Complicità

Scritto da , il 2019-03-23, genere etero

Mi hai chiesto di uscire, dopo qualche giorno in cui ti vedevo bazzicare per casa.
Sei un compagno di università di mio fratello, ci siamo scambiati qualche parola e niente più.
Ecco perché mi sono stupita, quando hai chiesto di potermi vedere altrove.
“ Uscire soli insieme, magari per una birra” mi hai detto con quel tuo accento del sud e quel modo che tanto mi rallegra.

La serata fila frizzante, tra una risata e l’altra, sono stupita da quanto tu non dimostra i tuoi 22 anni, da come questi sette anni che ci separino, in realtà non si percepiscano.
Parliamo del fatto che siamo stanchi di scopare solo come mero atto fisico, che almeno ci debba essere quella complicità cerebrale, difficile da trovare.
A tratti mi sento un po’ piccola io, ascoltando di tutti i tuoi interessi musicali, mentre provi a spiegarmi la champions league o quella regola dello iato latino che era nel tuo cognome, perso per strada durante le varie registrazioni anagrafiche della tua famiglia.
È bello il tono che usi, non hai aria di sufficienza anzi, mi fai incuriosire mettendomi a mio agio.
Hai sempre bisogno di un contatto fisico con me, ma non sei prepotente nel farlo, come quando mi sfiori piano uno zigomo col polpastrello, con la scusa di togliermi una ciglia.
Tutto questo ti rende ai miei occhi molto intrigante, quasi misterioso, non riesco a capire fino in fondo cosa invece tu pensi di me e di questa uscita.
Verso metà serata, complice il tavolino troppo stretto e le nostre gambe troppo lunghe, ci ritroviamo sempre più vicini ed è palpabile nell’aria quella sensazione di elettricità.
Così decidiamo di uscire dal locale, l’aria fresca ci sferza le guance, la luna splende in cielo, velata da un paio di nuvole impertinenti.

Mi accompagni alla mia auto, come per volermi salutare, ma non ti riesci a schiodare da me, anzi noto che ti avvicini sempre di più.
Violi la mia zona di comfort, continuando a chiedermi imperterrito: “ Dimmi quale altra attività a due potremmo fare stasera, dal momento che abbiamo già bevuto e camminato”.
Mi sfidi, i tuoi occhi mi parlano e io decido di ascoltarli.
“ Piantala, se continui così te la mostro io che attività ludica farei con te” fisso le tue belle labbra carnose, vorrei morderle ma non posso, non ancora e così mordo le mie.
Non ti fai scappare questo piccolo gesto.
“ Non dovevi farlo “ tenti di dirmi, mentre ti avventi su di me baciandomi voracemente.
Siamo in mezzo a un marciapiede affollato, ma mi sento come se davanti io avessi solo te: sento solo il tuo respiro accelerato, la tua barba mi pizzica le guance, le tue mani che vorrebbero esplorarmi ma non lo fanno e mi accarezzi semplicemente i fianchi.
Ti stacchi per dirmi solo:” Sono uno stronzo se ti chiedo di venire da me ora ?”
“ È una cosa che vogliamo fare in due, quindi perché dovresti esserlo ?” Ti rispondo, mentre torni a leccarmi la lingua senza tregua.

Dividi casa coi tuoi coinquilini, ma hai una camera tutta per te.
È accogliente, ordinata, il tuo basso e la tua cassa acustica sono in mezzo alla stanza e ne completano l’arredamento.
“ Scusa il disordine, non credevo di avere visite” mi dici sorridendo, ma non mi da questa sensazione anzi mi sa di vissuto, di tranquillità.
Mi siedo sul tuo letto, mentre continui a farmi ridere senza tregua e tornando ancora a baciarmi.
Stavolta però le nostre mani non stanno ferme, ci frughiamo famelici.
Ti attiro tra le mie gambe, mi liberi dalle mie maglie e dal reggiseno per leccarmi i capezzoli per poi passare al collo.
Mi stai già facendo ansimare, sento la tua erezione da sopra ai tuoi pantaloni premermi sul ventre e sento le prime scosse intorpidirmi tutta.

