Quando lavoravo in pizzeria. 2

Scritto da , il 2020-06-18, genere tradimenti

Il mio nome è Alexio, sono sulla quarantina,sposato con una donna bellissima e che amo. Abbiamo 4 figli. Nonostante io amo mia moglie, spesso mi capitano delle occasioni alle quali non resisto.
Per la cronaca madre natura è stata molto generosa con me sul lato estetico (non perché lo pensi io, ma perché moltissime donne,se non tutte, me lo dicono) ma il dio denaro ha sempre avuto la manina corta...
I primi giorni che lavorai presso una pizzeria facente parte di una catena napoletana famosa,come direttore del personale e come direttore della sala a Pavia centro, mi ritrovai una mattina ad arrivare nel locale intorno alle 7:30 per sistemare situazione spogliatoi con l'impresa di pulizie.
Entrato all'interno, mi arrivò incontro un ometto non tanto alto,magro sui cinquant'anni con straccio verde che gli usciva dalle tasche e scopa in mano. Lo raggiunsi:" Buongiorno,io sono Alexio e da oggi mi occuperò di tante cose in pizzeria a partire dalle pulizie che devo coordinare con lei". Andammo verso gli spogliatoi perché pretendevo che venissero puliti bene pure loro.
Entrati dentro gli spiegai cosa mi aspettavo e all'improvviso entrò una donna molto carina, abbastanza altina per essere una femminuccia, magra ma con due belle tette che si capiva dalla forma della Polo che indossava su pantaloni di tuta attillati. Capelli raccolti a coda neri, carnagione pallida e occhi verdi; sulle labbra un bel rossetto bordeaux che le dava un po' l'aria "dark-zoccolina" sul collo un piccolo tatuaggio di una edera con tre foglie (poi mi spiegò che significava i membri della sua famiglia:lei, marito e figlio).
Fu una vera e bella sorpresa Annaelena.
Il giorno successivo tornai ancora presto per organizzarmi con gli eventuali colloqui per i candidati camerieri. Trovai di nuovo la coppia, dopo poco Ferdinando(marito della gnocca) si affrettò ad andare via per pulire un altro locale, lasciando così Annaelena sola,poi verso le 11:20 sarebbe ripassato a riprenderla.
Lei mi vide e fece un bel sorriso (con quel rossetto bordeaux sembrava avesse i denti più bianchi del bianco stesso)" come mai così presto? Avevi proprio voglia di rivedermi?" E fece una grossa risata per farmi capire che aveva fatto una battuta. Io subito:" non che tu sia brutta,anzi! Ma sono qui perché devo organizzarmi per i colloqui di oggi, abbiamo bisogno di almeno tre persone" e nel frattempo spostavo un tavolo verso un muro.Lei:"assumete? Senta io faccio la maleducata e ne approfitto: a casa ho il mio bimbo che ha 17 anni, ha mollato la scuola e tutto il giorno lo passa a poltrire e gironzolare per casa senza un futuro,non è che..." io:" Gli dica di passare oggi alle 10:30 che vediamo cosa si può fare". Lei telefono' al marito e all'orario stabilito feci il colloquio al figlio che iniziò lo stesso giorno con la prova. Era proprio un vero imbecille,ruppe circa venti piatti, gli scivolò dalle mani una bottiglia d'acqua e dulcis in fundo rovesciò,nell'appoggiare un vassoio a tavola, un bicchiere di vino rosso contro una cliente. Era disperato perché aveva compreso che non aveva propriamente superato il giorno di prova.
