La famiglia Perosi - Capitolo 2 - Il ricatto

Scritto da , il 2019-09-07, genere dominazione

Capitolo 2 – Il ricatto

La mattina seguente, mi svegliai un po' più tardi del solito, dovevo recuperare il sonno e le energie perse la sera prima, non sentivo nessun rumore in casa, così ho pensato che i miei fossero usciti.
Le immagini della sera prima mentre scopavo mia madre continuavano a spuntarmi in mente, mi stiracchiai un po' e scesi dal letto con il mio amichetto sull'attenti. La mia voglia di mia madre di sicuro non si era assopita... anzi, non vedevo l'ora di gustare ancora il suo corpo tonico, ma dovevo stare attento a non forzare troppo le cose e giocarmi bene le mie carte. Non dovevo mollare la presa che avevo su di lei, avevo vinto il primo round, ma poteva sempre avere uno scatto d'orgoglio e raccontare tutto a papà... in quel caso avrei perso il mio jolly, il ricatto. Innanzi tutto dovevo capire se avesse raccontato qualcosa a mio padre prima di fare la mossa successiva. Non sapevo cosa fare di preciso, meglio pensarci a stomaco pieno e mi incamminai verso la cucina per mangiare qualcosina.
Appena entrato in cucina vidi mia madre seduta davanti ad una tazza di latte, aveva lo sguardo perso nel vuoto. Quando si accorse della mia presenza alzò lo sguardo e mi fisso con occhi tristi. Feci due passi verso di lei entrando e stavo per salutarla, era un gesto spontaneo, non potevo resistere alla sua dolcezza, quando riflettendoci bene, pensai che dovevo mantenere la linea dura della sera prima, così le passai accanto senza degnarla di uno sguardo e aprii il frigo per prendere il latte.

Si fece coraggio e parlò per prima:

“Dobbiamo parlare...”.

Non le risposi.

“Marco, guardami... dobbiam...” Non la feci finire la frase:

“Papà?”

Aspettò qualche secondo prima di rispondermi, temevo che gli avesse raccontato tutto e che se ne fosse andato. In fondo volevo bene ai miei genitori, non volevo far loro del male.

“E' uscito come tutte le domeniche, è andato a vedere quella stupida partita di calcio!”.

L'asprezza con cui parlò di papà mi fece capire che non gli aveva raccontato niente. Era arrabbiata, aveva bisogno della sua presenza e invece lui se n'era andato con gli amici per guardare una partita di calcio. E lei non aveva potuto trattenerlo, cosa gli poteva dire per farlo rimanere? Che la sera prima aveva scopato con l'amico del figlio nella loro camera da letto con lui di fianco che dormiva?

Risposi un semplice.

“Ok.” e feci per andarmene.

Mi afferrò per un polso trattenendomi.

“Aspetta, dobbiamo parlare adesso.. di ieri sera.”

Mi divincolai dalla presa e con uno ringhio feroce mi voltai e le sputai addosso la mia rabbia:

“Non mi toccare! Puttana!”.

Quelle parole la ferirono. Aprì la bocca come per parlare, ma il silenzio fu l'unica cosa ad uscire da quelle meravigliose labbra carnose.
Uscendo dalla cucina mi voltai per guardarla ed esitai un attimo nel parlare, stavo contemplando il suo dolce viso, lei credette per un attimo che volessi scusarmi per le parole dure che le avevo detto, invece:

“Decido io quando parlare! Vedi di non fare altre stronzate, penso che ne hai già fatte abbastanza.... no? Io esco con gli amici, torno per cena, fammi trovare le salsicce al forno con le patate!”.

Non avevo mai dato ordini a mia madre, non mi ero mai permesso e la sensazione di potere era inebriante.

Rispose con un flebile

“Si, va bene”. E riabbassò lo sguardo contemplando il vuoto nella tazza di latte.

La giornata trascorse tranquilla in compagnia dei miei amici, Augusto naturalmente non si fece vedere in giro. La sera tornai a casa per l'ora di cena, i miei stavano giusto per mettersi a tavola, bene, avrei sfruttato l'occasione per capire una volta per tutte se si fossero parlati. Per cena c'erano salsicce e patate al forno.

