Ascoltami

Scritto da , il 2019-02-28, genere etero

Mi ero messa in testa tanti buoni propositi, come prendere quello che veniva, soprattutto con te.
Mi sono intrappolata da sola, in questa gabbia mentale che mi sono costruita.
Così scrivo, scrivo qui per non scrivere a te, per non cercarti al telefono.
Quando passo davanti al negozio dove lavori, guardo la vetrina cercandoti, mi torna in mente solo dopo che non posso trovarti. Lavori in magazzino, non in negozio.
So dove abiti, cambio strada quando so che dovrei passare sotto casa tua.
L’ansia di incontrarti mi attanaglia, l’idea di farti pensare di essere lì per te mi fa incazzare.

Era solo una cosa di due scopate al massimo la nostra, eppure ti sento sotto la mia pelle pur non volendoti, pur cercando di cacciarti fuori come se fossi una scheggia infetta.
“ Esci con altri ragazzi, non pensarmi” mi hai detto.

Sto uscendo davvero con altre persone, gli appuntamenti sono tutti così insipidi, non sanno di nulla.
L’ultimo con cui sono uscita, non piantava di toccarmi il braccio, lo ritraevo infastidita.
Pensavo a te, quando mi toccavi il viso facendomi eccitare.
Stupita da come non mi creasse disagio il contatto con te, pur conoscendoti appena, anzi mi avvicinavo al tuo divanetto sempre più.
Avrei voluto aderire al tuo corpo, senza staccarmi più.

Torno alla realtà, provo a seguire il discorso di questo tale, che sta provando in ogni modo di convincermi ad andare da lui.
Non riesco a farmelo piacere, non riesco a non pensare alla mezz’ora impiegata a decidere di venire a letto con te.

Sento ancora le tue mani sul mio corpo, non smettevi di farti succhiare le dita dalla mia lingua.
Volevi la mia saliva su tutto il corpo, di rimando non smettevi di leccarmi ogni centimetro di pelle.
Il tuo odore mi inebriava le narici, mi faceva fremere nell’intimo, già ribolliva di umori caldi.
Il calore che sprigionavo ti ha avvolto le dita, le muovevi solerte fuori e dentro la mia intimità.
Hai suggellato il mio orgasmo con la tua lingua, che lesta non smetteva di cingere il mio clitoride.
Mi accarezzavi le mani, non hai smesso nemmeno quando mi dedicavo con solerzia alla tua erezione.
La sentivo potente e rigida, ero soddisfatta di me, mi sentivo quasi in pace con me stessa, col mio corpo e con le mie potenzialità di poter far godere.

Un colpo di tosse, “ ci sei ?” Mi sento dire da questo tale.
“ Si, scusami.... sovra pensiero” rispondo.
“ Tesoro, vorrei proprio portarti a letto “ mi ribadisce.
Rabbrividisco.

Ti insinui ancora nella mia psiche, ripenso al tuo divano, ai nostri gemiti, le nostre lingue intrecciate e il tuo mordermi.
Le nostre mani, che si cercavano senza sosta e senza mai smettere di trovarsi.
Al tuo voler entrare in me, quasi senza volermi lasciar andare, mi trattenevi a te.
Occhi negli occhi, non avevo via di scampo.
Non potevo concentrarmi su altro se non su di te, strano per una come me che si rifugia in altri pensieri.
Quasi sempre.
Quanto mi hai fatto godere e fatta star bene, allo stesso tempo con quell’amarezza di sapere che sarebbe stata una cosa fugace.
Repentina, come quando senti una ventata di aria fresca, ma sai che a breve tornerà l’afa opprimente.

“ Non lo devi cercare, scrivi ma non a lui. Sfogati ma non con lui. “ mi ripeto mentre saluto sto tale, che continua ancora a pregarmi di seguirlo a casa sua.
Stasera ho solo voglia di ascoltare me stessa, non gli altri.
E così faccio, torno a casa.

Una lacrima sulla mia guancia, si insinua tra le labbra, me le lecco.

Sono stanca di sentire salato, vorrei altri gusti in bocca.



Questo racconto di è stato letto 2 4 3 2 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.