Il giorno dopo arrabbiato, desideravo avvisare i genitori che lo avrei lasciato a casa, ma appena entrato nella pizzeria ci misi poco a capire che c'era aria scoppiettante. Ferdinando a testa bassa se ne andò nell'altro locale, Annaelena invece aveva gli occhi gonfi di chi aveva pianto molto. Avvicinatasi a me:"perciò lo lascerai a casa? Mio figlio è disperato per la giornata di ieri e quell'imbecille di suo padre gli ha urlato in faccia che è un fallito" dicendo così si mise a pingere. Istintivamente mi venne spontaneo abbracciare la sua testa portandomela al petto e le feci carezze in testa. Dissi:" non ti preoccupare, la prova finirà domani e magari tuo figlio prenderà più confidenza col lavoro... Insomma non è difficile imparare a non farsi scivolare dalle mani i piatti o altro!". Lei si staccò mi guardò fisso negli occhi e sorrise... Automaticamente cominciammo a baciarci. Le nostre lingue si rincorrevano nelle bocche. Ora avevo le mani una dietro la sua nuca e l'altra sul fianco che feci scivolare sui suoi glutei che sembravano di marmo.
Lei non fece nulla per togliersi.
La presi per mano e andammo dietro al bancone del pizzaiolo dove venivano stese le pizze, da lì si controllava tutto il locale. Lasciata lì, corsi a chiudere a chiave il locale e tornai subito da lei. Ricominciammo a limonare duramente. Volevo di più e lei lo capì. La voltai facendola appoggiare al bancone freddo con i gomiti, velocemente lei calai la tuta attillata insieme alle mutandine di pizzo bianco bagnate del suo desiderio. Mi calai i pantaloni pure io, mi misi inginocchiato dietro a lei e con le mani allargai le chiappe. Uno spettacolo avevo davanti: la sua passerà pelosa ma curata e il forellino del suo culo. Cominciai a leccare disperatamente ovunque,aveva un odore inebriante,la figa continuava a sgocciolare la mia saliva insieme ai suoi umori, continuavo anche a penetrarla con la lingua sia la figa saporitissima che il buchino del culo. Credo che ebbe un paio di orgasmi. Mi sollevai e desideravo ardentemente di penetrarla ma lei mi fermò:" hai il preservativo? Io non uso niente di niente" esclamò. Non avendo dietro con me il condom, le presi la nuca e la abbassai a tu per tu col mio pisello felicissimo. Leccò la punta,poi con la mano lo alzò verso l'alto e leccò il tronco,due leccate ai testicoli e poi lo prese in bocca. Sentivo il caldo che me lo avvolgeva,la sua lingua roteava intorno alla cappella e poi cominciò a fare avanti e indietro con la testa e nel frattempo mi guardava dritto negli occhi. Mi prese una mano (senza mollare il lavoretto di bocca) e se la mise dietro la sua testa. Voleva che le dessi io il ritmo, così cominciai a dettare i tempi. Stavo per venire:" fammi sborrare in bocca!" E lei mi fece l'occhiolino e capii che era d'accordo. Sborrai dentro la sua bocca tutto il mio liquido e nel frattempo le facevo le carezze in testa. Finito si alzò e sputò dentro al cestino a terra tutta la mia sborra. Ci risistemammo, controllando che fosse tutto a posto appena in tempo che arrivò il cornuto del marito a prenderla. Uscirono dal locale e saliti sul furgoncino si allontanarono.
Il figlio ovviamente era un coglione come il giorno prima. La mattina dopo accompagnai Daniele mio figlio a scuola, andai a Pavia mi fermai alla Esselunga vicino alla Minerva e comprai un pacchetto di preservativi.
Parcheggiai l'auto poco distante dal locale e appena vidi Ferdinando allonatanarsi, mi fiondai in pizzeria, chiuso a chiave e cercai Annaelena, trovata in una delle due sale , l'abbracciai da dietro e lei si spaventò un attimino. Presa nuovamente per mano la portai sempre da dove si dominava tutta la pizzeria.