Seduto al mio posto guardai mia madre, si comportava normalmente, nessun segno di tensione tra loro. Cenammo tranquillamente anche se nessuno parlava molto, come al solito, quando stavamo sparecchiando mio padre disse:

“Vado a sedermi in poltrona a guardare Real-Barcellona”.

Mia madre non disse niente, ma mentre usciva io lo fermai e gli dissi:

“Aspettà Pà, devo dirti una cosa”. Le mie parole furono interrotte dal crack del piatto che fino ad un secondo prima era in mano a mamma ed ora invece giaceva in mille pezzi sul pavimento.
Mia padre si voltò per guardare cosa fosse successo.

“Stai attenta!”

Mia madre non rispose, il suo viso era una maschera di paura. Era letteralmente terrorizzata, tanto che mio padre pensò si fosse fatta male.

“Tutto bene? Ti sei tagliata?”

Mia madre non rispondeva, mi fissava con uno sguardo supplichevole come a dirmi telepaticamente, ti prego non dire nulla... aspettai qualche secondo per aumentare il pathos, le sorrisi leggermente fissandola negli occhi e poi girandomi verso papà gli chiesi:

“Abbiamo vinto oggi?”

Mia madre riprese a respirare di colpo, come se le avessero tolto un macigno dal petto, cominciando a raccogliere i pezzi sul pavimento. Mentre papà andandosene di là, borbottò:

“ Macché quelle pippe...” uscì dalla cucina diretto alla tv nel salone.

Avvicinatomi a mamma chinata per raccogliere i frantumi del piatto, la presi per i capelli costringendola ad alzare lo sguardo verso di me:

“Ahi mi fai male! Che diamine..” lo schiaffo la colpì in pieno volto. Non molto forte a dir la verità ma sufficiente ad arrossarle un po' la guancia.

“Non pensare di essertela cavata così facilmente! Non ho ancora deciso se dire tutto a Papà o no.”

Non proferì parola ed abbassò leggermente lo sguardo a terra.

“Guardami negli occhi quando ti parlo!” e le tirai nuovamente i capelli per farle alzare la testa.

Non appena incrociò lo sguardo, una lacrima le rigò la guancia...

“Per favore, non mi trattare così. Io non...”

“Tu non cosa?” La interruppi.

“Tu non.... puoi fare ancora la troia con Augusto? Tu non puoi scopare con lui o magari con gli altri miei amici eh? Quanti te ne vorresti fare? O te li sei già ripassati tutti?”.

“Ma io non so cosa è successo ieri sera, io non ho cercato Augusto, lui mi...”

“Lui cosa? SEI TU CHE TI SEI FATTA INCULARE!” Strillai...

Si voltò verso la porta temendo che mio padre potesse sentire..

“Ti prego parla piano, tuo padre è di là”.

“Adesso ti preoccupi di papà? E ieri quando ti sei ubriacata e non soddisfatta della scopata con papà ti sei ripassata anche Augusto?”.
“Pensi sia uno stupido?!? Pensi davvero sia così ingenuo, vuoi farmi credere che una donna adulta non si accorge che stà scopando un ragazzino?”.
“Ora basta con queste patetiche scuse, finisci di mettere in ordine e non mi fare incazzare ancora... oppure sarà peggio per te!”.

La giornata era stata abbastanza lunga così me ne andai in camera a giocare con l'xbox.

I momenti di contatto con mia madre furono veramente pochi nei giorni successivi.
I giorni correvano veloci, mia madre era taciturna ed un po' depressa, mentre mio padre ignaro di quello che era accaduto non si accorgeva di nulla. E' sempre stato un tipo semplice e bonario, credeva nelle persone e si fidava sempre di tutti, era il compagnone del gruppo e si divertiva un mondo in mezzo alla gente che ricambiava il suo affetto sincero. Per quello trascinava sempre mamma con se ogni volta che qualcuno organizzava una festa. Io invece mi ammazzai di seghe al ricordo della scopata e con i DVD che avevo tolto ad Augusto. Ormai non si faceva più vedere in giro. La scuola era quasi finita mancava solo 1 settimana e sapevo che ero stato promosso a pieni voti, ero il cocco dei professori.

