondo fermo, voglio tormentarti un po.
Il mio respiro caldo si infrange sul tuo desiderio.
Non resisti più e spingi decisa la mia testa tra le tue cosce.
Affondo la mia lingua. Sei calda, il tuo sapore è acidulo, forse leggermente salato. Mi piace da impazzire.
Lanci un piccolo erotico urletto.
Le mie dita a uncino trovano finalmente il tuo punto debole. La lingua colpisce incrollabile dall’esterno.
Ansimi, sbuffi, ogni tanto emetti dei gemiti acuti, sembri volata via in un’altro mondo.
Di sottecchi vedo le tue guance imporporarsi di colpo.
Poi finalmente i tuoi umori irrompono sulla mia mano, nella mia bocca.
Respiri profondamente. Le tue mani stringono ancora forte i miei capelli, memtre io assaporo vorace il sapore del tuo godimento.
Una piccola lacrima solca il lato del tuo volto, affonda nei tuoi meravigliosi ricci.
Dopo l’orgasmo sei ancora più bellissima di sempre.
Poi finalmente torni da me.
- Costanza, il mio nome è Costanza.
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