La donna del mistero -14-

Scritto da , il 2021-12-08, genere dominazione

Vedevo il suo corpo muoversi sinuosamente, il suo ventre sussultare ad ogni piccolo orgasmo.

Sentivo i suoi gemiti sempre più rochi.

Più si eccitava, più spingeva il falso pene nella figa dell'amica.

Questa visione mi eccitava, mi dava un senso di potere.

Pensai quindi di portare la sua eccitazione al massimo.

Il mio cazzo si ingrossava sempre, e più diventava sempre più duro.

Mi faceva male tanto era gonfio.

Loro lo notarono e, ancora umide e bagnate con odore di sesso addosso, mi si avvicinarono

“siiiiii venite sussurrai siii lasciatevi scopare e inculare, sono pronto”

Mentre si avvicinavano sorridendo, la mia mente impazziva.

Le mie mani si tesero verso loro, per portarle a me.

Una a destra ed una a sinistra.

Si inginocchiarono, e guardandomi negli occhi con voce dolce e soave mi dissero

“ora fatti una sega”

Rimasi allibito, una sega???'

Non era questo che volevo, ma ormai ero al culmine della sopportazione, e capito che questo era l'unico modo che mi avrebbero concesso per un orgasmo, iniziai a farmela guardandole.

Mi ci volle poco, e il mio sperma schizzò sul mio corpo che loro pulirono con le loro lingue.

Poi dopo avermi slegato, mi dissero di rivestirmi e sparirono.

Rimisi gli abiti e mi avviai verso la porta.

Stordito uscii, la porta si chiuse come sempre dietro di me, e mentre mi avviavo alla macchina pensando alla serata con quello strano finale, mi chiedevo il perché.

Dentro di me sentivo che sicuramente quella era stata la sega più bella della mia vita.

Tornato a casa, mi feci una doccia e mi apprestai a cucinare qualcosa.

Pensavo e ripensavo alla strana conclusione di quell'incontro.

Certo, era stata la sega più bella ed eccitante della mia vita, ma più ci pensavo più la voglia di una sana scopata mi saliva dentro.

Così, preso il telefono, composi il l numero della mia donna.

Il telefono continuava a squillare, ma lei non rispondeva.

Ma dove era finita?

Era già la terza volta che la cercavo senza esito.

Riattaccai, mangiai svogliatamente il misero pranzo che mi ero preparato, e andai a dormire.

Mi giravo e rigiravo nel letto, non riuscivo a prender sonno.

CONTINUA ...

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