Le tumide labbra della mia mamma 3° capitolo - Godere nella sua morbida bocca.

Scritto da , il 2021-05-11, genere incesti

Ormai avevo compiuto 19 anni da un pò e dunque,avevo scoperto tutti i segreti del sesso e questo mi aveva fatto dimenticare le "cose" meravigliose vissute insieme alla mia mamma.

Credevo che fosse così!

In quei momenti(Mentre mia madre mi baciava con passione e mi leccava), come in un film mi scorrevano alla mente situazioni vissute sin da bambino delle quali però,non vedevo le immagini ma ricordavo le sensazioni così simili a quelle che mi stava facendo rivivere nei sensi onirici e carnali.

Potrei dire addirittura "in quei momenti" dall'istante cioè,in cui mia madre mi era apparsa in veste di dea elevandomi al tempo stesso allo stato quasi blasfemo di figlio e di Dio come in certi dogmi di chi vive nella fede.

E tale mi ero sentito per tutta la serata; Protettore che vegliava su di lei e protetto io stesso nel corpo,nello spirito e nei sensi come quando ero bambino.

Ero immobile sotto di lei che sapientemente stimolava ogni muscolo,ogni piega ed ogni lembo della mia carnalità e della mia più intima spiritualità.

Sentivo che tutto il mio corpo era preda di un lieve tremore.

Il mio cuore batteva senza più un ritmo preciso e con la mente vivevo uno stato simile alla meditazione trascendendale di cui molte volte avevo sentito parlare da alcuni miei amici sensibili a certe filosofie esoteriche ed orientali.

Mia madre mi stava accarezzando e leccando nei punti più inimmaginabili ed impenetrabili del mio corpo ed io,completamente abbandonato in una specie di catarsi sensuale,sentivo di perdere il mio peso.

Stavo davvero levitando perdio!

Avevano ragione loro,in certe situazioni dello spirito,il corpo può perdere peso in una levitazione trascente.

Tuttavia,come ogni cosa che appartiene alla sfera dei sogni, anche quella sensazione era svanita come il puff di una bolla di sapone nel preciso istante in cui mia madre,dopo avermi stretto la verga con le sue dita affusolate,mi aveva sfiorato il frenulo sotto il prepuzio.

Era stato una specie di scossa elettrica che mi aveva trasferito da un idilliaco sogno verso una realtà materiale diversa,più intrigante e forse, più bella.

Avevo spalancato gli occhi ed istintivamente avevo portato le mani sulla sua testa affondando le dita nell'inestricabile groviglio dei suoi capelli neri.

Avevo già avuto delle ragazze che mi avevano leccato e fatto godere con la bocca ed il loro modo di fare,la loro fretta e la loro giovanile imperizia,le spingeva sempre a muoversi con troppa ansia e senza la capacità di dedicare la dovuta attenzione alle parti più sensibili dell'organo maschile.

In quel momento mia madre non mi stava leccando il cazzo ma con tutti i suoi strumenti,la sua passione ed il suo amore,mi stava facendo vibrare come un prezioso Stradivari strappando lunghi suoni di piacere dalla mia bocca.

Una perfetta armonia di suoni,di sensi e di passione!

-Mmmmmm...mmmmm....che gusto...che piacere.....sei meglio di un babà al rum...-

Aveva avuto la forza di sospirare mia madre mentre con la lingua raccoglieva le prime goccioline che affioravano dal forellino uretrale posta a guardia della cappella livida e gonfia.

Le mie mani tra i suoi capelli che in altre situazioni premevano smaniose alla ricerca di un rapido piacere,parevamo molli e senza vita e si lasciavano trasportare dai lievi e misurati movimenti della testa di mia nadre,delle labbra e della lingua morbida come uno spazzolino di piume.

La sua lingua scorreva leggera partendo dal glande per poi scorrere sul sul gonfio canale dell'asta e le vene lievemente sporgenti sino allo scroto.