Arrivati a sabato papà annuncio' tutto contento che gli amici della solita combriccola avevano organizzato una serata in discoteca, avevano affittato un locale per un revival anni '80, si andava a ballare come ai vecchi tempi e mi disse di non aspettarli alzato, avrebbero fatto le ore piccole, era talmente contento che mi mise di buon umore. Mia madre invece non era proprio dell'umore adatto e provò a convincerlo a non andare, ma nessuno avrebbe tolto a papà la sua festa quella sera, così mestamente si andò a preparare.

Il solo pensiero di mamma in ghingheri, mi faceva tremare le mani e non solo... sarebbe stata l'occasione che aspettavo per mettere in atto il mio piano per farla di nuovo mia. Ormai ero quasi sicuro che avrebbe fatto di tutto affinché non parlassi con papà, ma avrebbe potuto ancora resistere, dovevo farla capitolare una volta per tutte. Se avesse bevuto, anche solo un po', mi avrebbe reso le cose più facili, l'alcol le avrebbe fatto abbassare un po' la guardia e perdere quel tanto di lucidità che mi avrebbe permesso di osare di più. Verso le 22:00 uscirono, mia madre era vestita da urlo, un trucco leggero ma che metteva in risalto i suoi lineamenti ed un vestitino a tubino, leggero e attillato che le fasciava il corpo mettendo in risalto le sue forme esplosive, la gonna arrivava appena a metà coscia mentre la parte superiore le lasciava un po' scoperte le mammelle generose, niente di esagerato, ma che scollatura... se non ci fosse stato mia padre lì con noi a due passi, le sarei salto addosso strappandole il vestito di dosso.
Mi salutarono velocemente e si diressero al taxi che li aspettava di sotto.

Dopo un paio d'ore di tv, decisi che era meglio andare a dormire, dovevo essere pronto per quando fossero tornati.
Come al solito fu il casino dei miei genitori che tornavano a svegliarmi.
Erano le 4:55 del mattino, avevano fatto festa davvero, era quasi l'alba. Sapevo che avrei dovuto aspettare un altro po' prima di muovermi, una mezz'ora almeno per essere sicuro che dormissero profondamente. Un nodo mi si era formato allo stomaco mentre pensavo a quello che avrei fatto a mia madre di lì a poco. Il mio cazzo era dritto come l'asta di una bandiera e la cappella faceva capolino dalle mutande. Così mi sono tolto il pigiama ed ho iniziato a massaggiarmi il cazzo turgido. Le palle quasi mi facevano male tanto erano gonfie. Gocce di precum rivestivano la punta lucida, già gustavo le immagini del suo culetto carnoso tra le mie mani ed i capezzoli turgidi tra le mie dita.... rischiavo di venire solo al pensiero.
Guardai l'orologio impaziente, erano passati solo 20 minuti ma non potevo più aspettare.

"Ora o mai più", mormorai, scendendo dal letto.

