Non era previsto Cap. 15 Una fine inevitabile: L'inizio della fine

di
genere
tradimenti

Si era spento qualche cosa dentro di noi, avevamo osato troppo, ci eravamo spinti oltre il limite della sopportazione. Ero consapevole di averla persa, di aver perso l’Anna che avevo conosciuto fino ad allora, ma di aver perso allo stesso tempo le certezze sulle quali era poggiata la mia relazione sentimentale con lei. Vivevamo di sesso si, ma non era più un sentimento delicato, era solo carne, sperma, depravazione e ricerca di superare ogni limite. L’unico mio obiettivo era quello di umiliarmi vedendola umiliata. Spesso la costringevo a confessarmi le mie fantasie.. le riempivo la fica di panna.. poi la costringevo a rivestirsi, la insultavo costringendola a raccontarmi quello di cui avevo bisogno: i suoi tradimenti.
Mostrandosi a poco a poco.. piena mi supplicava di aiutarla a lenire quel suo dolore… a spegnere il fuoco che ardeva dentro di lei. Mentre la ripulivo sognavo che fosse vero e insistevo, volevo di più, il barattolo della panna riempiva anche il suo culo, fino in fondo. “Ti sei fatta anche inculare?” “no… si…. Insomma non volevo ma lui ha approfittato, mi ha fatto male e poi mi è venuto nel culo… senti mi ha riempito”. Mi bastava, per far scorrere la lingua….. immaginando che quello che ingoiavo fosse lo sperma del suo amante. Ma non era più il nostro amore, non c’era dolcezza, ma solo desiderio irrefrenabile di perversione e sesso, ero drogato.
La maggior parte del giorno non pensavo ad altro. Avevo iniziato anche a visitare siti dove le mie pulsioni erano definite in modo chiaro, inequivocabile. Sempre più spesso mi trovavo a rimanere da solo davanti al pc, leggendo un racconto cuckold o vedendo video dove il marito assisteva inerme, umiliato, a rapporti della mogli con superdotati, che le riempivano fica… bocca… culo…. E mi eccitavo, tanto, mi masturbavo pensando ad Anna, alle sue mutandine sporche, al suo culo aperto, alla mia lingua pronta a qualsiasi sacrificio. La situazione peggiorava di giorno in giorno, mi ripromettevo di smetterla, ma poi… alla sera mentre Anna dormiva tornavo davanti allo schermo. A sognare la sua fica piena di quei cazzi, mentre lei con la sua vocina mi esortava ad avvicinarmi, consapevole del mio desiderio che non conosceva limiti. Mi domandavo se fossi stato pronto ad insinuare la mia lingua tra di loro, se fossi riuscito a… baciare entrambi i sessi. Mi sorprese la scossa che mi colpì la prima volta che lo pensai. Ero arrivato al punto che mi attirava l’idea di leccare il cazzo di un altro uomo.
Così iniziai a leccare il mio stesso sperma, rimasi meravigliato: avevo visto tante donne sputarlo con disgusto, altre ingoiarlo con fatica. Il suo gusto era gradevole, eccitante sentirlo in bocca.
Poi l’inizio della fine fu quando decisi di pubblicare quello che avete letto nei capitoli precedenti. Ero completamente preso dalla stesura del testo, sapere che da li a poco chissà quante persone avessero potuto leggere il mio racconto mi faceva vivere perennemente eccitato. Anna esisteva solo su queste righe, mentre quella reale si allontanava sempre più da me. I primi racconti pubblicati mi permisero di venire in contatto con altre persone che vivevano la mia stessa condizione: diverse coppie, coppie bisex, gay, singoli, tra i quali alcuni molto intriganti, che catturarono la mia attenzione e con i quali cominciai a scambiare e mail sempre più serrate. Uno di questi mi eccitava molto perchè il suo ruolo dominante era adatto alla mia situazione. Mi esortava a parlare con Anna, mi chiedeva foto.. video e un incontro dove poterla finalmente conoscere.
Fu’ così che concentrai su di lui la mia perversione sempre più esplicita.
Stavo al suo gioco, consapevole che non avrei potuto coinvolgere Anna, almeno pensavo, e accettavo di farci considerare da lui una puttana e un uomo da dominare. Mi avvertiva che se ci fossimo veramente incontrati avrebbe inculato lei e poi obbligato me a pulire entrambi. Il suo culo… il suo cazzo…. E tutto mi girava intorno… preda di una eccitazione pazzesca, catturato da una idea nella quale la mia Anna non era più parte integrante.
Mi pento di aver accettato le sue richieste… perchè attraverso questo percorso ho perso spesse volte la mia dignità di uomo ma soprattutto ho perso Anna. La mia Anna.
Ma è stato talmente eccitante che ancora oggi, che scrivo e rileggo…. Ripercorrendo le varie tappe non posso che far scivolare la mia mano sul mio cazzo.. bagnarlo, lasciando scivolare la saliva verso il basso, verso il culo.. non più inviolato, permettendo alla mie dita di insinuarsi all’interno, alla ricerca di un godimento che plachi la mia voglia di lei, la mia voglia di voi.

