Trasloco con mamma (parte 3)

Scritto da , il 2019-04-28, genere incesti

Nei due giorni successivi il comportamento di mia madre peggiorò molto, era costantemente irritata e tesa, potrei osar dire frustrata; la mia mente volava e si scervellava su tale trasformazione, non potevo concepire che l’assenza di tali strumenti fosse la causa di questo mutamento, lei d’altro canto non si fece scappare nemmeno una volta se sapessi dove fossero o se più semplicemente li avessi io i suoi oggetti di piacere.
Nel vederla così però, anche se questo mio piccolo esperimento mi risultava molto piacevole, mi domandavo, chi ero io per negare il piacere a mia madre, forse solo un egoista; decisi quindi di aspettare fino all'indomani e poi riconcedere alla sua libido gli strumenti che tanto bramava.

Il giorno seguente prima del suo ritorno dall'ennesimo colloquio decisi di restituirle il maltolto e posizionai nel cassetto i due vibratori, controllando bene di non chiuderlo del tutto, in modo tale che potesse accorgersi velocemente della loro misteriosa ricomparsa.
Quando tornò a casa la viti distrutta e affaticata e la invitai a farsi una doccia fresca per riprendersi un po' dalla tensione accumulata, lei approvò di buon grado questo mio consiglio e si diresse verso il bagno.
Dopo circa una decina di minuti la vidi riemergere dalla sua stanza indossando un vestito di lino a fiori che le arrivava appena sopra le ginocchia e che lasciava una grande spaccatura sul décolleté.

Mi feci anch'io una doccia e una volta finita indossai soltanto un paio di pantaloncini corti da basket, in quei giorni la temperatura si era alzata a dismisura e in casa faceva molto caldo.

Raggiunsi mamma in cucina e la trovai nella veranda intenta a fumare una sigaretta e a guardare la compagna sterminata che circondava il retro della casa.
-Allora Ma, come è andato il colloquio- chiesi, lei guardandomi, sfoderò un sorriso e il volto le si illuminò come non le accadeva da giorni.
-Molto bene, ho ottenuto il posto e comincerò la prossima settimana-
-Ma è fantastico!!!- esultai
-Allora dobbiamo brindare- dissi e senza lasciarla replicare mi diressi in dispensa, da li tirai fori una bottiglia di prosecco e due calici.
-Va bene tesoro, oggi ci sta, ma non molto, sai che non reggo molto l’alcol- mi intimò, ed era vero, più di una volta si era ubriaca con poco e la cosa non mi dispiaceva anzi mi rendeva solo più curioso.
Riempii abbondantemente i calici e li portai in veranda.
-Dai, ma quanto me ne hai messo- disse ridendo e indicando la quantità sproporzionata di vino.
-Mamma lo sai che se si apre una bottiglia bisogna finirla, non dura mica tanto in frigo- il che non è vero però in quel momento ci stava come risposta e in più non si può brindare con un solo bicchiere, almeno non da dove veniamo noi.

Mi accesi una sigaretta e cominciammo a bere e chiacchierare del più e del meno, tra un bicchiere e l’altro la prima bottiglia si svuotò molto velocemente e mamma già cominciava a dare i primi segni dell’alcol.
-Dai, io ne apro un'altra se vuoi prendi pure un altro bicchiere ok?- dissi
-Va bene amore, ma non esagerare-
-Ma si mamma per una sera che ci divertiamo e festeggiamo qualcosa di bello-
-Hai ragione, prendi pure l’altra bottiglia- disse, allora mi alzai e presi un'altra bottiglia mi riempii il bicchiere e l’appoggiai sul tavolinetto (uno di quelli alti poco più di cinquanta centimetri con le gambe in ferro battuto e il ripiano in vetro).
Di li a poco anche lei si alzò dalla sedia un po’ traballante, fece due bassi e afferrò la bottiglia, nel riempirsi il bicchieri appoggiato sul tavolo si piegò quasi a novanta gradi e mi ritrovai il suo sedere molto vicino alla faccia.

