Il Padrone capitolo 4

Scritto da , il 2018-10-31, genere gay

Il Padrone capitolo 4

Identicamente al giorno prima arrivò, chiusi la porta, andai sul retro mi abbassai i pantaloni e mi offri a lui già pronto.
Ero eccitato e indurito volevo mi prendesse e godesse velocemente dentro di me per poi darmi la possibilità di leccare il suo sesso e goderne a mia volta.
Invece appena mi penetrò ritornai ad essere floscio come il giorno prima nonostante fossi eccitato nel poterlo esaudire.
Durò a stantuffarmi un po' più del giorno prima e venne ancora grazie al mio caldo sederino.
Mi precipitai immediatamente in ginocchio a prenderlo in bocca e masturbarmi ma ci stavo mettendo effetivamente troppo tempo aimè.
Rischiavo di non riuscire neanche questa volta.
Il bel membro del mio Padrone si stava ammorbidendo nella mia bocca.
Mi veniva da piangere, volevo venire ma avevo paura che da un momento all'altro mi avesse sottratto il mio goloso giocattolo.
Lo sentivo rilassarsi sempre più aimè.
Di tutto punto mi afferrò la nuca tenendomi fermo con il suo moscio membro completamente in bocca.
Mi masturbavo freneticamente cercando di venire quando...
Un caldo fiotto di pipì mi cominciò a scorrere in bocca e in gola.
Venni copiosamente come mai prima sorpreso e immensamente eccitato.
Oramai ero convintissimo di essere schiavo ma non di lui ma del suo bellissimo succulento cazzo, qualsiasi cosa fosse uscito da lì per me era sacro.
Nella mia testa oramai gli avrei concesso tutto pur di averlo.
Mi sentii eccitato come non mai quando dopo un po' arrivò il suo messaggio:
Citava "sei mia".
Riferirsi a me al femminile mi fece sobbalzare un piacevolmente un po' stonato ma nella mia fantasia era il suo bellissimo membro a parlare e non lui.
Stupidamente non avrei mai voluto una relazione con lui in quanto uomo, ma legato golosamente al suo sesso.
Era droga per me oramai ed io non vedevo l'ora mi messaggiasse.
Successe ancora e ancora ogni volta che aveva voglia.
Oramai gli concedevo di scoparmi quando volesse, purché mi permettesse di averlo nella mia bocca anche se dovevo bere tutto di lui.
Ovvio che con il passare dei mesi tendevo a sentirlo sempre stanco delle solite cose.
Era fatto così, dopo un po' aveva bisogno di qualcosa di nuovo.
Quando pensavo che si stesse annoiando mi arrivò il suo messaggio con due pollici alzati.
Pensai ad un errore e non ci feci molto caso.
Si presentò in compagnia quella volta.
Un bel uomo leggermente più alto e più giovane di lui, diciamo sulla cinquantina.
Guardai il mio Padrone.
I miei dubbi sparirono con il suo semplice sguardo.
Entrarono entrambi nel retrobottega mentre io mi affrettavo a chiudere la porta.
Quando li raggiunsi bastò un semplice gesto del mio Padrone.
Mi poggiò solamente la mano sulla spalla per accompagnarmi giù ad inginocchiarmi davanti al suo amico.
Gli slacciai la cinta davanti ai miei occhi molto curioso nello scoprire quel nuovo membro speranzoso.
Già scendendo i suoi pantaloni si intravedeva una sagoma decisamente grossa.
Al momento di abbassare l'elastico degli slip scattò fuori un cazzo talmente grosso dal colpirmi sulla guancia come un pesante ceffone.
Avevo voglia di leccarlo subito ma per esserne veramente sicuro mi girai verso il Padrone come a chiedergli il consenso mentre lo avevo felicemente in mano.
La sua risposta anche se silenziosa fu evidente, potevo eccome.
Era moscio ma già enorme ed io mi chiedevo come potesse essere da eretto.
Inutile mi toccava solo spompinarlo alla grande per scoprirlo.
Un nuovo sapore era proprio quello che mi ci voleva per eccitarmi.


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