Margherita- Fairytale Gone Bad

di
genere
tradimenti

Doveva correre fuori da quella casa, doveva respirare…perchè non c’era ossigeno ? Chi lo aveva rubato?
Ma non riusciva a muoversi, continuava a pensarlo “vai via! va via! va via! “ma i suoi piedi sembravano piombati…
“Marghe..io..non è come pensi!”
Lui parlava , lei vedeva le sue labbra muoversi ma non riusciva a sentirlo…era troppo concentrata per rubare quel poco di aria rimasta in quella stanza.
Alessio si alzava dal letto sollevandosi i pantaloni , lei riusciva solo a vedere Ivana mezza nuda che cercava di coprirsi.
Avrebbe voluto solo andare via..voleva solo della fottutissima aria.
“Marghe..ascoltami …”la mano che le si posava sulla spalla.
Quel contatto fu come l’interruttore che ridestò il suo cervello. Quella lurida, schifosa e falsa mano che la stava toccando sostituì la mancanza di ossigeno ad un senso di nausea. Solo pochi secondi prima quella stessa mano stava spingendo la testa d’ Ivana sul suo cazzo, o forse no… forse quella che ora era sulla sua spalla era quella che palpava le tette di quella troia che fino a quella sera lei credeva sua amica…
Quella mano non aveva più diritto di sfiorare la pelle di Margherita..
Fece un faticoso passo indietro per ritrarsi da quel contatto.
“Io non volevo..”disse lui cercando di seguire quel passo.
“Non parlare!”sussurrò Margherita, non voleva sentirlo..non voleva niente di più che andare via!
Non riusciva nemmeno a sentirsi arrabbiata . Non aveva nemmeno la forza di urlare. Si sentiva solo…stupida.
Stupida per essersi sentita in colpa per essere arrivata in ritardo a quella festa, stupida per aver pensato che Alessio ci fosse rimasto male nel non vederla arrivare. Stupida per avere seriamente creduto a tutte le belle parole che lui le aveva recitato in quei mesi.
“Devo andare..”disse girandosi ed allontanandosi.
La musica nel salone era alta, tutti si divertivano mezzi brilli.
Nessuno fece caso a lei .
Man mano che si allontanava da quella stanza le sue gambe iniziarono a muoversi sempre più facilmente, come se improvvisamente la casa si fosse spostata in diagonale per aiutarla ad uscire.

Aprì la porta. L’aria fresca di Settembre sembrò schiaffeggiarle il viso.
Doveva chiamare suo fratello…doveva farsi venire a riprendere subito!
Tasto sul fianco dove credeva di trovare la sua borsa.
“Porca puttana.. è dentro!!” pensò non trovandola.
“Domani, la vengo a prendere domani..”pensò quasi in trance e senza ragionare, cercando solo di concentrarsi su quell’aria fresca iniziò a camminare.
“Marghe!!! Fermatiiii dove vai??!!” Alessio che la chiamava.
Non girarti. Non guardarlo. Non dire niente. Non esiste. Non lo senti. Non piangere.
Era cresciuta assistendo alle scenate di gelosia di sua madre, ai suoi pianti, alle sue urla.Lei era meglio di così.
“Porca Puttana ti fermi??!” le disse Alessio raggiungendola e facendola girare. Fermi su quel marciapiede come nella più patetica scena di un film , lui si aspettava di vederla disperarsi, si aspettava almeno qualche insulto…non era di certo preparato al silenzio. Si guardarono per quella che a lei sembrò un eternità.
“Possiamo parlare..?”le disse
“No” due lettere, di più non era sicura di poter dire senza piangere. E si girò per riprendere la strada verso casa..anzi la strada che la portava il più lontano possibile da li..
“Non puoi andare a casa a piedi…”
Non gli rispose continuò a camminare, senza girarsi..
Pensava, ogni passo era un pensiero.. una fotografia mentale..le immagini di lei ed Alessio e di Alessio ed Ivana si mescolavano alla velocità della luce..vomito..aveva solo voglia di vomitare…
Era come se le avesse rubato il sogno..
Entrò nel primo bar sulla strada, pregando il barista di poter fare una chiamata.
Lui le diede il telefono e lei digitò il solo numero che ricordasse a memoria , quello di Katia.
Per fortuna i suoi non le avevano dato il permesso di andare a quella festa, per fortuna lei era a casa e poteva chiamare suo fratello.
“Chiama Matteo..digli di venirmi a prendere”disse all’amica dicendole il nome del bar in cui lo avrebbe aspettato.
“Che ci fai li? Non sei alla festa?”chiese Katia
“Katia..per favore chiamalo subito”disse Margherita.
“ok..poi mi richiami?”le chiese preoccupata l’amica.
“Non ho il telefono ti chiamo appena arrivo a casa…”disse Margherita agganciando la chiamata e porgendo il telefono all’uomo dietro al bancone.
“Tutto bene?”le chiese lui con fare paterno, infondo avrebbe potuto davvero essere suo padre.
“Si.grazie.”disse poi cerco di sorridergli uscendo di nuovo sulla strada e sedendosi sul marciapiede, abbastanza distante dalla vetrina perchè la credesse andata via.