Quella visione; mia madre piegata davanti a me con il vestito di lino leggermente sollevato che lasciava intravvedere la sagoma delle mutandine, mi fece emozionare a tal punto, che senza neanche controllare il movimento le rifilai una sculacciata, non molto forte ma sonora.
Lei si alzò di scatto con ancora la bottiglia nella mano destra e il bicchiere pieno sulla sinistra, si girò e ridendo mi guardò negli occhi
-Ma, cosa sono questi comportamenti- disse sogghignando
-Mamma però se ti metti così come pretendi che non faccia niente- dissi cercando di mascherare il mio gesto da scherzo innocente.
Lei appoggiò la bottiglia e sedutasi nuovamente cominciò a guardarmi, sorseggiò lentamente il vino appena versato e proruppe dicendo:
-Si effettivamente quando un uomo vede un bel culo non resiste eh?-
-Beh, mamma ormai sei vecchia non puoi dire di aver un bel culo- dissi sarcastico cercando di stuzzicarla
-Ah no ?, signorino ho solo 45 anni sono ancora giovane- in tutta risposta fece un bel sorso e si alzò si scatto, si voltò dandomi le spalle e sollevò il vestito, notai subito come stringeva le cosce l’unica contro l’altra e come sporgeva il sedere leggermente verso di me, in quel momento alla vista di quei glutei perfetti, incorniciati da una mutandina bianca che le avvolgeva la vita, mi si bloccò il respiro.
-Mamma ma… che… fai- dissi quasi soffocato da quella visione
-Allora, dimmi, questo non è un bel culo ?-
-Beh … mmm… cioè…- bofonchiai
Lei si girò e mi guardò negli occhi, barcollava leggermente mentre stava li, in piedi davanti a me; le mano destra posta sul fianco e uno sguardo interrogativo sul viso le davano un’espressione severa.
-Allora- esordì
-La mamma ha o non ha un bel culo ?- disse sorridendo in maniere un po’ maliziosa.
Riuscii a malapena a riprendermi da quello spettacolo, recuperai quel poco uso della parola che mi rimaneva e le risposi.
-Beh, si mamma, hai proprio un bel culo, lo confermo-
-Bravo bambino- esclamò, si chinò verso di me e mi diede un bacio a stampo sulla fronte; nel fare quel gesto, in apparenza innocente dalla scollatura potei ammirare un altro gran spettacolo, un bellissimo seno avvolto in un leggero reggiseno bianco che ne esaltava l’abbondanza.

Appena si staccò da quel affettuoso bacio non mi trattenni :
-Mamma, ma neanche di seno sei messa male-
Lei si sedette e dopo un altro bel sorso di vino disse con fare dubbioso:
-Dici, non lo so, ogni tanto mi sembra di averle un po’ cadenti-
-Ma no, impossibile, non ci credo, sei così in forma- dissi, e sulla sua fronte si disegnò un cruccio perplesso.
-Non lo so amore, cioè guarda …- in quel momento si tolse le spalline del vestito e se lo portò alla vita; le sue tette erano davanti a me, avvolte in quel reggiseno che lasciava leggermente trasparire i contorni dei capezzoli.
Poi senza preavviso lo sollevò e mi mostrò le tette, erano molto belle e sode, di una terza misura abbondante, l'areola era un po’ più grande di una moneta da due euro e mentre fissavo incantato quello spettacolo notai che i suoi capezzoli cominciarono a inturgidirsi, non avrei mai immaginato di avere una tale visione di fronte a me.

Se prima nel vedere le sue natiche il mio pene era diventato barzotto, ma ero riuscito a controllarlo, ora potevo affermare che si era eretto completamente.
-Allora come ti sembrano- la voce di mia madre mi riportò alla realtà
-Beh mamma, cioè… mmm, sono perfette, non saprei cos'altro dire- bofonchiai ancora incantato.
-Grazie, davvero, tu si che mi apprezzi amore- mi mandò un bacio con la mano e mi fece un occhiolino, poi si rimise il reggiseno e dopo l’ennesimo sorso di vino esordì:
-Ormai mi hai vista quindi tanto vale che mi tolga il vestito, sto morendo di caldo-
Non riuscii a dire niente ma feci un leggero segno di assenso con la testa.
Lei allora si alzò e con qualche movimento scoordinato, si sfilò il vestito rimanendo solamente con mutandine e reggiseno. Mentre ero li a contemplare quello spettacolo il mio occhio cadde sulla sedia dove fino a qualche secondo prima era seduta. Una macchia sospetta si intravvedeva sulla plastica bianca e nella mia testa una domanda cominciò a risuonare:
“ma vuoi vedere che si sta eccitando pure lei”

Prima di sedersi nuovamente riempì entrambi i nostri bicchieri e mi offrì una sigaretta, feci un gran bel sorso di vino e la accesi, dopo tutto quello che i miei occhi avevano contemplato la mia gola era alquanto riarsa e quel dolce vino mi risultava un balsamo ristoratore.


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