Sfidarsi

Scritto da , il 2018-12-18, genere etero

Sono stata perfida l’altro giorno con te, ne sono consapevole.
Tenevo ad esserlo, volevo farti eccitare, portarti allo sfinimento per poi lasciarti così, da solo ad arrangiarti con la tua sega solitaria.
Il tuo cazzo però mi ha fatto gola tutto il tempo, quanto avrei voluto sentirmelo dentro alla mia fica, turgido ed eretto.
Mi avresti fissato con quelle saette che hai per occhi, catturando i miei nei tuoi, senza mai permettermi di abbassare lo sguardo.
Così non è andata, ho fatto di testa mia e mi sono fermata sul più bello, col tuo cazzo nella mia mano già imperlato dei tuoi umori mischiati a rivoli della mia saliva.
Quanto avrei voluto leccartelo, assaporandone e sentendone l’odore.
Invece no, sono uscita da quello sgabuzzino del tuo negozio, dove ti sono venuta a trovare... o a tormentare, dipende dai punti di vista.
“ Domani sera alle 18”, ti ho detto in un sussurro all orecchio, dopo avertelo leccato.
Eri incazzato nero e ci sta, sono stata proprio una bambina cattiva.
Lo so.

Mi arriva un tuo sms:” Ho voglia di te” leggo.
Che stronzata: “ hai voglia di figa, non hai voglia di me” ti rispondo.
“Si, ma della tua” sentenzi.
1-1 palla in centro.
“ Quando arrivano le 18 di stasera ? “ Mi chiedi.
“ Le 18 arrivano alle 18”. Ti dico, so di star giocando col fuoco.
Infatti la risposta è dura:” Quanti schiaffi sul culo che ti meriti, non ne hai idea “.
1-2 per te.
Mi sento liquefare, sono bagnata fradicia e quanto avrei voglia di farmi scopare da te seduta stante.
Invece mi trattengo, una dura lotta non ficcarmi due dita su per la fica e farla finta. Ma voglio trattenermi, perché lo so che anche tu non ti sei segato il cazzo e stai aspettando stasera.
Altroché se lo so.
Gli slip mi tormentano il clitoride, ho talmente voglia toccarmelo che quasi mi tedia sentirlo strusciare sulle mutandine.
A pensarci però, è un dolce fastidio che vorrei provare sempre, in ogni momento della giornata.

Arriva sera, suono il campanello di casa tua e mi vieni ad aprire.
Sei in tuta, stanco dopo una giornata di lavoro, ma allo stesso tempo vedo già un rigonfiamento sulla patta dei pantaloni.
“ Non ti sei segato alla fine, vero ?” Ti dico a mó di saluto.
“ No, tu sei una grandissima stronza ed ora ti meriti il tuo avere” sei perentorio, ma non mi fai paura, anzi sento già ondate di vibrazioni eccitanti invadermi il ventre.
Mi fai entrare nel tuo salotto, so già come posizionarmi, ovvero sulle tue ginocchia, come sempre.
Mi cali i pantaloni, mi accarezzi tutto il culo, le tue mani sembrano così dolci all’apparenza.
Presto però si trasformeranno.
Io sarò stronza, ma ho imparato dal migliore, infatti mi scosti gli slip e inizi un lento via e vai per il mio perineo.
Non mi dai tregua, più mi senti mugolare e più continui imperterrito il tuo percorso.
Inserisci due dita dentro al mio piacere liquido, come a voler amalgamarlo meglio e facendolo aumentare.
Dio, sto per venire ne sono certa e inizio a strusciarmi sulle tue gambe.
Ti fermi e mi sussurri:” sei così vogliosa dei miei schiaffi che sei già bagnata come una cagna, pensa a quando ti scoperó come ti riduco la fica”.
La sento arrivare intanto, la sculacciata, la prima di una serie che deciderai tu quanto essere lunga.
Non sento male, un po’ mi infastidisce il calore che divampa sul gluteo, ma allo stesso tempo mi eccita infinitamente questo nostro gioco.
In maniera alternata mi schiaffeggi le chiappe, conto mentalmente le prime dieci ma poi mi lascio sopraffare dall’eccitazione e perdo il filo.
Godo sulle tue gambe, sento sbrodolare tutti i miei umori.
Non hai bisogno di trattenermi, sono ben salda sulle tue ginocchia.
Con una mano continui a dedicarti al mio culo, mentre con l’altra non ti stacchi dalle mie tette, impastandole come se fossi un gatto sornione.
Non riesco a smettere di ansimare, tu ne sei sempre più eccitato e ne sento la tua erezione sul mio ventre.
Come sempre succede, perdi anche tu il conto delle sculacciate e ti fermi.
Ci spogliamo freneticamente a vicenda, ti siedi sul divano e mi fai mettere seduta su di te, dandoti le spalle.
Intanto mi accarezzi il culo, adori vedermelo ridotto così rosso, ti eccita ancora di più.
Mi sputo su una mano e piano ti sego il cazzo, ne saggio la consistenza e il decorso delle vene. La tua cappella è umida, calda e freme.
Accompagno la tua asta all’interno della mia fica, grondate e vogliosa di te, col mio bacino mi aiuto con movimenti circolari.
Mi godo per un istante la sensazione di pienezza che mi da il tuo cazzo, è meraviglioso e inizio muovermi su di te.
È un crescendo di velocità, il rumore del nostro ansimare e del nostro piacere nel donarlo l’uno all’altra, la fa da padrone.
Potremmo scopare ancora e ancora, ma ci stiamo stuzzicando da ieri e resistiamo poco.
Veniamo quasi all’unisono, tu cingendomi i fianchi, mi lecchi il collo mentre ti svuoti dentro di me.
La mia fica piena del tuo caldo sperma e tu che godi, cosa potrei volere di meglio ?
Mi sfilo per mettermi a sedere di fronte a te, viso contro viso.
Non stacchi gli occhi dai miei, mentre mi guardi inserire un dito nella mia fica e raccogliere un po’ dei nostri piaceri, ormai amalgamati insieme.
“ Senti che buon odore “ ti dico mentre ti piazzo il dito sotto al naso, se il piacere avesse un odore sarebbe quello del post coito, ne sono certa.
Poi te lo metto in bocca, lo lecchi e lo succhi.
Non resisto dal iniziare a farlo anche io fino a quando, togliendolo di torno, finiamo per leccarci le lingue. Un bacio che riassume tutto quello che ci siamo dati fino a quel momento: goduria. Pura e semplice goduria.
“ ti vieto di farti la doccia, devi avermi sulla pelle per un po’” ti ordino.
“Sei proprio una stronzetta irriverente “ mi dici
“Lo so, mi scopi per questo “ ti rispondo dandoti un ultimo bacio a stampo sulle labbra.



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