“Oh si così mi piace..”la voce goduriosa di Alessio mentre se lo faceva prendere in bocca da Ivana le risuonò nell’orecchio come un eco. Aveva detto la stessa cosa a lei più di una volta e lei gli aveva pure creduto…iniziò a piangere..
“no..cazzo no!!”disse asciugandosi sul maglione e soffiando l’aria dalla bocca per allontanare quel nodo in gola, come se fosse così facile mandarlo via.

Per sua fortuna suo fratello non era distante e ci mise meno di 15 minuti ad arrivare.
Quanto avrebbe voluto dirgli quello che era successo.. ma nessuno , nemmeno lui , sapeva di Alessio… doveva essere il suo romantico segreto, la sua favola..
Già proprio bella favola!!
“Che succede? Dove hai il telefono? Perchè mi ha chiamato Katia?”le chiese lui preoccupato quando lei veloce come un fulmine salì in macchina.
“Mi sono dimenticata la borsa alla festa…”disse lei
“Andiamo a prenderla..”disse lui mettendo la retromarcia per fare manovra.
“No..domani..voglio andare a letto!”disse lei come se stesse pregando un serial-killer di non ucciderla.
“Che è successo?”le chiese guardandola. La conosceva troppo bene per non sapere che qualcosa c’era.
“Portami a casa..per favore..”disse lei iniziando a piangere.
Lui senza dire nulla mise la marcia e mentre andava con un braccio l’avvicinò a se per abbracciarla.
Non era stupido, lo sapeva senza che lei lo dicesse che c’entrava un ragazzo…forse non poteva immaginare esattamente cosa fosse successo, magari pensava che fosse solo una “semplice” delusione adolescenziale…

Fermò la macchina poco distante da casa, in un bellissimo angolo panoramico , da cui si poteva vedere la città sotto le colline.
“Mamma è ancora sveglia a quest’ora..se torni a casa in queste condizioni ti farà il terzo grado..”le disse giustificando quella fermata fuori programma. Spense la macchina.
“proprio non me lo vuoi dire che ti hanno fatto?”le disse
Lei fece cenno di no con la testa, tenendolo avvinghiato come un koala con un ramo di eucalipto.
“Ok..allora mi devi una felpa..”le disse cercando di strapparle un sorriso , riferendosi alle inevitabili macchie di mascara che gli avrebbe lasciato .
“Te la lavo..”borbottò lei passando la mano sulla macchia nera.
“Come minimo!!”disse lui accarezzandole i capelli.
“Dovevi uscire con i tuoi amici..devi ..”disse lei pensando si avergli rovinato i piani della serata.
“Sto bene anche qui…”le disse tirando giù il finestrino e accendendosi una sigaretta.
“E’ un coglione..”disse sputando fuori il fumo.
“Chi?”chiese Margherita
“Chiunque ti abbia fatto piangere…”disse lui
Avrebbe voluto chiedergli perchè gli uomini tradiscono..ma rimase zitta.
La radio in quel momento stava trasmettendo “Fairytale gone bad” dei Sunrise Avenue.
“decisamente a tema..”pensò Margherita.
“Tieni..scrivi a Katia..era preoccupata..”le disse Matteo dandole il suo cellulare.
Margherita lo prese “ Sto bene. Ti chiamo domani” Invio.
Non voleva parlare con nessuno. Era in silenzio con la sola persona che volesse intorno.
Come Rossella O’Hara ci avrebbe pensato domani…
di
scritto il
2020-01-17
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