Invito a cena

Scritto da , il 2022-05-26, genere trio

Come mi vesto? Da troia. Certo, è facile la risposta. Vestita da troia: l'abito che fa il monaco. Ma il difficile è la scelta. Anzitutto perché le opzioni sono tante. Poi perché voglio e non voglio. Poi perché ci sarà Lara con il suo ricco compagno di questo periodo. Mi ha chiesto di darle un motivo per disfarsene. Eh, non direttamente, no! Sarebbe troppo facile, allora. Mi telefona mio marito e mi dice che lei... eccetera eccetera. A fine giugno, ogni anno, i suoi amori finiscono. Finisce la scuola (è insegnante) e dismette la rigidità che il suo lavoro implica. Ne cominciano altri, amori, ancor meno profondi, di una o due settimane. Gente che se la porta in giro per il mondo, così lei unisce le sue due principali passioni: i viaggi e il sesso. Dicevamo del vestito. Sì, dovrei essere anche elegante: saremo in città, un ristorante chic. Insomma, devo sembrare una squillo d'alto bordo. Ci sono vestiti idonei anche per sostenere questa parte. Intanto però provo le braghette rosa, un rosa tenero, quasi infantile. Sarebbe da troia un rosa infantile? Quello di questi pantaloncini sì. Sono attillati, molto attillati e sottili, davvero una seconda pelle; un po' trasparenti, anche. Il grado successivo di vestito esibizionista è denominato body painting. E poi... solo a vedermeli addosso e a pensarmi in pubblico mi bagno. Infatti già compare una chiazza che repentina si estende proprio per rendere più evidenti le mie labbra così prominenti. Una cosa per cui Lara davvero m'invidia, lei che ha un taglio deciso e piatto. Non che ciò la renda meno disponibile. Più esattamente: meno troia. Li sfilo e li lancio contro lo specchio, con rabbia. Faccio davvero colpo, con questi, ma diventano sempre e subito imbarazzanti. Non per me, ma per chi sta al mio fianco. Il vestito di seta blu notte potrebbe andare? È abbastanza casto se me ne sto immobile, dà un'aria manageriale. Ma ad ogni passo si apre e scopre molto, anche tutto se c'è un alito di vento; stando seduta per nascondere qualcosa devo assumere posizioni da contorsionista. L'ho usato qualche volta al mare, nello struscio serale. Non va bene. Quello di pizzo elasticizzato? Non mi va. La lunga sequenza di nuda e vestita m'innervosisce. Una passata di eleuterio (un dildo rosso che alloggia o dentro la borsa con cui esco o dentro di me) mi scuote e mi rilassa. È piacevole, ma nulla ha a che vedere con quella scopata di cui avrei bisogno. Urlo e schizzo, è vero, ma fra carne e silicio non ho dubbi sulla scelta. Riprendo la mia sfilata privata. Questo vestito di seta blu notte, pieno di riflessi, mi affascina, ma è un po' troppo caldo per la stagione. Fosse d'inverno... Il vestito verde scuro, attillatissimo, lungo a metà coscia... mi evidenzia le forme e s'infila malizioso fra i glutei. Nessuna trasparenza, se non una sottile fascia in pizzo da sotto le ascelle al bordo inferiore e sopra le spalle, giusto per mostrare che sotto non indosso altro; davanti una casta scollatura che serve a far posare sulla pelle una sensuale collana di giada chiara, dietro lascia scoperta la schiena fino quasi al coccige. Mi guardo e mi trattengo. Ho deciso. Indosso dei sandali bianchi, con poco taco. Lara sfigura se uso tacchi alti. Mi sfilo la fede dal dito e aspetto che arrivi mio marito. Tesa e vogliosa. Pronta, più per il dopo cena che per la cena in sé. So riconoscere i miei appetiti e anche se lo stomaco reclama, là sotto c'è un bisogno di carne che appartiene a una classe di appetiti molto più entusiasmanti.
Usciamo dal ristorante. La mia sfilata verso la toilette durante la cena ha irritato, come da copione, Lara. Continua a mostrarsi adirata, nonostante la profusione di scuse di lui, che cerca di guardarmi con biasimo ma riesce soltanto a mostrarsi arrapato. Lara trattiene con un po' di sforzo un sorriso soddisfatto. Adesso procedo sicura verso la macchina, ancheggiando senza dignità. Vedo il suo compagno distrarsi per osservare me. Lara sbotta in una scenata di gelosia folle. Recita bene o è proprio vero ciò cui sto assistendo? Lui è perplesso, balbetta qualche scusa ridicola. Da verme molliccio. È pur vero che Lara in questo periodo l'ha svuotato del tutto, di sicuro. Saliamo in macchina, in tre. Il suo ormai ex se ne sta sconcertato a guardare la nostra auto che parte. Nemmeno accenna a ribellarsi: è proprio stordito. Gli passiamo lentamente davanti mentre lei ed io ci baciamo spudoratamente. Mio marito compie un'inversione e gli passiamo di nuovo davanti, mentre Lara ed io siamo già seminude e pronte a festeggiare. Caro maritino, preparati a una notte impegnativa. Perché mentre noi guardiamo il panorama ci facciamo venire qualche idea...
Il tappo della ribolla gialla salta. Lara ha mirato bene, il tappo colpisce proprio il mio clitoride. Non tanto da lontano, è vero, ma così il colpo è più preciso e deciso. Il mio grido si perde negli schizzi frizzanti. La mia pelle è stuzzicata dalle bollicine che scendono verso il mio inguine. Lara mi lecca senza pietà. Contraccambio, mentre mio marito le lubrifica il buchetto versandoci sopra lo spumante. Bevo le gocce che mi arrivano da lei che grida. Ora c'è posto soltanto per la follia. Dico follia così, per porre un limite. Sesso, finalmente.

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