La bibliotecaria e il soldato. 3

di
genere
pulp



Il porco telefona.
-Domani sera serata speciale. Andremo nella mia casa in collina, voglio trovarti bagnata, devi grondare, pronta per essere usata come sai, capito troia?-
Serata speciale?

Drago è fermo sotto casa.
E’ preso da qualcosa che non conosce, perché deve preoccuparsi per lei? Del bimbo? Perché continua a pensarla? Lui ha sempre pensato solo a se stesso, curando di sopravvivere. In lui è cosciente solo l’istinto di autoconservazione.
Fino a questo momento.
Ha voglia di scopare al solito, per annullarsi nell’orgasmo, ma si accorge di avere lei nella mente. La desidera, si immagina a liberarle il corpo da ogni indumento e di guardarla nuda, di sentire il suo odore.
Si comanda di smettere di pensare, ha bisogno solo di bere e di una puttana che sappia anche fargli un massaggio. Ricorda quella puttana grassa, pesante che gli si era messa nuda a cavalcioni sulla schiena mentre muoveva le mani sapientemente sui suoi muscoli intorpiditi, poi… lo aveva fatto girare e si era impalata dandogli sollievo.
Si ferma in un bar, beve, mangia e si mette alla sua ricerca, la trova, lei è contenta di rivederlo e lo porta a casa sua.
Rientra quasi all’alba.
Ascolta la sua musica.
Prende gli antidolorifici.
Dorme.

Il destino ride.
A distanza il soldato e la bibliotecaria si sono pensati, si sono desiderati. Il loro futuro è intrecciato.

-Stasera ti scopo fino a mezzanotte, voglio trovarti bagnata, pronta per essere scopata, chiavata e usata, capito troia?-
Serata speciale?
Pensare a cosa le farà, l'immaginare la disgusta e nello stesso tempo l'agita, la eccita, che vorrà farle il vecchio porco? Non può accontentarsi di una semplice scopata, di un pompino? Più e più volte ha minacciato di incularla ma fino ad ora è riuscita a scamparla.
Qual è il vero legame che la tiene incatenata all’uomo? Potrebbe rifiutarsi in ogni momento, basterebbe la minaccia di rivelare le sue angherie e lui cesserebbe di essere un problema. Perché è schiava di questo particolare piacere? Cerca in ogni modo di contrastarlo e non riesce, è come senza volontà e perché si bagna in questa maniera oscena? Sente il vuoto nel ventre e batterle forte la fica e il desiderio d'essere umiliata le corrompe la mente.
La giornata passa.
Più volte è richiamata al telefono e le è ricordato con frasi sconce cosa le farà più tardi. Perché non lo manda all’inferno? Perché lo subisce? Perché prova questo piacere?
Lascia il lavoro, prende il bimbo e va a casa.
Drago è al portone che l’aspetta. La sua vista la emoziona, lo fa salire.
-Ho pensato a cosa fare, chiederò a chi ci comandava durante quelle missioni di intervenire, dovrà farlo perché altrimenti lo minaccerò di informare la stampa.-
-Drago… non voglio che tu ti esponga così. Potrebbe costarti molto-
-Costarmi cosa? Chissà se torno a fare ciò che facevo con questa mano malandata e fare qualcosa di diverso non lo concepisco.-
Prende il bimbo e se lo pone sulle ginocchia.
E lei vede con stupore la sua tenerezza nel tenerlo.
-Volete venire a mangiare con me? Possiamo andare dove volete. Mangiare qualcosa e prendere un gelato-
Lei si sente arrossire in viso. Vorrebbe… si vorrebbe, ma non stasera. Non con quell’uomo che vuole possederla con violenza, torturarla, alimentando la sua perversa sessualità.
-No… Drago. Non stasera, piuttosto vieni tu da noi domani. Preparerò qualcosa qui a casa.-
Drago non fa problemi.
Passa la serata al suo solito. Beve, mangia qualcosa, cerca una donna, scopa per poi tornare all’alba nella sua stanza. Gli piacciono sempre più le puttane un po’ sfatte, al limite della carriera. Le prende con violenza e loro si adeguano, tiene loro le mani sopra la testa mentre le possiede con foga. Gode… divide con loro una sigaretta, un po’ di liquore e poi ricomincia…
Torna in stanza, prende le sue medicine.
Dorme.

Lei è insoddisfatta, le sarebbe piaciuto uscire con lui, molto, magari solo una pizza, un gelato e una breve passeggiata. Le mancano questi momenti che le ricordano i giorni passati con il suo uomo.
Invece all’ora giusta porta il bambino dalla vicina e aspetta.
Non ha mai goduto di lui, quale è il piacere che prova allora? E’ davvero strana la sua mente. Si sente malata, sente di vivere un piacere insano che la porterà al disastro.
Quando suona scende senza paura né apprensione.
Sale in macchina, lui l’abbranca come un orso e le ruba la bocca baciandola, mordendole le labbra, le mani brancicano brevemente il suo corpo e la cercano fra le cosce. Sente le grosse dita penetrarla e spingersi dentro fino al palmo.
Poi la sua voce resa roca dal desiderio.
-Ma quanto sei bagnata, troia? Stasera ti lego… puttana. Ti lego sul tavolo che ho in cucina e ti scopo così… ti scopo fino a sfasciarti!-
Mentre raggiungono la casa in collina, lui muove la mano fra le sue cosce, strofina e penetra, strizza forte il suo clitoride diventato turgido e lei per la prima volta gode fisicamente con lui. Gode di una serie di orgasmi sempre più forti e ravvicinati. E stranamente negli orgasmi si trova a pensare al soldato, un pensiero strano ed eccitante, si… pensa a Drago. Vuole lui… vuole la sua mano fra le cosce, vuole il suo di cazzo.
Raggiungono intanto la casa, scendono ed entrano sempre con lui che la tiene stretta.