Limonai con lei velocemente,ero nervosissimo ed eccitato più che mai e lei chiese:"Hai il preservativo?" Sorridente estrassi trionfante dalla tasca il pacchetto nuovo, lo aprii e ne tirai fuori uno, sdrotolato su tutto il mio membro, le presi la testa e la accompagnai dolcemente a farmi fare un pompino, tenendola per la coda la feci rialzare, la girai velocissimo e calai subito giù tuta e perizoma rosa fino alle caviglie. Lei si appoggiò ancora con con le tette sul bancone e su una guancia socchiudendo gli occhi. Mi inginocchiai e le feci il servizio all inclusive del giorno prima con la lingua.
Ebbe un orgasmo fortissimo, aveva le gambe che si indurirono e si sollevò sulle braccia mugolando qualcosa verso l'alto.
Mi sollevai, la feci piegare di nuovo a 90 gradi e le ordinai:"allaragati le chiappe!" E lei appoggiata sulle tette e sul mento ubbidì. Mi avvicinai col cazzo avvolto nel preservativo alla sua fighetta tutta con i peletti bagnaticci, appoggiai la punta all'ingresso e finalmente la penetrai con il mio pisello durissimo. La presi per la coda, mentre lei si teneva allargato il culo con entrambe le mani. Sbattevo talmente forte che la sua figa scorreggiava ad ogni affondo e con la pancia sbattevo contro il suo buchino del culo. Ebbe un altro orgasmo. Le infila la mano libera sotto la maglietta cercando le tette che non avevo ancora visto e provato. Trovata una capii che erano grosse (almeno una quinta)e dure. Cominciai a schiacciargliela nella mano come fosse un antistress. Continuava a prenderlo sempre con gli occhi chiusi. Io le davo colpi sempre violentissimi.
Poi estrassi il pisello così veloce che rischiai di perdere dentro di lei il preservativo.
Mi riabbassai e leccai il cerchio nella sua figa arrossatissima lasciato dal mio cazzo.
Mi alzai e appoggiai il cazzo nuovamente alla figa fradicia, ma poi puntai al buchino innocente e appoggiata la cappella lei si indurì subito capendo ciò che le aspettavai supplicò:"fai piano che lì fa male.Non tutto di colpo ti prego!". Mi piace sentire le donne che mi supplicano di essere dolce con il loro culo. Sbattendomene di ciò che aveva appena detto, la penetrai con forza e violenza nel buco del culetto, lei aveva gli occhi sbarrati ed emise un urlo per il dolore:" agh... Me lo hai rotto!". Risposi ansimante:" si puttana! Te l'ho rompo sto culo! Lo senti? Lo senti?". Poco dopo apri la bocca a cerchio, con gli occhi spalancati e le sopracciglia inarcate:" ti prego continua, scopami tutta come una troia! Voglio essere la tua puttana! Inviami ancora e ancora! Sfondami il culo! Dimmi che sono la tua troia! Fammelo sentire tutto dentro!" Non stava zitta un attimo, continuava a ripetermi di trattarla come una troia vera,di spaccarla tutta. Ebbe non so quanti orgasmi(credo più mentali che effettivamente per ciò che le stavo facendo al culo) Quando sentii che stavo per venire tirai fuori il cazzo dal culo lasciandola con una O al posto del buchino. Lei si girò e si inginocchiò, tolsi il preservativo con forza tirandolo dalla punta (mi feci un po' male). Lo cacciai in bocca, lei aspettava in ginocchio con la bocca aperta e la lingua in fuori. Sborrando ansimavo come un animale e le ordinai:" adesso non lo sputi! Voglio che la ingoi tutta la mia sborra!" E lei ubbidì. Finito si rialzo e corse in bagno per risistemarsi tutta. Uscita mi sorrise:" mi hai fatto male al culo! Ma mi è piaciuto molto!domani ancora?" Risposi :"tutte le volte che vorrai". Riaprimmo il lucchetto e poco dopo arrivò il marito cornuto. Saliti sul furgone vidi che lei lo baciò con amore sulla bocca.
Andammo avanti così per circa 5 mesi, poi rimase in cinta del maritino e smise di venire a fare le pulizie. Fu sostituita da Angela la sorella del cornuto... Angela è un"altra storia.

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