Il serpente

Scritto da , il 2021-01-03, genere incesti

Era una donna, e si avvicinava lentamente. Lo aveva capito dal corpo snello e dai lunghi capelli biondi. La sua carnagione era chiarissima e spiccava sullo sfondo scuro dell'ambiente.
Quando la sua figura fu abbastanza vicina, poté vedere che sarebbe stata completamente nuda, se non fosse che il suo corpo era circondato da un lunghissimo serpente. L'animale le circondava il busto, nascondendo la punta dei suoi seni, senza stringere. Il serpente risaliva dal centro del petto, tra i suoi seni, girava attorno al suo collo e la testa era sollevata dal corpo della donna. Una mano della donna stava accarezzando lentamente con un dito la testa del serpente. Ogni tanto la lingua dell'animale spuntava tra le fauci, saggiando l'aria.
Si avvicinava con movenze sinuose, dondolando i fianchi.
La vista venne catturata da quel movimento ipnotico e dalle spire del serpente. La coda si infilava nel mezzo delle cosce e non riusciva a capire se continuasse dietro o finiva lì.
Quando fu a pochi passi, riconobbe la donna e gli si seccò la bocca. Deglutire sarebbe stato impossibile. Lui era rimasto immobile, con le braccia lungo i fianchi, ad ammirare la sconcertante bellezza della donna di fronte a lui.
— Ciao, — disse la donna. — Sapevo che saresti arrivato.
Prese a girargli intorno, con leggiadre movenze, senza smettere di accarezzare la testa del serpente.
— Ti piace, quello che vedi? — gli chiese.
Lui annuì, ancora impossibilitato ad aprire bocca.
— Mi sono vestita così solo per te…
La mano lasciò la testa dell'animale e cominciò ad accarezzargli il petto con un dito. Non si era accorto che lui era senza camicia.
— Ed ora che sei arrivato… cosa pensi di fare? — chiese la donna con un sussurro diretto al suo orecchio.
La donna si allontanò di qualche decina di centimetri e prese ancora a girargli attorno, facendo scorrere la mano sul corpo di lui.
— Oh, sì… È decisamente interessante quello che vedo, sai?
Lui cercò di schiarirsi la voce, senza riuscire nell'intento. Era ancora completamente impressionato da quello che vedeva.
— Andrai bene, per quello che ho in mente…
La donna ritornò ad accarezzare distrattamente la testa del serpente. L'animale se ne stava buono e tranquillo attorno al corpo di lei. Ogni tanto, poteva vedere la lingua saettare fuori dalla sua bocca. Non sembrava aggressivo. Sembrava più un animale domestico abituato a stare sul corpo della sua padrona.
La donna mise le sue mani sul petto di lui e cominciò a spingerlo dolcemente all'indietro di qualche passo.
— Era da molto che aspettavo questo momento.
La sua mano destra scivolò verso il basso, trovando una parte anatomica di lui decisamente ingrossata.
— E vedo che anche tu sei pronto…
Lui sentì che i polpacci avevano toccato qualcosa. Girò appena lo sguardo e vide che un immenso letto era appena apparso dietro di lui. Sarà stato largo almeno quattro metri, ed anche altrettanto lungo. Era ricoperto da luccicanti lenzuola di seta rossa. La stanza era illuminata da fiaccole ardenti, che gettavano lunghe ombre e facevano sembrare la stanza primitiva, come se fosse l'antro di una caverna.
La donna lo spinse e lui si sedette sul letto. Lei si piegò su di lui e prese a baciarlo dolcemente. Le sue mani cercarono i bottoni dei suoi pantaloni. Lentamente, un bottone dopo l'altro si sfilò dalla sua asola, mettendo a nudo la sua erezione.
— Uhm… non credevo che fossi così dotato… — disse la donna mentre accarezzava il suo membro.
Lui si appoggiò all'indietro con le braccia tese. Decisamente apprezzava quello che la donna gli stava facendo.
Lei lasciò il suo membro teso e gli abbassò i pantaloni alle caviglie, che poi gli tolse. Lui non indossava l'intimo, ed ora era completamente nudo e pronto.
Lei si chinò a raccogliere i pantaloni da terra e, quando si girò per posarli da qualche parte, poté finalmente vedere che la coda dell'animale non finiva da nessuna parte. Essa si fermava nel mezzo delle cosce.