Sapevo che sarei andato all'inferno per questo, ma per me ne valeva la pena. Ho lasciato la mia stanza solo con una maglietta, senza boxer o pantaloncini ed il cazzo nudo che svettava all'aria. Quando ho raggiunto la loro porta, ho appoggiato l'orecchio contro la sua superficie fredda e sono rimasto fermo in ascolto, sentendo il suono familiare di papà che russava.
Molto lentamente, ho girato la maniglia e spinto la porta, aprendola. Il cuore in gola ad ogni scricchiolio. Mio padre aveva lasciato di nuovo la luce accesa sul comodino. Mia madre era fuori dalle lenzuola, dormiva sul suo lato rivolta verso di me. Non si erano nemmeno spogliati, erano ancora vestiti. Dovevano essere crollati appena appoggiati al letto, papà puzzava d'alcool e fumo. Mamma un po' meno... forse non aveva fatto festa come al solito pensai tra me.
Il vestito corto le era risalito leggermente mettendo in mostra le cosce ed i glutei si intravedevano appena. Il suo seno strabordava dal top ed i suoi globi lisci erano come nudi per i miei occhi affamati. Ho cercato di controllare il respiro mentre osservavo il suo petto che si alzava su e giù mentre dormiva ignara dei miei desideri lussuriosi.
Mi sono avvicinato al letto sfilando via la maglietta. Le sue labbra golose non erano a più di dieci centimetri dal mio viso. Era così sexy che non avevo altra scelta se non quella di allungare le mani strofinando il palmo delle mie mani sulle sule curve calde. Potevo quasi sentire il cuore che mi martellava nel petto.
Mi sono avvicinato ancora mettendola punta del cazzo vicino la sua bocca, strofinandolo sulle labbra carnose ed appena schiuse, ho afferrato mia madre per la testa e l'ho tirata verso il bordo del letto spingendo la cappella e forzando il mio cazzo nella sua bocca. Non si agitava nemmeno. La sua bocca era così calda ed accogliente che non potevo resistere, sfilai il cazzo. Volevo farla mia, ma doveva sapere che ero io a possederla, così la scossi leggermente... poi un po' più forte finché non aprì gli occhi. Mi guardò perplessa, le diedi il tempo di mettere a fuoco.. e le dissi:

“Ok volevi parlare, avanti parla”

“Ma.... che ore... è notte, non mi sembra l'ora e il caso di.... “

Le parole le morirono in gola quando vide che ero nudo ed il cazzo dritto che puntava al suo viso.
Misi ben in mostra il mio amichetto.. agitandolo a destra e sinistra.

“Beh, non credo sia il primo che vedi, anzi..ultimamente ne hai visti molti, o no?”.

Non sapeva cosa dire. Così la incalzai di nuovo:

“Avanti, volevi parlare, dì quello che hai da dire, sbrigati, poi tocca a me parlare”.

“Ok, và bene, andiamo di là.. così ti puoi vestire” e fece per alzarsi, ma la bloccai sul letto, mettendole una mano sulla spalla spingendola giù.

“Parla qui, adesso e sbrigati ti ho detto!”

“Ma sei nudo e tuo padre... dorme”.

“Ti sei fatta scopare qui mentre dormiva, non mi dire che non può parlare con tuo figlio.” Mi guardò preoccupata ma alla fine cedette, si tirò leggermente su a sedere sul letto, poggiando la schiena al cuscino, mentre io continuavo a rimanere in piedi con il cazzo puntato verso il suo viso.

“Tesoro, non so quello che è successo l'altra sera, ero ubriaca, dormivo e d'un tratto mi sono trovata di fronte il tuo amico...” La fermai bruscamente.

“Non è mio amico!”. Mi guardò dispiaciuta. Sapeva quanto fossimo amici. Il senso di colpa si fece più greve, aveva anche rovinato l'amicizia con il miglior amico del figlio... che razza di madre era.

“Continua!”

“Beh mi sono trovata di fronte Augusto, nudo, che...”. Completati la frase per lei..

“Che ti aveva scopava, questo lo so vi ho visto.”

“Non lo so, ti giuro che non so quello che è successo. Stavo dormendo e non mi sono resa conto che....”.

“Bugiarda! Vuoi farmi credere che non ti sei accorta che ti stavano inculando?”

“No.... forse io..”. Si portò le mani sul viso. Balbettava incapace di completare una frase sensata.

“Si, ma credevo... pensavo, non lo so.. non credevo fosse Augusto, pensavo fosse papà...”

“Zitta! Non dire il nome di quel bastardo e non mi raccontare altre bugie!”

“Rispondi sinceramente, se ne sei capace..” feci una breve pausa, ma conoscevo già la risposta alla mia domanda.

“Hai goduto mentre ti scopava?!”

Mi guardò tremante, le lacrime iniziarono a rigargli il volto, aprì leggermente la bocca per parlare, ma non emise suoni... rimanemmo in silenzio per qualche secondo.

“Bene, il tuo silenzio è un'ammissione di colpa.”

