Storia della mia educazione. Thomas e il buchino. (9)

di
genere
etero

Era tutto pronto per la serata di gala dei soci. La casa era stata preparata a puntino, così come il giardino e la piscina. I signori erano stati molto chiari sul comportamento che dovevo tenere durante la serata. Educata e civettuola, dovevo lasciarmi guardare e ammirare. La signora scelse l'abito che avrei indossato, così come acconciatura e scarpe abbinate. Quando arrivarono i primi ospiti io ero ancora in camera, dovevo aspettare che ci fossero tutti prima di presentarmi al piano di sotto, perciò decisi di andare a bussare allo studio di Thomas.
" Ciao straniera " mi salutò.
" Posso aspettare qui con te? mi sto annoiando " si scostò dalla porta invitandomi ad entrare e richiuse la porta. Un fischio di ammirazione arrivò alle mie spalle. L'abito gli piaceva, ne ero contenta. Mi girai sorridendogli e feci un giro su me stessa. 
" Sei il primo a vedermi vestita così. "
Si avvicinò senza staccarmi gli occhi di dosso e prendendomi la mano mi fece nuovamente girare su me stessa. Rimasi di schiena. Thomas tracciò con il dito il percorso della mia colonna vertebrale, fino al sedere, dove finiva la scollatura vertiginosa che mi lasciava totalmente scoperta la schiena. Si avvicinò ancora di un passo e mi diede un bacio sulla spalla destra " Questo colore ti dona " e si spostò a darmi un bacio sull' altra spalla. Teneva sempre una mano sulla mia schiena, tracciando dei piccoli cerchi con i polpastrelli, salendo e scendendo, accarezzandomi delicatamente. Mi vennero i brividi.
" Piccola! È ora, gli ospiti sono arrivati! " Il padrone mi stava chiamando dalle scale, mi girai per andargli incontro, non volevo mi trovasse qui. Thomas si piazzò davanti alla porta e si chinò verso di me, pensavo volesse baciarmi invece mi sussurò all'orecchio
" Vorrei anche essere il primo a togliertelo questo vestito " e aprì la porta per farmi uscire. Non so perchè arrossii e il padrone mi trovò un pò inebetita in cima alle scale " Sei uno schianto piccola. Andiamo. "

Appena entrammo nel grande salone tutti gli sguardi si posarono su di noi, il padrone iniziò a presentarmi ai primi ospiti e piano piano feci il giro della sala al suo seguito. Mi appoggiai elegantemente alla sua spalla e gli chiesi a bassa voce se voleva da bere. " Grazie " mi voltai prima che tornasse a parlare con i suoi ospiti " Non è bellissima? " sentii uno di loro rispondere " Se la schiena è così, chissà com'è il resto.. " mi allontanai. Avevo raggiunto il mio scopo. Farmi ammirare. Mi raggiunse prima che tornassi indietro con il vino " Vorrei leccare ogni centimetro di quella schiena nuda " mi sussurò all'orecchio. Prima che potessi rispondere un'altra coppia di uomini d'affari si avvicinó a noi per presentarsi e scambiare due parole.
" Usciamo un attimo. Andiamo a cercare mia moglie. " La trovammo in giardino attorniata da altre donne, tutte elegantemente vestite, che chiacchieravano in allegria. Erano brille e sembravano divertite. Appena ci vide si alzò e scusandosi con le sue ospiti ci raggiunse.
" Allora bambolina, quanti clienti ci hai fatto guadagnare questa sera? "
" Sicuramente ha guadagnato me come cliente " disse il padrone sorridendole
" Dove l'hai trovato questo vestito? "
" Sapevo che ti sarebbe piaciuto " rispose lei sorridendogli a sua volta; mentre parlava prese un cubetto di ghiaccio dal portavino lasciato incustodito da un cameriere e lo fece scorrere molto lentamente sulla mia schiena nuda.
Sporsi il seno in fuori cercando di sfuggire al tocco gelido del ghiaccio, ma ero bloccata dai loro corpi. Avevo il fiato corto sia per i brividi di freddo sia per la libido scatenata da quel gesto. Avevo i capezzoli turgidi.
" Scommetto che adesso l'abito ti piace ancora di più " disse rivolta al marito mentre con la mano libera mi scostava un lembo del vestito scoprendomi un seno. Prese un altro cubetto di ghiaccio e lo passò sul seno scoperto. Girò attorno al capezzolo intirizzito, duro e sensibile. Eravano in una parte di giardino appartata, ma accessibile a tutti, ma non mi importava, tutta la mia attenzione era rivolta a loro.
Mi scoprirono anche l'altro seno il cui capezzolo era già turgido e pronto e la signora ci strofinò il cubetto sulla punta, facendolo scogliere completamente.
" Adesso puoi andare tesoro, il tuo lavoro per questa sera è finito. " Rimasi un attimo intontita. La signora stava massaggiando il membro di suo marito e dal suo sguardo capii che voleva rimanere sola con lui. Mi ricomposi e salii le scale esterne che portavano ai piani superiori, senza passare in mezzo agli ospiti. Bussai fino a quando venne ad aprirmi qualcuno.