La donna ritornò da lui ancheggiando. Poi salì anche lei sul letto, gattonando verso il centro.
Lui si tirò su a sedere e si girò a metà. Vide che la coda del serpente finiva dentro il corpo della donna.
La donna, raggiunto il centro del letto, si sedette, con una gamba piegata e allungando l'altra, sorreggendosi a braccio teso.
— Vieni da me… — lo invitò lei.
Anche lui raggiunse il centro del letto gattonando. Il suo membro teso restava duro ed eretto contro il suo addome. Si sedette di fronte a lei, a gambe incrociate. Il suo membro teso rimase rivolto verso l'alto.
La donna prese dolcemente la testa del serpente e gli parlò.
— Ora puoi lasciarmi.
Il serpente cominciò a strisciare sul corpo della donna. Lei prese ad ansimare e a gemere eccitata, mentre l'animale lasciava il suo corpo. Sembrava non finire più. L'animale continuava a strisciarle addosso eccitandola. Quando scivolò completamente dal suo corpo, lui poté vedere che era grosso quanto il suo polso e lungo almeno tre metri.
Il serpente si acciambellò in un angolo del letto, posando la sua testa sulle spire attorcigliate. Lo sguardo dell'animale non lasciò mai la donna.
Lui osservò la donna.
L'aveva vista nuda altre volte, ma mai così nella sua interezza. I suoi seni erano gonfi e tondi, il suo ventre era piatto ed invitante. Non c'era traccia di peluria o altro sul suo sesso.
Lei gli prese una mano e se la portò sul seno.
— Hai mai sentito niente di così morbido e sodo? — gli chiese.
Effettivamente non gli era mai capitato. Il seno della donna era corposo e, sotto il suo palmo, poteva sentire quanto i suoi capezzoli fossero duri e turgidi.
Lui strizzò mollemente il seno della donna. Era incredibile quanto fosse sodo.
Poi la donna gli spostò la mano sul suo sesso. Il ventre era umido, dove la coda del serpente era passata. Si vedeva chiaramente la traccia luccicare alla luce tremolante delle fiaccole.
— E questa, ora appartiene solo a te. Puoi farne ciò che vuoi.
Lui le infilò dentro due dita, scoprendola totalmente intrisa di umori. Lui mosse la mano avanti e indietro, arrivando quasi ad estrarre le dita da lei.
La donna prese ad ansimare e si sdraiò sul letto.
Lui sfilò le dita e si fece più vicino.
— È davvero questo quello che vuoi? — riuscì a dire, dopo che aveva ritrovato la voce.
— Sì… — disse la donna in tono lascivo.
— D'accordo… Ti darò quello che desideri…
Lui si sdraiò sopra di lei, si afferrò la radice del membro ed indirizzò l'erezione nella giusta posizione. Lentamente si spinse dentro di lei, assaporando ogni millimetro di penetrazione.
La donna gemeva estasiata…
— Sì… continua… entra dentro di me… Oh… come sei grosso… Continua…
Lui si spinse completamente dentro. Non rimase niente fuori. La donna era riuscita a prendere tutta la sua erezione. Percepiva le pareti del canale vaginale che gli si stringevano contro.
Lui si sollevò leggermente sui gomiti, guardando la donna sotto di lui. Lei gli sorrise dolcemente e gli posò una mano sulla guancia.
— Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento… Io sono tua da sempre… Puoi fare di me ciò che vuoi.
Lui baciò il palmo della sua mano ed annuì.
— Ho sempre saputo che questo giorno sarebbe arrivato… Il momento in cui io sarei stato dentro di te… È da molto tempo che mi sono accorto di amarti, ma temevo che mi respingessi… e non ho fatto nulla. Io ti amo, Elisa. E se tu lo vuoi, staremo sempre insieme.
La donna rispose solo sì.
Lui iniziò a muoversi, estraendo dolcemente il suo membro dal corpo della donna.
Lei gemette, sentendo improvvisamente il vuoto. Ma non appena lui si spinse dentro ancora, lei inarcò la schiena, urlando eccitata.
Lui continuò a muoversi e a spingere il suo membro dentro la donna. Si chinò su di lei e la baciò. Le mani di lei accarezzavano ovunque, le sue labbra baciavano le labbra, il collo, le spalle, fino a scendere al centro del petto.