Non so come collegare in maniera organica gli episodi successi, come si sia intrapresa la deriva, ma so che camminava pari passo la mia vita reale con Anna e la mia approfondita relazione epistolare con l’uomo conosciuto attraverso i miei primi racconti. Aveva un nick molto esplicito: Toro da monta. Mi aveva fatto sorridere, e un po’ mi faceva sorridere anche il suo modo esplicito di presentarsi. La sua sicurezza, la sua convinzione di essere un personaggio dominante capace di sottomettere me e Anna. Lo lasciavo fare, convinto che tutto fosse invece in funzione delle necessità mie e di Anna. Mi tempestava di richieste di poter vedere Anna, di sentire la sua voce, di poterla incontrare. Mi sollecitava di parlare di lui ad Anna, perché era convinto che fosse quello il suo destino. Diceva che io ero ottuso dal mio amore, e che non vedevo che lei era solo una donna bisognosa di percorrere un cammino che l’avrebbe portata a vivere da sottomessa la sua sessualità. Era chiaro da quanto avevo descritto, le sue relazioni con gli amanti denunciavano la sua necessità di essere schiava dell’altro, per non parlare della mia natura di cuckold, che nella sofferenza e nella privazione raggiungevo il limite massimo del godimento. Non avevo dubbi che qualcosa fosse realmente così, ma lo ritenevo comunque gestibile, controllabile da entrambi. Con Anna comunque non ne facevo parola, anche se sempre più forte in me era la tentazione.. sempre più forte in me era la tentazione di cedere alle sue richieste; magari una foto senza il viso… un po’ sexy… Dio.. se avessi potuto mandargli una della sua fica, magari piena del mio sperma, avrei potuto dirgli che quello poteva essere il suo, che io avrei accettato di fare qualsiasi cosa loro avrebbero deciso di farmi fare. Era eccitante pensarlo e non esitavo a masturbarmi pensando a questo, riempiendomi la bocca del mio stesso sperma.
Cominciai a condividere le mie fantasie con Anna, mentre facevamo l’amore una sera, iniziai a raccontarle di un uomo nuovo, creato da me, che avrebbe voluto entrare nella nostra vita, nel nostro letto, con decisione e autorità. Un uomo che avrebbe preso dominio delle nostre vite. Anna ebbe una reazione contrastante, sulle prime ritrosa, ma poi mentre le sussurravo all’orecchio cosa sarebbe potuto succedere la sentii scogliere. Mentre il mio cazzo era dentro di lei, sopra di me, la obbligai a piegarsi, e usando le mani per aprirle il culo, le chiesi cosa succedeva alle sue spalle. Iniziò a parlare di un uomo che le si era avvicinato, che la toccava… sentiva le sue dita, la sua bocca, la sua lingua insinuarsi nel culo. Era eccitatissima, e sentivo il suo piacere bagnarmi le gambe, mi baciava nervosamente succhiandomi la lingua, per poi riprendere a raccontare come fosse prepotente l’azione dell’altro. Ora aveva avvicinato il suo cazzo al suo culo, lo sentiva così caldo, così duro, così enorme. Le chiesi se avesse voluto che intervenissi per scacciarlo, ma imbarazzata disse di no.. che non avrebbe negato a quell’uomo, ciò che lui desiderava.. ciò che io desideravo. Ero sul punto di venire, nonostante fossi immobile nella sua fica, ma le sue contrazioni erano letali per il mio cazzo, cosi decisi di scivolare fuori, scendendo lentamente sotto di lei, nella posizione che mi permettesse di leccarle la fica. Intanto Anna continuava nel suo racconto, mi avvertiva che lui dopo averle sputato nel culo ora si approssimava a metterglielo dentro. Simulai l’effetto introducendo via via tutte le dita di una mia mano, sentendo Anna lamentarsi di tale intrusione, sentendola incitare l’altro, sentendola godere sulla mia bocca. Voleva il suo sperma nel suo culo, come io lo volevo nella mia bocca. Così era iniziato il nostro percorso, io alla fine ancora più determinato a proseguire, lei dispiaciuta di essersi così lasciata andare.
Non potevo non condividere con lui quanto era successo, ne fu’ talmente entusiasta che mi allegò nella risposta la foto del suo cazzo dopo essersi masturbato. Era la prima foto che ci scambiavamo, mi chiese se ero pronto a ripulirglielo, e anche se tutto quello che vedevo non mi desse particolari emozioni, dissi di si. Disse che ne era sicuro, perché io ero un cornuto, mi insultò, avvertendomi che alla prima occasione mi avrebbe stretto i coglioni fino a farmelo urlare. Nonostante tutto… mi piaceva sentirmelo dire. Ma il mio più grande dubbio, la mia più grande tentazione era mandargli una foto di Anna.
Decisi di coinvolgere lei nella decisione, sempre giocando sull’equivoco della fantasia, in un’altra occasione dissi ad Anna che l’uomo che l’aveva inculata, l’aveva anche fotografata.. mostrando ora ad altri, il suo culo, pieno del suo sperma. Anna mi guardò pensierosa.. un po’ impaurita, disse che il gioco non le piaceva, che non avrebbe mai voluto che ciò accadesse, ma sotto la mia insistenza capitolò, quando le raccontai di quanti altri cazzi avevano schizzato sul suo culo, di quanti avrebbero voluto farlo se ne avessero avuto l’occasione. Cominciò a muoversi nervosamente sotto le mie spinte, e alla fine ammise che avrebbe voluto sentire quegli schizzi caldi sul suo corpo, sul viso… nella bocca, ovunque.
La decisione era presa: il Toro da monta avrebbe avuto le sue foto.
di
scritto il
2018-12-20
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