Senza parlare ma continuando ad emettere lievi gemiti e liquidi schiocchi di saliva,con un leggero movimento della mano mi aveva invitato a sollevare il bacino coi piedi puntati sul materasso.

Inaspettatamente (per me) quella postura le aveva aperto la strada verso nuovi spazi di trasgressiva lussuria.

Da quel momento la sua lingua non si limitava a leccarmi i testicoli alla fine della corsa ma andava oltre!

Superava quelle che nella mia mente erano le invalicabili colonne d'ercole del sesso.

La sua lingua umida ed aperta a cucchiaio mi pennellava il perineo per poi raggiungere stretta a guisa di dardo il mio sfintere anale sul quale si alternava con linguate e spinte di penetrazione come se avesse un piccolo pene celato dalle labbra.

La mia verga oramai,saldamente stretta dalle sue dita,si contraeva senza più controllo e dal suo forellino fuoruscivano minacciose gocce prespermatiche.

A quel punto mia madre aveva mollato la preda troppo vicina a soccombere e cambiando postura mi si era sdraiata di fianco.

Che meraviglia!

Che godimento!

Che languore!

Un piacere che pareva aver perso la sua dimensione animale schiava dei sensi per tornare alla lieve spiritualità di prima.

Che baci...che carezze....che suono dolce nei suoi sospiri e nelle sue parole....

Siamo uomini...siamo animali...siamo bestie e come tali questa cultura ci alleva e ci cresce!

E dunque,quando mia madre ripercorrendo il tragitto inverso aveva imboccato ancora la mia verga,non ero più stato in grado di controllarmi e dopo poche carezze e poche linguate ed escursioni nella sua bocca:

-Sto venendo mamma...sto venendo....vengo...vengo...oh...oh....-

Avevo gridato sperando che si staccasse da me mentre come un vero animale,spingevo la sua testa per conficcarle il cazzo sino in gola e scaricarle dentro incredibili fiotti di sperma.

Tornando in me,mi ero reso conto di aver fatto una cosa orribile....avevo sborrato in bocca a mia madre!

Quando lei sollevandosi aveva ripreso posto a cavallo su di me come quando avevamo iniziato,si era abbassata portando il suo viso davanti al mio e vedendomi così costernato,mi aveva accarezzato il viso e strigliato i capelli ed aprendo la bocca per mostrarmi di aver ingoiato tutto,si era leccata le labbra ed aveva detto:

-Tranquillo amore.....mi hai dato ciò che volevo ed era davvero buonissimo!-

Dopo un dolcissimo sorriso ed un lungo bacio con scambio di saliva,di sapori nuovi ed intreccio di lingue aveva aggiunto:

-E poi tesoro.....quando facciamo l'amore non chiamarmi più mamma.....chiamami Anny....in fondo adesso siamo fidanzati e non desiderando più avere uomini intorno,sei tu il mio amante preferito mentre tuo padre rimane il mio meraviglioso e insostituibile sposo.

Tutti gli altri maschi mi hanno stufata e sono certa che io e te insieme saremo felici e tu mi farai godere molto con quel magnifico arnese che ti ho fatto e che somiglia tanto a quello di tuo padre.

Naturalmente,non ti voglio appiccicoso e geloso altrimenti anche tu ti privi di quelle esperienze che tutti,uomini e donne dovrebbero fare in libertà e senza pregiudizi o tabù, nella loro vita.

Adesso stai qui a letto amore che vado a prenderti qualcosa da bere di forte ed energetico per riprenderti....non penserai per caso che la serata sia già finita?

La parte più impegnativa deve ancora venire....devi godere ancora e devi farmi godere per scoprire la mamma che non conosci e che ha sempre desiderato vivere questo momento con te!-

Abbiamo riso alla prima battuta!

Poi,divenendo più seri,ci siamo baciati ancora ed io mi sentivo davvero felice nel vedere il suo meraviglioso corpo nudo sparire oltre la porta verso la cucina.

segue

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