Lei lo sentiva scivolare dentro lentamente, ma con risolutezza. Lo sentì pulsare e vibrare. Sentì il suo membro stimolare la cervice. “È incredibile quanto sia lungo, per arrivare sino lì in fondo”, pensò la donna. Sentì tirare la pelle delle grandi labbra ed allora piegò le ginocchia e allargò di più le gambe. La pelle si stirò e lui prese a muoversi meglio.
Lentamente il ritmo aumentò. Era tutto bellissimo. Lei lo sentiva scivolare dentro e fuori sempre più rapido. Avvertiva ogni più piccola protuberanza del suo membro. Ogni spinta era accompagnata da un suo bacio. Le sue dita le pizzicavano i capezzoli duri, e quasi le faceva male.
Era da molto tempo, ormai, che lui era dentro di lei, donandole orgasmi su orgasmi.
D'improvviso lui le afferrò le mani e gliele spostò sopra la testa. Si sollevò un poco dal suo busto, per osservarla meglio. Lei aveva gli occhi chiusi e si stava godendo il suo membro dentro di lei. Strinse forte i polsi ed una serie di potenti spinte la obbligarono ad inarcare la schiena.
Spinse e si fermò. Si ritrasse leggermente, e poi spinse ancora con forza. Si fermò. Il dolore che le procurava era compensato dal piacere che provava con ogni singola spinta. Lei aprì gli occhi e si fissarono, mentre subiva quel trattamento. Entrambi desideravano che non finisse mai.
Lui ansimava forte. Ancora qualcun'altra di quelle poderose spinte, poi le si bloccò dentro in profondità. Il suo seme iniziò a schizzare e riempire ogni anfratto della vagina della donna. Lui fece dentro e fuori con dolcezza, mentre ancora riversava il suo sperma dentro di lei.
Lei lo sentì venire e gli avvinghiò le gambe attorno alla vita, incrociando le caviglie sulla sua schiena per poter percepire meglio ciò che stava accadendo. Lo sentì esplodere dentro di lei. Venne tantissimo. Riuscì a percepire almeno otto singhiozzi da parte del suo membro. Il suo sperma bollente si fece strada dentro di lei. All'orgasmo di lui, fece eco il suo, che gli massaggiò il membro e si risucchiò tutto il suo sperma.
Finalmente lui le lasciò i polsi e crollò su di lei con il fiatone. Entrambi erano appagati.
Lui sollevò la testa dal petto di lei. Si guardarono ancora, poi si tolse, dato che il suo membro si era ridotto di dimensioni.
Appena lui si sfilò dal corpo di lei, dopo essere venuto, il serpente si avvicinò.
Cominciò a strisciare lungo le gambe della donna. La sua lingua saettava impazzita, assaporando gli odori del sesso appena consumato. La testa del serpente indugiò tra le gambe della donna, sorbendo gli odori che emanava.
Poi, incredibilmente, la testa penetrò nella sua vagina. Il serpente, lentamente, entrò tutto nel corpo della donna, senza alcuno sforzo apparente. Man mano che il serpente entrava, il ventre della donna prese a crescere. In poco tempo il suo ventre fu gonfio, come se fosse in uno stato avanzato di gravidanza.
Lui guardò il volto sorridente della donna, poi il suo ventre gonfio, e si sentì orgoglioso di quello che entrambi avevano fatto. Era in qualche modo riuscito a rendere gravida la donna di un figlio suo.

Marco aprì gli occhi di scatto. Era solo stato l'ennesimo sogno in cui la sorella era protagonista. Solo che questo era stato decisamente erotico e si era svegliato con una imbarazzante erezione.
Girò lo sguardo, dove Elisa dormiva nel letto accanto. La casa dove abitavano assieme ai genitori, era piccola e quindi si erano dovuti dividere la stanzetta che usavano come camera da letto. C'era a malapena spazio per i due lettini, appoggiati alle pareti, ed un piccolo armadio. I due letti erano così vicini che, se lui e la sorella allungavano le mani, potevano toccarsi.
Sarebbe più riuscito a guardarla con occhi normali dopo quello che avevano fatto insieme nel sogno?

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