“Ora tocca a me parlare.” La lasciai trepidante in attesa come per un verdetto del giudice che stava per sentenziare.

“Hai goduto ma non ti sei accorta che scopavi... che pessima bugiarda che sei!”. La fissai scuotendo la testa... poi presi un respiro profondo e tutto d'un fiato...

“Sei sempre mia madre e ti voglio bene, fosse stato solo per quello che hai fatto a me... Lo sapevi che Augusto era il mio migliore amico... ti avrei anche perdonata, cercando di dimenticare tutta questa storia, ma papà... mi dispiace, ma quello che hai fatto a lui non te lo posso perdonare”.

Era tesa e triste.

“Forse col tempo riuscirò a perdonarti del tutto”. Lo spiraglio che avevo aperto nella durezza delle mie parole, la rincuorò, vide una flebile speranza e ci si aggrappò. Mi guardò speranzosa... con gli occhi luccicanti. Poi continuai...

“Ma.... devo essere sicuro che tutto questo non accada di nuovo.” altra pausa ad effetto.

“A partire da oggi farai tutto quello che ti ordino, senza discutere o obiettare. Basterà 1 solo rifiuto..” La guardai dritta negli occhi....

“1 sola volta che non farai quello che ti ordino e dirò tutto a papà e non ti rivolgerò mai più la parola, per me sarai come morta, finita! Bada bene che non scherzo, 1 sola disobbedienza e caput!”.

Rimasi in attesa di una sua reazione, non ci fu. L'asprezza e la durezza di quanto le avevo appena detto aveva spezzato la sua volontà..... era mia.

“A te la scelta, cosa decidi? Farai tutto quello che ti ordino senza obiettare?”

Mi guardò sconcertata non capiva dove volessi arrivare o cosa stesse succedendo.

“Si”. Fu un flebile sussurro, appena accennato con la testa china in avanti.

“Non ti ho sentita” parla più forte. Le presi delicatamente il mento e le sollevai la testa china guardandola dritto negli occhi, attendendo la sua risposta.

“Si!” Disse convinta incrociando lo sguardo con il mio.

“Si.... cosa?” la incalzai.

“Farò tutto quello che ordini”. Continuai per lei... “Senza mai...” le lasciai terminare la frase.

“...obiettare.” Abbassò di nuovo lo sguardo verso il pavimento, se avesse potuto sarebbe sprofondata.

“Bene, vedremo subito... voglio metterti alla prova, ma ricorda, 1 volta, basterà 1 sola disubbidienza e sei finita”.

“Avanti sdraiati.” Mi guardò stupita come se non avesse capito.

“Non mi far ripetere le cose 2 volte, ti ho detto sdraiati!”. Si mosse lentamente rimettendosi supina sul letto, mantenendo lo sguardo fisso su di me, non capendo cosa volessi.

“Su sdraiati e chiudi gli occhi”. Il non poter vedere cosa succedeva intorno a lei aumentò la sua ansia a dismisura. Mi avvicinai a lei e le accarezzai delicatamente il viso tranquillizzandola... le feci 3, 4 carezze.. poi iniziai a passare il polpastrello del pollice sulle sue labbra, schiudendole delicatamente e penetrando leggermente nella sua bocca, teneva i denti serrati...

“Apri la bocca”... schiuse leggermente le labbra facilitando l'ingresso del pollice in bocca.

“Succhia!”... iniziò a ciucciare delicatamente il mio dito. Il cazzo fremeva, più gonfio e duro di così non poteva diventare. Mi avvicinai delicatamente e poggiai la cappella gonfia sulla sua guancia strusciandolo avanti e indietro. Mamma non si muoveva, non capiva o forse si e temeva quello che stava per accadere...

Tirai fuori il pollice e scorsi la mano lungo il collo scendendo lentamente, giù sempre più giù fino ad arrivare al bordo del top nell'incavo tra i suoi seni... si mosse leggermente tremando.

“Stai ferma!” Le intimai proseguendo la corsa della mano... fin sotto il vestito. Le afferrai il seno sinistro, godendo nel contatto, era soffice e gonfio.. sfiorai appena un capezzolo e vidi mia madre rabbrividire...sussurrò appena:

“Ti prego... no”. Tirandosi indietro.