Drago fa alcune telefonate e alla fine ottiene un indirizzo.
Lo raggiunge e aspetta pazientemente. E' uso ad aspettare, ha passato ore infinite ad attendere l’arrivo di un uomo o di un convoglio per poi passare all’azione.
Più tardi lo vede arrivare, attende che metta la macchina nel garage e si fa vedere. Da lontano. Attende.
Lo vede.
-Drago che ci fai qui? -
-Devo parlarti Comandante, di David… non avevo davvero altro modo-
-Vieni dentro, svelto-
Drago gli racconta di David e di cosa deve subire la sua vedova, del rifiuto di riconoscerle quanto le spetta di diritto.
Il suo interlocutore si dice ignaro di tutto, ma ora si darà da fare, non può permettere che gli imbrattacarte del ministero riescano ad intorbidire così le acque inquinando tutto. Parlerà al Capo di Gabinetto e in breve tempo otterrà per la vedova pensione, indennizzo e l'assicurazione. Drago è soddisfatto e se ne va.
Ottiene anche di essere mandato per la mano a Ramstein, nell’ospedale militare americano.
Acquista per strada il piccolo un giocattolo, chiede alla commessa quale sia il più adatto per la sua età.
Passa la sera nel solito modo, beve, trova una donna, scopa.

Raggiungono intanto la casa, scendono ed entrano sempre con lui che la tiene stretta.
Dentro la spoglia, dice che ora la legherà, lei fa resistenza, non vuole essere legata, non vuole essere in balia della libidine del grosso uomo ma presto deve arrendersi ed è legata polsi e caviglie alle gambe di un tavolo, stesa di pancia sul piano. Ora è inerme, il suo corpo oscenamente offerto alle voglie di lui, che passa le mani avide sul culo sodo e liscio, lo stringe, divide le natiche opulenti e scruta il buco, ci passa le dita.
-Stasera ti faccio il culo… puttana! Te lo spacco! Te lo violento! Non ti potrai sedere per giorni…!-
-No… no… ti prego!-
-Zitta! Ora ti metto un bavaglio!-
Svelto cerca qualcosa che serva e la imbavaglia, ora può solo emettere dei sordi suoni gutturali.
E prende a colpirla con la grossa e dura mano, forti colpi che risuonano come schioppettate, deve subire una lunga e dolorosa sculacciata, poi l’uomo libera la cinta e la colpisce con quella.
Il dolore è atroce, ma perché le sta sorgendo questo bisogno di soffrire fisicamente?
Ora le dita stanno impegnando il suo culo, sforzano il buco, allargano, entrano. Sente affiorare il piacere dal fondo della sua mente.
L’uomo velocemente si spoglia, prende a masturbarsi il grosso cazzo per renderlo ancora più duro, lei che con lo sguardo lo vede approssimarsi e intuisce che sta per puntare la grossa cappella al suo ano, lo sente premere.
E contro la sua volontà sente montare il piacere! Gode dell’uomo malvagio che la sevizia. Per la prima volta gode di un coito. L’orgasmo parte dal cervello e la prende, la travolge. Poi lo sente entrare, profanarle violentemente il culo, inserirsi a forza e poi possederla senza nessun riguardo. Si è appoggiato al suo dorso, le ha preso la testa e la tira verso di se, le sta dicendo che gode, che ha un culo favoloso che lo sta contenendo come un guanto, si alza e riprende a montarla da animale tenendola forte per i fianchi. Dura un eternità prima di godere e quando viene emette dei forti versi animaleschi, lei… subisce provando un secondo forte orgasmo.
Sente l’epidermide dei glutei infiammata dai colpi, sente il dolore dell’ano violentemente posseduto ma con sua enorme sorpresa vuole di più. L’uomo non è soddisfatto e la libera dai legami ma solo per portarla in camera da letto e qui nuovamente legarla. Ora sono le grosse tette ad essere torturate, lui usa dei morsetti che le martirizzano i capezzoli e gliele schiaffeggia forte, poi la grossa mano la cerca fra le cosce. Spinge le dita dentro, si sente allargare provando spasmi di dolore e piacere, lui spinge e lei si sente assurdamente sfasciare, la mano spinge ed entra e, contro il suo volere, gode ancora.
Ora le libera le gambe e se le pone sulle spalle, è nuovamente duro e la prende, cerca direttamente il suo culo, entra subito e prende a scoparla forte, lo spinge fino ad entrare tutto, lei è ancora imbavagliata e può solo emettere dei ripetuti gemiti.
Si libera nuovamente nel suo intestino, gode con urla belluine. Lei gode ancora.
Ora la libera, le fa fretta. La riporta sotto casa e la lascia. Senza una parola.
Lei riprende il bimbo addormentato. Si lava lungamente ma non basta per levarle di dosso il senso di squallore e di sporco che le inquina la mente. Ha male dappertutto. Piange.
di
scritto il
2019-03-04
3 . 9 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.