" È già mezzanotte? " Era Thomas.
Lo squadrai dalla testa ai piedi, era davvero bello. Il padrone aveva una bellezza spavalda, ti metteva quasi in soggezione, mentre Thomas era di una bellezza discreta, ma che accendeva la mia curiosità. Avrà avuto qualche anno più di me, ma aveva lo sguardo di chi ne ha passate parecchie.
" Al dodicesimo rintocco il vestito tornerà ad essere uno straccio " gli risposi ironica.
" Allora fatti ammirare ancora un pò " mi prese per mano e si spostò dietro di me. Adesso o mai più pensai e mi incamminai verso la mia stanza " Vieni? " sentii i suoi passi dietro di me e ripresi a respirare. Avevo trattenuto il fiato in attesa della sua mossa. Quando entrò anche lui chiusi la porta a chiave. Rimanendo di spalle spostai i capelli per fargli vedere dove si sganciava il vestito e lui mi fu subito dietro. Nonostante i tacchi era sempre più alto di me, ma era una sensazione che mi piaceva.
" Quindi ho l'onore di toglierti questo abito meraviglioso? " ricordavo perfettamente cosa mi aveva detto prima del gala " Si " girai leggermente la testa per guardarlo. Mi slacciò il vestito e lo fece scivolare sul mio corpo come una carezza e poi risalì con le mani lungo le gambe e le cosce, soffermandosi sul sedere. Ovviamente non indossavo intimo e rimasi nuda davanti a lui, solo con i tacchi a spillo. Poi mi accarezzò la schiena come già aveva fatto e mi fece appoggiare a sè. Sentivo la sua erezione e anche io ero piuttosto eccitata. Con una mano sul mento mi fece alzare il viso verso di lui e si chinó a baciarmi. Era la prima volta che prendeva lui l'iniziativa e rimasi immobile, poi le mie labbra risposero alle sue e le nostre lingue si toccarono. Con una mano tra i capelli mi teneva la testa e con l'altra mi accarezzava il collo, scendendo in mezzo ai seni e accarezzandomi la pancia; poi tornava su lungo i fianchi. Alzai il braccio per non intralciare il suo percorso e gli presi la nuca spingendolo con più forza sulla mia bocca. Lo desideravo. Rispose alla mia richiesta silenziosa spostando la mano sul mio seno che strinse in una morsa di doloroso piacere. Anche lui mi desiderava. Iniziò a giocare con il capezzolo, stringendolo tra pollice e indice o tirandolo leggermente. Poi passava all'altro seno verso il quale riservava le stesse attenzioni. Si staccò dal bacio e mi guardò negli occhi mentre con la mano scendeva lungo la pancia, questa volta non si fermò e passò la mano in mezzo alle mie gambe. Ero completamente bagnata. Mi sorrise soddisfatto e si inginocchiò baciandomi la schiena mentre si abbassava. Appoggiai le mani alla porta e spinsi in fuori il sedere. Mi bloccò in quella posizione e mi fece divaricare le gambe. Girai la testa per quel che potevo e lo vidi in ginocchio con le mani sul mio culo. Mi guardò per un attimo e poi divaricando i glutei iniziò a leccarmi. Faceva scivolare la lingua tra i glutei che teneva aperti e poi con la punta si soffermava sullo sfintere. Mi lasciai sfuggire un gemito.
" Ti piace? " chiese " Si "
" Posso continuare? " sussurrò tra una leccata e l'altra.
" Si" fu l'unica risposta che riuscii a formulare in quel momento. La sua lingua si dedicava completamente al mio culo, ma sentivo le ondate di eccitazione arrivare da ogni parte del mio corpo. I capezzoli formicolanti spingevano in fuori e sentivo il clitoride gonfiarsi e pulsare.  Riuscivo a guardarlo con la coda dell'occhio ed era ancora più eccitante di come mi ero immaginata fosse stare con lui. Con le dita prese a massaggiare il clitoride mentre con la lingua continuava a leccare dalla fessura del mio sesso allo sfintere dell'ano. La stimolazione al clitoride continuava tra movimenti circolari e leggere pressioni. I miei umori gli permettevano di scivolare su quel bottoncino che pulsava con intensità sempre maggiore. Accompagnavo la sua mano con leggeri movimenti di bacino e
i capezzoli turgidi sfregavano contro la porta procurandomi ulteriore piacere. Avrei voluto sentire la sua lingua ovunque e senza pensarci misi le mani sui glutei e li allargai per lui, sporgendo il sedere ancora più in fuori. Avendo libero accesso prese a massaggiarmi l'ano lubrificato dalla sua saliva con il pollice, mentre con la lingua arrivò a lambirmi proprio dove avevo desiderato. Fu un turbinio di piacere; la lingua, eseguiva sul clitoride, gli stessi movimenti circolari che stimolavano il mio ano. Ansimavo e gemevo.
" Se fai così rumore arriverà la matrigna " mi prese in giro. " Ti prego non fermarti " Lo supplicai. Ero al culmine. Riprese a leccarmi con lentezza diabolicamente studiata, passando dalla figa fino ad arrivare allo sfintere anale, poi quando decise che avevo aspettato abbastanza premette sul clitoride con due dita della mano, continuando con dei piccoli movimenti circolari. Sentii montare dentro di me l'orgasmo
" Thomas ti prego " sussurrai. In risposta alla supplica infilò il pollice nel mio ano e iniziò a stimolare i due punti contemporaneamente. Con indice e medio di una mano torturava quel punto in mezzo alle mie gambe che stava grondando di piacere e con il pollice dell'altra mano mi penetrava lo sfintere mentre io mi abbandonavo all'orgasmo che mi travolgeva. Chiamavo il suo nome e spingevo in fuori il culo per sentirlo meglio dentro di me, mentre venivo copiosamente sulle sulle sue dita. Verso la fine delle ondate tornò a leccarmi lentamente il clitoride e infine quando tolse il pollice dal mio ano infilò la punta della lingua anche li. 

(..continua)
di
scritto il
2021-08-26
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