Ci liberiamo rapidi da tutti i vestiti, mi prendi con le tue dita, le fai scorrere rapido dentro alla mia fica, aumentandone i miei umori.
Non resisto molto, vengo immediatamente e quasi come a voler il mio orgasmo per te, mi divori la lingua con la tua.
Velocemente mi metto tra le tue gambe, mentre ti accomodi semi seduto sul letto.
La tua erezione tra le mie mani, inizio ad accarezzarti l’asta dicendoti:” Hai proprio un bel cazzo, sai ?” Con un sorrisetto furbo che tu ricambi.
Inizio a succhiarti la cappella, te la bacio, te la succhio e poi passo a dedicarmi alla lunghezza della tua asta.
Sento solo il tuo respiro, ti sbircio da sottecchi per vedere la tua espressione estasiata e completamente rilassata.
Sono passati pochi minuti da quando ho iniziato ma ti vedo già in difficoltà, mi chiedi di poter venire in bocca, la mia risposta la capisci dall’accellerare delle mie leccate.
Sento i primi fiotti del tuo sperma, sciogliersi sulla mia lingua.
Il tuo sapore sa di salato, mi piace, è buono e lo deglutisco.
“ Dillo che ti piace “ mi sussurri, come risposta ti bacio.
Non ne posso fare a meno di baciarti, è come se fosse una necessità vitale per me stasera.

Ci stendiamo a fianco, nudi ma coi calzini ai piedi, questa cosa mi fa ridere e tu concordi con me.
Nel mentre ti bacio delicata una spalla, ti guardo mentre Scherzi, sei vitale e spensierato e mi fai sentire bene.
Sono abituata alla fretta, al distacco mentale e solo alla fisicità.
Tu sei il contrario di tutto quello a cui sono abituata.
All’improvviso mi prendi, inizi a penetrarmi con movimenti delicati ma decisi.
“ Quanto mi fate godere tu e il tuo cazzo” riesco a dirti tra un ansimare e l’altro.
Acceleri le tue spinte, il suono del tuo bacino contro il mio e non riesco a ragionare lucidamente.
Ti sento con me, ti sento presente.
I tuoi occhi non mi mollano mai, i miei nemmeno, è la solita sfida che sta andando avanti da tutta una sera.
“Dimmelo che ti piace scoparmi “ ti dico.
“ Si, adesso mettiti a pecora che ho voglia di venire” mi rispondi.
E così continuiamo a godere di noi, del nostro ansimare, dei miei umori che mi colano tra le gambe e del tuo cazzo che inevitabilmente ne viene cosparso.
Sento solo uno schiocco veloce, per poi capire che mi hai dato uno schiaffo sul culo solo dal rumore, non riesco a sentirlo sulla pelle.
Ci sei tu sulla mia pelle, sento solo questo.

Si è fatto davvero tardi, dovrei andare a casa, così inizio a vestirmi.
Sei ancora nudo, sdraiato sul tuo letto, sei veramente molto bello.
Il tuo corpo longilineo, ma con muscoli ben disegnati, i tuoi tatuaggi sparsi e la tua peluria nera da uomo mediterraneo.
Faccio finta di non contemplarti, intenta a cercare i miei vestiti sparsi.
Tu invece non cerchi di nascondere nulla, mi fissi e non stacchi i tuoi occhi dal mio corpo.
Quando mi chino per infilarmi gli slip, vedo che hai il cazzo in mano, te lo stai accarezzando piano.
“ G, che cosa pensi di fare ?” Ti chiedo divertita.
“ Non lo so, tu cosa pensi stia facendo ?”
“ Stai facendo quello che voglio farti io, se vuoi che torni a leccare quel bel cazzo che hai, basta chiederlo” ti rispondo.
“ Allora vieni e piantala di guardami così, perché te lo giuro che ti sborro in faccia se non la smetti “.
“ Cosa stai aspettando ? ” ti dico sorniona, mentre torno a succhiarti la cappella, non prima di averci fatto colare un rivolo di saliva.
E tutto inizia da capo, come se non avessimo ancora scopato, più arrapati e complici di prima.

Sarà una lunga nottata.



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