L'afferrai per la gola bloccandola, teneva ancora gli occhi chiusi, ma era spaventata e cercava una via di fuga che non esisteva, era bloccata tra la mia mano che la teneva e la spalliera del letto.

“Zitta e non ti muovere!”. Portai di nuovo la mano sul suo seno e le afferrai il capezzolo, lo tenevo tra le dita tirandolo leggermente, emise un gemito di dolore appena accennato... strinsi e tirai più forte ed emise un suono più forte e profondo....

“Ahi mi fai male, ti prego basta!”. Non mi curai minimamente delle sue parole, afferrai con entrambe le mani il top e lo spinsi in basso facendo saltare fuori le tette, spinsi il vestito giù fino a portarlo sotto le mammelle che rimasero sollevate e gonfie, sembravano ancora più grandi, le afferrai entrambi i capezzoli con le mie mani, li torturai per un po'. Poi chinatomi iniziai a ciucciarli avidamente alternando a leccate dell'areola. Mamma era ferma e rigida... così mi feci coraggio. Impugnai il cazzo e lo guidai verso la sua bocca socchiusa, non appena la punta toccò le sue labbra, chiuse la bocca, mugolando..

“Nooooooo, ti prego, questo no, sei mio figlio!”. La sua resistenza, fu per me un incitamento a profanare la sua bocca. Spinsi delicatamente mentre le intimavo di aprire di più la bocca.

“Apri la bocca”... appena si schiuse un po', spinsi ed affondai il cazzo nella sua bocca umida.... iniziai un lento dentro e fuori, mimando una scopata, senza far mai uscire del tutto il cazzo per paura che potesse richiudere la fonte del mio piacere. Iniziavo a pomparla sempre più forte affondando fino a sfiorarle la gola- Stavo per venire, così mi fermai e lo tirai fuori.

“Ti piace il sapore del mio pisello?”. All'inizio non rispose poi disse:

“Perché mi fai questo, sono tua madre?”.

“Si sei mia madre, ma sei anche una troia, ed è per questo che ti stò facendo felice dandoti un bel cazzo duro da leccare, è quello che volevi no? Tanto che te lo sei andata a prendere da Augusto!” e senza darle il tempo di replicare glielo rinfilai in bocca, spingendolo in fondo fino in gola, tanto che ebbe un conato di vomito, mentre annaspava per respirare, aprì gli occhi cercando di spingermi indietro con le mani, poggiadole sui miei addominali scolpiti.

“Ti ho avevo ordinato di stare ferma e con gli occhi chiusi. Rimettiti in posizione!”

Ripresi a scoparle la bocca e bastò poco che il cazzo iniziò a pulsare, ero al limite, d'istinto mamma cercò di ritrarsi ma le afferrai la testa tirandola verso di me e facendo di riflesso affondare il cazzo in gola, in quell'istante inizia a schizzare il mio piacere, 1,2,3...4 fiotti carichi, dritti in gola, la tenni ferma mentre annaspava tossendo cercando di riprendere fiato, ma non mollai la presa doveva inghiottire tutto fino all'ultima goccia, a quel punto la lasciai per farle riprendere fiato. Mi guardò furibonda, con un rivolo di sperma che le colava al lato della bocca.

“Spero ti piaccia, ne mangerai altro!”.

“Disgraziato! Nemmeno tuo padre aveva mai osato....”.

La guardai dritto negli occhi, gelido e deciso, poi col dito raccolsi il mio nettare che le colava lungo il viso e glielo porsi appoggiandolo sulle sue labbra. La sua ritrosità era evidente, ma lo sguardo di ghiaccio le fece capire che non aveva speranza. Aprì appena la bocca, lo spinsi dentro e succhiò il dito. Spensi la luce e uscii dall stanza, sulla porta mi voltai indietro.

“Buonanotte mamma!” Sghignazzai soddisfatto mentre me ne tornavo a letto in camera mia.

Fine capitolo 2

Questo racconto di è stato letto 1 1 3 4 4 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.